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Frasi, citazioni e aforismi di Albert Camus

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Albert Camus (Dréan (Algeria), 7 novembre 1913 – Villeblevin, 4 gennaio 1960) è stato uno scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo ed attivista francese.

Nelle sue opere Albert Camus descrive l’animo umano in balia dell’assurdo, definito come “divorzio tra l’uomo e la sua vita”. Durante il discorso pronunciato in occasione del ritiro del Premio Nobel (1957) disse “Ogni generazione si crede votata a rifare il mondo. Ma la mia generazione sa che non lo rifarà. Il compito è troppo gravoso. La mia generazione si impegna solo a impedire che il mondo si disfi, si distrugga”.

Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi di Albert Camus. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi di Arthur Schopenhauer, Frasi, citazioni e aforismi di Fernando Pessoa, Frasi, citazioni e aforismi di Antoine de Saint Exupéry e Frasi, citazioni e aforismi sull’assurdo.

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Frasi, citazioni e aforismi di Albert Camus

Taccuini I-II-III (Carnets I-II-III, 1935-1959)

Chi non dà nulla non ha nulla. La disgrazia più grande non è non essere amati, ma non amare.
[Qui ne donne rien n’a rien. Le plus grand malheur n’est pas de ne pas être aimé, mais de ne pas aimer]

Non voglio essere un genio: ho già problemi a sufficienza cercando di essere solo un uomo.

Conosco un solo dovere: quello di amare.

Cultura: grido degli uomini davanti al loro destino.

Quale altro significato si può dare ai nostri giorni, se non questo: una nascita e una morte, e fra le due la bellezza e la melanconia.

L’uomo di per sé non è nulla. E’ solo una possibilità infinita. Ma è il responsabile infinito di questa possibilità.

Tocca a ognuno di noi sfruttare in se stesso la più grande possibilità dell’uomo, la sua virtù definitiva. Il giorno in cui il limite umano avrà un senso, si porrà il problema di Dio. Ma non prima, mai prima che questa possibilità sia stata vissuta fino in fondo.

Se coloro che ci amano potessero sapere com’eravamo prima di incontrarli, allora saprebbero quanto ci hanno trasformati.

La perdita dell’amore è la perdita di tutti i diritti.

La tentazione più pericolosa: non assomigliare a nulla.

Cominciare a donare sé stessi significa condannarsi a non dare mai abbastanza anche quando si dà tutto. E non si dà mai tutto.

La politica e il destino degli uomini sono foggiati da individui senza ideali e senza grandezza. Chi ha grandezza in sé non fa politica.

Non si pensa nello stesso modo su una stessa cosa la mattina e la sera. Ma dov’è il vero, nel pensiero della notte o nello spirito del mezzogiorno? Due risposte, due razze di uomini.

Aver la forza di scegliere ciò che si preferisce e di attenervisi. Se no è meglio morire.

E’ sbalorditivo constatare con quanta facilità crolli la dignità di certi individui. Ma, a pensarci bene è normale, poiché tale dignità essi riuscivano a conservarla solo grazie a sforzi incessanti contro la propria natura.

Colui che dispera degli avvenimenti è un vile, ma colui che spera nella condizione umana è un pazzo.

ci sono persone per cui la religione consiste nel perdonare tutte le offese, e le perdonano effettivamente; ma non le dimenticano mai. Io non avevo abbastanza stoffa da perdonare le offese, ma finivo sempre col dimenticarle.

Le filosofie valgono ciò che valgono i filosofi. Più l’uomo è grande, più è vera la filosofia.

Soltanto la musica è all’altezza del mare.

Si serve l’uomo nella sua totalità o non lo si serve per nulla. E se l’uomo ha bisogno di pane e di giustizia – e si deve fare quanto occorre per soddisfare questo bisogno – ha anche bisogno della bellezza pura, che è il pane del suo cuore. Il resto non è serio.

Quando l’amore cessa di essere tragico diventa qualcos’altro, allora l’individuo si getta di nuovo alla ricerca della tragedia.

Non abbiamo il tempo di essere noi stessi. Abbiamo solo il tempo di essere felici.

Il bisogno di aver ragione: segno di spirito volgare.

Passeggiare senza sforzarsi di sapere è una felicità perfetta.

Solitudine, lusso dei ricchi.

La tentazione più costante, quella contro la quale non ho mai cessato di condurre una lotta estenuante: il cinismo.

L’amore è ingiustizia, ma la giustizia non basta.

Per me, l’amore fisico, è sempre stato legato a una sensazione irresistibile di innocenza e di gioia. Quindi non posso amare in lacrime, ma solo in uno stato di esaltazione

A Corinto due templi vicini: quello della violenza e quello della necessità.

Mi conosco troppo per credere alla virtù assolutamente pura.

La donna, fuori dell’amore, è noiosa. Non sa. Bisogna vivere con una e tacere. O andare a letto con tutte e fare. Ciò che più importa è altrove.

La povertà è una condizione la cui virtù è la generosità.

Ogni vita volta verso il denaro è una morte. La rinascita è nel disinteresse.

Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che si cambi in esempio.

Fin quando l’uomo non ha dominato il desiderio, non ha dominato nulla. E non lo domina quasi mai.

Come vivere senza qualche buona ragione di disperare!

Invecchiare significa passare dalla passione alla compassione.

Vivere è verificare.

L’inferno è il paradiso più la morte.

In guerra. Quelli che calcolano il particolare grado di pericolo di ogni fronte. “Era il mio più esposto”. Continuano a stabilire gradazioni nell’avvilimento universale. E’ così che ne escono.

In quanto creatore, ho dato vita alla morte. E questa è la sola cosa che dovevo fare prima di morire.

Fin quando l’uomo non ha dominato il desiderio, non ha dominato nulla. E non lo domina quasi mai.

L’inclinazione più naturale dell’uomo è di rovinarsi e di rovinare con sé gli altri.

La naturalezza non è una virtù innata: la si acquisisce.

La solitudine perfetta. Nell’orinatoio di una grande stazione all’una del mattino.

Con alcune persone manteniamo rapporti di verità. Con altre rapporti di menzogna. Questi ultimi non sono i meno duraturi.

L’altruismo è una tentazione, come il piacere.

Per questo la creazione umana, fatta partendo dal mondo, finisce sempre per rivolgersi contro il mondo. Sono l’arte e l’artista che rifanno il mondo, ma sempre con un pensiero riposto di protesta..

Gli uomini virtuosi sono spesso cittadini pusillanimi. Alla radice del vero coraggio, c’è una sregolatezza.

Ci sono momenti in cui abbandonarsi alla sincerità equivale a un cedimento imperdonabile.

Ciò che l’uomo sopporta più difficilmente è di essere giudicato. Di qui l’attaccamento alla madre o all’amante accecata, di qui anche l’amore per le bestie.

Quelli che non sono curiosi: ciò che sanno li disgusta di ciò che ignorano.

Per l’uomo maturo, solo gli amori felici possono prolungare la giovinezza. Gli altri lo gettano di colpo nella vecchiaia.

Ci sono persone per cui la religione consiste nel perdonare tutte le offese, e le perdonano effettivamente; ma non le dimenticano mai. Io non avevo abbastanza stoffa da perdonare le offese, ma finivo sempre col dimenticarle.

Visto che non si potevano condannare gli altri senza giudicare immediatamente se stessi, bisognava incolpare se stessi per aver diritto di giudicare gli altri. Visto che ogni giudice prima o poi finisce penitente, bisognava far la strada in senso inverso, esercitare il mestiere di penitente per poter finire giudice.

Quelli che hanno veramente qualcosa da dire non parlano.

Sì, ho una patria: la lingua francese.

Ciò che sbarra la strada fa fare strada.

Trovare il modo d’andare fuori misura nella misura.

A volte mi sento vinto dalla tenerezza immensa che provo per le persone che vivono intorno a me questo stesso mio secolo

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La caduta (La Chute, 1956)

L’uomo è fatto così, caro signore, ha due facce: non può amare senza amarsi.
[L’homme est ainsi, cher monsieur, il a deux faces: il ne peut pas aimer sans s’aimer]

La verità è che ogni uomo intelligente, lei m’insegna, sogna di essere un gangster e di regnare sulla società con la sola violenza. Siccome non è facile come si potrebbe pensare leggendo i romanzi specializzati, ci si affida alla politica e si ricorre al partito più crudele.

Lei sa che cos’è il fascino: un modo di sentirsi rispondere di si senza aver fatto chiaramente nessuna domanda..

Il vero amore è eccezionale, due o tre volte in un secolo all’incirca. Per il resto, vanità o noia.

C’è sempre qualche ragione per l’uccisione di un uomo. È invece impossibile giustificare che viva.

Le donne hanno una cosa in comune con Bonaparte: pensano sempre di riuscire dove gli altri sono falliti.

Non è forse la donna tutto quello che ci rimane del paradiso terrestre?

Dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia.

D’altronde non possiamo affermare l’innocenza di nessuno mentre possiamo affermare con sicurezza che tutti sono colpevoli.

Le dirò un grosso segreto, mio caro, non aspetti il giudizio universale. Avviene ogni giorno.

I martiri, caro amico, devono scegliere fra essere dimenticati, scherniti o ridotti a strumenti. Quanto a essere capiti: questo mai

La simpatia… un sentimento da presidente del consiglio: si ottiene a buon mercato dopo le catastrofi.

Ha notato che soltanto la morte ci ridesta i sentimenti? Ma lo sa perché siamo sempre più giusti e generosi con i morti? È semplice. Verso di loro non ci sono obblighi.

La verità, come la luce, acceca. La menzogna invece è un bel crepuscolo, che mette in risalto tutti gli oggetti.

Mi creda per certe persone almeno, non prendere quello che non si desidera è la cosa più difficile del mondo.

Per essere felici non ci si deve occupare troppo del prossimo.

Uno gioca a fare l’immortale, e in capo a qualche settimana non sa nemmeno più se potrà strascicarsi fino al giorno dopo.

Caro amico, i mariti debbono scegliere fra l’essere dimenticati, scherniti o utilizzati. Capiti, mai.

L’avidità, che in questa nostra società sostituisce l’ambizione, mi ha sempre fatto ridere.

E’ vero che mi trovavo a mio agio in tutto, ma nello stesso tempo non ero soddisfatto di niente. Ogni gioia mi spingeva a desiderarne un’altra

Quando saremo tutti colpevoli, ci sarà la democrazia.

Ci sono sempre ragioni per assassinare un uomo. Mentre è impossibile giustificare il fatto che rimane in vita. Perciò il delitto trova sempre avvocati e l’innocenza solo a tratti.

Quando non si ha carattere bisogna pur darsi un metodo.

Ma adesso troppa gente si arrampica sulla croce soltanto per essere vista da lontano, anche se per questo si deve calpestare un po’ colui che vi si trova da tanto tempo. Troppa gente per praticare la carità ha deciso di fare a meno della generosità

Quanti delitti commessi semplicemente perché i loro autori non potevano sopportare di aver torto.

Un uomo, se posso credere a un mio amico, ha sempre due caratteri: il suo, e quello che sua moglie gli attribuisce.

Una persona che conoscevo divideva gli esseri umani in tre categorie: quelli che preferiscono non avere niente da nascondere piuttosto che essere obbligati a mentire, quelli che preferiscono mentire che non aver niente da nascondere e gli ultimi quelli che amano sia mentire sia nascondere.

Talvolta penso a quel che diranno di noi gli storici futuri. Per l’uomo moderno, basterà una frase: fornicava e leggeva giornali. Dopo questa definizione lapidaria, l’argomento, direi, sarà esaurito.

Come si fa a essere un altro? Impossibile. Bisognerebbe non esser più nessuno, abbandonarsi completamente in qualcuno, almeno una volta.

Ma rassicuriamoci! Adesso è troppo tardi, e sarà sempre troppo tardi, per fortuna!

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La peste (La Peste, 1947)

Il male che è nel mondo viene quasi sempre dall’ignoranza, e la buona volontà può fare guai quanto la malvagità, se non è illuminata.
[Le mal qui est dans le monde vient presque toujours de l’ignorance, et la bonne volonté peut faire autant de dégâts que la méchanceté, si elle n’est pas éclairée]

il vizio più disperato è quello dell’ignoranza che crede di saper tutto e che allora si autorizza a uccidere.

Arriva sempre un momento nella storia in cui chi osa dire che due piú due fa quattro è punito con la morte.

Nel mondo ci sono state, in egual numero, pestilenze e guerre; e tuttavia pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati.

L’abitudine alla disperazione è peggiore della disperazione stessa.

Ci sono negli uomini più cose da ammirare che da disprezzare.

Forse è meglio per Dio che non crediamo in lui.

Dando troppa importanza alle buone azioni, si finisce col rendere un omaggio indiretto al male: allora, infatti, si lascia supporre che le buone azioni non hanno pregio che in quanto sono rare e che la malvagità e l’indifferenza determinano assai frequentemente le azioni degli uomini.

Ci si stanca della pietà, quando la pietà è inutile.

Se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto che io oggi conosca.

Quando scoppia una guerra, la gente dice: “Non durerà, è cosa troppo stupida”. E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare.

La stupidità insiste sempre.

L’importante non è che sia un bel modo di ragionare, ma che faccia riflettere

In verità, tutto per loro diventava presente; bisogna dirlo, la peste aveva tolto a tutti la facoltà dell’amore e anche dell’amicizia; l’amore, infatti, richiede un pò di futuro, e per noi non c’erano più che attimi.

io mi sento più solidale coi vinti che coi santi. Non ho inclinazione, credo, per l’eroismo e per la santità. Essere un uomo, questo m’interessa.

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Il mito di Sisifo (Le Mythe de Sisyphe, 1942)

L’assurdo nasce dal confronto tra la domanda dell’uomo e l’irragionevole silenzio del mondo.

L’assurdo dipende tanto dall’uomo che dal mondo. E’ per il momento il loro solo legame.
[L’absurde dépend autant de l’homme que du monde. Il est pour le moment leur seul lien]

Questo malessere di fronte all’inumanità dell’uomo stesso, questa incalcolabile degradazione dell’immagine di ciò che siamo, questa «nausea», come la chiama un autore contemporaneo, sono pure l’assurdo.

Parimente, l’estraneo che, in certi momenti, viene incontro a noi nello specchio, il fratello familiare e purtuttavia inquietante che noi ritroviamo nelle nostre stesse fotografie, è ancora l’assurdo.

Cominciare a pensare vuol dire cominciare a essere minati.

Se il mondo fosse chiaro, l’arte non esisterebbe.

L’opera d’arte nasce dalla rinuncia dell’intelligenza a ragionare il concreto.

Dal momento in cui viene riconosciuto, l’assurdo diventa la più straziante di tutte le passioni.

il senso dell’assurdo, alla svolta di una qualunque vita, può imbattersi faccia a faccia con un uomo qualsiasi.

Divenire dio, significa soltanto esser libero su questa terra e non servire un essere immortale e, soprattutto, trarre tutte le conseguenze da questa dolorosa indipendenza. Se Dio esiste, tutto dipende da lui e non possiamo niente contro la sua volontà; se non esiste tutto dipende da noi.

Vivere è dar vita all’assurdo. Dargli vita è anzitutto sapere guardarlo. Al contrario di Euridice, l’assurdo muore soltanto quando gli si voltano le spalle. Così, una delle posizioni filosofiche coerenti è la rivolta, che è un perpetuo confronto dell’uomo e della sua oscurità; che è esigenza di una trasparenza impossibile, e che mette in dubbio il mondo ad ogni istante.

L’assurdo è la lucida ragione, che accetta i propri limiti.

L’assurdo è il peccato senza Dio.

L’assurdo mi illumina su questo punto: non esiste un domani. Ecco ormai la ragione della mia profonda libertà.

Tutto ciò che fa lavorare e agitarsi l’uomo trae partito dalla speranza. Dunque, il pensiero sterile è il solo che non sia falso.

Il più certo dei mutismi non è tacere, ma parlare.

Sisifo insegna la fedeltà superiore, che nega gli Dei e solleva i macigni… Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.

Anche il creare è un dar forma al proprio destino.

Creare è vivere due volte.

Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro.

Come le grandi opere, i sentimenti profondi significano sempre più di quanto non abbiano coscienza di esprimere.

Il mondo in sé, non è ragionevole: è tutto ciò che si può dire.

Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia.

Vedo che molti muoiono perché reputano che la vita non valga la pena di essere vissuta, e ne vedo altri che si fanno paradossalmente uccidere per le idee o le illusioni che costituiscono per loro una ragione di vivere (ciò che si chiama ragione di vivere è allo stesso tempo un’eccellente ragione di morire).

Là dove regna la lucidità, la scala dei valori diventa inutile.

Per l’uomo assurdo non si tratta più di spiegare e risolvere, ma di provare e descrivere

E qui è il genio: l’intelligenza che conosce i suoi confini.

L’abisso che c’è fra la certezza che io ho della mia esistenza e il contenuto che tento di dare a questa sicurezza, non sarà mai colmato.

A questo punto il problema è invertito. In precedenza si trattava di sapere se la vita dovesse avere un senso per essere vissuta; appare qui, al contrario, che essa sarà tanto meglio vissuta in quanto non avrà alcun senso. Vivere un’esperienza, un destino, è accettarlo pienamente.

il cuore umano ha una spiacevole tendenza a chiamare destino soltanto ciò che lo schiaccia. Ma anche la felicità, a modo suo, è senza ragione, poiché è inevitabile. L’uomo moderno, tuttavia, se ne attribuisce il merito.

In ciascun istante, durante il quale Sisifo lascia la cima e si immerge a poco a poco nelle spelonche degli dei, egli è superiore al proprio destino, è più forte del suo macigno. In che consisterebbe la pena se, a ogni passo, fosse sostenuto dalla speranza di riuscire? Come un uomo si affatica, ogni giorno della vita, dietro lo stesso lavoro, e il suo destino non è tragico che nei rari momenti in cui diviene cosciente. Il suo tormento è la sua vittoria: non esiste destino che non possa essre superato dal disprezzo.

Quanto rimane, è un destino di cui solo la conclusione è fatale. All’infuori di questa unica fatalità della morte, tutto – gioia o fortuna – è libertà, e rimane un mondo, di cui l’uomo è il solo padrone.

Tutte le grandi azioni e tutti i grandi pensieri hanno un inizio di poco peso.

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Lo straniero (L’Étranger, 1942)

Ogni rifiuto di comunicare è un tentativo di comunicazione; ogni gesto d’indifferenza o di ostilità è una chiamata mascherata.
[Tout refus de communiquer est une tentative de communication; tout geste d’indifférence ou d’hostilité est appel déguisé]

Amo mia madre e la giustizia, ma fra mia madre e la giustizia scelgo mia madre.

Una disgrazia tutti sanno cos’è. È una cosa che lascia senza difesa.

In fondo non c’è idea cui non si finisca per fare l’abitudine.

Persino da un banco di imputato è sempre interessante sentire parlare di sé.

Tutte le persone normali hanno una volta o l’altra desiderato la morte di coloro che amano.

Non so quante volte mi sono chiesto se esistono esempi di condannati a morte che siano sfuggiti al meccanismo implacabile, siano scomparsi prima dell’esecuzione, abbiano rotto i cordoni di agenti. E allora mi rimproveravo di non aver mai fatto abbastanza attenzione ai racconti di condanne a morte. Bisognerebbe sempre interessarsi di queste cose; non si sa mai quello che può succedere.

Io, pareva che avessi le mani vuote. Ma ero sicuro di me, sicuro di tutto, più sicuro di lui, sicuro della mia vita e di questa morte che stava per venire. Sì, non avevo che questo. Ma perlomeno avevo in mano questa verità così come essa aveva in mano me.

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Nozze (Noces, 1939)

Se c’è un peccato contro la vita, è forse non tanto disperarne, quanto sperare in un’altra vita, e sottrarsi all’implacabile grandezza di questa.
[S’il y a un péché contre la vie, ce n’est peut-être pas tant d’en désespérer que d’espérer une autre vie, et se dérober à l’implacable grandeur de celle-ci]

Il contrario di un popolo civilizzato è un popolo creatore.
[Le contraire d’un peuple civilisé, c’est un peuple créateur]

Che cos’è la felicità se non il sincero accordo tra un uomo e la vita che conduce?
[Qu’est-ce que le bonheur sinon le simple accord entre un être et l’existence qu’il mène?]

Nulla è più vano che morire per amore. Bisognerebbe vivere. E’ nella gioia che l’uomo prepara la sue lezioni e, giunta al più alto grado di ebrezza, la carne diviene cosciente.

Il mondo è bello, e fuori di esso non c’è salvezza.

Una certa continuità nella disperazione può portare alla gioia.

La speranza, al contrario di ciò che si crede, equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi.

È noto che la patria si riconosce sempre al momento di perderla.

Tutto ciò che esalta la vita, accresce allo stesso tempo la sua assurdità.

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Caligola (Caligula, 1944)

C’è solo un modo per essere uguali agli dèi: basta essere crudeli come loro.
[Il n’y a qu’une façon de s’égaler aux dieux: il suffit d’être aussi cruel qu’eux]

Questo mondo così com’è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell’immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo.

Amare qualcuno significa accettare d’invecchiare con lui.

Ma come tutti gli esseri senz’anima, non potete sopportare chi ne ha troppa.

Come si può continuare a vivere con le mani vuote quando prima stringevano l’intera speranza del mondo?

[Parlando d’amore] E’ il genere di malattia che non risparmia né gli intelligenti né gli stupidi.

Ma non sono pazzo e posso dire perfino di non essere mai stato così ragionevole come ora. Semplicemente mi sono sentito all’improvviso un bisogno di impossibile. Le cose così come sono non mi sembrano soddisfacenti.

Ah, comincio a vivere finalmente! Vivere, Cesonia, è il contrario di amare. Te lo dico io

Che abiezione, che schifo, che senso di vomito sentirci crescere dentro quella stessa viltà e quell’impotenza che abbiamo disprezzato negli altri.

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L’uomo in rivolta (L’Homme révolté, 1951)

La vera generosità verso l’avvenire consiste nel dare tutto al presente – La vraie générosité envers l’avenir consiste à tout donner au présent.

La rivoluzione consiste nell’amare un uomo che ancora non esiste.

L’uomo è la sola creatura che rifiuti di essere ciò che è.

Non vi possono essere per uno spirito umano che due soli universi possibili: quello del sacro e quello della rivolta.

Lo schiavo comincia col reclamare giustizia e finisce per volere la sovranità. Ha bisogno di dominare a sua volta.

Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia tuttavia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi.

Non tutti i valori trascinano con sé la rivolta, ma ogni moto di rivolta fa tacitamente appello a un valore.

Ogni uomo è un criminale che si ignora.

Il nichilista non è colui che non crede a niente, ma colui che non crede a ciò che è.

Il dialogo, relazione di due persone, è stato rimpiazzato dalla propaganda o dalla polemica, che sono due specie di monologhi.

Se l’uomo vuol farsi dio,si arroga il diritto di vita e di morte sugli altri. Fabbricante di cadaveri, e di sotto-uomini, è egli stesso sotto-uomo e non Dio, ma ignobile servo dellla morte.

I martiri non fanno le Chiese: ne sono il cemento o l’alibi. Poi vengono i preti e i bigotti.

Il fine giustifica i mezzi? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questo interrogativo, che il pensiero storico lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.

L’avvenire è la sola trascendenza degli uomini senza Dio.

La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di lei.

La rivolta, in senso etimologico, è un voltafaccia. In essa, l’uomo che camminava sotto la sferza del padrone, ora fa fronte. Oppone ciò che è preferibile a ciò che non lo è.

L’intelletto in catene perde in lucidità quanto guadagna in furore.

L’arte contesta il reale, ma ad esso non si sottrae.

L’avvenire è il solo tipo di proprietà che i padroni concedono volentieri agli schiavi.

La vera passione del ventesimo secolo è la servitù.

L’uomo non è interamente colpevole, non ha dato inizio alla storia; né è del tutto innocente poiché la continua.

Non esiste rivolta senza la sensazione d’avere in qualche modo, e da qualche parte, ragione.

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L’estate (L’Été, 1954)

Ho compreso, infine, che nel mezzo dell’inverno vi era in me un’invincibile estate – Au milieu de l’hiver, j’apprenais enfin qu’il y avait en moi un été invincible.

Quelli che amano e che sono separati possono vivere nel dolore, ma non nella disperazione: sanno che l’amore esiste.

Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.

Nessun uomo può dire ciò che è. Ma capita talvolta che possa dire quello che non è.

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I giusti (Les Justes, 1950)

La morte sarà la mia suprema protesta contro un mondo di lacrime e di sangue – La mort sera ma suprême protestation contre un monde de larmes et de sang.

Vivere è una tortura perché vivere separa.

C’è solo una cosa peggiore dell’essere un criminale. E’ spingere al crimine colui che non è fatto per esso.

Ogni volta che nel mondo un uomo è incatenato, noi stessi siamo incatenati con lui. La libertà deve essere per tutti o per nessuno

Anche nella distruzione c’è un ordine, ci sono dei limiti.

Ho lanciato una bomba sulla vostra tirannia, non su un uomo.
– Senza dubbio. Ma è l’uomo che l’ha ricevuta.

Per suicidarsi bisogna amarsi molto. Un vero rivoluzionario non può amarsi.

La felicità? Sentire la mano di un uomo prima di morire.

L’onore è l’ultima ricchezza del povero.

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Lettere a un amico tedesco (Lettres à un ami allemand, Luglio 1944)

Lei non ha mai creduto che questo mondo avesse un senso e ne ha dedotto la concezione che tutto si equivalesse e che il bene e il male si potessero stabilire ad arbitrio. Ha creduto che, nell’assenza di ogni morale umana o divina, gli unici valori fossero quelli che governano il mondo animale, cioè la violenza e l’astuzia.

Lei ne ha dedotto che l’uomo non è niente, che si poteva sopprimere l’anima, che, in una storia così senza senso, il compito dell’individuo non potesse essere altro che l’avventura della potenza e la sua morale il realismo delle conquiste.

Nel fatto che lei accettava la disperazione senza farsi problemi, mentre io non l’ho mai accettata. Il fatto è che lei ammetteva l’ingiustizia della condizione umana tanto da risolversi ad aggravarla, mentre a me sembrava che l’uomo dovesse rendere più forte la giustizia per lottare contro l’ingiustizia eterna, creare felicità per protestare contro un universo di infelicità.

Continuo a credere che questo mondo non abbia una finalità superiore. Ma so che c’è qualcosa che ha un senso: l’uomo. Perché è il solo a pretendere di averlo.

Con un sorriso sprezzante lei mi dirà: cosa significa salvare l’uomo? Glielo grido con tutto me stesso: significa non mutilarlo, dare alla giustizia tutte le possibilità che l’uomo sa concepire. Ecco perché lottiamo.