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Presento una raccolta di 25 poesie sulla solitudine. Tra i temi correlati Frasi, citazioni e aforismi sulla solitudine, 18 poesie sulla libertà e 20 poesie sulla speranza.
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25 poesie sulla solitudine
Ella Wheeler Wilcox, Solitudine
Ridi e il mondo riderà con te.
Piangi, e piangerai da solo.
Poiché il vecchio mondo triste deve prendere
in prestito la sua allegria,
ma ha già abbastanza guai per conto suo.
Canta, e le colline ti risponderanno.
Singhiozza, e il tuo singhiozzo si perderà nell’aria.
L’eco è destinata a un suono gioioso,
ma si rifiuta di dare ascolto ai lamenti.
Rallegrati e gli uomini ti cercheranno.
Rattristati, ed essi ti lasceranno solo.
Vogliono la misura piena di tutto il tuo piacere,
ma non hanno bisogno del tuo dolore.
Sii felice, e avrai molti amici.
Sii triste, e li perderai tutti.
Non c’è nessuno che rifiuti il tuo vino di nettare,
ma dovrai bere da solo il fiele della vita.
Fa’ festa, e i tuoi saloni si riempiranno.
Digiuna, e il mondo ti passerà accanto senza sfiorarti.
Se avrai successo e sarai generoso, ciò ti aiuterà
a vivere.
ma nessuno potrà aiutarti a morire.
C’è spazio nelle sale del piacere
per un lungo treno di signori.
Ma a uno a uno dobbiamo metterci in fila
per passare gli stretti varchi del dolore.
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Alda Merini, Non ho mai amato la solitudine
Non ho mai amato la solitudine.
Ma se stare in mezzo alle persone
significa convivere con la falsità
preferisco vivere per conto mio.
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Ghiannis Ritsos, Piccola solitudine
In un angolo del cortile, tra la schiuma di sapone,
alcune rose si sono piegate sotto il peso del loro profumo.
Nessuno ha sentito l’odore di queste rose.
Nessuna solitudine è piccola.
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Liliane Wouters, Soli
Si nasce soli e soli anche si muore.
Si dorme soli in letti condivisi.
Soli si mangia pane di poesia.
Soli con noi ci si trova stranieri.
Soli a sognare graviti lo spazio,
soli a sentire l’io di carne e sangue,
soli a voler trattenere l’istante,
a passare senza voler passare.
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Emily Dickinson, Ha una sua solitudine lo spazio
Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte,
eppure tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’ anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
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Fabrizio Caramagna, Incastri
A volte è come se mi mancasse
quella parte dell’anima
che si incastra nel puzzle del mondo.
Apro migliaia di scatole,
trovo pezzi bellissimi e colorati,
ma è dentro di me che manca il pezzo
con cui completare l’incastro.
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Saffo, Tramontata è la luna
Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
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Mario Benedetti, Luna congelata
Con questa solitudine
infida
e tranquilla
con questa solitudine
di crepe consacrate
di ululati lontani
di mostri di silenzio
di forti ricordi
di luna congelata
di notte per gli altri
di occhi spalancati
con questa solitudine
inutile
e vuota
si può a volte
capire
l’amore.
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Salvatore Quasimodo, Ed è subito sera
Ognuno sta solo sul cuore
della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
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Alda Merini, S´anche ti lascerò per breve tempo
S´anche ti lascerò per breve tempo,
solitudine mia, se mi trascina
l´amore, tornerò, stanne pur certa;
i sentimenti cedono, tu resti.
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Antonia Pozzi, Solitudine
Ho le braccia dolenti e illanguidite
per un’insulsa brama di avvinghiare
qualche cosa di vivo, che io senta
più piccolo di me. Vorrei rapire
d’un balzo e poi portarmi via, correndo,
un mio fardello, quando si fa sera;
avventarmi nel buio per difenderlo,
come si lancia il mare sugli scogli;
lottar per lui, finché non rimanesse
un brivido di vita; poi, cadere
nella più fonda notte, sulla strada,
sotto un tumido cielo inargentato
di luna e di betulle; ripiegarmi
su quella vita che mi stringo al petto –
e addormentarla – e anch’io dormire, infine…
No: sono sola. Sola mi rannicchio
sopra il mio magro corpo. Non m’accorgo
che, invece di una fronte indolenzita,
io sto baciando come una demente
la pelle tesa delle mie ginocchia.
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Pierpaolo Pasolini, Versi del testamento
La solitudine: bisogna essere molto forti
per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe
e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare
raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere
rapinatori o assassini; se tocca camminare
per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera
bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;
specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,
e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;
non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,
oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte
senza doveri o limiti di qualsiasi genere.
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Alfred de Musset, Solitudine
Il cielo mi ha affidato il tuo cuore…
quando sarai dolente vieni da me
senza inquietudine,
ti seguirò nel tuo cammino.
Ma non posso toccare la tua mano, amico,
sono la solitudine.
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Giorgio Gaber, I soli
I soli sono individui strani
con il gusto di sentirsi soli
fuori dagli schemi
Non si sa bene cosa sono
forse ribelli forse disertori
nella follia di oggi i soli
sono i nuovi pionieri
I soli e le sole
non hanno ideologie
a parte una strana avversione
per il numero due
Senza nessuna appartenenza
senza pretesti o velleità sociali
senza nessuno a casa a frizionarli
con unguenti coniugale
Ai soli non si addice
l’intimità della famiglia
magari solo un po’ d’amore
quando ne hanno voglia
Un attimo di smarrimento
un improvviso senso d’allegria
allenarsi a sorridere per nascondere la fatica
Soli vivere da soli
soli uomini e donne soli
I soli si annusano tra loro
son così bravi a crearsi intorno
un’aria di mistero
Son gli Humphrey Bogart dell’amore
son gli ambulanti son gli dei del caso
i soli sono gli eroi
del nuovo mondo coraggioso
I soli e le sole ormai sono tanti
con quell’aria un po’ da saggi
un po’ da adolescenti
A volte pieni di energia
a volte tristi fragili e depressi
i soli ci han l’orgoglio
di bastare a se stessi
Ai soli non si addice
il quieto vivere sereno
qualche volta è una scelta
qualche volta un po’ meno
Aver bisogno di qualcuno
cercare un po’ di compagnia
e poi vivere in due
e scoprire che siamo tutti
Soli vivere soli
soli uomini e donne soli
La solitudine non è malinconia
Un uomo solo è sempre in buona compagnia
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Lord Byron, dal poema “Il pellegrinaggio del giovane Aroldo”
C’è un piacere nei boschi senza sentieri,
c’è un’estasi sulla spiaggia desolata,
c’è vita, laddove nessuno s’intromette,
accanto al mare profondo, e alla musica del suo sciabordare:
non è ch’io ami di meno l’uomo, ma la Natura di più.
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John Keats, Solitudine
Solitudine, se vivere devo con te,
Sia almeno lontano dal mucchio confuso
Delle case buie; con me vieni in alto,
Dove la natura si svela, e la valle,
Il fiorito pendio, la piena cristallina
Del fiume appaiono in miniatura;
Veglia con me, dove i rami fanno dimore,
E il cervo veloce, balzando, fuga
Dal calice del fiore l’ape selvaggia.
Qui sarei felice anche con te. Ma la dolce
Conversazione d’una mente innocente, quando le parole
Sono immagini di pensieri squisiti, è il piacere
Dell’animo mio. E’ quasi come un dio l’uomo
Quando con uno spirito affine abita in te.
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Trilussa, La solitudine
Quand’ero ragazzino, mamma mia
me diceva: “Ricordati fijolo,
quando te senti veramente solo
tu prova a recità ‘n’ Ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo
e se solleva, come pe’ maggia”.
Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato;
da un pezzo s’è ad dormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna benedetta
e l’anima da sola pija er volo!
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Giovanni Pascoli, Il passero solitario
Tu nella torre avita,
passero solitario,
tenti la tua tastiera,
come nel santuario
monaca prigioniera,
l’organo, a fior di dita;
che pallida, fugace,
stupì tre note, chiuse
nell’organo, tre sole,
in un istante effuse,
tre come tre parole
ch’ella ha sepolte, in pace.
Da un ermo santuario
che sa di morto incenso
nelle grandi arche vuote,
di tra un silenzio immenso
mandi le tue tre note,
spirito solitario.
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Giacomo Leopardi, Il passero solitario
D’in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l’armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell’aria, e per li campi esulta,
Sì ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell’anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de’ provetti giorni
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch’omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s’allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell’aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all’altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest’anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
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Emily Dickinson, Sola non posso essere
Sola non posso essere
poiché schiere mi visitano
compagnia senza traccia
che elude chiavi
Non hanno vesti, né nomi
non almanacchi, né armi
ma case diffuse come gnomi
Il loro venire è annunciato
da messaggeri interiori
Il loro andare non lo è
poiché non vanno mai
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Francesco Petrarca, Solo et pensoso
Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:
sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui.
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Katherine Mansfield, Solitudine
Ora è la Solitudine, e non il Sonno,
che viene la notte a sedersi vicino al mio letto.
Distesa come una bimba stanca attendo il suo passo,
e la guardo spegnere la luce con un soffio lieve.
Salendo immobile, non si volge né a destra
né a sinistra, ma stanca, stanca abbassa il capo.
Anche lei è vecchia, anche lei ha combattuto tanto
da meritare la corona d’alloro.
Nella triste oscurità lenta rifluisce la marea
e s’infrange sull’arido lido, inappagata.
Soffia un vento insolito: poi il silenzio. Sono pronta
ad abbracciare la Solitudine, a prenderle la mano,
ad aggrapparmi a lei, aspettando che l’arida terra
si imbeva della terribile monotonia della pioggia.
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Emily Brontë, Più felice sono quanto più lontana
Più felice sono quanto più lontana
porto l’anima mia dalla sua casa di creta
in una notte di vento quando la luna è chiara
e gli occhi vagano tra mondi di luce
quando io non sono e nessuno è accanto
né terra, né mare, né limpido cielo
solo spirito che vaga senza confini
nell’immenso infinito.
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Rainer Maria Rilke, Solitudine
La solitudine è come una pioggia.
Sale dal mare e va incontro alle sere;
da pianure, lontane ed isolate,
sale al cielo che sempre la possiede.
E soltanto dal cielo cade sulla città.
Piove quaggiù nelle ore indecise,
quando verso il mattino si rivolge ogni vicolo,
quando i corpi che nulla hanno trovato
delusi e tristi si dividono;
e quando quelli che s’odiano devono
dormire nello stesso letto:
poi la solitudine se ne va coi fiumi…
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Diego Valeri, Solitudine
Solitudine dura e cara,
compagna dei miei tardi giorni,
alla mensa d’erba amara,
al torbo vino dei ricordi,
soli siamo, tu ed io.
Pur non è triste il nostro stato:
una dolcezza lenta di oblío
già impolvera e copre il passato.
E fuori ride un cielo,
splende il prato di tenere erbe.
Ancora sui rami del futuro
la speranza ha fior del verde.
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Pedro Salinas, XXXIX
Il modo tuo d’amare
è lasciare che io t’ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sanno offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole, abbracci
mi diranno che sei esistita
che mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Perché non debba mai scoprire
con domande o carezze
l’immensa solitudine
d’essere solo ad amarti.