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La parola “boomer” ha origine dal termine “baby-boomer”. Analizziamo l’origine e il significato del termine baby-boomer e il modo in cui si è arrivati a usare “boomer” nel nostro linguaggio.
Origine e significato della parola baby-boomer
La parola baby-boomer viene dall’inglese e letteralmente significa “appartenente al boom demografico dei bebè”. Con il termine di baby-boomer (scritto anche baby boomer) viene indicata una persona nata negli Stati Uniti o in Europa tra il 1946 e il 1964, ovvero durante il periodo dell’esplosione demografica (boom) avvenuta in quegli anni, noto con il termine inglese “baby boom”, che proseguì parallelo al boom e all’espansione economica registrato in questi stessi paesi nel secondo dopoguerra.
Secondo alcuni studiosi, i baby-boomers hanno vissuto una condizione di privilegiati godendo di una condizione di benessere economico e sociale, di politiche di assistenzialismo pubblico e di una generalizzata fiducia dei consumi grazie a degli stipendi che erano adeguati al costo della vita e a contratti di lavoro non precari.
Inoltre, la maggior parte dei figli della generazione del baby boom è stata cresciuta da madri a tempo pieno. “Oggi la situazione è totalmente invertita. Significa questo che amiamo i nostri figli meno di quanto le nostri madri hanno amato noi? No, ma sicuramente provoca molti sensi di colpa” dice Jane Pauley
Secondo altri, invece, quella dei baby boomers è stata una generazione innovativa che ha provocato una netta rottura con il passato e la cultura dominante e diffuso nuovi modi di pensare, nuovi valori, nuove visioni della società, nuovi stili di vita nel mondo occidentale (pensiamo alla beat generation, alla musica rock, alla nascita del femminismo e alla rivoluzione del 1968 e alla conquista della luna nel 1969).
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Uso e significato della parola boomer nel linguaggio quotidiano
Nel linguaggio corrente Il termine “boomer” viene utilizzato dalle generazioni dei nati dopo gli anni novanta a indicare una generazione che ha un modo di pensare e agire conservatore e superato rispetto alle nuove tendenze della società.
Si dice “sei un boomer” per dire “sei un conservatore, uno che non si aggiorna, uno con la mentalità da vecchio”.
Nel 2019 è diventato molto popolare un meme nato su Twitter e sul social network TikTok, dal titolo “Ok, boomer”. “Ok, boomer” è un’espressione usata da adolescenti e giovani per zittire o prendere in giro le opinioni della generazione dei cinquanta-sessanta-settantenni. Questa espressione, al di là del suo senso di ironia sull’arretratezza dei baby boomers, è il segno di uno scontro generale tra le due generazioni: i baby boomers sono ritenuti responsabile dei principali disastri contemporanei, dalla crisi finanziaria a quella climatica, da quelle occupazionale a quella pensionistica.
Nell’espressione “Ok, boomer” c’è una specie di rabbia mista a invidia per una generazione che ha potuto godere di una occupazione a tempo indeterminato, di una uscita pensionistica anticipata e di stipendi adeguati al costo della vita, che hanno permesso loro di comprare una o più case e di vivere nel pieno benessere, lasciando alle generazioni attuali un debito pubblico altissimo e prospettive occupazionali ridotte al lumicino. Le generazioni dei giovani hanno invece lavori precari, stipendi bassi e umilianti, non sanno neanche se percepiranno la pensione o se riusciranno a comprare una casa di proprietà. Famosa la battuta che gira su Twitter: “70 euro di spesa al supermercato non ho preso tipo niente, i boomer negli anni 80 con quella cifra ci compravano un bilocale“. E anche Fabrizio Caramagna scrive: “I baby boomer hanno vissuto tutti i privilegi del Boom economico, poi ci hanno aggiunto una S e hanno lasciato lo Sboom ai loro figli“.
Ovviamente i boomer rispondono che la situazione economica attuale non è colpa loro, ma della globalizzazione che ha creato una forte tensione in ambito occupazionale e che ha sottratto risorse economiche ai paesi occidentali per dirottarle sui paesi emergenti e in via di sviluppo.
I boomer, rispondendo alle critiche dei Millenials, della generazione Z o della generazione Alpha, dicono che ai loro tempi non avevano i privilegi tecnologici che hanno i giovani di oggi e si accontentavano di cose semplici e genuine in ogni ambito della loro vita (quella semplicità e genuinità che i giovani di oggi non riuscirebbero più ad accettare). Mentre i boomer erano una generazione attiva e curiosa, i giovani di oggi vivono perennemente da “sdraiati”, in un tempo sospeso, in un perenne presente, senza interesse per il passato e con una forte ansia del futuro. Mentre i boomer studiavano (e venivano bocciati in un sistema scolastico decisamente più severo), i giovani di oggi hanno poca voglia di studiare, leggere e informarsi, si disinteressano della politica e passano il loro tempo perennemente davanti allo schermo di un telefono.
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Il tweet famoso in difesa dei BOOMER
Su Twitter è diventato famoso un tweet di Frenkie_Woody che difende la grande capacità di adattamento dei boomer ai cambiamenti tecnologici, cosa che sembra scontata ma non lo è.
Ci chiamano “BOOMER”.
Forse perché siamo passati
dal telefono a rotella della SIP
alle videochiamate con whatsapp.
Siamo passati dalle diapositive a you tube.
Dischi in vinile alla musica online.
Lettere scritte a mano alle email.
Dalla TV bianco e Nero con trasformatore
alle TV smart 4k schermo piatto HD.
Da carosello ai consigli per gli acquisti.
Dai nonni all’assistenza vocale Alexa.
Dai Film in cassetta allo streaming.
Abbiamo conosciuto i primi PC
e schede perforanti con floppy disk
e ora abbiamo 320 GB sul telefonino.
Siamo passati dalla Kodak ai selfie.
Siamo passati dalle biblioteche a Google.
Siamo passati dal muretto sotto casa
a facebook per fare amicizia.
Siamo passati dalla miscela al 5% all’auto elettrica.
Siamo passati dalle cartine geografiche
al navigatore satellitare con assistente vocale per viaggiare.
La nostra generazione si è adattata al cambiamento
forse come nessuna altra.
… e abbiamo ballato pure i lenti nelle discoteche..
E si veda anche il tweet di @ziaiaia3 che rivendica la semplicità di un’epoca in cui i boomer vivevano tutto in modo autentico e non finto e virtuale.
“E comunque sarò pure boomer ma all’amore virtuale preferivo i vetri appannati dell’auto”.
E infine si vedano due poesie del boomer Fabrizio Caramagna:
Ho bisogno di cose antiche.
Scrivimi una lettera su un foglio di carta,
chiamami da una cabina telefonica,
citofonami sotto casa e sali da me ad ascoltare un disco di vinile,
dimmi “io per te ci sono”,
e quando avrò bisogno di te ci sarai veramente.
(Fabrizio Caramagna)
Le vecchie cabine telefoniche, quando l’ultimo gettone che cadeva decideva il finale al posto nostro. Avevamo meno tempo, ma più attenzione, più parole, più legami.
(Fabrizio Caramagna)