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Veni, vidi, vici. Chi ha detto questa frase e qual è la sua traduzione letterale?
La frase viene dal latino e la traduzione letterale in italiano di “Veni, vidi, vici” è “Venni, vidi, vinsi”.
La frase è stata pronunciata da Gaio Giulio Cesare – console, generale e dittatore romano – e nel corso degli anni è diventata una delle citazioni più famose in lingua latina.
Pronunciata il 2 agosto del 47 a.C., la frase è stata utilizzata da Giulio Cesare per annunciare la vittoria nella battaglia di Zela (oggi Zile, nella Turchia orientale), contro l’esercito di Farnace II del Ponto.
A differenza di altri autori latini come per esempio Marco Tullio Cicerone, Giulio Cesare ha sempre usato uno stile di scrittura asciutto, breve, stringato, con poche subordinate (si veda ad esempio il suo libro De Bello Gallico). Quella di Giulio Cesare è la scrittura di un uomo di azione che deve esprimere rapidamente e in modo efficace il suo pensiero.
Con solo tre parole “Veni, vidi, vici”, Giulio Cesare annuncia la velocità della sua azione militare che travolge il nemico con estrema facilità.
Veni vidi vici e Plutarco
A rendere famosa questa frase è stato Plutarco che, nella sua Vita di Cesare (capitolo che fa parte del libro di biografie di personaggi famosi Le Vite parallele), ha riportato il discorso di Giulio Cesare.
Ecco cosa scrive Plutarco sull’evento militare:
“Subito marciò contro di lui con tre legioni e dopo una gran battaglia presso Zela lo fece fuggire dal Ponto e distrusse totalmente il suo esercito. Nell’annunziare a Roma la straordinaria rapidità di questa spedizione, scrisse al suo amico Mazio tre sole parole: “Veni, vidi, vici“.
Significato moderno e uso di Veni, vidi, vici
Ai giorni nostri l’espressione “Veni, vidi, vici” si usa per indicare un’impresa compiuta con facilità, velocità e efficacia. A volte viene anche usata in modo ironico per descrivere un’azione compiuta senza alcuno sforzo, contrariamente a chi pensava che fosse invece un’impresa pericolosa e difficile.
La frase “Veni, vidi, vici” è stata anche oggetto di parodie e giochi di parole. Come ad esempio “Veni, vidi, vici, ssitudini”, “Veni, vidi, non ci capii niente”, “Veni, vidi, vici e poi mi svegliai”, “veni, vidi, bici” (per annunciare il trionfo di un ciclista) o “Veni, vidi, WC”.
Spesso l’espressione “Veni, Vidi, Vici” viene usata nei tatuaggi. Come altri frasi in latino (ad esempio “invictus” o “memento audere semper”) indica il coraggio, la forza interiore e il valore di chi è riuscito a trionfare di fronte a una difficoltà importante o un avversario insidioso.