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Poesie

Ed è subito sera – Significato e analisi della poesia

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Ed è subito sera, scritta da Salvatore Quasimodo, è una della più celebri poesie della nostra letteratura. Qui di seguito il lettore o studente troverà il significato e l’analisi del testo.


Ed è subito sera – Significato e analisi della poesia

Biografia
Ed è subito sera – Analisi metrica
Ed è subito sera – Significato e analisi del testo
Comparazione con altre poesie – Il poeta Si Mohand
Ed è subito sera – Traduzione in inglese


1. Biografia

L’autore di Ed è subito sera è il poeta italiano Salvatore Quasimodo. Vediamo brevemente la sua biografia.
Salvatore Quasimodo nasce a Modica (Ragusa) nel 1901 e muore il 14 giugno 1968 a Napoli. Figlio di un impiegato delle ferrovie, ottiene il diploma per Geometra ed un lavoro nel Genio Civile ma quello che gli interessa sono gli studi letterari e classici che continua a coltivare.  Si avvicina ai poeti ermetici e ne condivide le caratteristiche letterarie. Le prime poesie di Quasimodo appaiono sul periodico fiorentino “Solaria”. Dopo il periodo dell’ermetismo (che va dal 1930 al 1942), Quasimodo scrive poesie più impegnate sui temi della società e della politica. Nel 1959 gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura.

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2. Ed è subito sera – Analisi metrica

La poesia Ed è subito sera fa parte della raccolta di poesie “Giorno dopo giorno”, pubblicata nel 1947.

Qui di seguito analizziamo il testo dal punto di vista metrico.

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

La forma metrica è in versi liberi, il primo verso è un endecasillabo, il secondo è un novenario e il terzo verso è un settenario. Nella poesia non ci sono rime, ma ci sono assonanze (terra e sera), consonanze solo-sole e traffitto-subito.
La poesia è molto musicale, con una alternanza di u cupe (ognuno, cuor, subito) e di a ed e più aperte, come se ci fosse una contrapposizione tra il dolore e la felicità. La consonante prevalente è la S, che si trova in tutti e 3 i versi e conferisce una forte sonorità alla poesia.

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3. Ed è subito sera – Significato e analisi del testo

Nel primo verso si contrappone la parola “solo” alla espressione “cuor della terra”. Ogni persona, pur vivendo al centro delle cose, sente tutta la sua solitudine e l’incomunicabilità. Il suo cuore non riesce a comunicare con il cuore della terra. Il cuore è fatto per accogliere, abbracciare, comunicare, ma in questo caso il cuore della terra non accoglie e lascia l’uomo nella sua solitudine. E’ significativo l’uso del “sul” anziché “nel”. L’uomo è sul cuore della terra, non è dentro il cuore della terra. L’uomo può solo affacciarsi su questo cuore. La terra resta un mistero insondabile che l’uomo non riesce a comprendere.

Nel secondo verso c’è l’espressione “trafitto da un raggio di sole”. Come nel famoso componimento di Ungaretti, “M’illumino di immenso”, anche qui la luce è protagonista. Solo che non è una luce che illumina e rivela, è una luce che trafigge e che ferisce. Il sole sembra riscaldare l’uomo e dargli l’illusione di felicità e di benessere, ma poi, anziché illuminarlo, lo trafigge (dal punto di vista retorico il sole che, anziché riscaldare, trafigge, sembra quasi un ossimoro). Qui l’uomo raggiunge la sua solitudine più profonda. Non riesce a comunicare con il cuore della terra e viene abbandonato dal sole, che gli si rivela ostile. Due parole positive come sole e cuore, che spesso sono in unione con amore, qui diventano negative.

Nel terzo e ultimo verso c’è la conclusione drammatica. Dopo la luce del giorno succede rapidamente l’oscurità notturna, e nella vita dell’uomo giungono subito il buio e la morte: ed è subito sera. Se analizziamo attentamente il verso, possiamo leggerlo come una massima filosofica sulla brevità della vita. Qualunque cosa succeda, qualunque cosa l’uomo faccia nella sua vita, arriva subito la sera, a cancellare ogni cosa. Il poeta non scrive “viene presto la sera”, non descrive il tramonto (con i sui riflessi colorati) prima della sera (come fa invece il poeta Ugo Foscolo che nella sua poesia Alla sera, si sofferma a descrive la bellezza del cielo, con “le nubi estive e i zefiri sereni”).
Quasimodo è lapidario, giunge alla conclusione, scrive “subito”, come a conferire un carattere di accelerazione della condizione tragica dell’uomo. L’uomo non riesce a godere del tempo, la morte arriva “subito”.

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4. Comparazione con altre poesie – Il poeta Si Mohand

In una poesia del berbero Si Mohand, poeta che è vissuto prima di Salvatore Quasimodo, (è nato nel 1848 ed è morto nel 1905) compare lo stesso verso usato da Quasimodo: “Ed è subito sera”.

Non riesco a tener dietro a questo mondo
ed è subito sera
per quanto corra non riesco a raggiungerlo.
(Si Mohand)

Questa poesia è molto simile a quella di Quasimodo, e descrive non tanto la solitudine dell’uomo, ma la sua incapacità di stare dietro ai ritmi del mondo. Il mondo va troppo veloce, con il suo progresso e la sua tecnologia, e l’uomo non solo non riesce a raggiungerlo e afferrarlo, ma non riesce neppure a stargli dietro. Il ritmo dell’uomo è troppo diverso dal ritmo di questa società.

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5. Ed è subito sera – Traduzione in inglese

And then it is night

We all stand alone on the heart of the earth
pierced by a ray of the sun’s light:
and then it is night.
(Salvatore Quasimodo)