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Le frasi più belle di Don Carlo Gnocchi

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Don Carlo Gnocchi (San Colombano al Lambro, 25 ottobre 1902 – Milano, 28 febbraio 1956) è stato presbitero, educatore e scrittore, beatificato da papa Benedetto XVI nel 2009.

Cappellano volontario tra gli alpini, prima sul fronte greco-albanese, poi in Russia, visse in prima persona la tragica ritirata degli italiani. A seguito della tragica esperienza della guerra, si adoperò ad alleviare le piaghe di sofferenza e di miseria create da quest’ultima.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Don Carlo Gnocchi. Tra i temi correlati Le frasi più belle di Don Lorenzo Milani, Le frasi più belle di Don Luigi Giussani, Le frasi più belle di Don Andrea Gallo e Le frasi più belle di Don Luigi Ciotti.

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Le frasi più belle di Don Carlo Gnocchi

L’uomo è un pellegrino; malato d’infinito, incamminato verso l’eternità.

Bisogna rifare l’uomo e, per farlo, bisogna restituirgli anche la dignità, la dolcezza e la varietà del vivere.

Volere o no, siamo tutti, quanti uomini siamo sulla terra, inquieti appassionati e non mai sazi cercatori della faccia di Dio.

Molti si preoccupano di stare bene assai più che di vivere bene e per questo finiscono anche per stare molto male. Cercate di fare tanto bene nella vita e finirete anche per stare tanto bene.

Se costruire bisogna, la prima e fondamentale di tutte le costruzioni è quella dell’uomo.

Bisogna concentrare l’attenzione dello spirito, non lasciarsi assorbire dalla vita di superficie, stabilire in ogni giornata una zona di silenzio, affinare la sensibilità dell’anima.

Dio, l’anima, la Provvidenza e l’aldilà, con la sua chiara e acquietante giustizia per tutti. Ce n’è abbastanza per costruirvi saldamente tutta un’esistenza, come su pochi pilastri di roccia gettati nel fiume rapido e insidioso della vita.

Io vorrei recuperare intensificare, attraverso la riabilitazione, la vita che non c’è ,ma che ci potrebbe essere.

Il mio progetto guarda al dolore e lo cerca ovunque si trovi.

Dio è tutto qui: nel fare del bene a quelli che soffrono e hanno bisogno di un aiuto materiale o morale.

La guerra è un momento di distacco dell’uomo da Dio, come legge morale, e un temporaneo abbandono degli eventi storici alla logica inflessibile dell’errore.

La guerra nasce da un disordine morale, molto prima che da uno squilibrio economico, o da una perturbazione dell’ordine politico.

Condividere la sofferenza è il primo passo terapeutico.

La carità fa più bene a chi la fa che a chi la riceve.

Ogni cristiano deve essere tendenzialmente santo. E la santità irradia tacitamente fede e bontà.

Sì, ho sempre sentito aumentare la tendenza e la vocazione a darmi alla carità, e sono sempre rimasto in attesa che il Signore me ne indicasse il campo pratico.

La verità variamente raccolta dalla vita, dai libri, dalle conversazioni deve essere ruminata interiormente, per diventare sangue dell’anima e ha bisogno di essere lentamente distillata nello spirito per poter lasciare le scorie e le impurità.

Abbiamo già annunciato una legge: L’amore suscita amore. Ora andiamo avanti. L’amore genera amore della stessa specie.

L’amore non si accende che con l’amore.

Com’è bella li giocare con la neve quando è pulita e bianca. Anche Gesù gioca volentieri con le anime dei bimbi quando sono bianche e pulite.

O con Cristo o contro Cristo; o totalmente cristiani o atei; Cristiani a bagnomaria non sono più possibili nel nostro secolo.

La carità unifica e salva. E’ un valore assoluto, universale e costante, per tutti i tempi e per tutti gli uomini.

Chi si è dato una volta si è dato per sempre e non può riprendersi nulla di quanto ha donato.

La cura degli ammalati, le arti della medicina,la carità verso i sofferenti,la lotta contro tutte le cause dell’ umana sofferenza sono una vera e continua redenzione materiale che fa parte della redenzione “totale” di Cristo.

L’alpino non è facile ad aprirsi e a fondersi. Ai primi contatti con una persona nuova si irrigidisce, come certi fiori selvatici delle sue montagne gelosi e irsuti.

Per rifar bella l’Italia.
Ci vuole il coraggio degli Alpini.
Ci vuole l’amore per la terra degli Alpini.
Ci vuole la sobrietà degli Alpini.
Ci vuole la religiosità degli Alpini.

Nessun uomo può essere, e tanto meno essere reso, copia di un altro, perché egli è copia di Dio, riflesso di una delle sue infinite qualità.

Ogni disordine morale è un atto di guerra.

Al fondo di ogni fede, anche la più ferma e compatta, è facile trovare l’audace impazienza e la pretesa febbrile dell’Innominato.

L’errore procede secondo una sua logica interna, ferrea e inesorabile: la logica del piano inclinato.

La concitazione della vita moderna ha gettato l’uomo nella strada e in balia delle sue mille suggestioni.

Non ogni lavoro è ugualmente valido nella edificazione della persona e della società, ma soltanto quel lavoro che corrisponde alla vocazione personale di ciascuno e alla superiore economia della società.

L’amore è la più benefica, universale e santa di tutte le forze naturali, per la quale l’uomo può evadere dalla clausura dell’io per donarsi, e diventare fonte viva e luminosa di altre vite nel mondo.

Le famiglie numerose hanno allegria.

Dopo tante antiche e recenti disillusioni, qualcuno può essere tentato di raccogliersi nella propria solitudine e rifiutare l’offerta di nuove amicizie; ma io dico che deve battersi contro questa amara e pericolosa tentazione.

Mai come oggi si è acutizzata la crisi del carattere. C’è attorno, nella gioventù moderna, un’aria di conformismo livellatore e di incoscienza festaiola da asfissiare. Bisogna formare uomini di carattere.

Cristo è l’esemplare e la forma perfetta cui deve tendere ogni uomo che voglia possedere una personalità veramente umana.

Tu solo, per sempre, è l’immutabile parola di quelli che si amano. L’amore che si limita, l’amore episodico, non è amore, è passione.

Buona parte dei cristiani in generale si accontentano della brodaglia insipida di poche nozioni religiose condite con qualche pizzico di sentimentalismo, e hanno perduto completamente il gusto del cibo solido e sostanzioso, di alcune verità vitali che pure stanno alla base di tutta la costruzione dogmatica cristiana.

La gioventù deve volare per non strisciare.

Grazie di tutto…
(Ultime parole di Carlo Gnocchi, prima di morire)