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Le frasi più belle di Protagora.

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Protagora (nato ad Abdera nel 490 a.C. e morto nel mar Ionio nel 415/411 a.C.) è stato un retore e filosofo greco antico, considerato il padre della sofistica.
Platone lo annovera tra i sofisti attribuendogli, nel suo dialogo Protagora, il merito di aver introdotto il ruolo del sofista professionista.

Il mondo dell’opinione viene accettato da Protagora così com’è, senza alcun bisogno di intraprendere una ricerca al di là di esso. Per Protagora non esiste una verità assoluta, e le verità soggettive si equivalgono tutte quante in termini di verità. In questo senso, per Protagora «Tutto è vero».

Presento una raccolta delle Frasi più belle di Protagora. Tra i temi correlati Frasi, pensieri e citazioni di Platone, Frasi, citazioni e pensieri di Socrate e Le frasi più belle di Gorgia.

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Le frasi più belle di Protagora

L’uomo è la misura di tutte le cose: di quelle che sono in quanto sono, e di quelle che non sono, in quanto non sono.
(citato nel Teeteto di Platone)

Quali le singole cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io.

Non esiste una tangente che tocchi la circonferenza in un punto solo, come vuole la geometria.

Si possono sempre sostenere due tesi contrarie su ogni argomento, a cominciare da questo: se cioè, su ogni argomento si possa sostenere la tesi favorevole e quella contraria.

Intorno ad ogni oggetto ci sono due ragionamenti contrapposti.

Ogni domanda ha due risvolti.

La pratica senza la teoria è cieca, come cieca è la teoria senza la pratica.

Al malato paiono e sono amari i cibi che prende, e al sano poi il contrario. Ma non per questo conviene credere l’uno de’due sia più saggio dell’altro.

Se qualcuno ordinasse a tutti gli uomini di radunare in un sol luogo tutte le leggi che si credono brutte e di scegliere poi quelle che ciascuno crede belle, neppure una ne resterebbe, ma tutti si ripartirebbero tutto.

Riguardo agli dei, non ho la possibilità di accertare né che sono, né che non sono, opponendosi a ciò molte cose: l’oscurità dell’argomento e la brevità della vita umana.

Tu, Socrate , hai cominciato col dire che la virtù non si può insegnare, e ora insisti nel contrario, cercando di dimostrare che tutte le cose sono conoscenza, giustizia, sanità mentale, perfino coraggio, da cui consegue che la virtù può certamente essere insegnata.

Gli Sciti ritengono bello che uno, dopo aver ammazzato un uomo e averne scuoiata la testa, ne porti in giro la chioma posta dinanzi al cavallo, e dopo averne indorato il cranio, con esso beva e faccia libagioni agli dei; invece, presso i Greci neppure si vorrebbe entrare nella casa di uno che avesse compiuto tali cose.

I Massageti squartano i genitori e se li mangiano, perché pensano che l’esser sepolti nei propri figli sia la più bella sepoltura; invece se qualcuno lo facesse in Grecia, cacciato in bando morirebbe con infamia, come autore di cose turpi e terribili.

I Persiani reputano bello che anche gli uomini si adornino come donne, e si congiungano con la figlia, con la madre, con la sorella; per i Greci son cose turpi e contro legge.

Presso i Lidi, che le fanciulle si sposino dopo essersi prostituite per denaro, sembra bello, presso i Greci, nessuno le vorrebbe sposare.

Anche gli Egizi non s’accordan con noi su ciò che è bello; qui è ritenuto bello che sian le donne a tessere e filar la lana; lì invece gli uomini, e che le donne facciano quel che qui fanno gli uomini. Impastare l’argilla con le mani, e la farina coi piedi, lì è bello, ma per noi è tutto il contrario». E così via…

La malattia è un male per il malato, ma un bene per il medico.

Trasformare l’argomentazione più debole nella più forte.

Il bravo insegnante è una giusta sintesi di disposizione naturale e di esercizio costante.

L’istruzione richiede natura ed esercizio.

La cultura dell’anima non germoglia, se non si va molto a fondo.

Non vale nulla né l’arte senza applicazione, né l’applicazione senz’arte.

Gli Ateniesi hanno ragione ad accettare consigli da chiunque, poiché è dovere di tutti condividere questo tipo di eccellenza, altrimenti non potrebbe esserci alcuna città.