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Michel de Montaigne (Bordeaux, 28 febbraio 1533 – Saint-Michel-de-Montaigne, 13 settembre 1592) è stato un filosofo, scrittore e politico francese.
I Saggi di Michel de Montaigne sono considerati una delle opere più significative ed originali del rinascimento. Sostanzialmente sono brani di varia lunghezza, struttura, soggetto ed umore. Taluni sono di estrema brevità, con una scrittura frammentaria e aforistica, mentre altri – sono più estesi.
Presento una raccolta di frasi, citazioni, aforismi e pensieri di Michel de Montaigne. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni, aforismi e pensieri di Blaise Pascal e Frasi, aforismi e massime di François de La Rochefoucauld.
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Frasi, citazioni, aforismi e pensieri di Michel de Montaigne
Il mio mestiere e la mia arte è vivere.
[Mon métier et mon art, c’est de vivre]
L’uomo è davvero insensato. Non saprebbe fare un pidocchio, e fabbrica dèi a dozzine.
[L’homme est bien insensé: il ne saurait forger un ciron et forge des dieux à la douzaine]
Quando gioco con la mia gatta, chi sa se lei non fa di me il suo passatempo più che io di lei?
[Quand je me joue à ma chatte, qui sait si elle passe son temps de moi, plus que je ne fais d’elle]
A chi mi domanda la ragione dei miei viaggi, rispondo che so bene quello che sfuggo, ma non quello che cerco.
[Je réponds ordinairement à ceux qui me demandent raison de mes voyages : que je sais bien ce que je fuis, et non pas ce que je cherche]
Le donne hanno ragione a ribellarsi contro le leggi, perché noi le abbiamo fatte senza di loro.
[Les femmes ont raison de se rebeller contre les lois parce que nous les avons faites sans elles]
Ed anche sul più alto trono della terra non siamo seduti che sul nostro culo.
[Sur le plus beau trône du monde, on n’est jamais assis que sur son cul]
Vera libertà è potere tutto su se stessi.
[La vraie liberté est de pouvoir toute chose sur soi]
Non ci può essere vera amicizia che tra due uguali.
[Il ne peut y avoir de vraie amitié qu’entre des égaux]
La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che l’ascolta.
[La parole est moitié à celui qui parle, moitié à celui qui l’écoute]
Ci viene insegnato a vivere quando la vita è già passata.
[On nous apprend à vivre quand la vie est passée]
La presunzione è la nostra malattia naturale e originaria. La più calamitosa e fragile di tutte le creature è l’uomo, e al tempo stesso la più orgogliosa.
[La présomption est notre maladie naturelle et originelle. La plus calamiteuse et fragile de toutes les creatures c’est l’homme, et quant et quant, la plus orgueilleuse]
L’ignoranza che si conosce, si giudica e si condanna non è un’intera ignoranza: perché lo sia, bisogna che ignori se stessa.
[L’ignorance qui se sait, qui se juge et qui se condamne, ce n’est pas une entière ignorance : pour l’être, il faut qu’elle s’ignore soi-même]
C’è altrettanta differenza fra noi e noi stessi che fra noi e gli altri.
[Se trouve autant de différences de nous à nous-mêmes que de nous à autrui]
Gli uomini sono tormentati dalle opinioni che hanno delle cose, non dalle cose stesse.
[Les hommes sont tourmentés par les opinions qu’ils ont des choses, non par les choses mêmes]
E’ più facile scrivere una cattiva poesia che comprenderne una buona.
[Il est plus facile d’écrire un mauvais poème que d’en comprendre un bon]
Nel mondo non ci sono mai state due opinioni uguali. Non più di quanto ci siano mai stati due capelli o due grani identici: la qualità più universale è la diversità.
Ogni altra scienza è dannosa a colui che non ha la scienza della bontà.
[Toute autre science est dommageable à celui qui n’a pas la science de la bonté]
Ho visto al tempo mio cento artigiani, cento contadini, più saggi e più felici di molti rettori d’università.
Il nostro grande e glorioso capolavoro è vivere come si deve. Tutte le altre cose, regnare, ammassare tesori, costruire, non sono pere lo più che appendici e ammennicoli.
Nel matrimonio succede quel che si vede nelle gabbie: gli uccelli che ne sono fuori disperano di entrarvi, e con uguale intensità disperano di uscirne quelli che sono dentro.
Se ne intendeva, mi pare, colui che disse che un buon matrimonio si compone di una moglie cieca e di un marito sordo.
Datemi l’azione più eccellente e più pura, e ad essa io fornirò verosimilmente cinquanta intenzioni viziose.
Il segno più evidente della saggezza è il buon umore.
[Le plus grand signe de la sagesse est la gaieté]
E’ una bella armonia quando il fare e il dire vanno insieme.
[C’est une belle harmonie quand le dire et le faire vont ensemble]
Quando mi si contraddice, si risveglia la mia attenzione, non la mia collera.
C’è bisogno di orecchi molto resistenti per sentirsi giudicare con sincerità.
Sono così assetato di libertà che se mi fosse proibito l’accesso in qualche angolo delle Indie, vivrei in certo modo meno a mio agio.
Chi insegnasse agli uomini a morire, insegnerebbe loro a vivere.
[Qui apprendrait les hommes à mourir, leur apprendrait à vivre]
Filosofare non è altro che prepararsi alla morte.
Chi ha imparato a morire ha disimparato ad essere uno schiavo.
La continua opera della vostra vita è costruire la morte.
Perché temi il tuo ultimo giorno? Esso non contribuisce alla tua morte più di ciascuno degli altri. L’ultimo passo non causa la stanchezza: la fa manifesta. Tutti i giorni vanno verso la morte, l’ultimo ci arriva.
Voglio che la morte mi colga mentre pianto i miei cavoli, per niente preoccupato per lei e meno ancora del mio orto imperfetto.
I doni della fortuna non si trovano mai uniti al merito.
Chi teme di soffrire, soffre già perché teme.
Non c’è conversazione più noiosa di quella dove tutti sono d’accordo.
Chi conosce se stesso conosce anche gli altri, perché ciascuno reca in sé la forma intera dell’umana condizione.
In nulla crediamo così fermamente quanto in ciò che meno conosciamo.
Noi non siamo mai in noi, siamo sempre al di là. Il timore, il desiderio, la speranza, ci lanciano verso l’avvenire, e ci tolgono il sentimento e la considerazione di ciò che è, per intrattenerci su ciò che sarà, quando appunto noi non saremo più.
L’uomo è invero un soggetto meravigliosamente vano, vario e ondeggiante. E’ difficile farsene un giudizio costante e uniforme.
Se la menzogna, come la verità, avesse una sola faccia, saremmo in una condizione migliore. Di fatto prenderemmo per certo il contrario di quello che dicesse il bugiardo. Ma il rovescio della verità ha centomila aspetti e un campo indefinito.
Il molto sapere dà motivo di più dubitare.
Dire di sé meno di quel che si è, è stoltezza, non modestia.
Al mondo non c’è bestia tanto temibile per l’uomo quanto l’uomo.
In casa mia abolisco ogni cerimonia. Qualcuno se ne offende: che posso farci? E’ meglio che offenda lui per una volta, piuttosto che offender me tutti i giorni; sarebbe una continua soggezione.
La guerra più difficile per l’essere umano è la guerra contro se stesso. La storia è piena di uomini e di donne che hanno vinto il mondo ma che sono crollati di fronte a loro stessi e alle loro debolezze.
La cosa più importante al mondo è saper bastare a se stessi.
Ci dovrebbe essere qualche coercizione di legge contro gli scrittori inetti e inutili, come c’è contro i vagabondi e i fannulloni.
La saggezza ha i suoi eccessi e non ha meno bisogno di moderazione della follia.
Non c’è uomo così virtuoso che, se dovesse sottoporre tutti i suoi pensieri e tutte le sue azioni al giudizio della legge, non meriterebbe di essere impiccato dieci volte nella vita.
Quand’anche potessimo essere sapienti del sapere altrui, saggi, per lo meno, non possiamo esserlo che della nostra propria saggezza.
La natura non ci ha dato che un ingresso alla vita, e centomila uscite.
L’onore che riceviamo da coloro che ci temono, non è onore.
Noi ondeggiamo fra diverse opinioni; non vogliamo nulla liberamente, nulla assolutamente, nulla fermamente.
La vecchiaia ci mette più rughe nello spirito che sul volto.
Si chiudono alcuni matti in una casa di salute, per dare a credere a quelli che stanno fuori che sono savi.
Quelli che chiamiamo abitualmente amici e amicizie, sono soltanto dimestichezze e familiarità annodate per qualche circostanza e vantaggio, per mezzo di cui le nostre anime si tengono unite.
Disgrazia vuole che una volta che siete nel precipizio, non importa chi vi abbia dato la spinta, andate sempre fino in fondo: la caduta preme, si spinge e si accelera da sola.
Più di un uomo ha meravigliato il mondo, senza che sua moglie e il suo valletto abbiano mai visto in lui qualcosa di rimarchevole. Pochi uomini hanno goduto dell’ammirazione dei loro servitori.
È una cosa preziosa la salute, e la sola che meriti in verità che uno vi dedichi non solo il tempo, il sudore, la fatica, i beni, ma anche la vita per ottenerla; poiché senza di essa la vita viene ad esserci penosa e fastidiosa. Il piacere, la saggezza, la scienza e la virtù, senza di essa, si offuscano e svaniscono.
Mi considero un uomo comune, eccetto per il fatto che mi considero un uomo comune.
La paura è la cosa di cui ho più paura.
Non c’è passione più contagiosa della paura.
L’ostinarsi e l’accalorarsi nel discutere è la più sicura prova di ignoranza. C’è niente di sicuro, di deciso, di sdegnoso, di contemplativo, di grave, di serio come l’asino?
Una vittoria non è tale se non mette fine alla guerra.
È bene viaggiare per strofinare e lucidare il nostro cervello contro quello di altri.
Noi siamo il solo animale abbandonato nudo sulla terra nuda, legato, incatenato, senza avere per armarsi e coprirsi che le spoglie altrui.
Faccio maggior ingiuria a me stesso mentendo, di quanto faccia a colui sul conto del quale mento.
L’abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose.
I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie.
La vita è un movimento ineguale, irregolare e multiforme.
Trovo che la migliore virtù che ho ha in sé qualche sfumatura del vizio.
La grandezza dell’animo non è tanto andare in alto, e andare avanti, quanto saper tenersi al proprio posto e limitarsi.
Ci sono certe cose che si nascondono per mostrarle.
Bisogna accontentarsi della luce che al sole piace mandarci coi suoi raggi; e colui che alzerà gli occhi per prenderne di più da quel medesimo corpo celeste, non trovi strano poi se, per castigo della sua tracotanza, perde la vista.
Tanto vana e frivola cosa è l’umana prudenza, e attraverso tutti i nostri progetti, i nostri disegni e le nostre precauzioni, la fortuna conserva sempre il dominio degli eventi.
Nelle nostre azioni abituali, fra mille non ce n’è una che ci riguardi.
I soldati dovrebbero temere il loro generale ancor più che il loro nemico.
Il vero specchio dei nostri ragionamenti è il corso della nostra vita.
Quante cose, che ieri tenevamo per articoli di fede, oggi le consideriamo favole?
Non bisogna chiedere che tutte le cose vadano secondo la nostra volontà, ma che vadano secondo la saggezza.
Morir di vecchiaia è una morte rara, singolare e straordinaria, e tanto meno naturale delle altre; è l’ultima specie di morte, e la più difficile; più è lontana da noi, tanto meno possiamo sperare in essa; essa è senza dubbio il confine al di là del quale non andremo, e che la legge di natura ha prescritto non debba essere oltrepassato; ma è una sua rara concessione farci giungere fin là.
Non è un’anima non è un corpo che si educa: è un uomo; non bisogna dividerlo in due.
Penso che i nostri vizi più grandi prendano la loro piega fin dalla nostra più tenera infanzia.
È cosa comune vedere che le buone intenzioni, se non sono disciplinate, spingono gli uomini ad azioni molto cattive.
Non potendo regolare gli avvenimenti, regolo me stesso, e mi adatto ad essi, se essi non si adattano a me.
Il codardo minaccia solo quando è fuori pericolo.
Una volta oltrepassate le barriere dell’impudenza, non c’è più freno.
Dal momento che hai deciso di accumulare una somma di denaro, questa non è più tua, dato che non puoi spenderla.
L’utilità del vivere non è nella durata, ma nell’uso: qualcuno ha vissuto a lungo, pur avendo vissuto poco; badateci finché ci siete. Dipende dalla vostra volontà, non dal numero degli anni, l’aver vissuto abbastanza.
Ma non muori perché sei malato, muori perché sei vivo. La morte ti uccide pure senza l’aiuto della malattia.
La morte ci giunge come un’esperienza in cui siamo tutti novellini.
È ora tempo che io faccia ciò che posso fare; e io non posso fare ciò per cui è ora tempo.
Le leggi mantengono credito non perché sono giuste, ma perché sono leggi. È questo il, fondamento mistico della loro autorità. Non ne hanno altro.
Non c’è meno travaglio nel governo di una famiglia che in quello di un intero Stato.
La gentilezza costa poco e acquista tutto.
Capita alle persone veramente sapienti quello che capita alle spighe di grano: si levano e alzano la testa dritta e fiera finché sono vuote, ma quando sono piene di chicchi cominciano a umiliarsi e ad abbassare il capo.
Nell’amicizia di cui parlo, le anime si mescolano e si confondono l’una nell’altra con un connubio così totale da cancellare e non ritrovar più la commessura che le ha unite. Se mi si chiede di dire perché l’amavo, sento che questo non si può esprimere che rispondendo: «Perché era lui; perché ero io»
È una malattia confinata nell’uomo, e non si vede nelle altre creature, quella di odiare e disprezzare se stesso.
Scrivere non provoca tormento, ma nasce dal tormento.
La ragione ha tante forme che non sappiamo a quale appigliarci.
La bellezza è un grande elemento di stima nei rapporti umani; è il primo mezzo di conciliarsi gli uni con gli altri, e non c’è uomo tanto barbaro e arcigno che non si senta in qualche modo toccato dalla sua dolcezza.
È uguale follia piangere del fatto che di qui a cento anni non vivremo, quanto piangere del fatto che cento anni fa non eravamo vivi.
Bisogna riservarsi una retrobottega tutta nostra, del tutto indipendente, nella quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine. Là noi dobbiamo trattenerci abitualmente con noi stessi, e tanto privatamente che nessuna conversazione o comunicazione con altri vi trovi luogo; ivi discorrere e ridere come se fossimo senza moglie, senza figli e senza sostanze, senza seguito e senza servitori, affinché, quando verrà il momento di perderli, non ci riesca nuovo il farne a meno.
Chi sradicasse la conoscenza del dolore estirperebbe anche la conoscenza del piacere e in fin dei conti annienterebbe l’uomo.
Nessuno è più sicuro di sé di coloro che ci raccontano favole: come alchimisti, indovini, astrologhi, chiromanti, medici, id genus omne.
Non è meraviglia che il caso possa tanto su noi, dal momento che noi viviamo a casaccio.
Non senza ragione si dice che chi non si sente abbastanza forte di memoria deve evitare di essere bugiardo.
Io sono per natura non melanconico, ma meditabondo.
Avete un bel vivere: non diminuirete affatto il tempo durante il quale sarete morto
Bisogna esser sempre con le scarpe ai piedi e pronti a partire, per quanto sta in noi.
Vi sono sconfitte trionfali in confronto alle vittorie.
La più sottile follia è fatta della più sottile saggezza.
La fiducia nell’altrui bontà è non lieve testimonianza della propria.
Non c’è niente di inutile in natura. Neppure l’inutilità stessa. Non si è introdotto in questo universo nulla che non vi occupi un posto opportuno
In verità il mentire è un maledetto vizio. Siamo uomini, e legati gli uni agli altri solo per mezzo della parola. Se conoscessimo l’orrore e la portata di tale vizio, lo puniremmo col fuoco più giustamente di altri delitti.
Un lettore perspicace scopre spesso negli scritti altrui perfezioni diverse da quelle che l’autore vi ha poste e intravviste, e presta loro significati e aspetti più ricchi.
Ci sono più libri dedicati ai libri che libri dedicati a ogni altra materia.
Non viaggio senza libri né in pace né in guerra. È il miglior viatico che abbia trovato in questo viaggio umano.
Non c’è uomo, per quanto decrepito, che non pensi di avere ancora in corpo venti anni.