Skip to main content
Frasi Belle

Giornata della Memoria 2025, frasi e citazioni per ricordare la Shoah

Annunci

La Giornata della Memoria (“Holocaust Memorial Day”) è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Per ricordare l’orrore dell’Olocausto e della Shoah, vi proponiamo una serie di frasi, citazioni e aforismi sulla Giornata della Memoria, con la testimonianza di alcuni protagonisti diretti della Shoah e dell’Olocausto (Primo Levi, Liliana Segre, Anna Frank, Edith Stein, Elisa Springer e altri ancora). Tra i temi correlati si veda Giornata della Memoria – 20 poesie sull’Olocausto e la ShoahLe frasi più belle di Anna Frank e Frasi, citazioni e aforismi di Primo Levi.

**

Giornata della Memoria 2024, frasi e citazioni per ricordare la Shoah e l’Olocausto

**

Scritte, targhe commemorative ed epitaffi nel campo di concentramento di Dachau e Auschwitz

Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo.
(La frase si trova incisa in trenta lingue su un monumento nel campo di concentramento di Dachau)

Grido di disperazione ed ammonimento all’umanità sia per sempre questo luogo dove i nazisti uccisero circa un milione e mezzo di uomini, donne e bambini, principalmente ebrei, da vari paesi d’Europa. Auschwitz – Birkenau 1940-1945
(Epitaffio posto all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz)

Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci.
(Lapide ad Auschwitz)

Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Oswiecim valgono di ammonimento: fa che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né oggi né mai.
(Targa commemorativa al museo di Auschwitz – Birkenau)

“Se Dio esiste, dovrà chiedermi scusa”
(Scritta apparsa su un muro di Auschwitz)

**

Frasi di Primo Levi sulla Shoah e l’Olocausto

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.
(Primo Levi, Se questo è un uomo)

L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.
(Primo Levi)

Ricordare è un dovere: essi non vogliono dimenticare, e soprattutto non vogliono che il mondo dimentichi, perché hanno capito che la loro esperienza non è stata priva di senso, e che i Lager non sono stati un incidente, un imprevisto della Storia.
(Primo Levi, Se questo è un uomo)

Meditare su quanto è avvenuto è un dovere di tutti. Tutti devono sapere, o ricordare, che Hitler e Mussolini, quando parlavano pubblicamente, venivano creduti, applauditi, ammirati, adorati come dèi.
(Primo Levi, Se questo è un uomo)

I demoni sarebbero tornati, lo sapevano. Perché gli uomini dimenticano facilmente. Per ricordare, avrebbero innalzato monumenti e statue: avrebbero affidato la propria memoria a mille pietre. Le pietre non dimenticano mai, ma nessuno le ascolta. Sì, i demoni sarebbero tornati. Ma, da qualche parte, sarebbero sempre rimasti degli Uomini.
(Joël Dicker)

Un nuovo fascismo, col suo strascico di intolleranza, di sopraffazione e di servitù, può nascere fuori del nostro paese ed esservi importato, magari in punta di piedi e facendosi chiamare con altri nomi; oppure può scatenarsi dall’interno con una violenza tale da sbaragliare tutti i ripari. Allora i consigli di saggezza non servono più, e bisogna trovare la forza di resistere: anche in questo, la memoria di quanto è avvenuto nel cuore dell’Europa, e non molto tempo addietro, può essere di sostegno e di ammonimento.
(Primo Levi, Se questo è un uomo)

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi, breve testo in versi liberi che apre il romanzo “Se questo è un uomo”. La poesia si intitola “Shemà”, che significa “ascolta”)

Se dall’interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui.
(Primo Levi, Se questo è un uomo)

Gli altri prigionieri di Auschwitz popolano la mia memoria della loro presenza senza volto e se potessi racchiudere in un’immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei questa immagine, che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle spalle curve, sul cui volto e nei cui occhi non si possa leggere traccia del pensiero.
(Primo Levi, Se questo è un uomo)

Più si allontanano gli eventi, più si accresce e si perfeziona la costruzione della verità di comodo.
(Primo Levi, La tregua)

Per noi anche l’ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso di pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell’offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti.
(Primo Levi, La tregua)

Il ricordo di un trauma, patito o inflitto, è esso stesso traumatico, perché richiamarlo duole o almeno disturba: chi è stato ferito tende a rimuovere il ricordo per non rinnovare il dolore; chi ha ferito ricaccia il ricordo nel profondo, per liberarsene, per alleggerire il suo senso di colpa.
(Primo Levi, La tregua)

**

Frasi di Liliana Segre sulla Shoah e l’Olocausto

Un Paese che ignora il proprio ieri non può avere un domani. La Memoria è un bene prezioso e doveroso da coltivare. Sta a noi farlo. A che serve la memoria? A difendere la democrazia
(Liliana Segre)

Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.
(Liliana Segre)

Forse, è proprio questo insegnamento che io spero di riuscire a trasmettere, come nonna: non odiare e non vendicarsi, ma nello stesso tempo non dimenticare. Essere forti per gli altri, oltre che per se stessi.
(Liliana Segre)

Siate sempre come la farfalla gialla che vola sopra i fili spinati.
(Liliana Segre)

Le guardie si spogliarono buttando le armi. Una pistola mi arrivò vicino ed ebbi la forte tentazione di sparare ad una guardia. Avevo visto morire tanti per la sola colpa di essere nati. Ma capii che non ero come lui. Ero libera.
(Liliana Segre)

Il mio numero 75190 non si cancella.
È dentro di me.
(Liliana Segre)

Indifferenza. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all’ombra di quella parola. La chiave per comprendere le ragioni del male è racchiusa in quelle cinque sillabe, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore.
(Liliana Segre)

La parola indifferenza è più grave della parola violenza. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo.
(Liliana Segre)

Io non sono adatta a parlare del 27 gennaio perché chi ha passato quello che ho passato io non aspetta quella data per ricordarsi di una vita fa. Questa è la verità. Lo fa 365 giorni all’anno, non il 27 gennaio. Tutti i giorni possono essere uguali o diversi, ma quel luogo non si dimentica mai.
(Liliana Segre, 27 gennaio 2024)

**

Frasi di Anna Frank sulla Shoah e l’Olocausto

È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo.
(Anna Frank)

La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta.
(Anna Frank)

Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo.
(Anna Frank)

A noi giovani costa doppia fatica mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal loro lato peggiore, in cui si dubita della verità, della giustizia e di Dio”.
(Anna Frank)

**

Frasi di Mario Rigoni Stern sulla memoria e l’Olocausto

La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare: è il testamento che ci ha lasciato Primo Levi.
(Mario Rigoni Stern)

La memoria è determinante. È determinante perché io sono ricco di memorie e l’uomo che non ha memoria è un pover’uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare ad errori o cose giuste fatte. Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualche cosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover’uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita.
(Mario Rigoni Stern)

**

Frasi di Etty Hilleseum sulla Shoah e l’Olocausto

E se Dio non mi aiuterà più, allora sarò io ad aiutare Dio.
(Etty Hilleseum èuna giovane donna ebrea olandese che all’età di 29 anni perse la vita nel campo di sterminio di Auschwitz)

Se tutto questo dolore [la persecuzione nazista degli ebrei] non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile.
(Etty Hilleseum)

Mai rassegnarsi, mai scappare. Meglio affrontare tutto, e soffrire. Non è poi così male ma mai, in nessun caso, rassegnarsi.
(Etty Hilleseum)

Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo.
(Etty Hilleseum)

L’odio indiscriminato è una malattia dell’anima, odiare non è nel mio carattere.
(Etty Hilleseum)

**

Frasi di Elie Wiesel sulla Shoah e l’Olocausto

Se l’Olocausto ci ha dimostrato qualcosa, è che una persona può amare la poesia e comunque uccidere i bambini. Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l’oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato
(Elie Wiesel)

Chi ascolta un superstite dell’Olocausto diventa a sua volta un testimone.
(Elie Wiesel)

Volevano ad ogni costo uccidere l’ultimo ebreo sul pianeta. Oggi ci si potrebbe chiedere: perché la memoria, perché ricordare, perché infliggere un dolore tale? In fondo per i morti è tardi ma per i vivi no. Se non si può annullare il tormento, si può invece sperare, riflettere, prendere coscienza.
(Elie Wiesel)

Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
(Elie Wiesel)

L’opposto dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza. L’opposto dell’educazione non è l’ignoranza, ma l’indifferenza. L’opposto dell’arte non è la bruttezza, ma l’indifferenza. L’opposto della giustizia non è l’ingiustizia, ma l’indifferenza. L’opposto della pace non è la guerra, ma l’indifferenza alla guerra. L’opposto della vita non è la morte, ma l’indifferenza alla vita o alla morte. Fare memoria combatte l’indifferenza.
(Elie Wiesel)

Chi ascolta un superstite dell’Olocausto diventa a sua volta un testimone.
(Elie Wiesel)

**

Frasi di Elisa Springer sull’Olocausto e la Shoah

Oggi più che mai, è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano: è l’unico modo per sperare che quell’indicibile orrore non si ripeta, è l’unico modo per farci uscire dall’oscurità.
(Elisa Springer, scrittrice e superstite dell’Olocausto austriaca naturalizzata italiana, …)

Lo strazio più grande, in questi cinquant’anni, è stato quello di dover subire l’indifferenza e la vigliaccheria di coloro che, ancora adesso, negano l’evidenza dello sterminio.
(Elisa Springer)

Tanto grande è il rischio di dimenticare, che occorrerebbe un anniversario di Auschwitz al giorno!
(Elisa Springer)

**

Frasi di Hannah Arendt sul male, il genocidio e la memoria

Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.
(Hannah Arendt)

L’espulsione e il genocidio, sebbene siano entrambi delitti internazionali, devono rimandere distinti; la prima è un crimine contro le altre nazioni, mentro il secondo è un attentato alla diversitàumana in quanto tale, cioè a una caratteristica della condizione umana senza la quale la stessa parolaumanità di svuoterebbe di ogni significato.”
(Hannah Arendt)

I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perchè certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza.
(Hannah Arendt)

Fu la prima volta che vidi la selvaggia brutalità dei tedeschi.
(Hannah Arendt)

Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ‘sfida’ come ho detto, il pensiero, perché il pensierocerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e può essere radicale
(Hannah Arendt)

**

Frasi di Edith Stein sulla Shoah e l’Olocausto

Chi ha raggiunto un più alto grado di umanità rispetto alla grande massa non può considerare tale grado come un personale segno di distinzione. Si tratta piuttosto di un segno di nobiltà, che impegna a lavorare per gli altri e presso di loro.
(Edith Stein, è stata una monaca cristiana dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, vittima della Shoah. Morì nelle camere a gas nel 1942)

Avevo già sentito prima delle severe misure contro gli ebrei. Ma ora cominciai improvvisamente a capire che Dio aveva posto ancora una volta pesantemente la Sua mano sul Suo popolo e che il destino di questo popolo era anche il mio destino.
(Edith Stein nel 1931)

Per anni i capi del nazionalsocialismo hanno predicato l’odio contro gli ebrei. La responsabilità… ricade anche su coloro che tacciono di fronte a tali eventi. Tutto ciò… viene da un governo che si definisce “cristiano”.
(Edith Stein)

Che gli esseri umani potessero arrivare ad essere così, non l’ho mai saputo e che le mie sorelle e i miei fratelli dovessero soffrire così, anche questo non l’ho veramente saputo … in ogni ora prego per loro. Che oda Dio la mia preghiera? Con certezza però ode i loro lamenti
(Edith Stein)

**

Frasi del Presidente Sergio Mattarella sulla Shoah, l’Olocausto e il fascismo

Auschwitz – che simboleggia e riassume tutto l’orrore e la lucida follia del totalitarismo razzista – racchiude in sé i termini di un tragico paradosso.
Si tratta, infatti, della costruzione più disumana mai concepita dall’uomo. Uomini contro l’umanità.
Una spaventosa fabbrica di morte. Il non luogo, l’inaudito, il mai visto, l’inimmaginabile. Sono questi i termini ricorrenti con cui i sopravvissuti hanno descritto il loro tremendo passaggio in quei luoghi di violenza e di abiezione.
(Sergio Mattarella)

Ricordare e far ricordare a tutti il sacrificio di milioni di vittime innocenti – ebrei in maggior parte, ma anche rom e sinti, omosessuali, oppositori politici, disabili – esprime dunque un dovere di umanità e di civiltà, che facciamo nostro ogni volta con dolorosa partecipazione.
Ma faremmo un’offesa grave a quegli uomini, a quelle donne, a quei bambini mandati a morire nelle camere a gas, se considerassimo quella infausta stagione come un accidente della storia, da mettere tra parentesi. Se, insomma, rinchiudessimo soltanto nella memoria quei tragici accadimenti, chiudendo gli occhi sulle origini che hanno avuto e sulle loro dinamich
(Sergio Mattarella)

Il fascismo, il nazismo, il razzismo non furono funghi velenosi nati per caso nel giardino ben curato della civiltà europea. Furono invece il prodotto di pulsioni, di correnti pseudo culturali, e persino di mode e atteggiamenti che affondavano le radici nei decenni e, persino, nei secoli precedenti.
(Sergio Mattarella)

La Costituzione Repubblicana, nata dalla Resistenza, ha cancellato le ignominie della dittatura. Ma non intende dimenticarle. Non vanno dimenticate.
Per questa ragione la memoria è un fondamento della Repubblica che si basa sui principi di uguaglianza, di libertà, di dignità umana, con il riconoscimento, pieno e inalienabile, dei diritti universali dell’uomo, di ciascuna persona. Contro la barbarie dell’arbitrio, della violenza, della sopraffazione.
(Sergio Mattarella)

La memoria – che oggi celebriamo qui e in tante altre parti del mondo – non è, dunque, gettare lo sguardo su una fotografia che sbiadisce con il trascorrere del tempo. Ma un sentimento civile, energico e impegnativo. Una passione autentica per tutto quello che concerne la pace, la fratellanza, l’amicizia tra i popoli, il diritto, il dialogo, l’eguaglianza, la libertà, la democrazia.
(Sergio Mattarella)

**

Frasi sulla memoria e la Giornata della Memoria

Dimenticanza è sciagura, mentre memoria è riscatto.
(Anneliese Knoop-Graf)

Perdere il passato significa perdere il futuro.
(Wang Shu)

Noi siamo la nostra memoria,
noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti,
questo mucchio di specchi rotti.
(Jorge Luis Borges)

Dove vien meno l’interesse, vien meno anche la memoria.
(Goethe)

Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la memoria?
(Anonimo)

Ricordare il passato è una questione di memoria. Ma a volte è soprattutto una questione di coscienza.
(Fabrizio Caramagna)

Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.
(José Saramago)

Una cattiva memoria preserva da tanti rimorsi.
(John James Osborne)

Quando non si riesce a dimenticare, si prova a perdonare.
(Anonimo)

Oggi sappiamo di vivere in un tipo di società che rese possibile l’Olocausto e che non conteneva alcun elemento in grado di impedire il suo verificarsi. Per queste ragioni è necessario studiare la lezione dell’Olocausto. È in gioco molto più che il tributo alla memoria di milioni di vittime, la sistemazione dei conti con gli assassini e la guarigione delle ancora brucianti ferite morali dei testimoni silenziosi e passivi.
(Zygmunt Bauman)

Chi ha subito il tormento non potrà più ambientarsi nel mondo, l’abominio dell’annullamento non si estingue mai. La fiducia nell’umanità, già incrinata dal primo schiaffo sul viso, demolita poi dalla tortura, non si riacquista più.
(Jean Améry)

Quando il giardino della memoria inizia a inaridire, si accudiscono le ultime piante e le ultime rose rimaste con un affetto ancora maggiore. Per non farle avvizzire, le bagno e le accarezzo dalla mattina alla sera: ricordo, ricordo, in modo da non dimenticare.
(Orhan Pamuk)

Memoria: una grande casa diventata piccola, tante sono le stanze dove si ha paura ad entrare.
(Fabrizio Caramagna)

**

Frasi e citazioni su Auschwitz

Ad Auschwitz
pile di occhiali
montagne di scarpe
sulla via del ritorno
ognuno fissava fuori dal finestrino in direzione diversa.
(Ko Un, di ritorno da una visita al campo di Auschwitz, 2001)

Si entra ad Auschwitz-Birkenau. Il dolore e l’assurdo ci colpiscono in pieno petto come una ventata gelida. Percorriamo il campo, le baracche, i forni crematori. Ascoltiamo le storie di alcuni sopravvissuti. L’aria è opprimente. Un nodo in gola ci stringe come volesse tagliarci. Alcune ore di sospensione. La guida ci saluta. La visita è finita.
Si esce da Auschwitz-Birkenau. È Auschwitz-Birkenau che non uscirà mai da chi ci è entrato.
(Fabrizio Caramagna)

Auschwitz-Birkenau. Solo quando sei dentro a quel campo, così grande e immenso, capisci cosa poteva essere un appello all’alba o in piena notte. In mezzo al freddo. In attesa di morire di stenti, malattie o uccisioni.
(Fabrizio Caramagna)

Gli abitanti del pianeta Auschwitz non avevano nomi. Non avevano né genitori né figli. Non si vestivano come si veste la gente qui. Non erano nati lì né li concepivano. Respiravano secondo le leggi di un’altra natura e non vivevano né morivano secondo le leggi di questo mondo. Il loro nome era Ka-Tzenik e la loro identità era quella del numero tatuato nella carne dell’avambraccio sinistro.
(Testimonianza resa al processo Eichmann a Gerusalemme)

In un angolo del campo di concentramento, a un passo da dove si innalzavano gli infami forni crematori, nella ruvida superficie di una pietra, qualcuno, chi?, aveva inciso con l’aiuto di un coltello forse, o di un chiodo, la più drammatica delle proteste: “Io sono stato qui e nessuno racconterà la mia storia”.
(Luis Sepúlveda)

Auschwitz è patrimonio di tutti. Nessuno lo dimentichi, nessuno lo contesti. Auschwitz rimanga luogo di raccoglimento e di monito per le future generazioni.
(Marta Ascoli)

La domanda: Ditemi dove era Dio, ad Auschwitz. La risposta: E l’uomo dov’era?
(William Clarke Styron)

E a chi si deve credere dopo Auschwitz, se non a Dio? Se si dicesse “Dopo Auschwitz non si può più credere in Dio”, allora Hitler avrebbe annientato non solo il popolo ebraico, ma anche il Dio d’Israele: e che il Dio d’Israele rida di Hitler, io non lo credo proprio. Questa non è un’idea mia, ma del mio amico Emil Fackenheim, il quale dice che dopo Auschwitz bisogna credere in Dio, altrimenti si darebbe una vittoria postuma a Hitler.
(Jürgen Moltmann)

Dopo Auschwitz non è più possibile la poesia.
(Theodor Adorno)

Dopo Auschwitz possiamo e dobbiamo affermare con estrema decisione che una Divinità onnipotente o è priva di bontà o è totalmente incomprensibile.
(Hans Jonas)

Forse è utile ricordare che Gesù era ebreo, e che ad Auschwitz migliaia di potenziali Gesù furono ferocemente assassinati.
(Norman Manea)

**

Frasi e citazioni su Birkenau

A Birkenau il camino del Crematorio fuma da dieci giorni. Deve essere fatto posto per un enorme trasporto in arrivo dal ghetto di Posen. I giovani dicono ai giovani che saranno scelti tutti i vecchi. I sani dicono ai sani che saranno scelti solo i malati. Saranno esclusi gli specialisti. Saranno esclusi gli ebrei tedeschi. Saranno esclusi i Piccoli Numeri. Sarai scelto tu. Sarò escluso io.
(Primo Levi)

Ho sentito il fischio sinistro dei convogli in arrivo, ho visto buttati al vento in mezzo i binari di Birkenau carte, fotografie, nastri, scarpette, giocattoli, effetti personali degli ebrei portati alla camera a gas; ho sentito nelle narici l’odore indicibile del fumo delle ciminiere; ho superato sei selezioni per il forno crematorio; ho sofferto il freddo polare lungo la Vistola dove ci portavano a lavorare in condizioni disumane; ho affrontato il trasporto verso Bergen Belsen dove la morte mieteva a piene mani le nostre compagne, in preda alla fame, al tifo petecchiale, alla disperazione più nera. (
(Marta Ascoli)

Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall’orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di Auschwitz.
(Liliana Segre)

**

Giornata della Memoria – Frasi contro il negazionismo

Il negazionismo è una forma di pazzia e con i pazzi non si ragiona. Si può persuadere chi nega la realtà che la realtà è differente? Molto difficilmente.
(Umberto Galimberti)

Coloro che pretendono di negare l’esistenza stessa della Shoah, e che si autodefiniscono “revisionisti” – oggi vengono chiamati piuttosto negatori – cercano di colpire ciascuno di noi – che si abbia vissuto la Shoah direttamente o indirettamente, direi perfino che si sia ebrei o no – nella propria memoria individuale.
(Pierre Vidal-Naquet)

I lager del primo olocausto sono vicinissimi, in un giorno si va e si viene in auto, non potrebbero i negazionisti darci un’occhiatina? Gli ospedali del secondo olocausto da Covid sono più vicini ancora, non potrebbero i negazionisti parlare almeno con qualche infermiere? Ma informarsi e sapere è doloroso, è angosciante, la vista di Birkenau è la più grande angoscia della vita. Una parte della tua vita muore lì. Non-sapere è consolante. Negare e rifiutare è comodo. I negazionisti negano per non entrare in crisi. Negheranno sempre. Con la negazione si proteggono dalla verità.
(Ferdinando Camon)

Il negazionismo è un venticello: diffonde il dubbio che possiamo sentirci tutti meno responsabili delle nostre azioni.
(Silvia Benvicelli)

I negazionisti hanno paura della paura. Più che paura provano angoscia. Perdono i punti di riferimento. E arrivano a essere dei deliranti Il negazionismo è una forma di contenimento dell’angoscia.
(Umberto Galimberti)

**

Frasi, citazioni e aforismi sull’antisemitismo

L’avversione contro gli ebrei, impropriamente detta antisemitismo, è un caso particolare di un fenomeno più vasto, e cioè dell’avversione contro chi è diverso da noi.
(Primo Levi)

L’antisemitismo, in una parola, è la paura davanti alla condizione umana.
(Jean Paul Sartre)

Se l’Ebreo non esistesse, l’antisemitismo lo inventerebbe.
(Jean Paul Sartre)

L’antisemitismo è qualcosa di irrazionale e contagioso: si odiano gli ebrei prima ancora che nascono.
(Elie Wiesel)

L’antisemitismo sono le dicerie sul conto degli ebrei.
(Theodor Adorno)

L’antisemitismo si distingue da tutti gli altri casi di antagonismo collettivo per la sua sistematicità senza precedenti, per la sua intensità ideologica, per la sua diffusione sovranazionale e sovraterritoriale, per la sua miscela unica di fonti e contributi locali e generali.
(Zygmunt Bauman)

Per l’antisemita l’Ebreo non è tanto un essere inferiore quanto un nemico: perciò non gli vuol riconoscere un suo luogo nel mondo e cerca di annientarlo.
(Simone de Beauvoir)

L’antisemitismo è come una malattia che va in letargo e divampa all’improvviso con un nuova causa politica scatenante.
(Michael Douglas)