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Frasi Belle

Frasi, citazioni e aforismi su Lisbona

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Presento un’ampia raccolta di frasi, citazioni e aforismi su Lisbona. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sui viaggi, i viaggiatori e il viaggiare, Proverbi portoghesi e Le frasi più belle di Fernando Pessoa.

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Frasi, citazioni e aforismi su Lisbona

Per me non esistono fiori in grado di reggere il confronto con la varietà dei colori che assume Lisbona alla luce del sole.
(Fernando Pessoa)

È disteso su sette colli, altrettanti luoghi da cui godere esaltanti panorami, il vasto, irregolare e multicolore insieme di case che costituisce Lisbona.
(Fernando Pessoa)

Oh, Lisbona, casa mia!
(Fernando Pessoa)

Per il viaggiatore che vi giunge dal mare, Lisbona sorge come una bella visione da sogno, stagliata contro un cielo azzurro splendente che il sole allieta con il suo oro. E le cupole, i monumenti, i vecchi castelli si stagliano sopra il turbinio di case, come araldi lontani di questo luogo delizioso, di questa regione fortunata.
(Fernando Pessoa)

Al procedere della nave, il fiume si restringe per poi riallargarsi, formando uno dei più grandi porti naturali del mondo, con comodi approdi anche per le imbarcazioni più grandi. È allora che, sulla sinistra, le case si stagliano limpide sulle colline. Questa è Lisbona.
(Fernando Pessoa)

Il pomeriggio passò e cadde l’oscurità. Lisbona è una città tranquilla su un largo fiume dalla fama leggendaria.
(José Saramago)

A quell’ora la luce di Lisbona era bianca verso la foce e rosata sulle colline, gli edifici settecenteschi parevano un’oleografia e il Tago era solcato da una miriade di battelli.
(Antonio Tabucchi)

E sempre, sempre, come in una parte del cervello diventata indipendente risuonano, risuonano, risuonano le scale al pianterreno nella prima casa di Lisbona in cui abitai.
(Fernando Pessoa)

C’è a Lisbona, come in nessun’altra città del mondo, ciò che io definisco natura architettonica. A Lisbona questo concetto è perfezione.
(Thomas Bernhard)

Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava.
(Antonio Tabucchi)

C’è sempre un passaggio, una scala, un vicolo attraverso il quale Lisbona scappa al turista che credeva di averla conquistata per sempre.
(Fabrizio Caramagna)

Lisbona è diventata negli ultimi tempi un work-in-progress, un poema, un romanzo perennemente riscritto per la prossima generazione. La città cerca in ogni modo di ringiovanirsi, tuttavia non è disposta a rinunciare alla sua fragile aura di mistero, di eccitazione e di tumultuoso godimento.
(Paul Buck)

Lisbona non è una grande città. Anzi è la più piccola delle capitali occidentali. Pare adatta a un soggiorno breve, poco più di un week-end. Non è stipata di monumenti che devono essere assolutamente visti. Lo testimoniano i turisti che arrivano nei suoi alberghi e ripartono “prima di doversi cambiare la biancheria”. I turisti frettolosi che la visitano percorrendola a tutta velocità, nei loro bus, o che si aggirano per l’Alfama con l’unico scopo di trovare la via d’uscita dal suo labirinto di viuzze. No, Lisbona non è una città qualunque. È una città dal ritmo lento. La si può godere solo se ci si adatta a quel suo ritmo. È perfettamente in sintonia con il suo spirito starsene seduti al sole per un pomeriggio intero su un miradouro (belvedere), guardando il mare di tegole rosse, e appena più in là, più giù, le imbarcazioni che solcano le acque del Tago.
(Paul Buck)

Lisbona va conosciuta con calma, disponendo di un certo tempo, senza pretendere di imporle il nostro passo, ma adattandoci invece al suo e ai modi tranquilli dei suoi abitanti.
(Paul Buck)

[A Lisbona] che significa vedere tutto? Attraversare il giardino e andare a vedere le barche nel fiume sarebbe altrettanto legittimo dell’entrare nel Monastero dos Jerónimos. Oppure niente di tutto ciò, starsene seduto su una panchina o sull’erba, godendosi lo splendido e luminoso sole. Si dice che una barca ferma non fa viaggio. Infatti, ma si prepara a farlo. Il viaggiatore si riempie di buon’aria il petto, come chi issa le vele per prendere il vento del largo, e fa rotta verso il Monastero dos Jerónimos
(José Saramago)

Lisbona è una delle città più belle del mondo, specialmente per la sua giacitura. Sorge essa a guisa di anfiteatro su poggi e colli, lungo la riva destra del Tago, e questo largo fiume, dalle arene d’oro, porge alla capitale del Portogallo uno dei nobili, vasti e sicuri porti interni che sianvi, il quale può contenere tutte le armate navali dell’Europa.
(Carolina Invernizio)

Trascinato da quel folle amore e da quel divino entusiasmo che abitano nei poeti, Camões un giorno scrisse, parlando di Lisbona: «Città che delle altre è agevolmente principessa». Perdoniamogli l’esagerazione. Ci basta che Lisbona sia semplicemente quel che deve essere: colta, moderna, pulita, organizzata – senza perdere nulla della sua anima. E se tutti questi pregi finiranno con il farne una principessa, che sia. Nella repubblica che noi siamo, regine così saranno sempre le benvenute.
(José Saramago)

Quasi in fondo alla strada, sulla vostra sinistra, troviamo l’ Ascensore di Santa Justa, cosí chiamato perché la traversa in cui è stato eretto si chiama Rua da Santa Justa. È uno dei «belvedere» di Lisbona e suscita sempre grande ammirazione nei turisti di ogni dove.
(Fernando Pessoa)

Raggiungiamo adesso Praça D.Pedro IV, comunemente detta Rocio o Rossio. È un ampio spazio quadrangolare chiuso, tranne il lato nord, da edifici in stile pombalino; è il vero centro di Lisbona e vi passano quasi tutte le linee di trasporto. Al centro della piazza è posta la statua di D.Pedro IV, che risale al 1870; è stata disegnata da Davioud ed eseguita da Elias Robert.
(Fernando Pessoa)

La Torre di Belém, vista da fuori, è un magnifico gioiello di pietra ed è con stupore e crescente soddisfazione che lo straniero ammira la sua bellezza particolare. È come un merletto, e dei più belli, nel suo delicato intarsio che, bianco, balugina da lontano, catturando immediatamente lo sguardo dei naviganti che entrano nel fiume.
(Fernando Pessoa)

Nel nostro ritorno verso la Baixa, e cioè la parte centrale e bassa della città, passiamo per uno dei più pittoreschi quartieri di Lisbona. È l’Alfama, il vecchio quartiere dei pescatori, che ancora conserva gran parte del suo antico aspetto. Il turista che può trascorrere qualche giorno a Lisbona non dovrebbe dimenticare di visitarlo. Nessun altro luogo della città può darvi l’idea di quello che era Lisbona nel passato.
(Fernando Pessoa)

La cattedrale di Lisbona è un tempio antichissimo e la data della sua costruzione è sconosciuta, ma si suppone che risalga a molto tempo prima della dominazione mora, o almeno al tempo di re Alfonso Henriques. I tanti terremoti sofferti da Lisbona hanno lasciato le loro tracce sulla cattedrale, che ha subito molti restari.
(Fernando Pessoa)

Ancora pochi minuti e ci troviamo al cospetto di quel grandioso monumento che è il Mosteiro (Monastero) dos Jeronimos, un capolavoro in pietra che, una volta visitato, i turisti non possono più dimenticare. Si tratta infatti del più importante monumento della capitale.
(Fernando Pessoa)

E si sentì spossato, sostiene Pereira. Riuscì a trascinarsi fino alla più vicina fermata del tram e prese un tram che lo portò fino al Terreiro do Paço. E intanto, dal finestrino, guardava sfilare lentamente la sua Lisbona, guardava l’Avenida da Liberdade, con un suoi bei palazzi, e poi la Praça do Rossio, di stile inglese; e al Terreiro do Paço scese e prese il tram che saliva fino al Castello. Discese all’altezza della Cattedrale, percé lui abitava lì vicino, in Rua da Saudade.
(Antonio Tabucchi)

E ci tuffiamo nell’Alfama, aspettandoci ormai qualcosa di simile a ciò che viene descritto in Alice nel paese delle meraviglie, a proposito della «conigliera» e del «pozzo straordinariamente profondo». Sì, è un altro mondo, ma non in quel modo. A meno che non viviate nel quartiere, non è il caso di cercare una via precisa. Meglio procedere senza meta, sperando di trovare prima o poi, svoltando per l’ennesima volta, un nome familiare o un punto cospicuo. I due principali edifici sono la Igreja de São Miguel e la Igreja de Santo Estevão. Intorno a loro è un dedalo di viuzze, talune chiamate impropriamente ruas. Quasi mai più larghe di quattro metri, al massimo sono idonee alla circolazione dei motorini e non certo delle automobili.
(Paul Buck)

Alfama è un animale mitologico. Pretesto per sentimentalismi di vario colore, sardina che molti hanno voluto mettere sulle proprie braci, non sbarra il cammino a chi vi entra, ma il viaggiatore sente che l’accompagnano sguardi ironici.
(José Saramago)

Il viaggiatore procede per i vicoli tortuosi, dove le case da un lato e dall’altro quasi si toccano, e lassù dove il cielo è una fessura tra le gronde separate a stento da un palmo o per queste piazzette inclinate dove due o tre scalini aiutano a vincere il dislivello, e vede che alle finestre non mancano i fiori, né le le gabbie con i canarini.
(José Saramago)

Quando i sensi sono eccitati il Tago è un Atlantico sconosciuto, e Cacilhas un altro continente, perfino un altro universo.
(Fernando Pessoa)

Labirintica, con terrazze che offrono viste estenuanti e con l’eterna verità vuota del suo cielo, triste e seducente come nessun’altra, Lisbona è briosa nel suo serpeggiare, è una città che a volte sembra sorgere come un serpente dalla sua pelle.
(Enrique Vila-Matas)

Che cos’è viaggiare, e quale utilità ci porta? Tutti i tramonti sono tramonti; non c’è bisogno di recarsi a Costantinopoli per apprezzarli. Viaggiare fa provare una sensazione di libertà? Ma posso provarla anche nel tragitto da Lisbona a Benfica, anzi più intensamente di chi viaggia da Lisbona fino in Cina
(Fernando Pessoa)

Vi fu un tempo in cui Lisbona non aveva questo nome. La chiamavano Olisipo, quando vi giunsero i Romani, Olissibona quando la presero i Mori, che subito la convertirono in Aschbona, forse perché non sapevano pronunciare la barbara parola. Quando, nel 1147, dopo un assedio di tre mesi, i Mori furono vinti, il nome della città non cambiò immediatamente: se colui che sarebbe stato il nostro primo re inviò alla famiglia una lettera per annunciare l’evento, è probabile che abbia scritto in alto Aschbona, 24 ottobre, o Olissibona, ma mai Lisbona. Quando cominciò Lisbona a essere Lisbona di fatto e di diritto? Dovettero passare almeno alcuni anni prima che nascesse il nuovo nome, altrettanti perché i conquistatori Galeghi cominciassero a diventare Portoghesi
(José Saramago)

Il viaggiatore sta per concludere questo suo giro per Lisbona. Ha visto molto, ha visto quasi niente. Voleva vedere bene, forse ha visto male: è il rischio costante di qualunque viaggio
(José Saramago)