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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sugli orfani. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sui genitori, Frasi, citazioni e aforismi sulla famiglia, Frasi, citazioni e aforismi sui bambini e Frasi, citazioni e aforismi sull’adozione.
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Frasi, citazioni e aforismi sugli orfani
Un bambino senza famiglia è la persona più vulnerabile al mondo.
(Anonimo)
Un bambino senza madre è come un nido senza piume, senza calore.
(Arthur Rimbaud)
Un uomo nasce per restare orfano e per lasciarsi dietro degli orfani.
(Saul Bellow)
Dal padre padrone al padre assente, stiamo costruendo una società di orfani.
(Papa Francesco)
Nella lingua italiana, “orfano” è il figlio a cui mancano i genitori. Esiste anche un altro termine: “orbato”. Come se venisse a mancare la luce ai propri occhi. E’ terribilmente vero.
(Fabrizio Caramagna)
Un bimbo a cui i genitori non hanno sorriso
un dio non lo degnò della sua mensa e una dea non lo degnò del suo letto.
Qui non risere parenti
nec deus hunc mensa, dea nec dignata cubili est.
(Virgilio)
Sì certo, essere genitori non è per niente facile oggi, anche perché il mondo intorno è abbastanza complicato. Per quanti riguarda i premi Nobel orfani bisogna anche dire che di orfani ce ne sono anche tanti in prigione, ecco. Certamente la morte di un genitore, di un padre è una svolta importante nella vita di un ragazzino, che può reagire in maniera molto diversa, può diventare anche un motivo di rivalsa. Questo genitore che se ne è andato può essere un modello positivo a cui si ispira il figlio per costruire qualcosa, in assenza del genitore lui costruisce, però ci sono altri invece che si sentono abbandonati a sé stessi.
(Anna Oliviero Ferraris)
L’orfano ha Dio per padre.
(Proverbio africano)
Soffriamo tanto quando ci muoiono i genitori perché sappiamo bene che nessuno ci amerà mai più così.
(Daria Bignardi, Non vi lascerò orfani)
Se muoiono di malattia è un’agonia. Se muoiono improvvisamente una sciabolata nel cuore. Ti manca un pezzo e non ci puoi credere che potrai vivere senza il loro sguardo che ogni giorno ti manca di più. Capisci che l’unica cosa che conta nella vita è l’amore che puoi dare a chi te lo chiede, che siano i figli o i nonni o la prima persona che incontri per strada. Ti illudi che passerai il resto della vita ad amare gli altri. Forse lo farai. Forse no.
(Daria Bignardi, Non vi lascerò orfani)
L’orfano taglia lui stesso il suo cordone ombelicale.
(Proverbio turco)
La perdita della figlia per la madre,
della madre per la figlia,
è la tragedia fondamentale della donna.
(Adrienne Rich)
A differenza della donna adulta, che sperimenta la morte del genitore con una personalità relativamente intatta, la figlia cui viene a mancare la madre durante l’infanzia e l’adolescenza integra la perdita nell’ambito di una personalità in formazione, rendendola quindi una caratteristica che definisce la sua identità. Apprendendo in tenera età che i rapporti più stretti possono non essere permanenti, che la sicurezza è effimera e la famiglia passibile di essere modificata, la figlia che perde precocemente la madre sviluppa una visione adulta del mondo, avendo tuttavia come strumenti per adattarvisi soltanto quelli della bambina o dell’adolescente.
(Hope Edelman)
La perdita di un genitore durante l’infanzia è una perdita che matura, sia sul piano cognitivo sia su quello del comportamento.
(Hope Edelman)
Se la morte di una madre significa anche la perdita di una struttura familiare solida e in grado di dare sicurezza, la figlia deve conquistare la fiducia in se stessa e la stima di sé con altri mezzi. Senza una madre o una figura materna a guidarla, deve anche costruirsi un’immagine di sé come donna.
(Hope Edelman)
Adattarsi alla morte di un genitore richiede alcuni elementi che i giovanissimi non possiedono: una piena comprensione dell’evento, le capacità espressive e l’incoraggiamento necessari per parlare di ciò che sentono, la consapevolezza che il dolore non durerà in eterno, la possibilità di spostare la dipendenza psicologica dal genitore deceduto a se stessi prima di attaccarsi a un’altra persona.
(Hope Edelman)
Generalmente gli adulti iniziano ad affrontare il dolore subito dopo l’evento, ma i bambini tendono a farlo un po’ alla volta, con esplosioni di rabbia e di tristezza intervallate da lunghi periodi di apparente indifferenza.
(Hope Edelman)
Non sono mai stata felice in quegli anni in orfanotrofio. Avevo solo nove anni, ma quello che ho provato è indimenticabile. Il mondo intorno a me si era sbriciolato. Quando una ragazzina si sente sola e persa con nessuno che la voglia è qualcosa che non potrà mai dimenticare fino all’ultimo giorno di vita.
(Marilyn Monroe)
Gli ‘orfani di genitori viventi’ sono coloro che crescono in uno stato di abbandono emotivo e soffrono la mancanza di appartenenza. Rimangono inquieti, intrappolati in schemi vittimistici o di ribellione, tipici atteggiamenti adolescenziali, quindi ‘indefiniti’. Sono incessantemente impegnati a sopperire, tramite surrogati di famiglie, al loro bisogno di appartenenza.
(Francesca Romana Tiberi)
Mentre la tradizione culturale ha messo a punto innumerevoli modi per rappresentare la condizione esistenziale degli orfani, nulla di simile è stato fatto finora per i figli di genitori divisi. Anche essi si trovano ad affrontare sentimenti di abbandono e angosce di solitudine, ma senza il supporto di un sedimentato patrimonio di sapere e di saggezza.
(Silvia Vegetti Finzi)
Il legame che li unisce rivela tutta la sua importanza quando i figli rimangono orfani; poiché vengono meno i motivi di rivalità, l’affetto e l’amicizia possono esprimersi indisturbati. Per questo è importante che, in caso di adozione o di affido, i fratelli per quanto possibile rimangano insieme.
(Silvia Vegetti Finzi)
“Fratello, ti do noia ora, se parlo?”
“Parla: non posso prender sonno” “Io sento
rodere, appena…” “Sarà forse un tarlo…”
“Fratello, l’hai sentito ora un lamento
lungo, nel buio?” “Sarà forse un cane…”
“C’è gente all’uscio…” “Sarà forse il vento…”.
(Giovanni Pascoli, i due orfani)
C’era alla periferia della minuscola città, un vecchio giardino in rovina; nel giardino sorgeva una vecchia casa, e nella casa abitava Pippi Calzelunghe, Aveva nove anni e se ne stava lì completamente sola; non aveva né mamma né papà, e in fin dei conti questa non era una cosa atroce se si pensa che così nessuno poteva dirle di andare a dormire proprio quando si divertiva di più o propinarle l’olio di fegato di merluzzo quando invece lei desiderava delle caramelle
(Astrid Lindgren)
«Non tutti hanno la fortuna di essere orfani», scriveva provocatoriamente Jules Renard, l’autore di Pel di Carota, un bambino maltrattato dalla madre (come lo stesso Renard).
(Anonimo, Piccoli eroi crescono senza famiglia)
Ci sono bambini orfani di genitori viventi.
(Fabrizio Caramagna)
Bambi corre trafelato nella brughiera. Dietro di lui l’ombra scura del cacciatore. Giunto nella sua tana, il cerbiatto chiama disperatamente la madre. In seguito il grande cervo appare sulla cima di una roccia per comunicargli freddamente che la mamma è morta e che ormai dovrà contare solo su se stesso. Hanno perso la madre anche Biancaneve, Cenerentola, Pocahontas, la Sirenetta e il pesciolino Nemo. I protagonisti del mondo disneiano sono orfani di uno o di entrambi i genitori. Fra i paperi abbondano gli zii ma manca una famiglia tradizionale. A Topolinia la situazione non cambia. La matita di Disney non tracciava abbracci materni.
(Anonimo, Piccoli eroi crescono senza famiglia)
Il padre vecchio genera orfani.
(Proverbio)
È estinta o si sta estinguendo la stirpe dei padri. Da tempo orfani, noi generiamo degli orfani, essendo stati incapaci di diventare noi stessi dei padri.
(Natalia Ginzburg)
Fino all’età di 18 anni è orfano chi è senza genitori, dai 18 anni fino ai 36 è orfano chi è senza amici, dai 36 anni in poi è orfano chi è senza famiglia.
(Josif M. Christian)
Le tracce del suo amore sono vive, popolano gli orfanotrofi.
(Stanisław Jerzy Lec)
Se avete fratelli piccini o sorelle giovinette, ed avete la sventura d’esser orfani, dovete essere per essi più che fratelli, dovete essere loro padre. Sono creature deboli e sole, legate a voi per i vincoli santi del sangue e dell’affetto; e che, appoggian dosi a voi, come la vite all’olmo, da voi aspettano protezione contro le bufere della vita, da voi la mano che li guidi e li sorregga. L’affetto diventa in questo caso uno dei più cari doveri, uno degli obblighi più sacrosanti, e dovete esser fieri d’adempierlo.
(Paolo Mantegazza)
Non è affatto cosa ridicola il sentirsi, anche a sessant’anni, dei poveri orfani.
(Fausto Melotti)
Non mi occorrono le date: io ero, e sono e sarò.
La vita è la meraviglia delle meraviglie,
e sulle ginocchia della meraviglia
solo, come orfano, pongo me stesso
(Arsenij Tarkoviskij)
È vero, ho rubato per venticinque anni, ma l’ho fatto per alleviare le sofferenze di un orfano, povero, senza casa, senza madre, né padre: io.
(Totò nel film Totò sceicco)
Orfano non è colui che ha perso i genitori, ma chi non ha né scienza né educazione.
(Anonimo)
L’orfano non è mai bambino.
(Proverbio)
Orfana? Si dice così quando muore una nonna? Non ne sono proprio sicura. Forse i nonni sono considerati così accessori da non richiedere un termine che ne specifichi la perdita. Dei nonni non si è né orfani né vedovi. Per moto naturale si lasciano lungo la strada così come per distrazione, lungo la strada, si abbandonano gli ombrelli.
(Susanna Tamaro)
La verità è che puoi essere reso orfano ancora e ancora e ancora. E la verità è che lo sarai. E il segreto è che ogni volta farà sempre meno male, fino al punto in cui non sentirai più nulla
(Chuck Palahniuk)
Noi chiamiamo orfano una persona che ha perso suo padre; e vedovo un uomo che ha perso la moglie. Ma quell’uomo che ha conosciuto l’immensa infelicità di perdere un amico, con quale nome dovremmo chiamarlo? Qui ogni linguaggio tace e resta in pace nella sua impotenza.
(Joseph Roux)
La vittoria ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana.
(John Fitzgerald Kennedy)