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Frasi, citazioni e aforismi sul tartufo

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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sul tartufo. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sui funghi, Frasi, citazioni e aforismi sulle ostriche e Frasi, citazioni e aforismi sui golosi.

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Frasi, citazioni e aforismi sul tartufo

I golosi di tutte le epoche non hanno mai pronunciato il nome del tartufo senza portare la mano al cappello.
(Alexandre Dumas)

Il posto migliore per innamorarsi è davanti ad un piatto di tartufi.
(Fabrizio Caramagna)

lo conosci ma non sai definirlo, lo percepisci ma non riesci ad assaporarlo, lo avvicini ma non ne cogli l’anima. Araba fenice della gastronomia internazionale, utopia dei sensi, il tartufo bianco è essenzialmente profumo, e solo dopo anche gusto.
(Carlo Cracco)

Il tartufo arriva in quel punto del palato dove gli altri cibi si fermano.
(Fabrizio Caramagna)

E se proprio vuoi capire un tartufo, devi dimenticare tutto ciò che hai assaggiato prima.
Nessun cibo o gusto è comparabile al tartufo.
(Fabrizio Caramagna)

Pensare che non si sa il nome del primo maiale che scoprì un tartufo.
(Edmond e Jules de Goncourt)

Ricordo che più avanti negli anni un signore dei miei paesi sapendo che conoscevo l’Italia mi chiese come mai avevo visto laggiù dei signori andare a pascolare i maiali, e io risi comprendendo che invece andavano in cerca di tartufi.
(Umberto Eco, Il nome della rosa)

Se avete dei tartufi che abbiano profumo chiudeteli in una scatola di latta e d’altro con una o due uova fresche. Lasciate così un paio di giorni… mangiatele alla coque.
(Pellegrino Artusi)

Né fiori né gioielli, ma tartufo bianco.
(CeciliaSeppia, Twitter)

Pensavo che il tartufo scendesse solo nel mio palato.
Ora devo fare i conti con qualcosa che scorre dentro i miei pensieri.
(Fabrizio Caramagna)

Avevano ragione i romani che ritenevano il tartufo di origine divina: creato dal fulmine sacro di Giove e a lui caro, ospitato e gustato con appetito nelle meravigliose tavolate dell’Olimpo. Se dunque esiste un cibo che merita l’appellativo di “divino”, quello è sicuramente il tartufo.
(Licia Granello)

Fare la storia dei tartufi sarebbe come intraprendere quella della civilizzazione del mondo, alla quale, per muti che siano, essi hanno preso parte più di quanto lo abbiano fatto le leggi di Minosse, o le tavole di Solone, a tutte le grandi epoche delle nazioni, a tutti i grandi bagliori che gettarono gli imperi. Affluivano a Roma , dalla Grecia e dalla Libia ; i Barbari passando su di essi li calpestarono e li fecero scomparire, e da Augustolo fino a Luigi XV essi svaniscono per riapparire soltanto nel XVIII secolo.
(Alexandre Dumas)

Per Plinio il tartufo era un callo della terra. Per Brillat-Savarin il diamante della cucina. Per Rossini, il “Mozart dei funghi”. Secondo gli antichi saggi, il loro abuso provocava malinconia. Rasputin lo prescriveva allo zar Nicola e allo zarevic Aleksej per curarne l’emofilia. Napoleone e il marchese de Sade ricorrevano al tartufo nei loro tenzoni amorosi : entrambi lo consideravano un afrodisiaco eccezionale. Il suo intenso profumo, ricorda alla peruviana Isabel Allende “quell’odorino di aglio e sudore che ristagna sui vagoni della metropolitana di New York”. Al naso di Pat Conroy, invece, il tartufo fa uno strano effetto “ha un’aroma caratteristico come quello della marijuana ; ti dà l’idea dell’odore che un albero deve sentire di se stesso”
(Lorenzo Cairoli)

Verso il 1780, i tartufi erano rari a Parigi. Al momento in cui scrivo (1825) la gloria del tartufo è al culmine. Non si osa dire che ci si è trovati a consumare un pasto in cui non sia stata servita almeno una pietanza tartufata.
Il tartufo è il diamante della cucina.
(Anthelme Brillat-Savarin)

Colui che dice tartufo pronuncia una grande parola che risveglia ricordi erotici e golosi nel sesso portatore di gonne, e ricordi golosi ed erotici nel sesso portatore di barba.
Questa duplicazione onorevole deriva dal fatto che questo tubero eminente sia considerato non solo squisito al gusto, ma anche dal fatto che lo si crede che elevi una potenza di cui l’esercizio è accompagnato dai più dolci piaceri.
(Anthelme Brillat-Savarin)

Giulio Einaudi donò un enorme tartufo al leader sovietico Kruscev che lo annusò, lo prese a morsi come una mela e poi si sciacquò la bocca con un sorso di vodka.
(Anonimo)

I geni nell’arte e i tartufi nei campi se ne fregano delle regole della cultura ; si trovano ma non si possono imitare.
(John Petit-Senn)

Anno dopo anno si allarga la querelle sulle produzioni più pregiate. Oltre alla rivalità storica tra Piemonte e Toscana mutuata pari pari dal vino, cui vanno aggiunte le Marche, centro di smistamento per eccellenza di tutte le varietà di tartufo, l’Umbria – con i suoi ottimi neri – e la Campania, ora, per esempio, è il momento dell’altipiano carsico, nuovo eden dei tartufi.
(Licia Granello)

Mentre del tartufo nero si sa quasi tutto, comprese le migliori attitudini allo sviluppo (le tartufaie), il mistero avvolge quello bianco. Nessuno riesce a spiegare perché esistano esemplari da pochi grammi e altri che sfiorano il chilo (esistono davvero!) né perché uno sia tanto più profumato dell’altro.
(Licia Granello)

Tra il tartufo bianco e il tartufo nero, tra il principe e il povero, il vero errore è cercare il vincitore. Come pesare caviale e patate. Buonissimi tutti e due, nella loro evidente diversità.
(Licia Granello)

Niente di tutto questo sarebbe possibile, senza i cani da tartufo. Rigorosamente figli d’arte, quasi sempre – al di là del mitico Lagotto – frutto di incroci tra razze da caccia (potere del meticciato) vengono coccolati come piccoli principi.
(Licia Granello)

Guido Piovene nel suo “Viaggio in Italia” definiva il tartufo “essere misterioso, che rende misteriosi anche gli uomini nell’andarne a caccia” . Perché i cacciatori di tartufi – i trifulau – quando scoprono una riserva, continuano il loro giro simulando indifferenza per non attrarre l’attenzione degli altri. Dopo pranzo vanno al caffè, e alla solita ora fingono di tornare a casa per coricarsi ; invece escono in segreto con una lanterna cieca e un cane silenzioso.
(Lorenzo Cairoli)

A guardarli bene tra loro, i trifulau, si assomigliano, perché ciascuno di loro assomiglia stranamente al tartufo : profilo sbilenco, pelle ruvida, color della terra.
(Cesare Marchi)

I maiali – mi sibilò in un orecchio – sono come le bombe intelligenti. All’inizio non c’è cane che tenga, ma appena arrivano a tiro del tartufo, un disastro. Conosco un paio di trifulau che per levargli il tartufo di bocca, a momenti ci rimettevano la mano.
(Cesare Marchi)

La golosità ha sull’amore mille vantaggi. Ma il più importante è che, mentre bisogna essere in due per abbandonarsi all’amore, si può praticare la golosità da soli, anche se l’abate Morellet ha detto: “Per mangiare un tacchino al tartufo bisogna essere in due: il tacchino e se stessi”.
(Guy de Maupassant)

Ho letto che il tartufo è un ottimo rimedio contro l’invecchiamento.
E io non voglio certo invecchiare.
(egyzia, Twitter)

L’essere umano è pazzo. Ha tutto ciò che gli serve per essere felice : le aragoste, i tartufi, la gastronomia, i grandi vini, la terra che é cosi bella, le donne cosi carine, ma si ostina a volere i soldi.
(Roland Topor)

Volevo dire a quelli che devono essere sempre gli altri a cercarvi che mica siete dei tartufi
(Ty_il_nano, Twitter)