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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi su Vienna. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi su Praga, Frasi, citazioni e aforismi su Parigi e Frasi, citazioni e aforismi su Berlino.
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Frasi, citazioni e aforismi su Vienna
Amo Vienna, dove ho trascorso una parte della mia vita. Ancora di più amo i suoi dintorni, dove si possono fare lunghe passeggiate, meditare, studiare la natura, andare a caccia di idee e riflettere sul trambusto della vita mortale.
(Anacleto Verrecchia)
Il Danubio bagna molte città degne di essere menzionate, ma nessuna di esse è così ricca, popolosa e bella come Vienna.
(Enea Silvio Piccolomini)
A Vienna le strade sono lastricate con la cultura. Nelle altre città le strade sono lastricate con l’asfalto.
(Karl Kraus)
Non bisogna aspettarsi da Vienna il genere di bellezza che offrono Parigi o Roma; e più di ogni altro luogo d’Austria, è necessario vederla nella profondità della storia, come una città piena di fantasmi cupi o brillanti.
(Philippe Jaccottet)
Vienna appare bella soprattutto se la si guarda dal di fuori. E’ in verità un gioiello affascinante, si vede una piccola città fortificata con begli edifici all’interno.
(Montesquieu)
«Vienna» dice. «Sai, mentre ero lontano, quella città rappresentava per me il diapason del mondo. Pronunciare il nome “Vienna” era come far vibrare quel diapason. Osservavo la persona con cui stavo parlando per vedere come reagiva. Era il mio modo di mettere le persone alla prova. Chi non aveva alcuna reazione non faceva al caso mio. Perché Vienna non è soltanto una città, il suo nome ha un suono che alcuni sentono vibrare in fondo all’anima per sempre e altri no. È stata la cosa più bella della mia vita.
(Sándor Márai)
Vienna d’inverno e in primavera. I viali di Schönbrunn. La luce azzurra del dormitorio del collegio, la grande scalinata bianca con le statue barocche. Le cavalcate al mattino nel Prater. I cavalli bianchi della scuola di equitazione. Ricordavo intensamente tutto questo e volevo rivederlo ancora una volta.
(Sandor Marai)
A Vienna si ha l’impressione che si viva e si sia sempre vissuti nel passato.
(Claudio Magris)
Passeggiavo per il Graben, la bella strada di Vienna dove le vetrine dei più meravigliosi negozi si affacciano con il chiacchierio di mille cose leggiadre. L’aria mi pareva soave e spumosa come saponata in fiocchi, proprio profumata (…) Dai confini aperti qui era dilagata l’Europa, addentrandosi con piacere nelle vie e nelle tradizioni della socievolezza locale.
(Heimito von Doderer)
Vienna è uno di quei luoghi nei quali ritrovo il noto e il familiare, l’incanto delle cose che, come nell’amicizia e nell’amore, diventano col tempo sempre più nuove.
Questa familiarità di Vienna è forse la sua natura di crocevia, luogo di partenze e di ritorni, di persone, famose e oscure, che la storia raccoglie per poi disperdere, in una errabonda provvisorietà che è il nostro destino.
(Claudio Magris)
Dicono che a Vienna si pensi bene e si lavori male. E infatti se uno osserva il panorama che si vede dal Kahlenberg, si perde nei sogni e non pensa al resto.
(Anacleto Verrecchia)
Se il mondo dovesse sparire, andrò a Vienna, perché ogni cosa avviene 50 anni dopo.
(Gustav Mahler)
Vienna è un nome magico che evoca il fascino del vecchio mondo, con il suo calore e i suoi appassionati valzer.
(Merce Cunningham)
L’Austria è spesso questo luogo in cui ci sente a casa, in quell’armonia tra familiarità e lontananza che piaceva tanto a Philiph Roth.
(Claudio Magris)
Come tutte le metropoli era costituita da irregolarità, avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze, collisioni di cose e di eventi, e, frammezzo, punti di silenzio abissali; da rotaie e da terre vergini, da un gran battito ritmico e dall’eterno disaccordo e sconvolgimento di tutti i ritmi.
(Robert Musil)
Si prova una strana sensazione nel camminare sotto le piante che affiancano un ruscello, lo Schreiberbach, e scorgere all’improvviso la scritta Beethovengang (passeggiata di Beethoven). Stiamo dunque ricalcando i suoi passi. Alcuni alberi sono così grandi che sicuramente l’avranno visto passeggiare.
(Anacleto Verrecchia)
Sachertorte, malinconia e psicoanalisi: le tre insegne di Vienna.
(Anacleto Verrecchia)
Nessuno meglio di Schubert ha saputo trasformare in suoni la malinconia di Vienna, che d’inverno si accentua e quasi vi penetra nelle ossa. In questa capitale decaduta e decadente, dove i confini tra la vita e la morte sono meno marcati e dove più facilmente si avverte la precarietà dell’esistenza, la musica di Schubert la senti quasi risuonare nell’aria.
(Anacleto Verrecchia)
Chi non conosce Vienna che di passaggio la può prendere facilmente per una città morta, chi l’ama invece, non si lascia ingannare dal suo stile. Perché una città dello spirito, anche quando non esiste più, non smette mai di vivere.
(Vintilă Horia)
A Vienna sembra di stare in una fiaba: il barocco dei palazzi imperiali rievoca il fasto della corte asburgica e l’incanto della principessa Sissi. O in un teatro: la suggestione dei grandi musicisti che ci hanno vissuto Beethoven, Mozart, gli Strauss – si coglie a ogni angolo. Ma Vienna è anche una capitale sorprendente, dove tradizione e modernità si fondono alla perfezione.
(Michele Monina)
Vienna non è Austria, non è Alpi. E’ Danubio. Ed è, anche, la testa troppo grande di un corpo che non c’è più: l’Impero.
(Paolo Rumiz)
Dopo la caduta della Cortina di Ferro nel 1989 e l’entrata nella Ue nel 1995, Vienna sembra aver assunto le sembianze di una società aperta. La città si è vestita di festa, le facciate grigie hanno preso colore, le auto private sono state bandite dal centro storico, e la zona è divenuta l’area pedonale più estesa d’Europa.
(P. Postinghel, P. Abbate)
– Io non sono mai stata a Vienna.
– Ah, le piacerebbe. È come Parigi. Senza i francesi.
(Dal film Frost/Nixon – Il duello)
“Il terreno di prova per la distruzione del mondo”: con queste parole Karl Kraus sintetizza la fragilità e le contraddizioni che fra la fine dell’Ottocento e il primo conflitto mondiale caratterizzano Vienna, la capitale dell’Impero asburgico.
(Federico Zeri)
La Vienna di fine secolo è lo scenario privilegiato in cui si svolge la vicenda artistica di alcuni tra i più grandi compositori, da Brahms e Bruckner, fino alla nuova generazione di Richard Strauss, Gustav Mahler e Arnold Schönberg.
(Federico Zeri)
Per cinque secoli capitale del multietnico impero asburgico, Vienna è stata un simbolo del contatto di popoli, culture, usanze; uno straordinario crogiolo che ha segnato profondamente la nostra identità europea. Basterebbe soltanto fare attenzione alla cucina viennese per scoprire quanto sia debitrice di tradizioni slave, turche, tedesche e latine.
(Roberto Ruozi, Guida Touring Club)
Il nostro Novecento sarebbe stato molto diverso senza Vienna. Si è avuto un momento in cui sembrava che le idee che hanno disegnato il ritratto della nostra inquieta modernità non potessero nascere che a Vienna: tanto che fosse questa – la città nella quale operarono Freud, Mahler, Schnitzler, Klimt, Schonberg – e non Parigi la capitale del XX secolo.
(Roberto Ruozi, Guida Touring Club)
Oggi Vienna conserva, intatte come uno scrigno magico, le atmosfere del suo passato illustre: e non si allude soltanto alle grandiose costruzioni che si affacciano sul Ring, la strada capolavoro dell’urbanistica ottocentesca che chiude ad anello il cuore storico della città; oppure ai fantasmi sfarzosi del passato imperiale (l’Hofburg, residenza degli Asburgo, o il l castello di Schönbrunn, la “Versailles austriaca”). Tante altre sono le tracce, i sentieri che il viaggiatore curioso può seguire.
(Roberto Ruozi, Guida Touring Club)
C’è la Vienna più nascosta dei caffè frequentati un tempo da pittori, scrittori, filosofi, e dove oggi ci si ferma per gustare la celeberrima pasticceria locale. Senza dimenticare la settecentesca capitale europea della musica dove nel giro di mezzo secolo transitarono personalità d’eccezione: Gluck e Salieri, e in seguito i sommi geni di Mozart, Beethoven, Schubert. C’è infine la moderna metropoli gigante, con più di un milione e mezzo di abitanti.
(Roberto Ruozi, Guida Touring Club)
Città costruita per il giorno, dà garanzia che ciascuno rinnovi i suoi sogni la mattina. La fantasia sale di corsa per scale di legno e si immerge ovunque vuole. In mezzo alla ressa si ritrova se stessi. Non si viene notati “fra gli altri”, ma ognuno fra gli altri scompare. Tutti sono numeri, perciò ognuno ha la libertà di essere un individuo. Tutto ha l’occhio dell’orologio, perciò ognuno può seguire il proprio. L’ordine rende la vita avventurosa.
(Karl Kraus)
Quando nel resto del mondo si pensava d’aver vissuto qualcosa di mirabolante, nella vecchia Austria si preferiva dire, con noncuranza, “è capitato che… ”
(Robert Musil)
Se gli austriaci sapessero meglio che cos’è l’Austria, sarebbero austriaci migliori; se il mondo sapesse meglio che cos’è l’Austria, sarebbe un mondo migliore.
(Franz Grillparzer)