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Frasi, citazioni e aforismi su Venezia

Venezia - Aforisticamente

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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi su Venezia. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi su Roma, Frasi, citazioni e aforismi su Firenze e Frasi, citazioni e aforismi su Napoli. Si veda anche la raccolta di aforismi su Venezia intitolata Maschere di Venezia, scritta per Aforisticamente dall’aforista polacco Mieczysław Kozłowski.

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Frasi, citazioni e aforismi su Venezia

 

Se dovessi cercare una parola che sostituisce “musica” potrei pensare soltanto a Venezia.
(Friedrich Nietzsche)

Venezia! Esiste una città più ammirata, più celebrata, più cantata dai poeti, più desiderata dagli innamorati, più visitata e più illustre? Venezia! Esiste un nome nelle lingue umane che abbia fatto sognare più di questo?
(Guy de Maupassant)

Venezia è personale, intima, vicina e al tempo stesso lontana, misteriosa, esotica. E’ una delle forme del sogno e dell’altrove.
(Fabrizio Caramagna)

Sul fare del giorno le stelle sbiadiscono d’invidia vedendo emergere dalla nebbia gli incanti di Venezia.
(Mieczysław Kozłowski)

Grazie a Dio sono qui! È il paradiso delle città, e una luna sufficiente a fare impazzire metà dei savî della terra batte con i suoi puri sprazzi di luce sull’acqua grigia davanti alla finestra; e io sono più felice di quanto sia mai stato in questi cinque anni – felice davvero – felice come in tutta probabilità non sarò mai più in vita mia. Mi sento fresco e giovane quando il mio piede posa su queste calli, e i contorni di San Marco mi entusiasmano. Grazie a Dio sono qui!
(John Ruskin)

Venezia è il gioco illusionistico eletto a città. Venezia ti intrappola nei riflessi cangianti della sua laguna. E’ un paesaggio che muta insieme all’acqua.
(Fabrizio Caramagna)

Venezia è come una donna. Tutto quello che si dirà di lei sarà vero.
(Mieczysław Kozłowski)

Vi sono Atlantidi dai molti volti. Ma solo una di essi porta la maschera di Venezia.
(Mieczysław Kozłowski)

Se a Venezia non ti perdi in certi vicoli stretti, ti emozioni solo a metà.
(Fabrizio Caramagna)

Non si sa se il mare invada la città
O la città si affondi nel mare…
Non si sa se il mattino la città si bagni nel mare
O al crepuscolo il mare si addormenti nella città…
(Madlena Serdyuk)

Qui come fantasmi col favor della notte
Sui canali scivolano le gondole..
(Madlena Serdyuk)

Venezia è una città così diversa da quello che viene definito “moderno”, ma anche così diversa da quello che viene definito “antico”. Venezia non è medievale o rinascimentale. Venezia vive in un’epoca tutta sua.
(Fabrizio Caramagna)

Ed ecco Venezia nel pieno Carnevale!
Non ti riconosco, bella, e non vale.
Con un berretto buffo, sotto una maschera strana,
Senz’altro di una magia qui si trattava.
(Madlena Serdyuk)

Romantica, imperfetta, misteriosa, magnetica, affascinante, elegante, sinuosa. Venezia è come una donna che ti innamora.
(Fabrizio Caramagna)

Andare in giro per calli e campi, senza un itinerario prestabilito, è forse il più bel piacere che a Venezia uno possa prendersi.
Beati i poveri di topografia, beati quelli che non sanno quel che si fanno, ossia dove vanno, perché a loro è serbato il regno di tutte le sorprese, di tutte le scoperte straordinarie. Infilare una calletta, cacciarsi nella gola nera di un sottoportico, sbucare in una corte che pare un culdísacco, trovarvi il pertugio di un’altra calletta, uscire da quel dedalo soffocato in un campo arioso, luminoso, pieno di gente, oppure sulle soglie di un palazzone principesco, oppure su una fondamenta aperta al sole e al vento, oppure su un rio largo, popolato di barche e barconi: questo è un girare nell’inaspettato, nell’impreveduto, e quasi nell’inverosimile, che può ricordarci addirittura le nostre stupende e stupite scorribande per il chimerico paese di Fanciullezza.
(Diego Valeri)

Ero a Venezia sul Ponte dei Sospiri; un palazzo da un lato, dall’altro una prigione; vidi il suo profilo emergere dall’acqua come al tocco della bacchetta di un mago.
(Lord Byron)

A Venezia, quando c’è la luna, par di passeggiare in una acquaforte.
(Carlo Dossi)

Venezia è un pesce. Guardala su una carta geografica. Assomiglia ad una sogliola colossale distesa sul fondo. Come mai questo animale prodigioso ha risalito l’Adriatico ed è venuto a rintanarsi proprio qui? […] Venezia è sempre esistita come la vedi, o quasi. È dalla notte dei tempi che naviga: ha toccato tutti i porti, ha strusciato addosso a tutte le rive […] Sulla cartina geografica il ponte che la collega alla terraferma assomiglia a una lenza: sembra che Venezia abbia abboccato all’amo
(Tiziano Scarpa)

Chi non deve reprimere un brivido fugace, una segreta timidezza e angoscia, quando sale per la prima volta o dopo lunga dissuetudine su una gondola veneziana? La singolare imbarcazione, tramandata tale e quale dai tempi delle ballate e così inusitatamente nera come di tutti gli oggetti di questo mondo sono soltanto le bare, fa pensare a tacite e criminose avventure fra lo sciacquio notturno dei canali, e ancor più alla morte stessa, a feretri, a tenebrose esequie, all’ultimo silenzioso viaggio.
(Thomas Mann)

Eccolo ancora una volta davanti a lui, l’approdo indescrivibile, l’abbagliante insieme di fantastiche costruzioni che la Serenissima offriva allo sguardo ammirato del navigatore in arrivo: la meraviglia lieve del Palazzo e il Ponte dei Sospiri, le due colonne sulla riva col leone e il santo, il fianco splendente del tempio favoloso, la prospettiva dell’arco e dell’orologio dei Mori. E, guardando, riflettè che giungere a Venezia col treno, dalla stazione, era come entrare in un palazzo per la porta di servizio; e che in nessun altro modo se non per nave, dall’ampio mare, come lui ora, si sarebbe dovuto porre il piede nella città inverosimile tra tutte.
(Thomas Mann)

Venezia giace ancora dinanzi ai nostri sguardi come era nel periodo finale della sua decadenza: un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa, così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza, che qualche volta quando ammiriamo il suo languido riflesso nella laguna, rimaniamo incerti quale sia la Città e quale l’ombra
(John Ruskin)

Chiudi gli occhi e leggi con le dita la fisionomia delle statue, i bassorilievi, le modanature scanalate. Gli alfabeti scolpiti nelle lapidi ad altezza d’uomo. Venezia è un ininterrotto corrimano Braille.
(Tiziano Scarpa)

Venezia è una città che va a piedi. Un’abitudine mentale fa credere che i veneziani si muovano soprattutto in barca. Invece il mezzo di locomozione più usato è il più umano, le gambe.
(Guido Piovene)

Bisogna girare Venezia a piedi. Chi gira e guarda Venezia soltanto in barca ne ha un’immagine morta; la Venezia dei decadenti è una Venezia lunare, lievemente putrida, vista da persone adagiate sui cuscini delle imbarcazioni.
(Guido Piovene)

Il cuore di Venezia è piazza San Marco. Ma qual è la sua testa?
(Mieczysław Kozłowski)

A volte sulla riva di San Marco giungono velieri che recano nelle loro vele i venti di altri mondi.
(Mieczysław Kozłowski)

La laguna è opera antica della natura. Dapprima la marea, il riflusso e la terra in azione reciproca, quindi il progressivo abbassamento delle acque preistoriche, fecero sì che all’estremità superiore dell’Adriatico si formasse una considerevole zona paludosa, che, dopo esser stata sommersa dall’alta marea, viene parzialmente lasciata libera dal riflusso. L’arte umana s’impadronì dei punti più eminenti, e così nacque Venezia, collegando in sé cento isole, circondata da cento altre.
(Johann Wolfgang Goethe)

Venezia; beltà lusingatrice e ambigua – racconto di fate e insieme trappola per i forestieri.
(Thomas Mann)

Venezia è un teatro a cielo aperto: pieno di grazia, mistero, arte e storia.
(Fabrizio Caramagna)

Un miracolo che non è fatto per i dormiglioni: l’aurora che sorge dalla spuma del mare, formosa come la divina Venere.
(Mieczysław Kozłowski)

Chiudi gli occhi camminando: ascolta la babele delle lingue dei turisti di tutto il mondo concentrati lungo cinquanta metri di calle.
(Tiziano Scarpa)

Venezia! Questa parola da sola sembra far scoppiare nell’anima un’esaltazione, eccita tutto ciò che vi è di poetico in noi, scatena tutte le nostre facoltà di ammirazione. E quando arriviamo in questa città inusitata, la contempliamo immancabilmente con occhi prevenuti e rapiti, la guardiamo coi nostri sogni.
(Guy de Maupassant)

Ci sono giorni in cui le onde dell’Adriatico incanutito per la nostalgia irrompono dentro Venezia gridando: “Sei mia!”
(Mieczysław Kozłowski)

La gondola nera, slanciata, e il modo in cui si muove, lieve, senza rumore alcuno, ha qualcosa di strano, una bellezza da sogno, ed è parte integrante della città dell’ozio, dell’amore e della musica.
(Hermann Hesse)

Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.
(Peggy Guggenheim)

Venezia è come mangiare un’intera scatola di cioccolata al liquore in una sola volta.
(Truman Capote)

Chi vede Venezia e non vede l’Arsenale vede il manico e non vede il boccale.
(Proverbio)

Le acque del Canal Grande sono, per i palazzi che vi sono riflessi, come uno specchio a cui si affidano senza timore. Uno specchio che sa come nascondere la brutta verità delle rughe mettendo in luce il segreto del trucco più seducente.
(Mieczysław Kozłowski)

Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo. […] È come se lo spazio, consapevole – qui più che in qualsiasi altro luogo – della propria inferiorità rispetto al tempo, gli rispondesse con l’unica proprietà che il tempo non possiede: con la bellezza. Ed ecco perché l’acqua prende questa risposta, la torce, la ritorce, la percuote, la sbriciola, ma alla fine la porta pressoché intatta verso il largo, nell’Adriatico.
(Iosif Brodskij)

Cento profonde solitudini formano insieme la città di Venezia – questo è il suo incanto. Un’immagine per gli uomini del futuro.
(Friedrich Nietzsche)

Mi piace assai riandare con la mente a Venezia, a quella grande realtà sorta dal grembo del mare come Pallade dal cervello di Giove.
(Johann Wolfgang von Goethe)

Dite: “Com’è triste Venezia”? Si vede che non avete mai visto Monfalcone.
(Dario Fo)

A Venezia, far pipì in un gabinetto pubblico costerà, in alta stagione, tre euro! Non resta che sperare nell’acqua alta, così te la puoi fare addosso gratis.
(Dario Vergassola)

La pittura Veneziana è essenzialmente colore.
(Eugenio Da Venezia)

Ma quando siamo usciti, stanchi e intontiti, dalla stazione di Venezia e abbiamo visto il Canal Grande e i palazzi marmorei che sfioravano l’acqua melmosa, quel gioiello di cultura che si dondolava sui canali fetidi e muffosi, abbiamo improvvisamente compreso quanto forte e tenace è l’uomo e quanto meraviglioso è il suo spirito, e si è destato in noi un tale amore per l’umanità, l’umanità con le sue pene e le sue epidemie; e siamo penetrati ad occhi aperti dentro un sogno, perché Venezia è il sogno di ogni città…
(Abraham Yehoshua)

Così disposte ai due lati del canale, le abitazioni facevano pensare a luoghi naturali, ma di una natura che avesse creato le proprie opere con un’immagine umana.
(Marcel Proust)

Venezia è una testuggine: il suo guscio di pietra è fatto di macigni di trachiti (maségni in veneziano) che lastricano le strade. E’ tutta pietra che viene da fuori: come ha scritto Paolo Barbaro, quasi tutto ciò che vedi a Venezia viene da qualche altra parte, è stato importato o trafficato, se non razziato.
(Tiziano Scarpa)

Dove stai andando? Butta via la cartina! Perché vuoi sapere a tutti i costi dove ti trovi in questo momento? D’accordo: in tutte le città, nei centri commerciali, alle fermate degli autobus o della metropolitana, sei abituata a farti prendere per mano dalla segnaletica; c’è quasi sempre un cartello con un punto colorato, una freccia sulla mappa che ti informa chiassosamente: “Voi siete qui”. Anche a Venezia, basta che alzi gli occhi e vedrai molti cartelli gialli, con le frecce che ti dicono: devi andare per di là, non confonderti, Alla ferrovia, Per san Marco, All’Accademia. Lasciali perdere, snobbali pure. Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare. Disorientati. Bighellona.
(Tiziano Scarpa)

Il primo e unico itinerario che ti suggerisco ha un nome. Si intitola: A caso. Sottotitolo: senza meta. Venezia è piccola, puoi permetterti di perderti senza mai uscirne davvero.
(Tiziano Scarpa)

L’arte veneziana è una ghirlanda di fiori olezzanti; è una collana di pietre preziose. È una cosa lasciva e imponente. È una fata col sole per nimbo, che attrae, che ammalia ma che, a lungo fa venir le traveggole.
(Camillo Boito)

Firenze è una città per sposi; Venezia, per amanti; Torino, per i vecchi coniugi che non hanno più nulla da dirsi.
(Pitigrilli)

È il posto più romantico del mondo ma ancora meglio quando non c’è nessuno.
(Woody Allen)

È una città che dà una sensazione incredibile e strana allo stesso tempo, non so davvero perché. Ma mi piace moltissimo.
(Shannyn Sossamon)

Indossa occhiali da sole molto scuri: proteggiti. Venezia può essere letale. In centro storico la radioattività estetica è altissima. Ogni scorcio irradia bellezza; apparentemente dismessa: profondamente subdola, inesorabile. Il sublime gronda a secchiate dalle chiese, ma anche le calli senza monumenti, i ponticelli sui rii sono come minimo pittoreschi. Le facciate dei palazzi sono colpi di faccia, come le pedate sono colpi di piede. ….. Ti senti male. E’ il famoso disturbo di
monsieur Henri Beyle, malore passato alla storia come sindrome di Stendhal. ….. Se ti basta una passeggiata di qualche ora a ridurti così, pensa che cosa dovrebbero dire i veneziani.
(Tiziano Scarpa)

In nessun’altra città come a Venezia, ho trovato una tale unità della vita odierna con la vita che ci parla dalle opere d’arte della sua età aurea e nella quale sole e mare sono più essenziali di tutta la storia.
(Hermann Hesse)

Lontana dal mondo e dal tempo, staccata. Immobile e imperitura, Venezia bisogna rispettarla fin dove è possibile. Noli me tangere dice.
(Bruno Barilli)

Non vorrei scrivere molto su Venezia; penso che tutti la conoscano. È realmente simile, fino al fastidio, ai vari souvenirs de Venice; quando mi sono fermato per la prima volta a piazza San Marco, sono rimasto confuso e a lungo non ho potuto liberarmi dalla opprimente sensazione che non fosse un luogo reale, ma il Lunapark dove deve svolgersi la notte veneziana. Aspettavo soltanto che cominciassero a gemere le chitarre e che il gondoliere cantasse come il signor Schütz. Por fortuna il gondoliere ha misteriosamente taciuto, ma alla fine mi ha derubato in modo poco cristiano, agitandomi davanti agli occhi un qualche tariffario.
(Karel Čapek)

Legge veneziana non dura una settimana.
(Proverbio)

Non ha Vinegia tanti gondolieri quanti Vicenza conti e cavalieri.
Non sono in Arno tanti pesciolini quant’in Venezia zazzere e camini.
(Proverbio)

Pane padovano, vino vicentino, trippe trevisane e donne veneziane.
(Proverbio)

Venezia la bella, e Padova sua sorella.
(Proverbio)

Questa era Venezia, la bella lusinghiera e ambigua, la città metà fiaba e metà trappola,, nella cui atmosfera corrotta l’ arte un tempo si sviluppò rigogliosa, e che suggerì ai musicisti melodie che cullano in sonni voluttuosi.
(Thomas Mann)

Situata nel punto più interno dell’Adriatico, a metà strada fra Oriente e Occidente, sull’unico grande itinerario marittimo del commercio medievale; porto mediterraneo, eppure così a nord da trovarsi quasi nel cuore dell’Europa; Venezia era il punto su cui convergevano tutte le vie di traffico terrestri e marittime che potessero essere percorse da bestie da soma o solcate da navi. […] Ma se la geografia aveva dato a Venezia una posizione senza pari, i Veneziani fecero il resto. Per tutti i primi anni della loro storia sfidarono Costantinopoli a oriente, e il Papa e il Sacro Romano Imperatore a occidente: a volte rivolgendosi a uno, a volte all’altro, ma sempre ostinatamente attaccati alla loro indipendenza… […] Capaci, se minacciati, di ritirarsi nelle loro isole […] Consapevoli sempre che, per essi, l’avvenire si trovava sul mare e in quelle terre orientali il cui calore si era insinuato nella loro civiltà e aveva scaldato il loro sangue. Erano occidentali e orientali insieme, questi veneziani: cuori caldi nell’amare e nel conquistare, teste fredde nel progettare e nel governare.
(Eileen Power)

Venezia, metà donna, metà pesce, è una sirena che si disfà di una palude dell’Adriatico.
(Jean Cocteau)

Venezia è un imbroglio che riempie la testa soltanto di fatalità.
(Francesco Guccini)

Venezia bella, fabbricata sul mare; chi non la vede non la può stimare.
(Proverbio)

Chi stira di notte il cielo che di giorno viene steso tra le vie di Venezia?
(Mieczysław Kozłowski)

L’anima di Venezia sono le sue maschere.
(Mieczysław Kozłowski)

E quando lasciamo Venezia scopriamo che i nostri orologi hanno
problemi a tornare di nuovo al tempo reale.
(Mieczysław Kozłowski)

Non c’è più bel paesaggio che il fondo marino. Una piazza San Marco sommersa dal mare ne acquisterebbe in mistero e bellezza.
Ed è solo questione di tempo. Con il global warming tra un centinaio di anni (forse anche meno) potremo ammirare lo spettacolo. Anche se avremmo preferito farne a meno.
(Fabrizio Caramagna)

2 Comments

  • pierangelo ha detto:

    Che meraviglia di commenti su Venezia. Son così importanti, veri e belli che non ne ho più alcuno per esprimere la magia di questa città da fiaba. Lunga vita al capoluogo veneto.
    Pierangelo corberi

  • Gioele Maniero ha detto:

    Voglio vedere il mondo, così disse un tale una volta. Si recò dunque a Venezia.