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Frasi, citazioni e aforismi sul cuoco e lo chef

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Frasi, citazioni e aforismi sul cuoco e lo chef

Un cuoco per essere pienamente tale deve mobilitare tutti e cinque i sensi. Una pietanza deve essere una gioia per la vista, per l’olfatto, per il gusto, certo, ma anche per il tatto.
(Muriel Barbery)

Rispetto al passato c’è una visibilità così grande su quello che gira intorno alla cucina che anche un bambino alla domanda: “Che cosa farai da grande?”, ti risponde: “Voglio fare lo chef”.
(Carlo Cracco)

Cuoco. Che bella parola: cuoco.
(Totò nel film Miseria e nobiltà)

Il grande chef è anche scienziato. Ma è qualcosa di più del semplice chimico: egli è alchimista, è sciamano ed è artista, in quanto i suoi intrugli non sono volti a curare malanni del corpo o della mente, bensì allo scopo ben più trascendente di sollevare l’anima.
(Irvine Welsh)

Possiamo vivere senza la poesia, la musica e l’arte; possiamo vivere senza la coscienza, e vivere senza cuore; possiamo vivere senza amici; possiamo vivere senza libri; ma la gente civilizzata non può vivere senza cuochi.
(Owen Meredith)

Ci sono due tipi di cuochi famosi. Quelli famosi per come si mangia nei loro ristoranti, e quelli famosi perché stanno in tv.
(Guia Soncini)

Un cuoco, quando pranzo, mi sembra un essere divino che dal fondo della sua cucina governa il genere umano.
(Antoine Désaugiers)

Una ricetta non ha anima; è il cuoco che deve mettercela.
(Thomas Keller)

La cucina è di per sé scienza, sta al cuoco farla diventare arte.
(Gualtiero Marchesi)

Trovo che ci siano delle somiglianze tra cuochi e musicisti, poiché ambedue lavorano sodo e di notte, devono conoscere a fondo la tecnica e saper riprodurre con esattezza una ricetta che è come uno spartito. Io apprezzo i buoni esecutori, i cuochi che sanno cucinare, che non steccano. L’interprete si trova un passo oltre. Un ruolo destinato a pochi, mentre i compositori, in grado di creare, quelli sono veramente rari.
(Gualtiero Marchesi)

Un bravo cuoco è un individuo bravo abbastanza a dare alla sua zuppa un nome diverso ogni giorno.
(Jack Klugman)

Un buon cuoco e un buon piatto permettono di fuggire dalla realtà concreta di tutti i giorni per rifugiarsi nell’estasi del gusto.
(Fabrizio Caramagna)

Il cuoco libera la ricetta dall’obbligo di essere uguale a se stessa. Le dà una nuova vita.
(Fabrizio Caramagna)

Un buon cuoco è un prezioso dono degli dèi. Deve essere una creatura perfetta dal cervello al palato, dal palato all’estremità delle dita.
(Walter Savage Landor)

Una buona cuoca è come una maga che dispensa felicità.
(Elsa Schiaparelli)

Il cuoco deve dare piacere, chi viene a mangiare viene per fare un’esperienza, viene per avere un’idea del diverso stile delle varie cucine.
(Carlo Cracco)

La cucina è un’arte del tutto altruistica: tutti i bravi cuochi, come tutti i grandi artisti, devono avere un pubblico per cui vale la pena cucinare.
(André Simon)

Fare il cuoco è il mestiere più bello al mondo ma se non gira è un incubo, ti misuri in continuazione con la gente. Ma essere artisti non basta, devi essere anche imprenditore, sapere tutto delle tasse, del costo della spazzatura..
(Antonino Cannavacciuolo)

Con la caduta dell’Ancien Régime, i cuochi di corte si sono ritrovati disoccupati e si sono messi in proprio. La grande ristorazione nasce dalla Rivoluzione francese. In Italia, il cambiamento avviene quando, nel ristorante di via Bonvesin de la Riva, a Milano, nasce la Nuova cucina italiana, non più succube dei ricordi di fame, della guerra, della quantità immediata a discapito della qualità.
(Gualtiero Marchesi)

Il cuoco non è mestiere per i solitari. Questo non è un lavoro normale, sei sempre in prima linea, condividi sempre tutto con tutti.
(Antonino Cannavacciuolo)

Lo chef è, innanzitutto, un motivatore, un coach. È importantissimo incentivare la propria squadra, ed è necessario farlo con tutte le proprie forze, al di là di come uno sta dentro. Tu sei il loro punto di riferimento.
(Antonino Cannavacciuolo)

Mio padre voleva che io diventassi medico, architetto o avvocato. Io mi sono impuntato e a 13 anni gli ho detto: o mi fai fare il cuoco o non faccio niente.
(Antonino Cannavacciuolo)

Mio padre aveva la scuola al mattino. E poi il lavoro al ristorante, parliamo di lavori davvero difficili e usuranti. Lavori per i quali non si riesce a fare una vita normale. Ecco perché lui non voleva assolutamente che io facessi il cuoco. Sognava che avessi un’esistenza diversa. E invece io sentivo che quella era la mia strada. La mia passione vera. Quando glielo spiegai, parlandogli col cuore aperto, mi disse solo: se vuoi fare questo lavoro fallo, ma devi essere sicuro che sei spinto da una passione vera. Altrimenti soffrirai tanto.
(Antonino Cannavacciuolo)

Il mio primo ristorante tristellato è stato Don Alfonso ed era il 1996. E da allora ne ho girati davvero tanti. Certo non per divertirmi, ma per imparare. Per conoscere. Per progredire. Perché non mi bastava saper cucinare. Io volevo farlo al massimo della capacità. E per riuscire in qualcosa del genere devi impegnarti duramente. Non ci sono mezze misure, scuse o scorciatoie.
(Antonino Cannavacciuolo)

In Italia abbiamo dei grandissimi prodotti, i migliori, e ogni campanile ha la sua ricetta. Ma la cucina ha sapori e contaminazioni da tutto il mondo. Ogni tanto leggo di gente che insorge perché si cambia un ingrediente da un piatto tipico, e a me viene allora voglia di farlo, per provocazione.
(Antonino Cannavacciuolo)

Come cuoco farei una bella esperienza nel mondo giapponese: hanno una cultura, un pensiero tutto loro. C’è del sacro attorno a ogni ingrediente.
(Antonino Cannavacciuolo)

Credo che sia un artista chiunque sappia fare bene una cosa; cucinare, per esempio.
(Andy Warhol)

Io sono essenzialmente un cuoco, passo qui dentro sedici ore al giorno, cucinare è un atto d’amore perché lo fai per gli altri. Vale anche per gli chef: cambia la difficoltà, non l’atto. Il difficile è capire il cliente, conoscerlo, intuirlo quando si mette a tavola, decidere dopo due parole cosa gli piacerà oppure no. Mi sento un po’ psicologo e un po’ alchimista. In Italia abbiamo l’immensa fortuna delle materie prime e della tradizione, se si mangia male la colpa è sempre di chi non sa cucinare, mai del cibo.
(Carlo Cracco)

La cucina non è uniformità, la cucina cambia in base a chi la fa, e può esprimere qualcosa. È come un quadro: lo stesso dipinto che fa Picasso può essere realizzato da un altro, ma non avrà la stessa forza del quadro dipinto da Picasso.
(Carlo Cracco)

Quello del cuoco è un lavoro pratico, non c’è niente da fare. Non lo puoi imparare a livello teorico, devi imparare a capire i ritmi, a scandirli, a carpire concentrazione.
(Carlo Cracco)

Il mestiere del cuoco non si esaurisce con il saper cucinare. Far bene da mangiare bene rappresenta solo il 70 per cento del successo di uno chef. Il restante 30 per cento comporta saper comperare la materia prima, comunicare con i clienti, gestire il personale.
(Carlo Cracco)

Si pensa che fare un semplice piatto di pasta non sia più abbastanza, i giovani vogliono stupire a tutti i costi, magari fanno uno stinco eccezionale che però porta clienti un paio di volte al mese, mentre non sanno fare un piatto semplice, con 4 ingredienti.
(Alessandro Borghese)

Quando vedo una carta infinita so che forse c’è un problema e se vedo in menu pizza sushi frutti di mare un po’ mi preoccupo. Ma più che avere dei parametri ormai certe cose le capisci a pelle, a volte vedo certi cuochi con fiamme sui pantaloni e un sacco di stemmi attaccati alla casacca.
(Alessandro Borghese)

È più perdonabile sbagliare la cottura della pasta, ma è meno perdonabile sbagliare il sale nell’acqua. Sono amante della pasta molto al dente, ma bisogna tenere bene a mente una cosa: noi cuochi non dobbiamo insegnare ai commensali a mangiare, ma dobbiamo solo fare da mangiare. Se vuoi bere un vino rosso caldo con una spigola sono fatti tuoi, io posso solo consigliarti che stia meglio con un vino bianco fresco. Ma non sono io a decidere.
(Alessandro Borghese)

I grandi classici hanno una loro liturgia ben precisa. Poi ognuno ha dei trucchi e delle varianti, ma è ovvio che ci sia un linguaggio gastronomico corretto da seguire: dallo spaghetto al pomodoro al cappelletto in brodo, dai pizzoccheri a certi piatti della tradizione che devono essere fatti in una certa maniera e basta. Non si deve pasticciare troppo in cucina: io, per esempio, non tollero la carbonara di mare. La carbonara è un’altra cosa, non chiamiamo quel piatto così
(Alessandro Borghese)

La vita da cuoco è sempre stata una lunga storia d’amore, con momenti sia sublimi sia ridicoli. Ma al pari di una storia d’amore, ripensando al passato si ricordano meglio i momenti più felici.
(Anthony Bourdain)

Nessun cuoco cucina né ha mai cucinato come le nostre nonne.
(Muriel Barbery)

Per il cuoco, la puntualità è la dote più indispensabile: e tale deve essere anche per l’invitato.
(Anthelme Brillat-Savarin)

Critici e chef sono come servo e padrone: si completano, si frequentano, lavorano insieme, ma in fondo non si amano.
(Muriel Barbery)

In Italia fare il cuoco è una benedizione. Ovunque vai puoi trovare prodotti grandiosi e apprezzare i gusti e le tradizioni enogastronomiche locali.
(Antonino Cannavacciuolo)

Nessuno che cucini, cucina da solo. Anche nel suo momento più solitario, un cuoco in cucina è circondato da generazioni di cuochi del passato, dai consigli e dai menu dei cuochi presenti, dalla saggezza degli scrittori di libri di cucina.
(Laurie Colwin)

Nei ricordi d’infanzia di ogni bravo cuoco c’è una grande cucina, un forno acceso, una torta che cuoce e una mamma.
(Barbara Costikyan)

La cucina è qualcosa di facilmente realizzabile, perché non pone ostacoli: basta avere un fornello, una pentola, tre ingredienti e posso essere un cuoco.
(Carlo Cracco)

Lo chef è un cuoco con una grande esperienza, che ha girato il mondo e parla le lingue, che sa che cosa accade a migliaia di chilometri dalla sua cucina e si tiene sempre aggiornato. È anche una figura complessa, a cui viene chiesto di fare un po’ di tutto: operare delle scelte, organizzare situazioni, trovare soluzioni, inserirsi in una squadra, dirigerla e coordinarla, valorizzando le potenzialità di ciascuno e cercando di dare sempre il massimo.
(Carlo Cracco)

Ho sempre sostenuto, anche polemicamente, che al posto dei critici, spesso incapaci di cucinare alcunché, avremmo bisogno di più cronisti, gente che sappia raccontare cosa ha visto, ha sentito e mangiato, magari aggiungendo anche il perché e il per come di un piatto, ciò che pensava in quel momento il cuoco.
(Gualtiero Marchesi)

il mondo della ristorazione non è un ambiente facile, tra pressione e orari, e chi fa questo lavoro tende a esagerare in tutto, in positivo e in negativo.
(Joe Bastianich)

Per diventare un grande chef, devi lavorare con i grandi del settore.
(Gordon Ramsay)

Alleno i miei cuochi in un modo completamente diverso da chiunque altro. Quando le giovani ragazze e i ragazzi arrivano in cucina, la prima cosa che ottengono da me è una benda. Vengono bendati e si siedono al tavolo dello chef. Se non sono in grado di identificare che cosa degustano non possono provare nemmeno a cucinarlo.
(Gordon Ramsay)

L’ambizione di ogni bravo cuoco deve essere quella di preparare qualcosa di molto buono con il minor numero possibile di ingredienti.
(Urbain Dubois)

Molti eccellenti cuochi si rovinano nel tentativo di diventare artisti.
(Paul Gaugain)

I cuochi devono nutrire il loro ego così come i loro clienti.
(M.F.K. Fisher)

Spesso la donna italiana è cuoca in salotto, puttana in cucina e signora a letto.
(Ennio Flaiano)

Gli uomini dovrebbero sposare soltanto delle cattive cuoche, poiché una buona cuoca accorcia la vita.
(Peter Sellers)

Se gli chef che godono di grande prestigio mediatico si mettessero a disposizione dei pescatori o dei contadini, comprendendo anche i loro punti di vista, ovvero che il prezzo del grano, per esempio, è uguale a quello di 30 anni fa, forse qualcosa in più si potrebbe fare. Sarebbe un segnale forte. E’ inutile cucinare piatti sempre più fini se poi chiudono latterie e stalle o muoiono le imprese agricole. Si va poco avanti in questo modo. La buona cucina dev’essere a beneficio dell’intero sistema.
(Carlo Petrini)

Il paradiso è un poliziotto inglese, un cuoco francese, un tecnico tedesco, un amante italiano: il tutto organizzato dagli svizzeri. L’inferno è un cuoco inglese, un tecnico francese, un poliziotto tedesco, un amante svizzero e l’organizzazione affidata agli italiani.
(Anonimo)

Col pepe il cuoco copre i suoi errori.
(Proverbio)

Deve ancor nascere quel cuoco, che possa contentare tutti i gusti.
(Proverbio)

Il buon cuoco assaggia sette volte.
(Proverbio)

Il miglior boccone è del cuoco e non del padrone.
(Proverbio)

Il fuoco è il primo cuoco.
(Proverbio)

Troppi cuochi rovinano la minestra.
(Proverbio)