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Frasi, citazioni e poesie di Lautréamont

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Isidore Lucien Ducasse (nato a Montevideo, in Uruguay, il 4 aprile 1846 e morto a Parigi il 24 novembre 1870), meglio conosciuto con lo pseudonimo di Comte de Lautréamont (che molto probabilmente è preso in prestito da Latréaumont di Eugène Sue), è un poeta franco-uruguaiano, autore de I Canti di Maldoror e di due opuscoli, Poesie I et Poesie II.

Nel 1869, grazie all’aiuto finanziario di suo padre e del banchiere Darasse, stampa I canti di Maldoror (titolo che si può leggere anche “mal d’aurore”, “male d’aurora”), un poema in prosa, che si caratterizza per la violenza e la blasfemia del linguaggio, ma soprattutto per la straordinaria immaginazione e le folgoranti associazioni di immagini con le quali Lautréamont rappresenta le terribili imprese del malvagio Maldoror. Il libro non viene però messo in vendita, per timore della censura, data l’eccessiva violenza espressiva dell’opera. È solo con la morte del poeta che i canti vengono pubblicati, nel 1874.

Presento una raccolta di frasi, citazioni e poesie di Lautréamont. Tra i temi correlati Le poesie più belle e famose di Charles Baudelaire, Le frasi e poesie più belle di Lord Byron e Le più belle frasi di Edgar Allan Poe.

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I Canti di Maldoror – Les Chants de Maldoror, 1874

Sì, qual è il più profondo, il più impenetrabile dei due? L’oceano o il cuore umano?
[Oui, quel est le plus profond, le plus impénétrable des deux : l’océan ou le coeur humain.]

Noi siamo liberi di fare il bene. Ma non siamo liberi di fare il male.

Io sento il bisogno dell’infinito… Non posso, non posso soddisfare questo bisogno. Sono figlio dell’uomo e della donna, a quanto m’hanno detto. Mi stupisce… credevo d’esser di più! Del resto, che m’importa donde vengo?

I miei anni non sono molti, eppure sento già che la bontà non è che un’accozzaglia di sillabe sonore; non l’ho trovata in nessun luogo.

Ho ricevuto la vita come una ferita, e ho proibito al suicidio di guarirmi la cicatrice. Voglio che il Creatore ne contempli, in ogni ora della sua eternità, la fenditura spalancata. Questo il castigo che gl’infliggo.

Non è dato a tutti accostarsi agli estremi, sia in un senso che in un altro.

– Ognuno preferisce il cielo alla terra.
– Ebbene, io no. Dato che il cielo è stato fatto da Dio, come la terra, sii dunque certo che v’incontrerai gli stessi mali di quaggiù.

Soltanto una divinità di una potenza estrema può mostrare tanto disprezzo verso i fedeli che obbediscono alla sua religione.

I pidocchi sono incapaci di compiere tutto il male che la loro immaginazione medita.

Abbandona i pensieri che rendono il tuo cuore vuoto come un deserto; bruciano più del fuoco.

Il dubbio? È un omaggio che noi facciamo alla speranza.

È bello contemplare le rovine delle città; ma è più bello contemplare le rovine degli umani!

La mia poesia consisterà soltanto nell’attaccare con ogni mezzo l’uomo, questa bestia feroce, e il Creatore, che non avrebbe dovuto generare gentaglia simile-

La tua grandezza morale, immagine dell’infinito, è immensa come le riflessioni del filosofo, come l’amore della donna, come la bellezza divina dell’uccello, come le meditazioni del poeta. Tu sei più bello della notte. Rispondimi, oceano, vuoi essermi fratello?

Mi occorrono esseri umani che mi somiglino,sulla cui fronte la nobiltà umana sia segnata a caratteri più netti e incancellabili.

Chi potrà mai capire perché mai due amanti che il giorno prima si idolatravano, per una parola male interpretata si separano, uno verso oriente, l’altro verso occidente, spinti dall’odio, dalla vendetta, dall’amore e dal rimorso, per non vedersi più, ognuno ammantato nella sua fierezza solitaria? Miracolo che ogni giorno si rinnova, e non per questo è meno miracoloso.

Chi potrà mai capire perché assaporiamo non solo le disgrazie generali dei nostri simili ma anche quelle particolari degli amici più cari, pur essendone nello stesso tempo afflitti?

Colui che dorme emette gemiti simili a quelli di un condannato a morte, finché si sveglia e si rende conto che la realtà è tre volte peggiore del sogno.

Devi essere potente, perché hai un volto più che umano, triste come l’universo, bello come il suicidio.

Quando un giovane vede tra le braccia dell’amico la donna che idolatrava, allora si mette a fumare un sigaro; non esce di casa, e stringe un’amicizia indissolubile con il dolore; quest’atto si comprende.

Ricordalo bene; è per soffrire che siamo su questo vascello disalberato.

Soltanto una divinità di una potenza estrema può mostrare tanto disprezzo verso i fedeli che obbediscono alla sua religione.

C’è gente che scrive per cercare il plauso umano, mettendo a frutto nobili qualità del cuore inventate dall’immaginazione o realmente possedute. Io, uso il mio genio per dipingere le delizie della crudeltà! Delizie non momentanee, artificiali, ma che sono iniziate con l’uomo e con lui finiranno.

La bellezza è l’incontro casuale, su un tavolo operatorio, tra una macchina da cucire e un ombrello.

Che sono dunque il il bene e il male? Non son forse un’unica cosa mediante la quale testimoniamo rabbiosamente la nostra impotenza, e la passione di raggiungere l’infinito anche coi mezzi più insensati? Oppure sono due cose differenti?

Non trovando ciò che cercavo, alzai le palpebre stravolte più in alto, ancora più in alto, finché scorsi un trono, formato d’escrementi umani e d’oro, su cui troneggiava con orgoglio idiota, col corpo ricoperto d’un sudario fatto di sudice lenzuola d’ospedale, colui che da sé si denomina il Creatore!

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Frasi e citazioni di Lautréamont tratte da Poésies I e Poésies II

L’amore per una donna è incompatibile con l’amore per l’umanità.

Si può essere giusti solo se non si è umani.

Il plagio è necessario. Lo richiede il progresso. Stringe da vicino la frase di un autore, si serve delle sue espressioni, cancella un’idea sbagliata, la sostituisce con quella giusta.

Alla malinconia sostituisco il coraggio, al dubbio la certezza, alla disperazione la speranza, alla malvagità il bene, ai lamenti il dovere, allo scetticismo la fede, ai sofismi la freddezza della calma, e all’orgoglio la modestia.

Niente è stato detto. Si arriva troppo presto da più di settemila anni da quando esistono uomini.

Ogni volta che ho letto Shakespeare, mi è sembrato di tagliuzzare il cervello di un giaguaro.

Il fascino della morte esiste solo per i coraggiosi.

Il male insorge contro il bene. Non può fare di meno.

Gli uomini che hanno preso la risoluzione di detestare i loro simili ignorano che bisogna cominciare col detestare se stessi.

Poco ci consola. Molto ci affligge.

Voglio che la mia poesia possa essere lodata da una giovane ragazza di quattordici anni.

Descrivere le passioni non basta ancora. Bisogna essere nati un po’ sciacalli, un po’ avvoltoi, un po’ pantera.

Possiamo giudicare la bellezza della morte solo da quella della vita.

Se la morale di Cleopatra fosse stata meno corta, la faccia della terra sarebbe cambiata. Il suo naso non sarebbe per questo diventato più lungo.

Esiste una logica per la poesia. Non è la medesima per la filosofia. I filosofi sono da meno dei poeti. I poeti hanno il diritto di considerarsi superiori ai filosofi.

I gemiti poetici di questo secolo non sono altro che sofismi.

I giudizi sulla poesia hanno più valori della poesia. Sono la filosofia della poesia.

Il sonno è una ricompensa per gli uni, un supplizio per gli altri. Per tutti è una sanzione.

La malinconia e la tristezza sono già l’inizio del dubbio; il dubbio è l’inizio della disperazione; la disperazione è l’inizio crudele dei diversi gradi della malvagità.

Se siete infelici, non bisogna dirlo al lettore. Tenetelo per voi.

Tutta l’acqua del mare non basterebbe a lavare una macchia di sangue intellettuale.

I tre puntini finali mi fanno alzare le spalle di pietà. Si ha bisogno di questo per provare che si è un uomo di spirito, cioè un imbecille? Come se la chiarezza non valesse il vago, a proposito di puntini!