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Le frasi più belle di Michael Schumacher

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Michael Schumacher (Hürth, 3 gennaio 1969) è considerato uno dei più grandi piloti di Formula 1.

Michael Schumacher vince il primo Gran Premio in Belgio nel 1992 alla guida della Benetton mentre la prima pole position la conquista due anni più tardi a Montecarlo.

Ha guidato le monoposto delle scuderie Jordan (1991), Benetton fino al 1995 e Ferrari per 10 anni (dal 1996 al 2006). Nel 2010 è tornato in Formula 1 alla guida della Mercedes dal 2010 al 2012.

Ha vinto 7 mondiali e trionfato in 91 Gran Premi conquistando 155 podi e ottenendo ben 1.566 punti con il record di giri veloci, ben 77.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Michael Schumacher. Tra le frasi correlate si veda Le frasi più belle di Ayrton Senna e Frasi, citazioni e aforismi su automobilismo, motori e formula 1.

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Le frasi più belle di Michael Schumacher

Ho sempre creduto che non si debba mai, mai rinunciare e si debba sempre continuare a lottare anche se c’è soltanto una piccola possibilità.

Non sei un vero campione del mondo finché non vinci con la Ferrari.

Ho fatto tutto quello che ho potuto per far diventare la Ferrari la numero uno. L’intera squadra e tutti i tifosi lo meritavano.

Non sono una leggenda. Sono un uomo fortunato che era al posto giusto al momento giusto.

Nello sport non potrà mai esistere un momento uguale ad un altro.

Quello che è successo è talmente drammatico e triste che non provo alcuna soddisfazione per aver vinto.
(Michael Schumacher dopo l’incidente mortale di Ayrton Senna)

Essere un semplice pilota non è mai stata la mia ambizione. Non è il mio stile.

Ho sempre pensato che i record fossero lì per essere battuti.

Vinci una gara, ma la gara successiva è un punto interrogativo. Sei ancora il migliore o no? Questo è divertente, ma è anche interessante. E impegnativo. Devi affermarti ogni volta.

Non pensare mai che il successo dipenda solo dalle tue prestazioni. Se inizi ad ascoltare solo te stesso fai il primo passo indietro verso il fondo. I fiori della vittoria appartengono a molti vasi.

Mettiamola così, mi piace il numero sette.
(Commentando i sette titoli mondiali vinti)

Senza la mia famiglia, l’aiuto di Corinna e il suo appoggio non ce l’avrei fatta a essere quello che sono.

A volte i dettagli minori possono avere un impatto enorme. Se non dedichi il 100 percento dei tuoi sforzi a ogni dettaglio, ti imbatti immediatamente in qualche difficoltà.

Una volta che qualcosa diventa una passione, la motivazione risiede lì.

Giocare a calcio mi rende più nervoso che guidare una Formula 1

Non mi sento molto a mio agio con ciò che la gente a volte dice o pensa di me – cose di cui non mi sento responsabile.

Non voglio paragonarmi a Fangio, perché lui è stato straordinario in un’epoca in cui era molto più pericoloso correre. Aveva alle spalle un buon team, ma non come il mio.

Mi piace condividere la mia vita e trascorrere del tempo con qualcuno che amo. Con mia moglie ha funzionato al 100%.

So cosa sono e cosa devo fare nella mia professione, quindi posso sopportare la pressione.

Gli alti e bassi nello sport, penso che siano normali come la vita quotidiana: un giorno ti svegli e ti senti benissimo, il giorno dopo ti svegli e forse ti senti meno bene.

Cerco di nascondere le mie emozioni, per non mostrare le debolezze agli altri. Credo sia così per ogni sportivo.

Ho quello che potresti chiamare il Polo Sud e il Polo Nord. Da una parte, ho la mia squadra e il mio lavoro, dall’altra ho la mia famiglia e la mia casa. Entrambi non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro.

La tecnologia ha sicuramente ridotto le differenze di prestazioni tra chi guida. Mentre in passato un pilota di talento poteva ottenere mezzo secondo da ogni giro, oggigiorno ottiene solo uno o due decimi di secondo. Ma il pilota è ancora il fattore chiave.

[Annunciando il suo secondo ed ultimo ritiro, ottobre 2012] Anche se sono ancora in grado di competere con i migliori piloti, a un certo punto è giusto fermarsi e dire addio. Durante il mese scorso ho riflettuto molto, non ero sicuro di avere le giuste motivazioni e l’energia necessaria per correre ancora. Non è nel mio stile andare avanti se non sono al 100%, ora che ho deciso mi sento più sollevato.

In questi vent’anni ci sono pure degli errori. Ma il vestito che indosso, nel mio animo, è bianco. Ne sono felice.

Devo dire che è stato difficile lasciare la famiglia Ferrari, che è stata una parte importante della mia carriera.

Il mio tempo con la Ferrari è stato meraviglioso. Ho trovato amici e ho avuto esperienze di cui non vorrei più fare a meno.

Voglio solo essere conosciuto come una persona molto normale ed essere trattato come tale ed essere in grado di camminare per strada come chiunque altro.

I miei figli non sono conosciuti e penso che sia molto importante. Finora hanno vissuto una vita normale e continueranno a farlo. Sento che dovrebbero avere la possibilità di vivere una vita libera senza il fardello della fama che mi sono creato.

Quando correvo non avevo in mente le statistiche. Erano sempre una conseguenza, una bella conseguenza. Mi sono divertito, ma non era il motivo per cui correvo.

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Opinioni e pensieri su Michael Schumacher

Per me, Michael è il migliore di tutti. Ha giocato un ruolo fondamentale nel plasmare le squadre di Benetton e Ferrari. Ti lasci trasportare dal suo entusiasmo. Sai che non vuoi deluderlo e così fanno tutti nel team. La sua fame di successo ha motivato le persone.
(Ross Brawn)

Schumacher aveva una passione per la guida pura, faceva ogni test che poteva. Amava guidare e competere. La passione di Schumacher era bellissima da vedere, anche dopo sette titoli. Per Schumacher ogni dettaglio, tutto, doveva essere perfetto.
(Nico Rosberg)

Schumacher non commette più di un errore all’anno. Quando ci casca, ne parla tutto il mondo.
(Gianni Agnelli)

Schumacher usava il motore proprio come ogni motorista avrebbe desiderato. Dove altri usavano la terza perché, secondo loro, altrimenti la macchina si scomponeva — confronto con le telemetrie alla mano — Schumacher utilizzava la seconda marcia senza scomporre minimamente la macchina e tenendo il motore molto in alto di giri.
(Claudio Lombardi)

Michael sarà sempre nei cuori di chi lavora a Maranello. Con coraggio e passione ha ottenuto risultati difficilmente ripetibili: a lui i migliori auguri.
(Luca Cordero di Montezemolo)

Io delle vittorie di Michael a Monza ricordo soprattutto quella del 2003, quando ero suo ingegnere motorista. Partì in pole, restò davanti a Montoya per tutta la gara ed ebbe la meglio in un confronto tirato a ogni giro sul filo dei decimi di secondo. Veniva da due gare difficili, il campionato era in bilico, e quel trionfo ci diede lo slancio verso il titolo mondiale. Ero talmente euforico che tornando a casa, all’altezza di Parma, ho preso una multa per eccesso di velocità con ritiro della patente.
(Mattia Binotto)

Per capire Schumacher, secondo me, bisogna rendersi conto che viveva per fare il pilota da corsa. Era nato per quello, aveva quel culto maniacale, quasi ossessivo, per il suo lavoro. Per esempio, fa parte della leggenda del personaggio che, quando arrivò in Ferrari, in occasione dei test a Fiorano che allora erano liberi veniva messo a dormire in un hotel nei paraggi del circuito, come tutti gli altri piloti. Fu lui che, visto che era sempre lì, chiese di poter dormire all’interno della pista. E per anni rimase nell’appartamento fatto costruire nei paraggi del box da Enzo Ferrari.
(Leo Turrini)

Schumacher è stato il pilota della svolta. Anche per via dello sviluppo tecnologico, è con lui che cambia completamente il modo di guidare. Già con Senna e Prost ci eravamo avvicinati, ma dalla seconda metà degli anni ’90 il pilota di un’auto da Gran Premio diventa qualcosa di molto diverso dalla figura che immaginavamo: quasi uno scienziato nell’abitacolo. Pensa, solo per fare un esempio banale, alla quantità di manettini e pulsanti che ci sono sul volante oggi. Dall’era di Schumacher in poi, un pilota deve avere anche una componente intellettuale, ingegneristica, che in precedenza non era richiesta, perché le macchine erano diverse. Lui è stato il primo, il più abile, il più bravo a intuire questo cambiamento.
(Leo Turrini)

Non ho ancora visto un altro Ayrton. Probabilmente Michael Schumacher è stato uno di quelli che si è avvicinato di più a lui. Ma Schumacher guidava con la testa, Senna con il cuore. Schumacher è stato uno dei piloti più completi, Senna era più naturale.
(Martin Brundle)

Per me, emotivamente, Michael sarà sempre il più grande, ma non c’è dubbio che Lewis sia il più grande quando si tratta di risultati. Lo ha equagliato per numero di titoli, ha vinto più gare, ha più pole position. Ha fatto tutto quello che potevi chiedergli.
(Sebastian Vettel)

Ho visto Michael la scorsa settimana e spero che presto lo vedrà anche il mondo.
(Jean Todt, luglio 2020)