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Le frasi più belle e celebri di Robert Oppenheimer

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Robert Oppenheimer (22 aprile 1904 – 18 febbraio 1967), considerato il “padre della bomba atomica” nacque in una famiglia ebrea intellettuale di New York e da giovane sperimentò in prima persona la rivoluzione della fisica teorica negli anni ’20 in Europa, prima di stabilirsi in California e costruire lì un centro di ricerca di livello mondiale. Sebbene non avesse precedenti come manager, quando scoppiò la guerra fu scelto come capo scienziato del “Progetto Manhattan” nei laboratori di Los Alamos in New Mexico e la sua leadership ispiratrice portò al successo del progetto, con la prima esplosione nucleare sperimentale, avvenuta il 16 luglio 1945, un mese prima di Hiroshima e Nagasaki.

A proposito di Robert Oppenheimer, il giornalista Brian Cathcart scrisse “Era il genio dell’era delle armi nucleari e anche la coscienza vivente e parlante della scienza e della civiltà; la maggior parte delle grandi domande che lo circondavano come persona erano le più grandi domande di quel tempo”.

Robert Oppenheimer morì nella sua casa a Princeton, nel New Jersey, il 18 febbraio 1967, all’età di 62 anni per un cancro alla gola (era un accanito fumatore). Fu cremato e le sue ceneri furono disperse in mare.

Nel 2023 Christopher Nolan, uno dei più celebri registi mondiali, ha fatto un film sulla vita di Robert Oppenheimer.

Presento una raccolta delle frasi più belle e celebri di Robert Oppenheimer. Tra i temi correlati Frasi, citazioni e aforismi sulla bomba atomica e Frasi, citazioni e aforismi di Albert Einstein.

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Le frasi più belle e celebri di Robert Oppenheimer

A dirla tutta, senza ricorrere alla volgarità, né scadere nella risata o cedere all’esagerazione, i fisici hanno scoperto il peccato e nulla potrà mai riportarli alla beata ignoranza di prima.
[Robert Oppenheimer, commentando il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, in una conferenza al MIT di Boston del 1947)

Sapevamo che il mondo non sarebbe mai più stato lo stesso. Qualcuno scoppiò a ridere, un paio si misero a piangere, ma la maggior parte di noi rimase in silenzio. Fu allora che mi tornò in mente quella frase del Bhagavad Gita, il testo sacro indù, nella quale Vishnu cerca di ricordare al Principe i suoi doveri. Per convincerlo, il dio assume la sua forma con quattro braccia ed esclama “Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi”. Bene o male, credo che allora lo pensassimo tutti
(Robert Oppenheimer, dopo il Trinity Test, la prima detonazione di un’arma nucleare della storia. Il test venne eseguito alle 5:29:45 del 16 luglio 1945 nel deserto del New Mexico. Il nome Trinity è stato assegnato da Julius Robert Oppenheimer ispirandosi alla poesia di John Donne)

Ora sono diventato morte, il distruttore di mondi.
[“Now I Am Become Death, the Destroyer of Worlds”. L’originale sanscrito recita “Kaalo asmi loka kshaya kritpraviddho”] (Robert Oppenheimer citando il testo sanscrito del Bhagavad Gita, dopo il Trinity Test, la prima detonazione di un’arma nucleare della storia. Il test venne eseguito alle 5:29:45 del 16 luglio 1945 nel deserto del New Mexico. Il nome Trinity è stato assegnato da Julius Robert Oppenheimer ispirandosi alla poesia di John Donne)

Abbiamo fatto il lavoro del diavolo.
(Robert Oppenheimer dopo il Trinity Test, la prima detonazione di un’arma nucleare nella storia]

Ha funzionato! – It worked!
[Robert Oppenheimer dopo il Trinity Test, la prima detonazione di un’arma nucleare nella storia]

E’ terribile da dire da parte mia, ma a volte è vero che ho bisogno della fisica più che degli amici.
[Lettera a suo fratello Frank Oppenheimer, 14 ottobre 1929]

Posso renderlo più chiaro; Non posso renderlo più semplice.
[Robert Oppenheimer alla sua classe a Berkeley nel periodo 1932-1934]

Il 6 agosto 1945, dopo il lancio della bomba atomica su Hiroshima, il gen. Leslie R. Groves telefonò a Oppenheimer congratulandosi e confidando che sceglierlo come capo del Progetto Manhattan fu una delle cose più sagge che avesse mai fatto. Oppenheimer rispose: “Mah, ho i miei dubbi”.

Quando vedi qualcosa che è tecnicamente valido, vai avanti e lo fai e discuti su cosa farne solo dopo che hai avuto il tuo successo tecnico. Questo è quanto è capitato con la bomba atomica.

La bomba atomica era una necessità organica. Se sei uno scienziato non puoi fermare queste cose.
(Robert Oppenheimer, 2 novembre 1945, al Discorso all’Associazione degli Scienziati di Los Alamos)

A Los Alamos, magari eravamo incerti sui nostri risultati, ma non sul nostro dovere.

Ho fatto il mio dovere che era di svolgere il lavoro che dovevo fare. A Los Alamos non ero nella posizione di prendere decisioni politiche. Avrei fatto qualunque cosa che mi avessero chiesto di fare, per esempio di fare una bomba in una forma diversa, se avessi pensato che fosse stato tecnicamente possibile.

Non è che non mi senta male per questo. È solo che oggi non mi sento peggio di come mi sentivo ieri.
(Robert Oppenheimer, rispondendo alla domanda sui suoi sentimenti riguardo ai bombardamenti atomici, durante la visita in Giappone nel 1960]

Abbiamo fatto una cosa, l’arma più terribile, che ha alterato bruscamente e profondamente la natura del mondo. E nel farlo abbiamo sollevato ancora una volta la questione se la scienza sia un bene per l’uomo.

Confesso di sentirmi le mani sporche di sangue.
[Robert Oppenheimer, autunno del 1945, in un incontro con Harry Truman, presidente degli Stati Uniti]

Potremmo essere paragonati a due scorpioni in una bottiglia, ciascuno capace di uccidere l’altro, ma solo a rischio della propria vita.
(Robert Oppenheimer, commentando il possesso della bomba atomica da parte degli Stati Unuti e della Russia)

Si è molto parlato della eliminazione delle bombe atomiche. Sono discorsi che mi piacciono, ma non dobbiamo ingannarci da noi. Indipendentemente da quello che faremo con le bombe atomiche, il mondo non sarà più lo stesso, perché la conoscenza del metodo per fabbricarle non potrà essere cancellata. È tutto qui: ogni nostro preparativo per vivere in una nuova epoca deve tener conto di questa virtuale onnipresenza e del fatto che un simile stato di cose non si può mutare.

Il Bhagavad Gita è il più bel canto filosofico mai scritto in qualsiasi linguaggio dell’umanità.

Da molti è stato detto che senza un parlamento mondiale non ci può essere la pace e che senza pace c’è la guerra atomica. Io penso che si debba essere d’accordo con costoro.
(Scienza e pensiero comune, 1954)

Non sono necessarie le bombe atomiche per fare delle guerre spaventose o totali. Se non fossero mai esistite e non potessero esistere bombe atomiche, il problema di evitare una guerra, in un’epoca in cui la scienza e la tecnica l’hanno resa troppo distruttiva e troppo orribile da sostenere, esisterebbe egualmente.
(Scienza e pensiero comune, 1954)

Nessuno che abbia consapevolezza dei problemi, può guardare al futuro con la completa sicurezza che il mondo non sarà nuovamente devastato da una guerra, da una guerra totale in cui le armi atomiche daranno il loro contributo al definitivo naufragio, al crollo in frantumi di questa nostra civiltà occidentale.
(Scienza e pensiero comune, 1954)

Il genio trova la risposta prima della domanda.

Il pragmatismo è una filosofia intellettualmente sicura ma alla fine sterile.

La verità, non un animale domestico, è la migliore amica dell’uomo.

Nessun uomo dovrebbe uscire dalle nostre università senza sapere quanto poco sa.

Diffidate delle statistiche. Ho conosciuto un professore di statistica morto annegato in un fiume che aveva la profondità media di appena trenta centimetri.

Finché gli uomini sono liberi di chiedere ciò che devono, liberi di dire ciò che pensano, liberi di pensare ciò che vogliono, la libertà non può mai essere persa e la scienza non può mai regredire.

Oggi non sono solo i nostri re a non conoscere la matematica, ma i nostri filosofi non conoscono la matematica e – per andare un passo oltre – i nostri matematici non conoscono la matematica.

Non ci devono essere barriere per la libertà di indagine. Non c’è posto per i dogmi nella scienza. Lo scienziato è libero, e deve essere libero di porre qualsiasi domanda, di dubitare ogni affermazione, di cercare qualsiasi prova di correggere qualsiasi errore.

La teoria della tecnologia moderna mostra che niente è pratico quanto la teoria.

Ci sono dei fanciulli che giocano per le strade, i quali potrebbero benissimo risolvere qualcuno dei problemi di fisica nucleare che mi pongo, proprio perché essi hanno delle forme di percezione che ormai io ho perso da tempo.

Sia l’uomo di scienza che l’uomo di azione vivono sempre al margine del mistero, circondati da esso.

Lo scienziato è libero, e deve essere libero di porre qualsiasi domanda, di dubitare di qualsiasi asserzione, di cercare ogni prova, di correggere ogni errore.

In lui non c’era quasi nulla di ricercato ed era totalmente inesperto delle cose del mondo… Ha sempre avuto una purezza meravigliosa, fanciullesca e insieme profondamente ostinata.
(Robert Oppenheimer su Albert Einstein)

Qualsiasi uomo i cui errori richiedano dieci anni per essere corretti è davvero qualcuno.
(Robert Oppenheimer su Albert Einstein)

Il lavoro della scienza è cooperativo; uno scienziato considera i suoi colleghi come giudici, competitori e collaboratori.
(Scienza e pensiero comune, 1954)

La tirannia, quando diventa assoluta, o quando è incline a diventarlo, scopre che è impossibile continuare a vivere a fianco della scienza.
(Scienza e pensiero comune, 1954)

Sappiamo che l’unica maniera per evitare l’errore è di scoprirlo, che l’unica maniera di scoprirlo è di essere liberi di indagare. Sappiamo che il prezzo della segretezza è la corruzione. Sappiamo che la segretezza permette all’errore di nascere e di sviluppare la sua azione sovversiva.
(Scienza e pensiero comune, 1954)

La scienza non è tutto, ma la scienza è molto bella.
(Una delle ultima frasi di Robert Oppenheimer, 1966)