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Le frasi più belle di Emilio Salgari

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Il 21 agosto del 1862 nasceva a Verona, Emilio Salgari, scrittore di romanzi di avventura nei mari del sud. Senza mai essersi spostato dall’Italia (“scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli”).  Salgari ha saputo narrare avventure esotiche che hanno fatto sognare e stimolato la fantasia di generazioni di ragazzi. Emilio Salgari è il padre del personaggio Sandokan e autore delle Tigri di Mompracem, il primo romanzo della saga di Sandokan, il più celebre e il più amato degli eroi salgariani. Alcune sue opere hanno avuto trasposizioni cinematografiche e televisive.

Nel 1909, depresso dalla troppo intensa attività letteraria e dalla reclusione di sua moglie in manicomio, Emilio Salgari viene salvato da un primo tentativo di suicidio. A distanza di due anni (il 25 aprile 1911), esce di casa portando con sé il rasoio con cui decide di togliersi la vita, tra gli arbusti delle colline torinesi.

Presento una raccolta delle Frasi più belle di Emilio Salgari. Tra i temi correlati Frasi, citazioni e aforismi sul romanzo e la narrativa e Frasi, citazioni e aforismi sull’avventura.

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Le frasi più belle di Emilio Salgari

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli.

Yanez fumava flemmaticamente la sua eterna sigaretta.
(dal romanzo I pirati della Malesia)

-Mompracem!- esclamò egli raddrizzando l’alta statura.
E rimase lì a contemplare la sua selvaggia isola, il baluardo della sua potenza, della sua grandezza in quel mare che non a torto chiamava suo. Egli sentiva di ritornare, in quel momento, la formidabile Tigre della Malesia dalle leggendarie imprese.
(Dal romanzo Le tigri di Mompracem)

In quella sala, così stranamente arredata, su di una poltrona, colla testa fra le mani, come di chi medita, se ne stava Sandokan, il sanguinario capo dei pirati di Mompracem.
(Dal romanzo Le tigri di Mompracem)

Ma non sapete che il mio cuore scoppia, quando io penso che verrà il giorno in cui io dovrò lasciarvi per sempre e non rivedervi mai più?
(Dal romanzo Le tigri di Mompracem)

Non irritatevi se io vi confesso il mio amore, se vi dico che io, quantunque figlio d’una razza di colore, vi adoro come un dio, e che un giorno anche voi mi amerete. Non so, dal primo momento in cui mi appariste, io non ebbi più bene su questa terra, la mia testa si è smarrita, vi ho sempre qui, fissa nel mio pensiero giorno e notte.
(Dal romanzo Le tigri di Mompracem)

Ascoltatemi, milady, tanto è potente l’amore che mi arde in petto, che per voi lotterei contro gli uomini tutti, contro il destino, contro Dio! Volete essere mia? Io farò di voi la regina di questi mari, la regina della Malesia! Ad una vostra parola, trecento uomini più feroci delle tigri, che non temono né piombo, né acciaio, sorgeranno e invaderanno gli stati del Borneo per darvi un trono.
(Dal romanzo Le tigri di Mompracem)

La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo.
(Dal romanzo Le tigri di Mompracem)

Il sole non era per anco tramontato, ma le tenebre cominciavano di già a scendere, come se fossero impazienti di celare la lotta accanita che si combatteva in cielo ed in terra.
(dal romanzo La regina dei Caraibi)

Tutta l’immensa vallata del rio delle Amazzoni, bagnata dal più grande fiume dell’America meridionale, è coperta da foreste d’una bellezza meravigliosa, che non hanno eguale in tutte le altre parti del mondo.

A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.
(Con questa frase Emilio Salgari scelse di congedarsi dai suoi editori prima del suicidio)

Sono un vinto: non vi lascio che 150 lire, più un credito di altre 600 che incasserete dalla signora.
(Nell’ultima lettera rivolta ai suoi quattro figli)