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“Il buono, il brutto, il cattivo” è un film del 1966 diretto da Sergio Leone ed è considerato tra i più celebri western della storia del cinema.
La scena finale del film è rimasta esemplare sia per la ripresa, sia per il montaggio, sia per l’uso sapiente della colonna sonora di Ennio Morricone. A proposito della sequenza finale Quentin Tarantino dice: “Eppure, per quanto mi sforzi, non credo che riuscirò mai a girare qualcosa di così perfetto come l’ultima sequenza de ‘Il buono, il brutto, il cattivo’. Proverò a raggiungere quel livello, anche se non credo che ce la farò mai”.
Presento una raccolta delle Frasi più belle del film Il buono, il brutto, il cattivo. Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle del film Il Gladiatore e Le frasi più belle del film Apocalypse Now.
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Le frasi più belle del film Il buono, il brutto, il cattivo
Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi.
(Biondo riferendosi a Tuco)
Le domande non sono mai indiscrete.
Le risposte a volte lo sono.
(Sentenza)
Chi possiede più bottiglie per ubriacare i soldati e mandarli al macello, quello vince. Noi e quelli dall’altra parte del fiume abbiamo solo una cosa in comune: la puzza dell’alcool. Come hai detto che ti chiami tu?
(Capitano Clinton)
– Cacciatore di taglie: Ehi tu, lo sai che la tua faccia somiglia a quella di uno che vale duemila dollari?
– Biondo [comparendo alle loro spalle]: Già… ma tu non somigli a quello che li incassa…
Maledetti gli sceriffi e chi li ha fatti…
(Tuco)
Già ricercato in quindici contee di questo stato, il qui presente Tuco Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez è stato da questa corte riconosciuto colpevole dei seguenti reati: rapina a mano armata; stupro di una fanciulla vergine di razza bianca; deragliamento di un convoglio ferroviario a scopo di assalto e rapina; evasione da quattro prigioni di Stato con ferimento di sette guardie; traffico illecito di armi ed esplosivi di proprietà dell’esercito; incendio doloso del municipio e della prigione di El Paso e dell’ufficio dello sceriffo di Sonora; detenzione e traffico illecito di schiavi fuggitivi; truffa ai danni di una carovana di pionieri, essendosi spacciato per guida, avendo riscosso in anticipo il compenso dell’intero viaggio e avendo quindi abbandonato la carovana nel territorio di caccia degli Indiani Apache; abigeato, per aver rubato una mandria.
(Giudice, leggendo i capi d’accusa contro Tuco)
– Che cosa orribile!
– Non basta una corda per fare un impiccato.
– Cosa volete dire?
– Che anche uno straccione come quello ha il suo angelo custode…
(Sentenza)
Tuco: Il mondo è diviso in due, amico mio: quelli che hanno la corda al collo e quelli che la tagliano. Solo che il collo dentro la corda è il mio, sono io che rischio, perciò la prossima volta voglio più della metà.
Biondo: Sì, è vero che tu rischi. Ma io taglio e se tu mi abbassi la percentuale – be’, potrei sbagliare la mira.
Tuco: Ma se sbagli devi sbagliare sul serio. Perché chi mi frega e poi non mi ammazza, vuol dire che non ha capito niente di Tuco. Niente!
Tu ce l’hai mai avuta una corda al collo? Be’, t’assicuro che quando si mette a stringere tu senti già il diavolo che ti morde le chiappe.
(Tuco al Biondo)
Tuco: Vigliacco, Giuda, traditore bastardo! Vieni qui! Dove vai?! Scendi da cavallo se sei un uomo! Scendi da cavallo! Torna indietro! Ti strappo il cuore e me lo mangio! Ti spello vivo! Ti impicco con le tue budella! Io t’ammazzo, eh! Io t’ammazzo!
Biondo [fermatosi un po’ più lontano]: Che ingrato, dopo tutte le volte che t’ho salvato la vita. [scappa a cavallo]
Tuco: Biondo, ma che fai? Ma che, te ne vai? Aspetta! Biondo, senti, aspetta! [urlando] Hijo de na gran puta!!
Sto cercando un mezzo sigaro, con dietro la faccia di un gran figlio di cagna alto, biondo e che parla poco.
(Tuco parlando del Biondo)
Gli speroni si dividono in due categorie: qualcuno passa dalla porta e qualcuno dalla finestra. (Tuco)
La vedi quanta bella sabbia? Be’, quello è il deserto, un forno lungo centocinquanta miglia, anche la guerra ha paura a passarci. Da quella parte scappano i confederati, da questa arrivano i nordisti, ma qui nessuno ci mette piede. Solo tu o me. Bella come passeggiata, non ti pare? Come m’hai detto quella volta? “Se risparmi il fiato un tipo come te ce la può fare”. Se invece non ce la fa, muore, ma lentamente… molto lentamente.
(Tuco al Biondo)
Io… io dormirò tranquillo… perché so che il mio peggior nemico… veglia su di me.
(Biondo a Tuco)
Ehi Biondo non mi morire adesso… Siamo sempre stati amici noi due…
(Tuco al Biondo)
Capitano Harper: Io me ne frego di quello che fanno nei campi sudisti! Nel mio campo non voglio che i prigionieri siano torturati, derubati e assassinati.
Sentenza: Sarebbe un’accusa?
Capitano Harper: Sergente, la cancrena mi sta divorando una gamba ma non gli occhi. Io so che i prigionieri vengono regolarmente spogliati di tutti i loro oggetti personali e so che intorno al campo vi braccano sporchi individui pronti a comprare la refurtiva, ma finché sono io il comandante, queste cose non le permetto, sono stato chiaro?
Sentenza: Certo! Finché voi sarete il comandante.
Sentenza: Dì Tuco, ti piace la musica?
Tuco: La musica? Ah, sì che mi piace: fa bene alla digestione.
Biondo: E per me non la fai suonare la musica?
Sentenza: Parleresti?
Biondo: Credo proprio di no.
Sentenza: Lo credo anch’io… e non perché sei più duro di Tuco. Sei solo più furbo: parlare non ti salverebbe.
– Tuco: Dio è con noi perché anche lui odia gli Yankee! Urrà!
– Biondo [osservando meglio i soldati sempre più vicini]: No, Dio non è con noi, perché anche lui odia gli imbecilli…
Biondo: Visto che facciamo la stessa strada, è meglio farci compagnia. [contando gli uomini di Sentenza] Uno, due, tre, quattro, cinque e sei… Sei, numero perfetto!
Sentenza: Non è tre il numero perfetto?
Biondo: Sì, ma io ho sei colpi qui dentro… [riferito alla sua pistola]
Quando si spara, si spara, non si parla.
(Tuco)
Ogni pistola ha la sua voce e questa la conosco.
(Biondo dalla strada, riferendosi a Tuco)
I tipi grossi come te mi piacciono perché quando cascano fanno tanto rumore.
(Tuco rivolto al caporale Wallace)
Non vorrei essere nei panni del tuo amico, sai. Più forte canta il coro, più forte pesta Wallace. Ci son passati in tanti là dentro.
(Un detenuto parlando al Biondo, riferendosi a Tuco)
Ehii Biondooo!!! Lo sai di chi sei figlio tuuu? Sei il figlio di una grandissima puttaaaa.
(Finale del film)