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Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 6 settembre 1925 – 17 luglio 2019) è uno degli scrittori più amati in Italia, autore del famoso personaggio Montalbano.
Carlo Bo scrive: “Andrea Camilleri occupa un posto che non esisteva nella letteratura italiana, offrendo libri di qualità e di buona presa sul pubblico, come hanno fatto Georges Simenon in Francia e Graham Greene in Inghilterra”.
Presento una raccolta delle frasi più belle di Andrea Camilleri, tratte dai suoi libri e dalle sue interviste. Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle di Georges Simenon, Frasi, citazioni e aforismi di Leonardo Sciascia, Frasi, citazioni e aforismi di Luigi Pirandello e Frasi, citazioni e aforismi di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
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Le frasi più belle di Andrea Camilleri
Fatevi condizionare il meno possibile da una società che finge di darci il massimo della libertà.
Mentre il rigore morale e l’onestà non sono contagiosi, l’assenza di etica e la corruzione lo sono, e possono moltiplicarsi esponenzialmente con straordinaria velocità.
(da Segnali di fumo)
Possibile che logica, buon senso, sincerità non abbiano più corso legale in Italia?
(da Segnali di fumo)
Non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu rispetto all’altro sei l’altro.
Adoro chi osa. Odio chi usa.
Non basta leggere, bisognerebbe anche capire. Ma capire è un lusso che non tutti possono permettersi.
(da Segnali di fumo)
Gli innamorati non perdono tempo a scrivere “ti voglio bene”, mandano una sigla, tvb. E se si vuole far partecipi gli amici di un dolore o di una gioia, basta inviare loro il disegnino che mostra un faccino triste o sorridente. L’omologazione assoluta. Spero che i poeti, gli scrittori, gli artisti, gli scienziati continuino a scrivere lunghe lettere agli amici, ai colleghi, alle loro donne. Altrimenti i nostri posteri non capiranno nulla dei nostri sentimenti, di com’eravamo.
(da Segnali di fumo)
Il prossimo sdilluvio universale non sarà fatto d’acqua, ma di tutti i nostri rifiuti accumulati nei secoli. Moriremo assufficati dalla nostra stissa merda.
(da La prima indagine di Montalbano)
Bisogna guardare la tv portandosi appresso un paracqua ideale che permetta al nostro cervello di restare asciutto e lucido, di non inzupparsi di tutte le informazioni distorte, contraffatte, alterate, finalizzate che ci vengono propinate.
(da Segnali di fumo)
È comprovato che gli imbroglioni più grandi sono e più riescono simpatici a tutti
(da Segnali di fumo)
Una volta un raccomandato veniva considerato per quello che veramente era, e cioè un tale che, non riuscendo a farcela con le proprie forze, pregava un santo in paradiso di dargli una spintarella. Oggi invece l’essere raccomandati è come uno status symbol e il raccomandato si affretta a farlo sapere in giro.
(da Segnali di fumo)
Un autentico cretino, difficile a trovarsi in questi tempi in cui i cretini si camuffano da intelligenti.
(Il ladro di merendine)
L’umanità è un immenso formicaio e se vuoi conoscerla davvero devi trasformarti in formica e viverci dentro.
(Inseguendo un’ombra)
Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa da tutte le altre.
(Un mese con Montalbano)
Giornalista: “Cosa Le manca della Sicilia?”
Andrea Camilleri: “U scrusciu du mari”.
Che cosa straordinaria possono essere i libri. Ti fanno vedere posti in cui agli uomini succedono cose meravigliose. Allora la testa ti parte per un altro verso, gli occhi scoprono prospettive fino a quel momento inedite. E cominci a farti parecchie domande.
Distino dell’intelligenti era d’essiri mangiati sempri e comunqui dai cretini cchiù furbi.
(Una voce di notte)
La perdita della solidarietà dell’uomo con l’uomo è gravissima, sta cambiando il nostro dna e non so spiegarmene le ragioni
(da Il Sole 24 ore)
C’è un piccolo problema: le parole che per me sono importanti, credo che comincino ad essere assai meno importanti per troppe persone. Per esempio lealtà, onore, dignità
(Intervista su Il piccolo)
Credere che la giovane età di un uomo politico sia già di per sé portatrice d’idee innovative a me pare, sinceramente, un’avventatezza. Tra l’altro, il fascismo privilegiava i giovani e si è visto il bel risultato. Le idee veramente nuove possono venire tanto dai giovani quanto dalle persone anziane.
(da Segnali di fumo)
L’uomo politico difficilmente si accorge di aver esaurito il suo corso e rimane attaccato al posto di potere come la patella allo scoglio.
(Segnali di fumo)
L’esempio assoluto del meglio della donna siciliana: riservata, tenace, determinata, convinta delle proprie idee e pronta a battagliare per esse, e nello stesso tempo dolcissima, generosa, comprensiva, sensibilissima.
(da Donne)
Quella pacata ma sovrumana determinazione di cui solo certe donne sono a volte capaci.
(da Donne)
Tra siciliani, un vero amico non deve chiedere all’altro una qualche cosa, perché non c’è bisogno, in quanto sarà preceduto dall’offerta dell’amico, che ha intuito la domanda che sarebbe arrivata.
(Da i racconti di Nené)
I tri quarti di quelli che accattano i giornali, si leggino sulo i titoli che spisso, e questa è ’na bella usanza tutta taliàna, dicino ’na cosa opposta a quello che dici l’articolo.
(Una voce di notte)
Ogni singola storia d’amore, vissuta o inventata, riesce a essere unica e diversa e irripetibile rispetto ai miliardi di altre storie già accadute, che accadono, che accadranno. Insomma, l’amore non s’impara né teoricamente né andando a bottega da altri. S’impara amando, vale a dire perdendosi.
(da Segnali di fumo)
C’è chi dice che adopero il siciliano come l’uva passa: ne lascerei cadere qualche chicco su una struttura italiana. Non è così. La cosa è più complessa. Io utilizzo le parole che mi offre la realtà per descriverla in profondità. Non potrei mai ambientare un mio libro in una città che non conosco.
(da Il Secolo XIX)
Fin quando un personaggio non è in grado di alzarsi dalla pagina e cominciare a camminarmi per la stanza, quel personaggio, secondo me, ancora non è risolto.
(I racconti di Nené)
Montalbano è sopravvissuto alla mia volontà di estinguerlo in virtù del suo successo, e spesso anzi mi ha intralciato su altri progetti. Spuntava e mi tentava: “lascia perdere e dedicati a me…”.
(da Il Sole 24 ore)
Montalbano è meteoropatico, come molti siciliani. Le stagioni oggi hanno perso la strada, una volta erano gente d’onore, si presentavano in modo appropriato. Non c’erano inverni caldi, ma moderati.
(da Il Secolo XIX)
Era l’insonnia della vecchiaia, quella che notte dopo notte ti condanna a stare vigliante, a letto o in poltrona, a ripassarti la tua vita minuto per minuto, a ripatirla sgranandola come i grani di un rosario.
(La paura di Montalbano)
Confesso, con Neruda, che ho vissuto. Ma mi corre l’obbligo di confessare anche che, alla mia veneranda età, molte delle cose per le quali ho vissuto mi appaiono come fatte da una persona che aveva il mio nome, le mie fattezze, ma che sostanzialmente non ero io.
(da Segnali di fumo)
Mettiamola così: il tempo è una giostra sempre in funzione. Tu sali su un cavalluccio o un’automobilina, fai un bel po’ di giri, poi, con le buone o con le cattive, ti fanno scendere”
(da Segnali di fumo)
E’ il pensiero della morte che aiuta a vivere.
(La paura di Montalbano)
Io sono stato povero e ho conosciuto il successo in tarda età. Tutto è arrivato tardi nella mia vita, e questa è una fortuna: mi sento come di aver vinto alla Sisal. Il successo fa venire in prima linea l’imbecillità. Se avessi ottenuto da giovane quel che ho oggi, non so come sarebbe finita. Non conosco il mio livello di imbecillità.
(da Il Venerdì di Repubblica)
Forse, senza saperlo, stiamo combattendo la prima guerra globale degli anni duemila. Una guerra che non usa più armi, che non bombarda né fa esplodere atomiche, che non provoca morte ma produce fame, disoccupazione, scontro sociale, impoverimento, insomma riduce sul lastrico i perdenti.
(da Segnali di fumo)
Ogni tanto mi capita di seguire una trasmissione televisiva basata su domande di vario genere rivolte ai concorrenti. Che sono di ogni età. Spesso rimango sconvolto. Alla domanda: «In che anno il fascismo mise la tassa sul celibato?», una trentenne risponde senza esitare: «Nel 1956». Alla domanda su chi fosse l’inventore del parafulmine, la risposta di un sessantenne baldanzoso è: «Rita Levi-Montalcini». E ancora: «Come si chiamava il servo di don Chisciotte?». Risposta lapidaria: «Rigoletto». E potrei continuare. Invece è assai difficile che i concorrenti sbaglino le risposte sul festival di Sanremo, sui cantanti, sulle squadre di calcio, sui campionati sportivi. Tutta colpa della scuola? Ma fatemi il piacere!
(da Segnali di fumo)
In gioventù percepisci il tempo come un’entità astratta, nella maturità acquisti la nozione di un tempo in qualche modo collegato concretamente al tuo esistere, nella vecchiaia… Nella vecchiaia raggiungi la consapevolezza che il tempo è un flusso continuo che scorre al di fuori di te.
(da Segnali di fumo)
La cultura è sempre ragionata inclusione, mai partigiana esclusione.
(da Segnali di fumo)
La notte cambia odore ogni ora che passa.
(da L’odore della notte)
È un gioco tinto, quello dei ricordi, nel quale finisci sempre col perdere.
(da L’odore della notte)
La percezione del tempo, soprattutto in certe situazioni di forte emotività, subisce delle notevoli alterazioni, ore trascorrono in un lampo e pochi minuti durano un’eternità.
(da Segnali di fumo)
Era tradizioni ’n Sicilia che ogni delitto di mafia vinissi, in primisi, fatto passari come originato da ’na quistioni di corna.
(La piramide di fango)
Il rinnovamento avverrà quando qualcuno avrà finalmente il coraggio di dire che in politica non tutto è possibile.
(da Segnali di fumo)
L’italiani non amano sintiri le voci libbire, le virità disturbano il loro ciriveddro in sonnolenza perenni, preferiscino le voci che non gli danno problemi, che li rassicurano sulla loro appartinenza al gregge.
(Una voce di notte)
Leggere le pagine dei quotidiani siciliani è, purtroppo spesso, assai più appassionante di un romanzo giallo.
(da la Repubblica)
Lo scirocco è uno dei momenti più belli che possano essere concessi all’uomo, in quanto l’incapacità di movimento in quei giorni ti porta a stare immobile a contemplare una pietra per tre ore, prima che arrivi un venticello. Lo scirocco ti dà questa possibilità di contemplazione, di ragionare sopra alle cose.
(da Il Secolo XIX)
Na copia priva di ’ntuizioni e di idee, ’ncapaci di fari connessioni e deduzioni spiricolate, senza slancio, senza passioni, senza vitalità.
(Le piramidi di fango)
La vera differenza tra un uomo e un altro uomo risiede nelle loro teste, nei loro pensieri, e non nelle insegne, nelle bandiere, nelle divise, nelle rotelle di panno
(Inseguendo un’ombra)
Abbisognava portari pacienza con ’sta genti che usava parlari a cuda di porco, ’ntorciuniata, mai ’n forma esplicita.
(Una lama di luce)
Ci sono uomini di qualità che, messi in certi posti, risultano inadatti proprio per le loro qualità all’occhi di gente che qualità non ne ha, ma in compenso fa politica.
(La prima indagine di Montalbano)
La scarsa levatura di un uomo politico talvolta la si cerca di compensare con la frase: «però è una persona onesta». A me sembrano parole prive di senso. Mi suonano come se si dicesse che un tale è un mediocre, però in compenso ha due braccia e due gambe. L’onestà dovrebbe essere la conditio sine qua non dell’uomo politico
(da Segnali di fumo)
Credo che andare in vacanza quando ci vanno tutti sia di una cafoneria imperdonabile.
(Ferragosto in giallo)
I pinseri sunno i peggiori nimici della panza e, rispetto parlanno, della minchia.
(Una voce di notte)
Le parole? Le parole cose d’aria, sono.
(La forma dell’acqua)
Uno scrittore di livello restava tale anche quando scriveva romanzi gialli.
(da Come la penso: alcune cose che ho dentro la testa)
Scrivo perché non so fare altro. Scrivo perché dopo posso dedicare i libri ai miei nipoti. Scrivo perché così mi ricordo di tutte le persone che ho amato. Scrivo perché mi piace raccontarmi storie. Scrivo perché mi piace raccontare storie. Scrivo perché alla fine posso prendermi la mia birra. Scrivo per restituire qualcosa di tutto quello che ho letto.
(da Come la penso: alcune cose che ho dentro la testa)
La critica letteraria, o parte di essa, predilige le classificazioni schematiche, dentro le quali si addormenta. Allora Camilleri è stato classificato come scrittore di gialli. Tutto deve rientrare in questo schemino.
(da L’unità)
Che paìsi era quello indove un ministro che era stato ’n carrica ’na vota aviva ditto che con la mafia bisognava convivere?
(da Una voce di notte)
La vita dei vecchi come me a un certo momento consiste in un elenco: quello dei morti. Che a poco a poco diventano tanti che ti pare di essere rimasto solo in un deserto.
(da Un mese con Montalbano)
La massima fortuna che un omo può aviri nella vita è quella di non arrivare mai a un punto di disperazione dal quale non puoi tornare narrè.
(da Il medaglione)
Non capisco perché nel linguaggio dei politici e dei governanti con “grandi opere pubbliche” si intenda solo ed esclusivamente la costruzione di ponti, gallerie, autostrade. Che spesso e volentieri, sia detto tra parentesi, si rivelano essere né impellenti né necessarie, ma sicura fonte d’illeciti guadagni. Mi chiedo: mettere mano a Pompei, che se ne cade letteralmente a pezzi, non sarebbe una grande opera pubblica? E non lo sarebbe anche una vera riforma universitaria che adeguasse i nostri atenei alle richieste di lavoro del mondo d’oggi, dotandoli di attrezzati laboratori di ricerca? E come definire altrimenti la ristrutturazione e l’attenta manutenzione dei nostri archivi storici che sempre più s’approssimano allo sfacelo?
(da Segnali di fumo)
La speculazione era qualcosa che atteneva al solo pensare. Poi la parola ha mutato di segno, acquistando la valenza inversa. Oggi esistono la speculazione edilizia, la speculazione finanziaria, la speculazione dei mercati. Una volta la speculazione creava un sistema filosofico valido per tutta l’umanità, oggi arricchisce qualche speculatore privo di scrupoli.
(da Segnali di fumo)
Può un vero cristiano amare il capitalismo? Perché se è vero che da un lato è stato possibile quantificare le vittime del comunismo, le vittime del capitalismo, invece non vengono quantificate da nessuno.
(da L’unità)
Rispetto alla natura, la gente è ancor più complessa e variegata. Il bello della Sicilia è la scoperta quotidiana di siciliani sempre diversi. Chiudere il siciliano in un ruolo di tanghero scostante è un errore grosso. Certo che esiste un siciliano di questo tipo ma c’è anche il sangue di tredici dominazioni.
(da Il Secolo XIX)
Colui che una volta scriveva poesia, racconti, romanzi, nella Sicilia della mia giovinezza era un perditempo o un pazzo “pirinnello” cioè “un Pirandello”, che perdeva tempo in cose campate in aria, inutili. Credo che cinquant’anni siano serviti a far capire che la cultura a qualche cosa serve. Cioè chi fa cultura oggi può non sentirsi una cimice che succhia il sangue di quelli che lavorano, quindi questo nuovo atteggiamento ha aperto alcuni orizzonti a nuove case editrici, a scrittori, a saggisti. Il problema è che siano letti e a questo ancora non ci siamo arrivati. La nostra regione ha uno dei tassi di lettura più bassi d’Italia, che è già tra i livelli più bassi d’Europa.
(da Il Secolo XIX)
Le mie opere sono uova fresche di giornata e i miei cassetti sono pieni di cose che riguardano i miei nipoti. Dirò di più. Mi disfo di tutto quanto ha a che fare con un libro non appena l’ho pubblicato. Distruggo le prove del reato, insomma.
(da Il Secolo XIX)
Gli pigliò la mano per salutarlo. Non s’aspettava il modo in cui lei gliela strinse: fu come se gli avesse arravugliato attorno alle dita non la sola mano ma il suo corpo intero e come la mano dell’uomo, diventata un’altra cosa, fosse entrata nel dentro più dentro di lei, fino alla sua noce di fìmmina.
(da Il birraio di Preston)
T’arridduci a desiderare la morti perché è un vuoto assoluto, un niente, liberati dalla dannazione, dalla persecuzione della memoria.
(La paura di Montalbano)
Nisciuna pausa può essere concessa in questa sempre più delirante corsa che si nutre di verbi all’infinito: nascere, mangiare, studiare, scopare, produrre, zappingare, accattare, vendere, cacare e morire.
(L’odore della notte)
Alla libertà dell’uomo libero sempre più viene preferita la servitù del cortigiano.
(Dentro il labirinto)
La rivoluzione la intendo come una forza propulsiva, come il convergere di alcune situazioni storiche che determinano l’esplosione di tutte le valvole di sicurezza. La rivoluzione è un avvenimento che cambia il mondo.
(da L’Unità)
Due cose mi dispiace non vedere: i colori e mia nipote che cresce.
(Da La lettura – Il corriere)
Non voglio morire male, non voglio avere il pessimismo, voglio morire con la speranza che i miei figli i miei nipoti i miei pronipoti vivano in un mondo di pace. Bisogna che i giovani si ribellino… Non disilludetemi.
(da Che tempo che fa)