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Le frasi più belle di Margherita Hack

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Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013) è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana contemporanea ed è nota a livello mondiale per gli importanti studi da lei svolti nell’ambito dell’astrofisica. È stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale

Presento una raccolta delle frasi più belle di Margherita Hack. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi di Rita Levi Montalcini, Frasi, citazioni e aforismi di Albert Einstein, Frasi, citazioni e aforismi sulla scienza e Frasi, citazioni e aforismi sulle stelle.

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Le frasi più belle di Margherita Hack

Margherita Hack

Tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli.

Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile.

E’ così bello fissare il cielo e accorgersi di come non sia altro che un vero e proprio immenso laboratorio di fisica che si srotola sulle nostre teste.

Non è necessario avere una religione per avere una morale, perché se non si riesce a distinguere il bene dal male quella che manca è la sensibilità, non la religione.

Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.

Non potete neanche immaginare quanto sia divertente capire come funziona una stella. E il bello è che tutte queste cose si possono studiare anche senza lasciarsi divorare dalle solite eterne domande intrise di presunzione: «Chi siamo noi? Da dove veniamo? Qual è il senso della nostra vita? Cosa ci aspetta dopo la morte?».

La carne mi ripugna, non tanto per l’odore, ma per il pensare da dove viene, quali sofferenze ha sopportato l’essere vivente, un mammifero come me, a cui apparteneva.

Nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire.

La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l’universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato dall’alto, in una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede.

Le persone vere spaventano. Per questo spesso rimangono sole. Perché sono sincere, sono oneste e quando vogliono dire qualcosa, lo dicono nel modo più vero che conoscono.

Essere laici significa non essere fondamentalisti, non volere imporre agli altri le proprie credenze, razionali o irrazionali che siano.

Le distanze – con gli extraterrestri – sono talmente enormi che è praticamente impossibile che avvenga un contatto. Bisognerebbe superare la velocità della luce.

C’è chi sogna di incontrare gli extraterrestri e non ha mai avuto un cane o un gatto e non sa che cosa ha perso, di quanto affetto e intelligenza sono capaci. Non conoscere e non amare gli animali è una grave perdita per la nostra stessa vita e felicità.

L’astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell’universo, come si è pensato a lungo e come qualcuno ci vuol far pensare anche oggi. Siamo solo un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell’evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri.

Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle; tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio, sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle.

Ho visto brandire il crocifisso come una spada, proprio da parte di coloro che meno rispettano gli insegnamenti di Cristo.

L’etica di un non credente è più pura e disinteressata di quella di un credente che si comporta bene perché spera nella ricompensa e teme la punizione nell’aldilà.

Preferisco il protone al paradiso.

Penso che il cervello sia l’anima, non credo alla vita dopo la morte e tanto meno a un paradiso in versione condominiale, dove reincontrare amici, nemici, parenti, conoscenti.

Pianeta è una parola che deriva dal greco e significa stella errante.

Ma quale nonna e nonna, dentro mi sento una giovincella io.

Le leggi morali non ce le ha date Dio, ma non per questo sono meno importanti. Questa dovrebbe essere l’etica dominante, senza aspettarsi una ricompensa nell’aldilà. Senza leggi etiche ci sarebbe il branco e non la società. E andrebbero insegnati valori comuni a credenti e non, il perdono, non fare del male agli altri, la solidarietà. Ma, soprattutto, bisognerebbe imparare a dubitare, a diventare scettici.

L’infinito è, e resta, il contrario del finito. Dal punto di vista scientifico non saprei dire altrimenti. Più bravi di me saranno i filosofi. E i poeti.

Il compito della scienza è cercare di capire quali siano le leggi che regolano l’universo, la nostra vita, i nostri pianeti, senza ricorrere a Dio. Ricorrendo a Dio non c’è più bisogno di scienza. È come se Dio ci desse da fare le parole crociate, tanto poi se non si fanno, spiega tutto lui. Il compito della scienza è proprio quello di fare a meno di Dio. Cercare di capire con la propria ragione.

Alle donne dico di non sentirsi mai inferiori e di procedere come ho sempre fatto io: combattive, piene di fiducia in se stesse e rispettose di colleghi o avversari, ma intransigenti di fronte a qualunque sottostima del loro lavoro.

La scienza non riesce a dare una risposta totale. Quindi il mistero c’è certamente. Se quando morirò dovessi scoprire che c’è la vita eterna, direi a Dio che ho sbagliato. E forse tutto sommato, sarebbe bello essersi sbagliati.

Gesù è stato certamente la maggior personalità della storia. Il suo insegnamento, se è resistito per 2000 anni, significa che aveva davvero qualcosa di eccezionale: ha trasmesso valori che sono essenziali anche per un non credente.

I neutrini hanno superato la luce, ma non portano informazioni. Almeno per il momento, quindi, i viaggi interstellari li lasciamo alla fantascienza.

L’etica laica e, in particolare, l’etica degli atei, che non credono in nessuna entità superiore non meglio definita, ma solo nel dato di fatto dell’esistenza della materia che origina le strutture presenti nell’Universo, da cui si originano anche gli esseri viventi, dai più semplici ai più complessi, si basa sul rispetto del prossimo, uomo o animale che sia e può essere riassunta dai comandamenti di Cristo, che certo non era figlio di Dio, ma una delle più grandi figure dell’umanità, che ha preceduto i suoi tempi di molti secoli: “Ama il prossimo tuo come te stesso” e “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.

La scienza ci dice il come, ma non il perché. Sappiamo come è fatto e cos’è avvenuto durante il Big Bang, che è stato il principio o una fase dell’universo, ma non possiamo sapere perché c’è la materia, perché da una zuppa di atomi e particelle si è arrivati agli elementi, alle stelle e agli esseri viventi. Per la scienza questi sono dati di fatto, ma non ci sono spiegazioni.

Una famiglia di ferventi cattolici divorziati è più sana e serena di una felice coppia gay?

La scienza deve essere libera e lo Stato deve permettere questa libertà della scienza. È assurdo che un ricercatore in Italia debba vivere da precario, tanti bravi ricercatori se ne vanno all’estero.

Gli incidenti devono far riflettere, far pensare a nuove precauzioni, ma non si può rinunciare al nucleare sull’onda emotiva degli incidenti. Anche perché nel pianeta il problema energetico c’è. Petrolio e gas finiranno. Noi già oggi dipendiamo dall’estero.

Le centrali andrebbero costruite nei luoghi del pianeta con minor rischio geologico. E da lì si potrebbe distribuire l’energia.

Gli animali son creature di questa terra, sono nostri fratelli e quindi non è che si devon considerare oggetti a nostra disposizione. Sono esseri viventi che hanno capacità di amare e di soffrire e quindi dobbiamo trattarli proprio come fratelli, come fratelli minori.

Voi, la cui gola profonda e insaziabile, da una parte fruga i mari, dall’altra le terre, in una caccia affannosa agli animali… non lasciate in pace questi animali finché non ne siete sazi, disgraziati! Non capite che la vostra avidità supera la capienza del vostro ventre?

Una persona completamente razionale dovrebbe essere agnostica, vista l’impossibilità di stabilire scientificamente l’esistenza o la non esistenza di Dio.

Ci sono fondamentalisti religiosi, ma anche fondamentalisti atei.

Invece di far uscire dalla classe quelli che non vogliono seguire la lezione di religione cattolica, forse bisognerebbe lasciare al loro posto quelli che vogliono seguire le lezioni normali e, se proprio vogliono, far uscire quelli che desiderano un’ora di religione dando loro la possibilità di seguirla altrove. Chissà quanti sceglierebbero ancora l’«ora di religione» rispetto a un’ora aggiuntiva, ad esempio, di astronomia.

È laica la scuola in cui nulla si insegna che non sia frutto di ricerca critica e razionale, in cui tutti gli studi sono condotti con metodo critico e razionale, in cui tutti gli insegnanti sono rivolti a educare e rafforzare negli alunni le attitudini critiche e razionali.

Uno Stato non teocratico deve riconoscere il diritto all’eutanasia come quello all’aborto, alle unioni di fatto, sia etero che omosessuali, al divorzio, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali; il diritto alla ricerca che possa migliorare in generale le condizioni degli esseri viventi.

La scarsa considerazione che la nostra classe politica e in particolare quella più recente riserva all’istruzione, all’università e alla ricerca è la conseguenza del basso livello culturale della gran maggioranza degli eletti in Parlamento.

La percentuale del PIL dedicata alla ricerca è inferiore a quella di tutti i maggiori Paesi europei e il numero di ricercatori su 1000 abitanti è meno della metà di Francia, Gran Bretagna e Germania. Questi dati da soli dimostrano lo scarso interesse e apprezzamento verso la ricerca, eppure il numero di pubblicazioni sulle principali riviste internazionali e le citazioni delle stesse regge bene il confronto con la produzione dei ricercatori di questi Paesi, a riprova che, nonostante gli scarsi finanziamenti e le lentezze burocratiche, molte nostre università producono buona ricerca.

Senza alcun merito personale, sono vegetariana dalla nascita. Non potrei mai mangiare un animale, perché così avrei privato della vita un essere vivente che prima nuotava, volava o correva, per metterlo nel piatto. Per non parlare delle atroci sofferenze che infliggiamo agli animali in gabbia, nelle stalle, negli allevamenti, facendoli vivere in modo tremendo. Ci rifiutiamo di ammetterlo, volgiamo lo sguardo altrove.

Tu che ami la vita, il bene, la libertà, la giustizia, tu che speri in un mondo migliore senza più violenza, senza più dolore, come puoi nutrirti di animali e non inorridire nell’affondare i tuoi denti in quelle carni pregne di dolore? Come puoi considerare legittimo mangiare la gamba, il fegato o il cervello di una creatura simile a te che non chiede nulla se non di avere il suo umile pasto e la sua libertà? Come puoi accettare di buon grado l’idea che una creatura mite e possente come un cavallo, un bue, un vitello venga crudelmente allevato al solo scopo di essere ucciso, per te?

La scelta vegetariana non è solo determinata dal rifiuto di uccidere, ma è anche quella più salutare ed economicamente più vantaggiosa, perché si sfamano molte più persone direttamente con i prodotti della terra che non con gli animali nutriti con questi prodotti.

Fin dall’antichità l’umanità si è posta la domanda sull’esistenza di altre vite: sin dai tempi di Epicuro, di Plutarco, di Lucrezio Caro. Oggi possiamo dire perlomeno che esistono pianeti extrasolari: la loro esistenza è una condizione necessaria – anche se non sufficiente – per l’esistenza di altre forme di vita.

La felicità è essere contenti di quello che si ha. E io non posso proprio lamentarmi. Ho avuto tanto senza mai scendere a compromessi. Ho battagliato, certo. Ma fa parte del gioco.

Con gli anni la nostra capacità di svolgere un mestiere si perfeziona, si trasforma, troviamo nuovi modi per compiere delle mansioni e – in questa maniera – cambiamo sempre lavoro anche se restiamo fermi. Vale per il panettiere come per l’ingegnere. Invece cambiando continuamente mestiere non facciamo altro che condannarci a restare apprendisti a vita.

Amore e sesso possono essere due cose disgiunte: credo che il sesso si faccia meglio con una persona a cui non vuoi bene, perché puoi essere più istintivo. Con una persona che non ami puoi buttare fuori tutta la tua animalità.

Non pensi quale meraviglia sia il corpo di un essere vivente, e quale stupefacente meccanismo racchiude? Pensa alla capacità del suo cervello di elaborare pensieri, ai suoi occhi di percepire le cose, ai suoi orecchi di udire i suoni, al suo cuore di pulsare, ai suoi polmoni di assorbire l’aria, ai suoi reni di filtrare il sangue.

Credo che scienza e fede operino su due piani completamente diversi: la scienza si basa sull’esperimento, sull’osservazione e sull’interpretazione dei fatti tramite le conoscenze della fisica, quindi si basa sulla ragione. La fede è invece, per l’appunto, un atto di fede: la fede uno ce l’ha o non ce l’ha.

Il sole ha cinque miliardi di anni, e si valuta che resterà invariato – cioè irraggerà la stessa quantità di energia – per circa altri cinque miliardi di anni, e quindi la terra potrà ospitare la vita, se non ci distruggiamo prima, per altri cinque miliardi di anni.

Come faceva notare il filosofo latino Seneca, se le stelle, anziché brillare continuamente sopra le nostre teste, fossero visibili solo da un particolare luogo del pianeta, tutti vorrebbero andarci per assistere allo spettacolo.

Anche il calcio delle nostre ossa e il ferro del nostro sangue sono il prodotto della fine esplosiva delle supernovae.

La struttura materiale e meravigliosamente complessa del cervello è l’hardware che i nostri computer cercano di imitare, mentre tutte le esperienze che si vanno accumulando, da quando si nasce a quando si muore, formano un software in continua evoluzione, che noi chiamiamo anima.

Gli antenati, credevano che l’universo fosse una cupola e si domandavano il perché delle stelle e dei pianeti. Attraverso i secoli siamo riusciti a definire sempre più che cos’è l’universo, ma restano ancora tanti misteri, alcuni dei quali, potrebbero essere anche falsi misteri. Per esempio le ipotesi sull’energia oscura.

Io non mi ritengo così indispensabile e cruciale da anteporre le curiosità sulla mia piccola esistenza a quelle sulla complessità dell’universo. Sarebbe come cercare di nascondere un branco di elefanti dietro a una foglia di fico.

Il numero di specie che scompare ogni giorno in conseguenza dell’inquinamento, dell’occupazione del territorio da parte dell’uomo, della caccia e pesca con mezzi sempre più invasivi ci prospetta un futuro sempre più povero di esseri viventi, in cui l’uomo sopravviverà nutrendosi di animali e vegetali cresciuti in modo sempre più innaturale. Chimica e medicina aiuteranno l’uomo ad adattare il suo fisico e i suoi bisogni spirituali a un pianeta sempre più disumano.

Il divertimento della ricerca scientifica è anche trovare sempre altre frontiere da superare, costruire mezzi più potenti d’indagine, teorie più complesse, cercare sempre di progredire pur sapendo che probabilmente ci si avvicinerà sempre di più a comprendere la realtà, senza arrivare mai a capirla completamente.

Ci siamo ritrovati all’università e a dire il vero ci eravamo piuttosto antipatici. Si litigava sempre, non mi ricordo poi com’è finita che ci siamo innamorati e addirittura sposati.
(Sulla sua storia con il marito Aldo, l’amore di tutta una vita)

Penso alla ciclicità delle mie molecole, pronte a sopravvivermi, a ritornare in circolo girovagando per l’atmosfera e non provo tristezza. Ci sono stata, qualcuno si ricorderà di me e se così non fosse, non importa.