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Inauguro con questo articolo una rubrica intitolata “Lista dei libri di aforismi da ristampare” non perché io creda che in giro ci siano degli editor o editori interessati alla mie segnalazioni. Essi inseguono/eseguono il gusto del pubblico e in questo momento il gusto del pubblico ha una sola cosa in mente: narrativa, declinata in tutte le sue possibili forme, noir, thriller, fantasy, rosa, etc. Ma qualcuno un articolo sui libri di aforismi da ristampare lo deve pur scrivere, anche solo come semplice segnalazione autoreferenziale.
Il primo autore che mi viene in mente, tra i tanti, è Fausto Melotti, nato nel 1901 a Rovereto e morto nel 1986, pittore, scultore, ingegnere, musicista e scrittore, il cui libro principale, Linee, una raccolta di aforismi in prosa e in versi, è stato edito dalla casa editrice Adelphi.
Perché cito Fausto Melotti per primo? Perché ha suscitato in me una grande sorpresa l’asta di Sotheby’s del 26 maggio che ha proposto 6 opere di primissimo livello di Fausto Melotti. Come scrive il Sole 24 Ore, Melotti ha avuto un alto gradimento in sala. La scultura in ottone la “Torre di Babele” del 1968 è stata aggiudicata per 216.750 euro, “La scultura n. 16” (un bassorilievo eseguito nel 1935) per 192.750 euro, la scultura “I pendoli” del 1968 (una delle icone più note dell’artista) per 180.750 euro, l’altra scultura in ottone “La spiaggia” per 130.00 euro. Tutte nettamente al di sopra della base d’asta.
Sempre nel mese di maggio Il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze ha dedicato una mostra a Fausto Melotti grazie alla recente donazione di 132 opere -incisioni, litografie, cartelle e volumi- disposta dalla figlia Marta. L’esposizione, dal 25 maggio al 29 agosto 2010, ripercorre le linee fondamentali del pensiero melottiano dagli esordi artistici alla piena maturità, e comprende alcune sculture e i disegni provenienti dall’Archivio Fausto Melotti di Milano. (Il catalogo della mostra, intitolato Graphikos, è stato appena pubblicato da Mondadori nella collana Electa).
Potrei citare numerose altre iniziative e mostre dedicate a Melotti e al suo linguaggio scultureo caratterizzato da “elementi lineari e geometrizzanti”, da cui è esclusa ogni “modellazione” in favore di una assoluta purezza formale che raggiunge l’apice del suo sviluppo negli anni Settanta con le aeree e fragili costruzioni di fili di rame, di trasparenti retine metalliche e di garza.
Quello che sorprende di fronte a questo interesse sempre maggiore nei confronti del Melotti artista, in crescita non solo in Italia ma anche nei contesti artistici internazionali, è l’indifferenza nei confronti del Melotti scrittore di aforismi.
Come dicevo prima il principale libro di Fasuto Melotti, che si intitola Linee (“nel bel disegno la linea, come un’anima, palpita di indecisioni, di certezze, di voluti inganni”), raccolta di aforismi in prosa e in versi edito da Adelphi nel 1981 nella collana Piccola Biblioteca, è fuori commercio e si trova solo presso librai antiquari (per le diverse edizioni con acqueforti originali che hanno preceduto la pubblicazione di Linee rimando all’articolo di Gino Ruozzi, Scrittori italiani di aforismi. A titolo di curiosità Linee del 1975 con un’acquaforte originale firmata e numerata dall’artista stampata in 100 esemplari da Franco Sciardelli, allegata al volume dentro busta velina protettiva, è in vendita su Maremagnum a 450 euro!).
Nella prefazione a Linee di Melotti, edizione del 1981, Giorgio Zampa, pur senza intraprendere parallelismi tra la produzione artistica figurale e la sua opera letteraria, scrive che “dietro l’apparenza di un notebook, di uno zibaldone d’artista che raccoglie riflessioni, ricordi, moralità, poesie, agudezas, considerazioni tecniche (…) appare un clerc agguerrito, con una padronanza perfetta di ogni risorsa linguistica, di ogni sottigliezza lessicale. Nulla del dilettantismo, anche superiore, dell’artista che detta riflessioni, registra emozioni, considerandole postille, glosse, divagazioni, materiale accessorio rispetto alla forma artistica che gli è propria”. E ancora Giorgio Zampa che scrive che “Melotti è scrittore, senza bisogno di predicati”.
Effettivamente le Linee di Melotti, sono tra i più bei libri di aforismi pubblicati negli ultimi quaranta anni. “Frammenti di una storia delicata, inquietante grazia; forse raccontata in una lingua in cui abbiamo accesso nei sogni, nei giochi” come ebbe a scrivere Giorgio Manganelli nel Messaggero.
Come tutti gli aforisti Melotti tende al ritratto umano (quello nella stagione della vecchiaia), ma si allarga fino a descrivere tutti gli esseri e le forme viventi nella loro relazione ambivalente con lo Spazio e con il Tempo. E’ mia opinione personale che gli aforismi più riusciti sull’infinito non li abbia scritti Einstein (con il suo ormai logoro e abusato “Esistono solo due cose infinite, l’Universo e la stupidità umana, anche se sul primo nutro dei dubbi”) quanto piuttosto Melotti con “L’infinito è uno zero alla rovescia”, “Le parallele, dopo tanto cammino, all’infinito si incontrano. Le nostre tre dimensioni, viste di là, sono una poca cosa”, “L’infinito contiene gli infiniti infiniti. L’infinito è un singolare plurale di se stesso”. Tra razionalità e irrazionalità, tra linee geometriche (rigorosamente euclidee) e apparizioni irreali, presento qui di seguito – auspicandone una ristampa – una scelta di aforismi tratti da Linee, Adelphi, 1981:
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Fausto Melotti, Linee, aforismi scelti
La casa dei genitori è la casa dei figli. Nella casa dei figli i genitori sono ospiti.
Davanti a una testa-biblioteca mi inchino, pensando di onorare non la testa ma la biblioteca.
Quello che oggi è il mio corpo, ieri era il mio feto e domani sarà la mia carogna.
Perché dovrei amarlo?
Il cosmonauta dopo tanto spazio viene deposto in un buco della terra.
Da millenni parliamo ai cani, alle bestie, e non riceviamo che risposte mute. Ci rivolgiamo ai nostri morti e non ci rispondono.
La malinconia è l’anima stessa dell’opera d’arte, perché testimonia melanconicamente la nostra perduta armonia.
Ci siamo abituati a tutti i generi di dittatura e democrazia e ormai, della veemenza di un oratore, interessa solo l’eventuale scoppio della sua dentiera.
Si ride. Ma uno illimitatamente sghignazza. Vorresti non aver riso.
Non sapendo come cavarsela la natura ci fa morire.
Se uno non ha mai riso a crepapelle assieme a sua moglie non sa cosa sia l’amore coniugale.
Crudeli svalutazioni aiutano a definirci.
Il prisma è una supposizione. Il cristallo è una vita.
Nelle aiuole ci sono tutte le vocali, una consonante e tanti fiori.
L’infinito è uno zero alla rovescia.
Rispetto a ciò che non è, qualunque cosa che è, è un miracolo.
Prima della fine, quasi sempre molto prima, recitiamo male la parte di fantasmi.
Si può adorare Gesù e disprezzare la sua chiesa, approvare le teorie comuniste e disprezzare i comunisti, amare l’umanità e trovare insopportabile la gente.
In provincia le strette di mano sono più strette.
Surrealismo Kitsch del balletto classico: matrimonio amore morte tutto avviene con una gamba a mezz’aria.
Frasi senza senso, ripetute più volte, finiscono per trovarne uno.
L’infinito contiene gli infiniti infiniti. L’infinito è un singolare plurale di se stesso.
Se Giotto rinascesse, il mercato lo condannerebbe a ripetere continuamente il suo O.
Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi. I medi restano i medi.
Caro Fabrizio, grazie per la citazione!
Mi fa molto piacere tu abbia trovato qualche spunto sul mio blog. Non conoscevo Melotti fino a quando ho avuto tra le mani i libri di Calvino, con quelle splendide immagini in copertina. Ma ora dammi una dritta: nella mostra agli Uffizi sai quante sue sculture saranno presenti? Un caro saluto, Serena
Nel comunicato ufficiale sulla mostra agli Uffizi ho letto, se non erro, che ci saranno soprattutto incisioni, litografie, cartelle e disegni. Le sculture saranno solo due e ambedue provenienti da una collezione privata.
Su Ibs c’è il link al catalogo della mostra, anche se non c’è nessuna foto o immagine in anteprima
http://www.ibs.it/code/9788837077006/zzz1k1456/fausto-melotti-graphikos-catalogo.html
Grazie ancora per lo spunto.
Fabrizio
Grazie a te per le informazioni! Se quest’estate passerò per Firenze saprò che c’è Melotti ad aspettarmi… 🙂