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Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter, l’articolo di oggi è dedicato a @sonopazzaio (La Pazza). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé:
“Parlare di me non è facile.
Figuriamoci parlare di lei.
Lei chi?
La Pazza, naturalmente.
Ovvero l’altra me che mi abita da sempre e che nel giugno del 2012 ha deciso di venir fuori a dire la sua.
Fuori di testa.
La mia testa.
Ero già su twitter con il mio nome, ma dopo qualche mese ho sentito la necessità di dar voce ad ogni mio singolo pensiero liberandolo dalla persona reale che lo scriveva.
La Pazza è un personaggio di fantasia (e la fantasia è anche un po’ il suo alibi).
Scrive paturnie e altre pazzate rispettando, senza volerlo, la doppia anima di chi la anima.
Nella bio di twitter si definisce bipolare (abita ora il Polo Sud, ora quello Nord) e tiene da sempre corsi di pazzia fool-immersion per ‘guarire’ dalla normalità.
Ogni singola parola si arrichisce di metasignificati.
Il vero gioco sta tutto lì: scomporre per poi ricomporre parole che sono delle vere tessere domino.
‘Parole effetto domino. Domino parole ad effetto’, dice.
Anche le foto scattate per caso danno voce a giochi in 140 caratteri.
E, a volte, diventano pretesto (e pre testo) per prendersi gioco di alcuni tormentoni su Twitter
(come la foto scattata al porto della mia città e la didascalia: “Mi siedo sempre dalla parte del porto”).
La Pazza da qualche tempo è anche fumetto o meglio Fumatto, grazie al fumettista Marco Delrio che ogni venerdì sforna una nuova vignetta basata sui dialoghi demenziali dell’hashtag #noncicapiamopiù.
In altre parole tutto è patchwork in progress“.
Il gioco di parola, (calembour per i francesi, wit per gli inglesi, witz per i tedeschi), è il debordare del significante sul significato, è lo slittamento della struttura del discorso che ci fa riscoprire la forza originaria del linguaggio (liberandoci dalla sua re-pressione)
Tutto è stato già detto, le parole sono logore, così come le modalità discorsive e cognitive abituali, e occorre trovare sotto la logica del discorso un’altra logica che esprima qualcosa di segreto e di nascosto. In questo universo del “già detto” la variazione di una sillaba o anche di un semplice segno della punteggiatura ci permette di ritrovare la libertà e il piacere di giocare con le parole alla ricerca di un senso nuovo.
Come un chimico che unisce sostanze diverse nella speranza di trovare miscele detonanti e nuove materie, così @sonopazzaio gioca con il linguaggio portando gli abituali schemi del pensiero linguistico verso uno “sregolamento” sistematico (“Sei troppo preciso. Vedi di darti una sregolata”) alla ricerca di un senso nuovo. Perché il linguaggio (e il mondo) ha le sue ragioni, ma @sonopazzaio ne preferisce la “follia” (“Tieniti pure le tue ragioni. Io terrò stretta la mia follia”). Così ogni singola parola si arrichisce di metasignificati, “perché il vero gioco sta tutto lì: scomporre per poi ricomporre parole che sono delle vere tessere domino”. E se ci sono pensieri che non hanno nessuna voglia di trasformarsi in parole (“Ho pensieri che non hanno alcuna voglia di trasformarsi in parole”), ci sono parole, che prese in un verso imprevisto (“i girini di parole”), si trasformano invece in pensieri nuovi (“pensieri in via di sviluppo”, “pensieri in movimento”).
Presento una selezione di tweet (ovvero “pazzate”) dell’autrice. In questa cornucopia di intuizioni folgoranti (“Sono sempre sopra le righe”), degni di rilievo sono gli hashtag che costellano e danno un ritmo alla sua timeline come #buongiornounpazzo, #pazzanotte, #sparopazzate, #noncicapiamopiù (sui fraintendimenti del linguaggio) e altri ancora. Insomma una timeline tutta da leggere (l’autrice ha anche un blog Paturnie e altre pazzate dove dei testi più lunghi, frammenti diaristici, talora in versi, “mille parole pronte pronte lì a cadere, una dietro l’altra”, danno voce a ogni singolo pensiero dell’autrice) .
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@sonopazzaio, Tweet scelti
Il destino ce lo costruiamo noi. E’ fato a mano.
Di alcuni di voi mi piacciono gli altri.
Il mio mal di te sta nel cuore.
Amo quando parliamo. E quando parli, amo.
Chi non ti calcola si è fatto bene i conti.
Toglimi ogni dubbio. Poi passa ai vestiti.
L’amore è una trappola. Per troppi.
I miei fantasmi sono tutti all’opera.
Le mie paure mi tremano contro.
Se la gente al mattino aprisse la mente prima di aprire le finestre sarebbe tutta un’altra storia.
Ho un nodo in g8la.
Tu avrai pure ragione, ma io ho sentimento.
Ci resto male. Ma resto sempre.
“Ciao. Disturbo?”
“Bipolare.”
Non fare le cose per forza. Ma non farle nemmeno per debolezza.
Questa cosa che siamo il passato di qualcuno che per noi non è passato, ci deve passare.
In fondo siamo tutti uguali.
È la superficie che ci frega.
.otsuig osrev li rep iam onnav non esoc eL
Al posto tuo mi avvicinerei al mio.
“Hai dubbi?”
“E se anche forse?”
Nella vita faccio tutto con calma perché da piccola ho preso lezioni di piano.
Nell’arco di una vita ventiquattro ore sono solo una freccia.
Ho un buco allo st maco.
Mi spaccio per l’eroina che non sono.
Tu non mi meriti. Ed il merito è tutto tuo.
La gente un po’ suonata va presa a piccole do si.
Tu continua ad amarmi. Ti dico io quando fermarti.
E’ inutile ripetere le cose all’infinito.
Tanto l’infinito non ti ascolta.
Voglio un contatto a tempo indeterminato.
A parole siamo tutti bravi.
Nei fatti, spesso, siamo Don Abbondio.
Ho sbagliato modi.
Ho sbagliato: m’odi?
Programma del giorno:
– pensare a te
– pensare a te
– pensare a te
Non necessariamente in quest’ordine.
“Vedi Napoli e poi muori.”
“E se vedo Roma?”
“Termini.”
Mi spaccio per l’eroina che non sono.
Ho mandato il mio buon senso a farsi benedire, ma la chiesa era chiusa.
Non prendo disordini da nessuno.
Hai vinto tu.
Ora lasciami perdere.
Chi non si espone, non mostra.
Cerco la parità dei sensi.
Non ti muovi, eppure mi commuovi. Sensazioni senz’azioni.
“Le donne. Alti e bassi come sulle montagne russe. E’ il ciclo…”
“Della vita?”
“No. E’ proprio il ciclo.”
Mi sono fatta prendere dal panico.
E’ stato bello.
Il fiato sul collo solo se facciamo l’amore.
Per stampare tutte le mie frasi brevi ho utilizzato una confezione di fogli A4.
Afo-risma.
Ho corso il rischio e sono arrivata ultima.
Che bella gara, però.
Non devi attirare la mia attenzione.
Devi fare attenzione. A me.
Se una donna ti dice che non ha voglia di fare l’amore, non ha mal di testa.
Ha mal di te.
Se la tua felicità passa sulla pelle degli altri, sei proprio sicuro di essere felice?
L’uomo dei miei sogni è Freud.
“Ciao, mi hai cercato?”
“Perché, ti avevo perso?”
#noncicapiamopiù
C’è gente che fa mente locale e poi la subaffitta.
Sei troppo preciso. Vedi di darti una sregolata.
Situazione sentimentale: elatnemitnes enoizautiS
(fidanzata con lo specchio)
Se volevo essere nota nascevo Re.
Io non sogno. Progetto realtà alternative.
#pazzanotte
– “Ancora”, disse la Notte.
– “Per me basta così”, rispose la Luna.
“Sono già piena.”
#pazzanotte
Chi dice che farà il possibile non ha capito che tu sei attratto dal’impossibile.
Le decisioni più importanti si prendono in due. Minuti.
Dopo sei telefoni ho finalmente trovato quello giusto per me.
Sono al settimo cell!
Marte tuonò, ma non gli aprì Nettuno.
La notte porta consiglio, ma io avevo ordinato una pizza.
Certe volte ho paura di scoprire che la realtà è ancor più bella dei sogni.
L’uomo perfetto sa tenermi testa.
Mentre vomito parole.
Siamo fatti opposti.
L’uno per l’altro.
L’Olimpo ormai è a corto di dee.
Vado al massimo.
Ma torno subito.
Da quando ci sei tu, tutto ha un penso.
Ogni cosa mi fa pensare a te.
Ogni strada mi porta da te.
Ogni istante lo vivo per te.
Per te, che sei l’uomo dei miei ogni.
“In un certo senso tu mi piaci.”
“In che senso?”
“Il tatto.”
Ne ho piene le scatole.
E’ ora di traslocare.
Ho accusato il colpo, ma non era stato lui.
Mi fuma il cervello, ma sta cercando di smettere.
Cedo in me stessa.
Mi fido di me(no).
“Ormai leggo libri solo sul Kindle.”
“Dai, non farm’e-reader.”
Ti dividi fra mille impegni.
Moltiplichi i tuoi interessi.
Aggiungi qualcosa.
Ti sottrai ad altro.
Sì, la vita è un problema.
E sei sparito un’altra volta.
Tu e le tue pessime abithoudini.
Leggo e mi libro.
La malinconia, a letto, è una pessima amante.
#pazzanotte
Continuo ad interrogarmi.
Ma ho sempre un alibi di ferro.
“Ti va di scambiare due parole con me?”
“Ok. Io ti dò Cuore e Amore. Tu che mi dai?”
“…”
#noncicapiamopiù
L’amore è un caso meraviglioso.
Ho la testa tra le nuvole.
E sta pure piovendo.
Metto sempre le manie avanti.
Devo fare il cambio stagione.
Ho l’armadio pieno di scuse che non uso più.
Non voglio cambiare di una virgola.
Questo è il punto.
Accadde tutto così, per caos di forza maggiore.
L’oggetto dei miei desideri è proprio un bel soggetto.
Alcuni uomini andrebbero proprio evirati.
Evitati.
Volevo dire evitati.
(refusus freudiano)
Ogni mio desiderio è in ordine.
L’uomo che abita nella casa accanto alla mia è davvero un cesso.
Ho un Wcno di casa.
Non tenere tutto per te.
Tieni un po’ anche per me.
No, non defollowarmi, ti prego!
Restami account!
#twitterlove
Su twitter abbiamo tutti bisogno di un assistente social.
Stiamo lavorando per poi.
Proviamo a capricci?
Ti ho preso le misure.
Ora prenderò le distanze.
Il tradimento? Un terno a letto.
Se la realtà supera la fantasia, la corsa è truccata.
Vado in palestra per rassodare i glutei.
Faccio ginnatica.
No.
Mai.
Non se ne parla.
Nu.
Non sia mai.
(Faccio la raccolta differenziata dei rifiuti)
Fragola, pistacchio, cioccolato, fior di latte, nocciola, amarena.
Questa volta ho davvero esagelato.
“E’ passata la malinconia?”
“Sì e mi ha presa. In pieno.”
L’amore è possesso.
E un po’ sesso.
Ti ho amato.
Pur troppo.
Ok ok ok ok ok ok ok
(mamma Ok e le sue okette)
Se non ricordo, male.
Se non sono presente, ti chiedo per dono.
Sono sotto un plaid.
(I treni erano già tutti occupati)
Alla fine si supera sempre tutto.
Basta mettere la freccia a sinistra.