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Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @GinevraCardinal (Ginevra Cardinaletti). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé: “Non sono mai riuscita a definirmi, pensavo fosse un problema, poi ho imparato ad accettare tutte le mie contraddizioni. L’unica cosa che ho sempre saputo è che amo scrivere, sono riuscita a renderlo la parte fondamentale della mia vita e allora so che ho fatto qualcosa di buono, sono riuscita a volermi bene. Proprio in questi giorni è uscito il mio libro: Il peggio è passato e gli ho sorriso, il titolo è uno dei miei tweet a cui sono più legata, è un po’ la mia filosofia di vita”.
@GinevraCardinal si è iscritta a Twitter a fine 2014. “Ma ho iniziato a scriverci assiduamente nell’estate del 2015” precisa l’autrice, che aggiunge: “Twitter è un modo diverso e divertente per scrivere di me, per raccontarmi”.
In un suo tweet @GinevraCardinal si definisce “molto cinica e romantica. Praticamente una squilibrata” e in un altro tweet una “disillusa piena di voglia di crederci ancora”. In questa ambivalenza e contradditorietà, in questo cortocircuito di cinismo e speranza, l’autrice è una “corazza” che chiede “carezze”, e, in mezzo alle tante “cazzate”, ama nascondere “quelle poche cose scritte con troppo cuore”. Ed è proprio il cuore di @GinevraCardinal, avvolto in una specie di armatura per una sorta di instintiva difesa (“Ero così bella senza armatura. Poi sono morta”), l’elemento pulsante della sua scrittura: “Se le cose le fai con il cuore, prima o poi qualcuno lo vede. Devi solo saper continuare anche quando ti senti tutta la solitudine addosso”. Il cuore di @GinevraCardinal scrive frasi semplici, ma tutt’altro che ovvie, dove elementi come l’educazione (“Quante volte pensano che tu non ti accorga di niente e invece sei solo educato”), la gentilezza, il rispetto, l’onestà e persino la timidezza sono ancora valori da custodire e da difendere. Ma il cuore di @GinevraCardinal è un cuore fragile, un cuore miracolato (“Mi guardo indietro solo per dirmi che è un miracolo essere arrivata fino qui e aver salvato tutta questa voglia di sorridere”), il cuore di una sopravvissuta (“Sono una sopravvissuta. E tra noi sopravvissuti ce lo leggiamo negli occhi”). E ogni tanto questo cuore è circondato da “sensi di colpa, di nausea, di impotenza, di inadeguatezza, di oppressione” perché il mondo là fuori non è per niente facile (“Anche lo schifo è un sentimento”). Ma per fortuna a sorreggere il cuore e dargli ogni volta una nuova luce, c’è questa leggerezza e giocosità di fondo, questa possibilità di rimanere bambina e di innamorarsi ogni volta del mondo anche quando le cose non sono così felici come sembrano: “Mi guardo le rughe intorno agli occhi, le mani che non sono più le stesse, il cuore lacerato e per un attimo ho paura. Poi torno a giocare”. Ed è questa capacità di sorprendersi ancora e di cercare la bellezza del mondo, nonostante tutto e tutti, che dà un tono inconfondibile ai tweet di @GinevraCardinal. Come ci ripete l’autrice in un tweet che sembra quasi riassumere la sua vita: “Ho perso qualche occasione, spesso l’equilibrio, qualche volta la testa, tante volte la fiducia, non ancora tutte le speranze”.
Presento una raccolta dei migliori tweet di @GinevraCardinal.
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@GinevraCardinal, Tweet scelti
Quante volte pensano che tu non ti accorga di niente e invece sei solo educato.
Si illudono di aver vinto, mentre tu non stavi neanche giocando.
Non ho mai visto nessuno godere mentre si accontentava.
Il problema delle rette parallele è che non riescono a smettere di guardarsi.
Da bambina sognavo di diventare invisibile. E ogni tanto ci riesco.
Il peggio è passato e gli ho sorriso.
Come è andata a finire poi con tutte quelle che bastava farle ridere?
C’è sempre qualcosa che non vedo l’ora di raccontarti. Poi mi ricordo che non ci sei.
Da bambini si fanno cose stupide. Come invidiare i grandi.
E se ti aspetti sempre qualcosa in cambio, non sai regalare, sai barattare.
Mi hanno insegnato a chiedere scusa, a dire grazie, a non mortificare. Sembravano abitudini banali, poi ho capito che sono piccoli miracoli.
Si innamorano e disinnamorano nel giro di cinque minuti, e in quei cinque minuti hanno anche il tempo di spiegarci cosa è il vero amore.
Prima di scattare una foto ti dicevano: “Sorridi”. È così che ci hanno insegnato a sembrare felici.
Anche lo schifo è un sentimento.
Sono strane le parole, rimani senza quando sei troppo felice e quando sei troppo triste. Ti assistono solo quando forse non servono.
Se non mi fido più di nessuno è colpa di tutti i nessuno di cui mi sono fidata.
Bisogna scegliere bene i libri da leggere, la musica da ascoltare, le persone con cui parlare. Il cuore assorbe tutto. E ti trasforma.
Piaccio molto agli uomini perché ho una dote naturale: respiro.
Sul divano ci sto poco, non odio il lunedì, amo il mio lavoro e non sono delusa dall’amore. Siete carini a tenermi lo stesso qui con voi.
Se non ci sbatto la testa capisco solo a metà.
“Te l’avevo detto” io me lo dico da sola.
Non farmi innamorare se poi non sai come continuare.
Se hai tempo di dirmi che non hai avuto tempo, risparmia tempo.
Ho bisogno di stare un po’ da sola. Cancellatevi tutti per favore.
Far finta che certe persone non esistano è un discreto gastroprotettore.
Ho ricominciato a vivere quando ho capito che non erano vuoti da colmare, ma spazi per costruire.
A volte il primo passo è un passo indietro.
Insegnami a restare, che ad andarmene me lo hanno insegnato tutti gli altri.
La più grande dichiarazione d’amore che conosco è la presenza.
Ero così bella senza armatura. Poi sono morta.
Non sono speciale. Sono chiunque per chiunque e sono qualcuno per qualcuno. L’incanto delle simmetrie. Ti spiegano il caos.
Ho perso qualche occasione, spesso l’equilibrio, qualche volta la testa, tante volte la fiducia, non ancora tutte le speranze.
Sono molto cinica e molto romantica. Praticamente una squilibrata.
Sono morta già un paio di volte, per questo non ho più paura.
A volte vorrei trovare anch’io un nemico a cui dare tutte le colpe. Un nemico che non sia io.
Secondo me i dialetti li hanno inventati per far capire meglio che sei proprio incazzato.
Corazze che chiedono carezze.
Mi guardo indietro solo per dirmi che è un miracolo essere arrivata fino qui e aver salvato tutta questa voglia di sorridere.
Quante energie sprecate a mostrarci più forti di quanto siamo. Quando qualcuno potrebbe anche amarla la nostra fragilità.
Sta tutto nello stomaco. Parole che non riesci a digerire pugni inaspettati rospi bocconi amari senso di nausea e il cuore che hai ingoiato.
Quanto è piccolo il mondo, se guardi sempre nella stessa direzione.
Mi dicono che si toccano pensando a me. Chissà se li eccito o porto sfiga.
Passano anche tanti treni su cui sono orgogliosa di non salire.
A volte per legittima difesa spariamo. Voce del verbo sparire.
Tutte quelle volte che dovrei passarci sopra e invece ci rimango sotto.
Vorrei che scrivere aiutasse a cancellare.
Gli errori più giusti che ho fatto sono quelli in cui mentre sbagliavo mi sentivo viva.
Ho chiuso un capitolo e in quello dopo c’ero io.
C’è sempre qualcosa che non vedo l’ora di raccontarti.
(Lo vedo più o meno così l’amore)
Se le cose le fai con il cuore, prima o poi qualcuno lo vede. Devi solo saper continuare anche quando ti senti tutta la solitudine addosso.
Ho smesso di cercare conferme negli altri e ho scoperto quanto sono belle tutte le mie eccezioni.
Se sei entrato deve esserci per forza un’uscita.
Gli zerbini stanno bene fuori dalla porta.
Mi innamoro in continuazione. Di persone, libri, luoghi, colori, film, frasi, parole, mani, modi di dire. Invecchierò rimanendo bambina.
Ciao, sono quella sbagliata, non è bellissimo?
A un certo punto la vita mi ha strappato dalle mani quasi tutto ciò che mi aveva regalato. E allora quelle mani le ho usate per costruire.
In un mondo parallelo c’è una donna che ha trovato tutto ciò che ho perso io: ombrelli, orecchini, penne, occasioni, equilibrio, speranze.
Tutte le parole che non ho trovato, chissà se un giorno mi troveranno loro.
Se vuoi c’è un posto libero tra i miei problemi.
Hai visto come sono brava a urlare senza farmi uscire la voce?
– E poi come siete rimasti?
– Abbracciati.
Ogni volta che mi vieni in mente penso che era meglio quando mi venivi in faccia.
Mia mamma era un’infermiera e lo era sempre, con tutti, in ogni momento della vita. È stata lei a insegnarmi l’incanto del prendersi cura.
Nel cassetto ci tengo il cuore. Lo indosso la sera, quando sono tutti troppo stanchi per colpire.
Ho fatto passi veri verso persone false. Per questo inciampo.
Guardami quando mi sento invisibile. Abbracciami quando mi sento fragile. Sorridimi quando mi sento persa. Io intanto ti amo, sempre.
Amo l’insolenza dei colori primari, che nell’unione generano mondi, ma sono così forti quando stanno da soli.
E magari succede che vorresti arrenderti, ma non te lo puoi permettere. Perché a volte è un lusso anche potersi arrendere.
Volti pagina, ma ormai la ricordi a memoria.
Sulla punta della lingua, che spreco tenerci le parole.
Forse dovrebbero concederci ogni tanto qualche giorno in cui non esistere.
È così semplice far innamorare una donna. Basta accorgersi di tutto ciò che è invisibile.
Un altro pugno allo stomaco per favore, che c’è ancora qualche farfalla che prova a volare.
Le persone vanno lette da dentro, che da fuori siamo manciate di parole.
Quando cadevamo e avevamo troppa fretta di tornare a giocare per fermarci a guardare la ferita. Eravamo invincibili.
Ogni mio desiderio è in ordine.
Fuori dai branchi si ossigena il cervello.
E a quelli che ti hanno indurito il cuore, è troppo volgare augurare che a loro non si indurisca più niente?
Di colpa, di nausea, di impotenza, di inadeguatezza, di oppressione. Ok, ho tutti e cinque i sensi.
Sparire sperando di essere cercati non è voler sparire, è voler apparire.
Se ti fa paura è la decisione giusta.
C’è solo una cosa che dovresti fare per me: non deludermi.
Ci siamo capitati e mai capiti.
Mi guardo le rughe intorno agli occhi, le mani che non sono più le stesse, il cuore lacerato e per un attimo ho paura. Poi torno a giocare.
C’è chi li fa innamorare in cinque minuti. E poi ci sono io che li faccio innamorare per cinque minuti. Le preposizioni sono importanti.
Le virgole, così discrete, aiutano a prendere fiato. A volte però non bastano. Serve un punto, molto più sfacciato.
Invece di insegnarci a scrivere dovrebbero insegnarci a cancellare.
Sono una sopravvissuta. E tra noi sopravvissuti ce lo leggiamo negli occhi.
Presentarsi disarmati è il modo più veloce per vedere chi è pronto a colpirti. Ma non sempre ne esci vivo.
Lasciami qui, tra i dettagli invisibili di cui ti accorgi solo tu.
Quando qualcuno si cancella e poi torna, io non lo trovo ridicolo, lo trovo meravigliosamente umano.
Toccare il fondo deve essere un sollievo quando continui a precipitare.
L’attimo prima. Di un momento importante, un incontro, un viaggio, un ritorno. In quell’attimo senti tutto lo spazio che occupa il cuore.
Chi ti difende senza dirtelo. (Forme d’amore)
Con piacere o compiacere.