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Carl Rogers (Oak Park, 8 gennaio 1902 – La Jolla, 4 febbraio 1987) è stato uno psicologo e psicoterapeuta statunitense, fondatore della terapia centrata sul cliente e noto per i suoi studi sul counseling.
Presento una raccolta delle più belle frasi di Carl Rogers. Tra i temi correlati si veda Le più belle frasi di Carl Gustav Jung, Frasi, citazioni e aforismi di Sigmund Freud, Frasi, citazioni e aforismi sulla psicoanalisi e gli psicoanalisti e Frasi, citazioni e aforismi sull’ascolto e l’ascoltare.
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Le più belle frasi di Carl Rogers
Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare – The curious paradox is that when I accept myself just as I am, then I can change.
La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione.
L’incapacità dell’uomo di comunicare è il risultato della sua incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto.
La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare.
L’empatia vera è sempre libera da ogni qualità diagnostica o giudicante. La persona la percepisce con sorpresa: “Se non sono giudicato, forse non devo giudicarmi io stesso così negativamente”.
Più l’individuo è capito e accettato profondamente, più tende a lasciar cadere le false “facciate” con cui ha affrontato la vita e più si muove in una direzione positiva, di miglioramento.
Quando qualcuno ti ascolta davvero senza giudicarti, senza cercare di prendersi la responsabilità per te, senza cercare di plasmarti, ti senti tremendamente bene.
Quando sei stato ascoltato ed udito, sei in grado di percepire il tuo mondo in modo nuovo ed andare avanti.
E’ sorprendente il modo in cui problemi che sembravano insolubili diventano risolvibili quando qualcuno ti ascolta.
Quando si viene ascoltati ed intesi, situazioni confuse che sembravano irrimediabili si trasformano in ruscelli che scorrono relativamente limpidi.
Quando una persona capisce di essere sentita profondamente, i suoi occhi si riempiono di lacrime. Io credo che, in un senso molto reale, pianga di gioia. È come se stesse dicendo: «Grazie a Dio, qualcuno mi ascolta. Qualcuno capisce cosa mi sta accadendo».
Le persone sono altrettanto meravigliose quanto i tramonti se io li lascio essere ciò che sono. In realtà, la ragione per cui forse possiamo veramente apprezzare un tramonto è che non possiamo controllarlo. Quando osservo un tramonto come facevo l’altra sera non mi capita di dire: “Addolcire un po’ l’arancione sull’angolo destro, mettere un po’ più di rosso porpora alla base, ed usare tinte più rosa per il colore delle nuvole”. Non tento di controllare un tramonto. Ammiro con soggezione il suo dispiegarsi.
Ogni persona è un’isola in sé stessa, e lo è in un senso molto reale, e può gettare dei ponti verso le altre isole solamente se vuole ed è in grado di essere se stessa.
È così evidente quando un individuo non si nasconde dietro una facciata ma sta parlando profondamente di se stesso.
Quel che sono è sufficiente, se solo riesco a esserlo.
La cosa più personale è la più universale.
Quando guardo al mondo io sono pessimista, ma quando guardo alla gente io sono ottimista.
L’empatia dissolve l’alienazione.
Negarsi come persona, e trattare l’altra persona come un oggetto, non ha probabilità di portare alcun aiuto.
La compagnia gentile e sensibile offerta da una persona empatica fornisce l’illuminazione e la guarigione.
L’empatia aiuta il nostro interlocutore a diventare più consapevole delle proprie emozioni.
Non produce alcun frutto, a lungo andare, nei rapporti personali, comportarsi come se si fosse diversi da come si è.
Non puoi aver paura della morte, puoi solo aver paura della vita.
Credo che oggi le persone siano consapevoli della propria solitudine interiore come mai non era successo nel corso della storia.
Noi viviamo per mezzo di una “mappa” percettiva che non è mai la realtà stessa.
La nostra prima reazione di fronte all’affermazione di un altro è una valutazione o un giudizio, anziché uno sforzo di comprensione. Quando qualcuno esprime un sentimento o un atteggiamento o un opinione tendiamo subito a pensare ‘è ingiusto’, ‘è stupido’, ‘è anormale’, ‘è irragionevole’, ‘è scorretto’, ‘non è gentile’. Molto di rado ci permettiamo di ‘capire’ esattamente quale sia per lui il significato dell’affermazione.
La sola persona che non può essere aiutata è la persona che getta la colpa sugli altri.
Punto focale è l’individuo, non il problema. Lo scopo non è quello di risolvere un problema particolare, ma di aiutare l’individuo a crescere perché possa affrontare sia il problema attuale, sia quelli successivi in maniera più integrata.
In ogni organismo, uomo compreso, c’è un flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle sue possibilità intrinseche, una tendenza naturale alla crescita.
Una persona è un processo fluido, non un’entità fissa e statica; un fiume fluente di cambiamento, non un blocco di materiale solido; una costellazione continua di potenzialità, non una quantità fissa di tratti.
La vita piena è dunque un processo, non uno stato. E’ una direzione, non una destinazione
Solo una persona può sapere se ciò che faccio è onesto, esatto, aperto e valido, o falso, chiuso e non valido, e quella persona sono io.
Percepire un aspetto nuovo di sé stessi è il primo passo verso il cambiamento del concetto di sé.
Io non apprendo che ciò che ha per me un significato.
L’unica persona che si può ritenere istruita è quella che ha imparato come si fa ad imparare – e a cambiare.
L’unico uomo che possa considerarsi educato è colui che ha imparato a imparare; che ha imparato ad adattarsi e a mutare; che sa che nessuna conoscenza è certa, e che solo il processo di ricerca della conoscenza costituisce una base di certezza.
Io non credo che qualcuno abbia mai insegnato qualcosa a qualcun altro.Contesto l’efficacia dell’insegnamento. L’unica cosa che so è che chi vuole imparare impara .Un insegnante al massimo è uno che facilita le cose, imbandisce la mensa e mostra agli altri che è eccitante e meravigliosa e li invita a mangiare.
Ogni passo che si fa verso la verità, in qualsiasi campo, rende meno lontana la verità stessa. E l’essere più vicino alla verità non può essere dannoso, né pericoloso, né insoddisfacente.
Apportiamo un aiuto profondo solo quando nella relazione rischiamo noi stessi come persone, quando sperimentiamo l’altro come una persona con i suoi diritti: solo allora ha luogo un incontro ad una profondità tale da dissolvere il dolore della solitudine in entrambi, nel cliente come nel terapista.
Tutti abbiamo paura di cambiare.
Una delle ragioni principali della resistenza a comprendere, è la paura del cambiamento: se veramente mi permetto di capire un’altra persona, posso essere cambiato da quanto comprendo.
Se accetto l’altra persona come qualcosa di rigido, di già diagnosticato e classificato, di già formato dal suo passato, contribuisco a confermare questa ipotesi limitata. Se l’accetto come un processo di divenire, contribuisco, invece, al limite delle mie possibilità, a confermare e a rendere reali le sue potenzialità.
Mettersi in relazione d’aiuto, ascoltare, non è udire solo le parole che ci vengono dette, ma equivale a percepire anche i pensieri, lo stato d’animo, il significato personale o addirittura inconscio del messaggioche mi viene trasmesso dall’interlocutore.
Se una persona si trova in difficoltà, il modo migliore di venirle in aiuto non è quello di dirle esplicitamente cosa fare, quanto piuttosto di aiutarla a comprendere la situazione e a gestire il problema facendole prendere, da sola e pienamente, le responsabilità delle proprie scelte e decisioni. Gli individui hanno in se stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé.
Quando dico che mi dà gioia ascoltare qualcuno intendo naturalmente riferirmi ad un ascolto profondo. Talvolta, in un messaggio che in superficie non è molto importante,ascolto un grido umano profondo che giace sepolto e sconosciuto, dietro la facciata della persona
L’essenza stessa della creatività è la sua novità, e pertanto non abbiamo standard per giudicarla.
La più grande forza nel nostro universo non è il potere dominante, ma l’amore.
Mi piace pensare a me stesso come un tranquillo rivoluzionario.