Skip to main content
Frasi BelleSport

Frasi, citazioni e aforismi sul dribbling

Annunci

Presento la più ampia raccolta in lingua italiana di frasi, citazioni e aforismi sul dribbling. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sul calcio e i calciatori, Frasi, citazioni e aforismi sull’allenatore e l’allenare, Frasi, citazioni e aforismi sul calcio di rigore e Frasi, aforismi e battute divertenti sull’arbitro.

**

Frasi, citazioni e aforismi sul dribbling

Lo specialista del dribbling è un giocatore di poker che bluffa con tutto il corpo e si gioca il pallone faccia a faccia con il suo avversario: chi vince se lo porta via.
(Jorge Valdano)

Il pallone ride raggiante nell’aria. Lui lo mette a terra, lo addormenta, lo corteggia, lo fa danzare.
(Eduardo Galeano)

Le materie prime del dribbling sono la finta, la partenza, l’arresto, e poi via dove decide l’istinto e il coraggio da provarci. L’obiettivo è eliminare qualcuno: se ci riesce, si apre un orizzonte di spazi; se viene messo giù, c’è comunque un bottino di falli, rigori e ammonizioni; e se perde il pallone, deve sopportare le maledizioni e gli insulti della benedetta tifoseria.
(Jorge Valdano)

Il sogno di ogni giocatore (condiviso da ogni spettatore) è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare. Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questa. Ma non succede mai.
(Pier Paolo Pasolini)

Dribbling è termine del gergo calcistico inglese. In Italia è stato tradotto con scartare, cioè evitare con sveltezza, mutare improvvisamente posizione, assumerne un’altra e così tagliare fuori l’antagonista.
(Gianni Brera)

Fintare vuol dire ingannare con eleganza; si dà al marcatore un’informazione sbagliata e la riuscita del gesto dipende da come e quanto lui se la beve. Il resto consiste nel mettersi d’accordo con il pallone per fuggire insieme.
(Jorge Valdano)

All’inizio andai a sinistra e lui fece lo stesso; poi andai a destra e lui fece come me. Poi tornai ancora a sinistra e lui andò a comprarsi un hot dog.
(Zlatan Ibrahimovic Ibra raccontando il dribbling al difensore del Liverpool Stephane Henchoz)

Dieci secondi sono un lasso di tempo lungo nella vita di un eroe. Diego Armando Maradona danzò e partì come un proiettile impazzito. Con il pallone, il corpo e la velocità, si prese gioco di cinque sudditi dellImpero britannico e alla fine segnò un gol meraviglioso nella memoria di tutti. Accadde in Messico nel 1986, sul campo Inghilterra e Argentina.
(Jorge Valdano)

Controllo, giravolta e Maradona si lanciò contromano in un’autostrada che solo un suonato poteva tracciare. Restavano poco più di cinquanta metri e molte curve, ad attenderlo c’erano tipacci duri, ma leali; cominciava la grande antologia del dribbling: bellezza, stupore, poi il lieto fine. L’ho visto mille volte quel gol, eppure non saprei raccontarlo. Dieci secondi, dieci tocchi: un eroe con il numero dieci.
(Jorge Valdano)

Garrincha morì senza spiegare perché aveva lasciata con il sedere per terra i migliori difensori del mondo. La sua elementare teoria era assai poco scientifica: “Come fa per seminare gli avversari?” gli chiese un giornalista. “Facile. Loro si distraggono e io passo” rispose l’angelo dalle gambe storte.
(Jorge Valdano)

Garrincha entrò in area, fece sedere un difensore e si liberò di un altro, e un altro ancora. Quando ebbe eluso anche il portiere scoprì che c’era un giocatore sulla linea di porta. Garrincha fece finta che sì, che no, fece il gesto di calciare nell’angolo e il poveraccio si schiantò di naso contro il palo.
(Eduardo Galeano)

La palla e lui compivano diavolerie che facevano morire dal ridere la gente: lui saltava su di lei, lei si arrampicava su di lui, lei si nascondeva, lui scappava, lei lo rincorreva. Lungo la strada, gli avversari si scontravano tra di loro, le loro gambe si intrecciavano, avevano mal di mare, cadevano a terra seduti.
(Eduardo Galeano sui dribbling di Garrincha)

La finta a sinistra e lo scatto a destra non erano un calcolo ma una danza. La ripetizione del dribbling non rendeva prevedibile Garrincha, come la ripetizione del samba non rende monotone le ballerine brasiliane (…) il dribbling della formidabile ala destra del Brasile riusciva sempre perché l’avversario semplicemente non danzava come l’angelo dalle gambe corte.
(Giancristiano Desiderio)

Quando Pelé avanzava di corsa, passava attraverso gli avversari come un coltello. Quando si fermava gli avversari si perdevano nei labirinti che le sue gambe disegnavano.
(Eduardo Galeano)

I dribbling dei giocatori uruguagi disegnavano sul campo una serie di otto che si chiamavano “veroniche”. I giornalisti francesi volevano conoscere il segreto di quelle magie che lasciavano di sasso gli avversari. José Leandro Andrade, attraverso l’interprete, rivelò loro la formula: i giocatori si allenavano rincorrendo galline che fuggivano disegnando delle esse. I giornalisti lo credettero e lo scrissero.
(Eduardo Galeano)

Chiudo gli occhi e vedo Walter Gomez, quella vertigine che si apriva il cammino lanciandosi tra una selva di gambe avversarie e di veronica in veronica si lasciava dietro una scia di caduti.
(Eduardo Galeano)

Grandi giocatori esistevano già al mondo, magari più tosti e continui di lui, però non pareva a noi che si potesse andar oltre le sue invenzioni improvvise, gli scatti geniali, i dribbling perentori e tuttavia mai irridenti, le fughe solitarie verso la sua smarrita vittima di sempre, il portiere avversario.
(Gianni Brera su Giuseppe Meazza)

Il pregio di Platini era la semplificazione. Baggio è un asso rococò: mette il dribbling anche nel caffellatte.
(Gianni Brera)

Sivori danza i suoi dribbling con atteggiamenti che ricordano le figure di certi pattinatori classici. Un estro davvero funambolico gli consente sbilanciamenti fintati e recuperi strabilianti. Il piede sinistro accarezza preme spinge attira la palla come se fosse un portentoso pennello: la palla si muove appena e l’avversario, “bevendo” la finta di corpo, si sbilancia quanto basta per consentire a Sivori un repentino cambio di rotta.
(Gianni Brera)

Mariolino Corso finalmente si muove. Evita il primo avversario con una finta appena accennata, supera senza fretta la linea di metà campo. Dribbla con un passo “bailado” il secondo centrocampista che gli si fa incontro. (…) Corso si approssima all’area, gli si fanno incontro, inferociti, in due. Lui li supera mettendoli a sedere con uno scarto geniale.
(Edmondo Berselli)

Si dispone di un secondo, raramente di più, per decidere se dribblare, tirare o passare a destra o a sinistra. E’ l’istinto che dà gli ordini.
(Ronaldinho)

Quando feci il provino per il Barcellona mi fecero palleggiare, dribblare e tirare. Mi dissero “Basta così” quasi subito. Per non correre rischi, mi fecero firmare il contratto al volo, su un tovagliolo di carta.
(Lionel Messi)

Gol ne ho fatti tanti finora e anche molto belli. Mi manca solo di dribblare 11 giocatori e segnare. Questo sarebbe un gol da PlayStation
(Cristiano Ronaldo)

Questa l’ho sentita da Alfredo Di Stefano: “Per costruire una casa devi andare cinque anni all’università, per distruggerla mi basta avere solo un martello”. Non so se le proporzioni siano valide, ma nel calcio togliere il pallone all’avversario è molto più facile che metterlo in difficoltà.
(Jorge Valdano)

I grandi dribblatori che narcotizzano il pubblico con la loro abilità fanno disperare gli allenatori per la loro indisciplina tattica. Sono solitari e un po’ esibizionisti. Per questo preferiscono la fascia laterale: per allontanarsi dalla squadra e avvicinarsi al pubblico.
(Jorge Valdano)

Ci sono giocatori che automatizzano un dribbling a forza di ripeterlo, trasformandolo in uno strumento meccanico che dà loro sicurezza. Altri inventano trucchi strada facendo.
(Jorge Valdano)

Alcuni dribblatori conservano nell’intimo del loro corpo la capacità di sconcertare: il pallone non altera la propria direzione ed è il suo padrone che libera la strada dai difensori, a colpi di bacino. Un altro modello è quello del prestigiatore: teatrale, stile Chaplin, talentuoso, chimicamente pure, che gioca con l’avversario e la palla. La terza possibilità è il gioco delle velocità: la sua formula è il cambio di ritmo e consiste, come nelle automobili, nel frenare e nell’accelerare. Johan Cruiff fu maestro in questa materia.
(Jorge Valdano)

Le cose stanno così. Il calcio è progredito come il traffico. Prima circolare era facile, adesso è diventato un inferno. Essendoci molte gambe che ti ostacolano, giocare con la palla a terra è difficile.
(Jorge Valdano)

Il dribbling è la capacità di superare con palla l’avversario e rappresenta una soluzione che, quando riesce, dà un vantaggio immediato: la palla libera e la superiorità numerica; perciò si tratta di un’azione tecnico tattica individuale che ha grande effetto ed incisività sulla tattica collettiva.
(Roberto Donadoni nella sua tesi in cui si laurea allenatore)

La libertà di poter eseguire un dribbling, infatti, non è un valore assoluto: essa ha dei limiti, determinati dal fatto che in caso di insuccesso non deve emergere una situazione immediatamente pericolosa per la propria squadra; quindi in generale non si deve effettuare un dribbling quando ci troviamo senza copertura alle spalle.
(Roberto Donadoni nella sua tesi in cui si laurea allenatore)