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Luciano Ligabue - Aforisticamente

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Luciano Ligabue, conosciuto semplicemente come Ligabue o Liga (Correggio, 13 marzo 1960), è uno dei più importanti cantautori italiani, oltre che scrittore e regista.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Luciano Ligabue, tratte dalle sue canzoni, interviste e libri. Tra i temi correlati si veda Le più belle frasi di Vasco Rossi, Le frasi più belle di Fabrizio De André, Le frasi più belle di Lucio Dalla e Le frasi più belle di Francesco De Gregori.

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Le frasi più belle di Luciano Ligabue

Io sono convinto che bisogna crederci,
bisogna correre il rischio di essere illusi,
bisogna correre il rischio di passare per ingenui,
ma bisogna crederci…
(San Siro, Milano, 1997)

Niente paura ci pensa la vita, mi han detto così. Niente paura si vede la luna persino da qui.
(Niente Paura)

Io voglio un mondo all’altezza dei sogni che ho. Voglio volere, voglio deciderlo io se mi basta o se no.
(Voglio volere)

Voglio non dire mai “è tardi”, oppure “peccato”, voglio che ogni attimo sia sempre meglio di quello passato.
(Voglio volere)

Mentre il sole alle spalle pian piano va giù, e quel sole vorresti non essere tu.
(L’amore conta)

L’amore conta, l’amore conta. Conosci un altro modo per fregar la morte? Nessuno dice mai se prima o se poi e forse qualche Dio non ha finito con noi
(L’amore conta)

Io e te ci siam tolti le voglie, ognuno i suoi sbagli. È un peccato per quelle promesse, oneste ma grosse. Ci si sceglie per farselo un po’ in compagnia, questo viaggio in cui non si ripassa dal via
(L’amore conta)

E tu che mi abbracci più forte mi chiedi di cosa siamo composti che tanto sai già la risposta.
(Made in Italy)

E mi attacco alle stelle, che altrimenti si cade, e poi alzo il volume di questo silenzio che fa stare bene.
(La porta dei sogni)

Eri bellissima lasciatelo dire, eri di tutti ma non lo sapevano e tu lo sapevi che facevi gola e soggezione, siamo stati insieme e comunque non mi hai conosciuto mai
(Eri bellissima)

Questa è la mia vita, se entri chiedimi il permesso. Portami a una gita, fammi ridere di gusto. Porta la tua vita, che vediamo che succede a mescolarle un po’.
(Questa è la mia vita)

Sono io che guido, io che vado fuori strada; sempre io che pago, non è mai successo che pagassero per me.
(Questa è la mia vita)

Questa è la mia vita certi giorni non si batte certi altri meno. È così che va per tutti, certi giorni è poca, certi giorni sembra troppa e invece non lo è mai.
(Questa è la mia vita)

Vuoi nascondermi i difetti mentre a me piacciono tutti ma non te lo vuoi sentire dire e ti guardo mentre sogni e mi tocca stare fuori e mi tocca solo indovinare.
(Tu sei lei)

Tu sei lei e lo sei stata sempre e quegli occhi li conosco io li ho visti spesso nudi ma non si vedeva mai la fine il tuo cuore accelerato le pupille dilatate e non mi restituisci il cuore.
(Tu sei lei)

Tu sei lei fra così tanta gente. Tu sei lei, tu sei lei e lo sei stata sempre. Se l’universo intero ci ha fatto rincontrare qualcosa di sicuro vorrà dire. Tu sei lei come sei inesorabilmente.
(Tu sei lei)

Ho messo via un po’ di consigli dicono è più facile li ho messi via perché a sbagliare sono bravissimo da me.
(Ho messo via)

Ho messo via un bel po’ di foto che prenderanno polvere sia su rimorsi che rimpianti che rancori e sui perché.
(Ho messo via)

Ho messo via un bel po’ di cose ma non mi spiego mai perché, io non riesca a metter via te.(Ho messo via)

in questa lotteria a volte paghi molto rispetto alle tue colpe.
(Ciò che rimane di noi)

E adesso che sei dovunque sei, Chissà se ti arriva il mio pensiero, Chissà se ne ridi o se ti fa piacere.
(Il mio pensiero)

La linea sottile fra il tuo bene e il tuo male, la linea sottile fra dormire e sognare. C’è una linea sottile fra tacere e subire, cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?
(La linea sottile)

A mia volta mi fido del mondo, non ti dico le botte che prendo… Non c’è modo di starsene fuori da ciò che lo rende tremendo e stupendo.
(La linea sottile)

Traguardi che sono partenze ed un tramonto che è come un mattino.
(La linea Sottile)

Portami dove mi devi portare Africa, Asia o nel primo locale fammi vedere che cosa vuol dire partire davvero. Portami dove non posso arrivare
(Il centro del mondo)

Portami ovunque, portami al mare, portami dove non serve sognare.
(Il centro del mondo)

E dopo portami oltre che lo sai fare dove sparisce qualsiasi confine fammi vedere che cosa vuol dire viaggiare col cuore.
(Il centro del mondo)

Sei sempre così il centro del mondo il primo bengala sparato nel cielo quando mi perdo sei sempre così il centro del mondo ti prendi il mio tempo ti prendi il mio spazio ti prendi il mio meglio.
(Il centro del mondo)

Credo nel rumore di chi sa tacere, che quando smetti di sperare inizi un po’ a morire.
(Almeno credo)

Ti vengo a prendere e mi aspetto di tutto, e non dev’essere per forza perfetto.
(Il meglio deve ancora venire)

Ti voglio credere per come cammini, per le promesse che comunque mantieni. Io ti voglio credere per quello che chiedi e che non chiedi.
(Il meglio deve ancora venire)

Per sempre solo per sempre cosa sarà mai portarvi dentro solo tutto il tempo. Per sempre solo per sempre c’è un istante che rimane lì piantato eternamente.
(Per sempre)

Qui con la vita non si può mai dire arrivi quando sembri andata via ti sento dentro tutte le canzoni in un posto dentro che so io.
(Ti sento)

Abbiamo amici che neanche sappiamo, finché va bene ci leccano il culo
(Tra palco e realtà)

Ci han concesso solo una vita Soddisfatti o no qua non rimborsano mai
(Non è tempo per noi)

Chi ti ha fatto gli occhi e quelle gambe, ci sapeva fare. Chi ti ha dato tutta la dolcezza, ti voleva bene.
(Ci sei sempre stata)

Più ti guardo e più mi meraviglio e più ti lascio fare che ti guardo e anche se mi sbaglio almeno sbaglio bene
(Ci sei sempre stata)

Quando il tempo non passava non passava la nottata eri solo da incontrare ma tu ci sei sempre stata e anche quando si gelava con la luna già cambiata eri solo più lontana ma tu ci sei sempre stata.
(Ci sei sempre stata)

Non serve troppa luce…
Per la nostra fotografia…
Ti ricordi o no che siamo polvere di stelle…
(Polvere di stelle)

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, Sono sempre i sogni a fare la realtà. Sono sempre i sogni a dare forma al mondo e sogna chi ti dice che non è così e sogna chi non crede che sia tutto qui
(Sono sempre i sogni a dare forma al mondo)

Può darsi tu non sia come ti volevano, se ti consola, come te, ci siamo in un bel po’.
(Con queste facce qui)

Certe Notti la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei. Certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire che vai. Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei. Certe notti somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere,, smettere mai.
(Certe notti)

Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è. Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te. C’è la notte che ti tiene tra le sue tette un po’ mamma un po’ porca com’è. Quelle notti da farci l’amore fin quando fa male fin quando ce n’è.
(Certe notti)

Non si può restare soli, certe notti qui, che chi s’accontenta gode, così, così. Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai, ci vediamo da Mario prima o poi.
(Certe notti)

Chiudi gli occhi e tieni il tempo e sarà quasi fatta dai. C’è chi vince e c’è chi perde, noi balliamo casomai. Non avremo classe ma abbiamo gambe e fiato finché vuoi.
(Balliamo sul mondo)

Tu che sei ciò che sei che non cambierai mai promettimi che ci sarà sempre un posto che tieni caldo per me
(Tutte le strade portano a te)

Libera uscita in libero mondo. Libera scelta di dirlo io com’è che mi spendo.
(Libera uscita)

Tutte queste onde pronte a scomparire, resta solo il mare: quanto ci sei?
(Un colpo all’anima)

Non è tempo per noi che non ci svegliamo mai, abbiamo sogni però troppo grandi e belli sai… belli o brutte abbiam facce, che però non cambian mai, non è tempo per noi e forse non lo sarà Mai!
(Non è tempo per noi)

Non è tempo per noi e forse non lo sarà mai. Se un bel giorno passi di qua lasciati amare e poi scordati svelta di me che quel giorno è già buono per amare qualchedun’altro qualche altro
(Non è tempo per noi)

Fatti per correre o per rallentare, c’è anche chi ha deciso di andare al passo che gli pare. (Fuoritempo)

Brutta storia, dico corro, corro e resto sempre in fondo: sono fuori allenamento o è allenato il mondo?
(Fuoritempo)

Un conto è volere vedere le stelle. un conto è farsi guidare. Un conto è saperle. là in alto e lasciarle un po’ fare. Un conto è la rabbia. che provi a 20 anni. un conto è la rabbia a 40. Un conto che intanto non sembra cambiare mai niente
(Ora e allora)

Una vita da mediano, da uno che si brucia presto, perché quando hai dato troppo devi andare e fare posto. Una vita da mediano, lavorando come Oriali, anni di fatica e botte e vinci casomai i mondiali.
(Una vita da mediano)

M’abituerò a non trovarti m’abituerò a voltarmi e non ci sarai m’abituerò a non pensarti quasi mai, quasi mai, quasi mai. Alla fine c’è sempre uno strappo e c’è qualcuno che ha strappato di più
(M’abituerò)

Perché sei viva viva cosi come sei quanta vita mi hai passato e non la chiedi indietro mai e sei viva viva per quella che sei.
(Viva)

E le senti le vene piene di ciò che sei e ti attacchi alla vita che hai.
(Leggero)

Appoggiati a me che se ci dovesse andar male cadremo insieme, e insieme sapremo cadere.
(Male non farà)

A parte che i Sogni passano se uno li fa passare, alcuni li hai Sempre difesi, altri hai dovuto vederli finire.
(Niente Paura)

A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare.
(Niente Paura)

Quando hai solo diciott’anni quante cose che non sai; quando hai solo diciott’anni forse invece sai già tutto, non dovresti crescer mai.
(Lettera a G)

Se ti scrivo solo adesso è che sono io così, è che arrivo spesso tardi quando sono già ricordi che hanno preso casa qui. Non è vero ciò che ho detto: qua c’è tutto a dire che ci sei. Fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi
(Lettera a G)

Sopravvissuti ai nostri pensieri, a consigli, sbadigli, falsi sensi unici.
(Ancora in piedi)

Sono qui per l’amore, e per tutto il rumore che vuoi e i brandelli di cielo che dipendono solo da noi, per quel po’ di sollievo che ti strappano dall’ombelico
(Sono qui per l’amore)

Quando la tua sveglia suona e tu ti chiederai “che or’è?” che la vita è sempre forte molto più che facile. Quando sposti appena il piede, lì il tuo tempo crescerà, Sopra il giorno di dolore che uno ha
(Il giorno di dolore che uno ha)

Quel che conta non si vede, lo puoi solo immaginare. Certi sogni sanno sanguinare un po’… (Fine febbraio)

E in mezzo a tutto questo perdersi c’è un uscio chiuso nell’anima chissà se ti ricordi la tua chiave dov’è. E in mezzo a tutto questo sciogliersi fa più il destino o la volontà? se la risposta è amore la domanda qual è, qual è?
(A. A. A. qualcuno cercasi)

Se per ogni sbaglio avessi 1.000 lire, che vecchiaia che passerei

Giorno per giorno, sempre ballando, non prendere mai questa vita né poco né troppo sul serio.
(Giorno per giorno)

Tu che ti giri sul tuo seno, mentre mi chiedi del futuro, e io ti rispondo solo quel che sai, cioè non si sa mai.
(Giorno per giorno)

Sei dovunque, sei comunque, sei la malattia e la cura.
(È più forte di me)

Ogni tanto non ci pensi non pensarci è già una scelta.
(La verità è una Scelta)

Quando batte un po’ di sole dove ci contavi un po’ e la vita è un po’ più forte del tuo dirle “ancora no” quando la ferita brucia la tua pelle si farà
(Il giorno di dolore che uno ha)

Quando indietro non si torna quando l’hai capito che che la vita non è giusta come la vorresti te quando farsi una ragione vorrà dire vivere te l’han detto tutti quanti che per loro è facile.
(Il giorno di dolore che uno ha)

Quando canterai la tua canzone, la canterai con tutto il tuo volume che sia per tre minuti o per la vita avrà su il tuo nome!
(Quando canterai la tua canzone)

Buonanotte a chi la sa godere a quelli che han bisogno di star male a chi ha paura di restare fermo e sogna un po’ più forte quando è sveglio.
(Chissà se in cielo passano gli who)

“Vale la pena vivere! Mi chiederai: “Sì, ma perché?”. So solo che ti dirò: “Vale la pena, vedrai”.
(Da adesso in poi)

Dicono che tutto sia comunque scritto, quindi tanto vale che non sudi, “Nasci da incendiario,
muori da pompiere” dicono.
(Happy Hour)

Dicono che nasci solo per soffrire ma se soffri bene vinci il premio di consolazione.
(Happy Hour)

Dicono che i sogni sono tutti gratis ma son quasi tutti quanti usati.
(Happy Hour)

Sei già dentro l’happy hour, vivere, vivere solo la metà e la vita che non spendi che interessi avrà?
(Happy Hour)

E non mi basta mai, niente ci basta mai, tutto quanto non basterà mai, perché ognuno di noi è il suo centro del mondo.
(Nato per me)

E la valigia ha cominciato a pesare, tu devi ancora partire.
(Il peso della valigia)

E gli occhi han preso il colore del cielo, a furia di guardarlo. E con quegli occhi, ciò che vedevi nessuno può saperlo.
(Il peso della valigia)

E ci siamo mischiati la pelle le anime le ossa. ed appena finito ognuno ha ripreso le sue.
(L’odore del sesso)

La radio ti passa un po’ di metadone, qualcosa nascosto in qualche canzone, canzoni che sanno chi sei molto meglio di te… Gli accordi migliori rimangono sempre quei tre… In pieno rock’n’roll!
(In pieno rock’n’roll)

La musica fa sempre il proprio dovere, la prendi un momento e si lascia trombare, e va con un altro e tu non si sa con chi vai.. Però te la godi pensando che ci tornarai…
(In pieno rock’n’roll)

E io che il mio disprezzo me lo tengo dentro, che il letamaio è colmo già pubblicamente. Ma quei presunti puri, mi possono baciare queste chiappe allegramente.
(Caro il mio Francesco)

Tutte queste luci… tutte queste voci… tutti questi amici… Tu dove sei?
(Un colpo all’anima)

C’è chi vuol solo passare ad un altro rimpianto.
(Atto di fede)

Vivere è un atto di fede, mica un complimento.
(Atto di fede)

Ha un tatuaggio sulla spalla: dice ‘il rock non mi molla’ mentre l’altro sopra il cuore dice ‘Elvis’.
(Un figlio di nome Elvis)

Nato da un sospiro o da un temporale, l’ostetrica ti batte e non ti chiede come va… Beh, benvenuto qui tra luce e confusione, nessuno che ti ha chiesto se volevi, se volevi uscir di là… là….
(Vivo morto o X)

E ti sei opposto all’onda ed è li che hai capito che più ti opponi e più ti tira giù.
(Metti in circolo il tuo amore)

Hai provato a far capire con tutta la tua voce anche solo un pezzo di quello che sei.
(Metti in circolo il tuo amore)

Le donne lo sanno, c’è poco da fare, c’è solo da mettersi in pari col cuore.
(Le donne lo sanno)

Le donne lo sanno che niente è perduto, che il cielo è leggero però non è vuoto, le donne lo sanno, le donne l’han sempre saputo.
(Le donne lo sanno)

Lambrusco e pop corn, non è così facile, perché prima e dopo il sogno c’è la vita da vivere.
(Lambrusco & pop corn)

Ci riposiamo solo dopo morti.
(Tutti vogliono viaggiare in prima)

Come ci frega l’amore: dà degli appuntamenti e poi viene quando gli pare.
(Il giorno dei giorni)

M’abituerò a non trovarti, mi abituerò a voltarmi e non ci sarai, mi abituerò a non pensarti quasi mai…
(M’abituerò)

Tutto questo tempo pieno di frammenti e di qualche incontro… tu non ci sei.
(Un colpo all’anima)

L’impatto con il mondo è sempre forte per chi vorrebbe solo farne parte.
(Quando canterai la tua canzone)

L’impatto con il mondo è sempre duro, per chi lo vede come un posto scuro.
(Quando canterai la tua canzone)

Dicon tutti che la vita è corta: basta che ti giri un attimo e capisci che non riesci a farci stare tutto.
(Il campo delle lucciole)

Hai un momento, Dio? No, perchè sono qua insomma ci sarei anch’io. Hai un momento, Dio? O te o chi per te avete un attimo per me?
(Hai un momento Dio?)

Una stella fa luce senza troppi perché… Ti costringe a vedere tutto quello che c’è.
(Buonanotte all’Italia)

Siamo la sorpresa dietro ai vetri scuri;
Siamo la risata dentro al tunnel degli orrori!
(Il sale della Terra)

Non si può sempre perdere per cui giochiamoci certe luci non puoi spegnerle. Se è un purgatorio è nostro perlomeno
(Urlando contro il cielo)

Mi cerco nei tuoi occhi perché alla fine è un gioco di specchi perché alla fine è un gioco che non mi va di perdere mi cerco sulla tua pelle e sai così bene che sei così bella e allora mi cerco più a valle sotto un respiro tiepido forse mi trovo forse non sono nemmeno lontano da me.
(Forse mi trovo)

C’ero quando ho fatto male c’ero anche quando mi hanno fatto male.
(Nel tempo)

Quante vite non capisci, e quindi non sopporti, perché ti sembra non capiscan te..
(Metti in circolo il tuo amore)

Certe vite passano, leggere come le canzoni, e dietro le canzoni vanno. Certe vite sfumano, veloci come le canzoni, e dentro le canzoni stanno
(Non dovete badare al cantante)

Se sotto il cielo c’è qualcosa di speciale passerà di qui prima o poi.
(Seduto in riva al fosso)

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La neve se ne frega, 2004

Ridiamo come le montagne non appena gli voltiamo le spalle, ogni volta che sono sicure che nessuno le veda. Come il mare che si ostinano a chiamare furioso mentre le tempeste non sono che i suoi sghignazzi. Come le nuvole che se piangono pioggia è solo per il gran ridere. Come il vento che non fa che sganasciarsi e soffia soltanto perché deve riposare il respiro. Ridiamo come il cielo che deve avere tutti i motivi per ridere di noi ma anche con noi. Ridiamo come non potranno mai fare gli animali che non sanno cosa si perdono. Ridiamo come solo i più fortunati riescono a fare. Ridiamo di cuore

“Andiamo a fare due passi?” ti chiedo.
“Ma nevica fortissimo”.
“Appunto”.

Tira su col naso tutta la notte qui intorno. Figurati se le stelle non hanno odore. Figurati se non hanno ritmo. Tira dentro la puzza morbida del cielo…

Il cielo non pesa. Non ne ha alcuna intenzione. Forse, da parte sua, non ce l’ha mai avuta.

Tu non lo vedi ma, lasciatelo dire, è passato Picasso sulla tua faccia.

Non so se riuscirò mai ad essere all’altezza della tua pazzia.

Io e la pazienza giriamo la faccia dall’altra parte quando ci incrociamo.

Io e la pazienza abbiamo strappato le foto in cui eravamo insieme.

Io e la pazienza, ora, ci stiamo inviando qualche cartolina.

Dicono che i sogni sono tutti gratis ma son quasi tutti quanti usati.

Adesso è tardi. Tardi per venire via. Tardi per raccontarmi altre balle. Tardi per le domande e per le risposte.

Sei scoppiata a piangere. Sei corsa ad abbracciarmi. Forse è stato solo merito della paura, ma hai ripreso ad aver bisogno di me. Mi hai permesso di rientrare. Era quello che mi serviva per prendere il coraggio necessario per dartene. Non ti sarebbe successo niente, piccola. Potevi fidarti di me ora che avevi ripreso a farlo.

La danza del delirio la conduci tu. Io sto solo imparando a non pestarti i piedi.

Grazie per la neve che sta scendendo. Mi è sempre piaciuta, ma adesso mi sembra proprio puntuale. Tempestiva. Porta pulizia. Porta bianco. Costringe all’attenzione. Ai tempi lunghi. Lima rumori e colori. Lima le bave dei sensi. Ce n’è bisogno. Ancora per un po’.

Ti lasciavi andare. Ti consegnavi ad un destino che nessuno ti aveva confermato. E lo facevi da sola. Come non volessi ricordare che, qualunque fosse stato il cammino, qualunque la meta, io ci dovevo essere.

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Il rumore dei baci a vuoto, 2012

Perché ognuno è dentro un sogno o dentro qualcun altro. Dentro il suo guaio. Ognuno è comunque dentro qualcosa.
Resto qui a fare la guardia.
E se anche le stelle non sono ancora cadute vedrete che nei prossimi tre minuti ne sfrecceranno almeno un paio, ma se così non fosse, tutto sommato possono stare pure ferme se vogliono.
Che siamo più sicuri.
Perché a conti fatti, mamma e papà, volevo dirvi che me lo merito questo mondo. E addirittura, forse, lui merita me.

Non guariamo nessuno. Ognuno si ammala e guarisce da solo. Noi siamo lí a porgere il cerottino o un po’ di fiducia.

Goditi tutti i tuoi perché. Ti ritroverai, senza accorgertene, a smettere di chiederli. Oppure qualcuno lo eviterai con cura.

Se io ne avessi meno, di pudore, mi metterei a pregare. Ma sono sicuro che c’è la fila, davanti a qualche Dio, di gente che si fa viva solo quando ne ha bisogno o è disperata e chiede qualche tipo di miracolo. Promesse di grandi cambiamenti e pentimenti. In cambio. Come se di quel baratto lassù se ne facessero qualcosa.

Di fianco al cancello non c’era anima viva. Meglio così. Non voleva che qualcuno lo vedesse piangere.

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Varie

Il rock deve essere suonato al volume che serve.

Io vivo la canzone come una sorta di colloquio fra me e l’ascoltatore.

Quando riesci a realizzare qualcuno dei tuoi sogni, provi una doppia sensazione: subito l’esaltazione per quello che stai vivendo e poi la rassegnazione per il fatto che quel sogno, essendo diventato realtà, non ce l’hai più.

A me fa stare bene l’idea che le mie canzoni siano fischiettate un po’ da tutti, non mi importa da chi o da quale ceto sociale, e ancora di più se sono suonate voce e chitarra

Credo che ci sia sempre da parte mia la tentazione di provare a raccontare, per quanto sia possibile, le emozioni. Quando è difficile farlo con le parole cerco di raccontare dei contesti in cui quell’emozione prova ad uscire da sola.

C’è una prima fase del successo in cui ovviamente, quando sei ancora un outsider, sei una promessa e in genere riscuoti simpatia; poi quando hai successo ed è un successo che arriva dal niente, piaci a quasi tutti. Dopo, cambia. Dopo, qualsiasi cosa io facessi, c’era sempre una parte di gente che diceva: a) non è più quello di una volta, oppure b) sempre la stessa roba.

Io canto sempre guardando le facce delle prime file, sempre. Non sono di quelli che cantano fissando un punto nel vuoto: ho bisogno di quel tipo di scambio. E quindi vedo come ognuno di loro canta le parole delle mie canzoni, con che tipo di partecipazione. Poi mi sembra di leggerne l’interpretazione. Facce che si aprono. Facce che lasciano venire su. È una specie di processo catartico a cui non resisto. Sempre più facilmente, poi, quando vedo la lacrima silente, è difficile per me trattenere l’emozione. E mi si rompe un po’ la voce, spesso e volentieri. Mi sa che è qualcosa di irreversibile: sono sempre peggio da questo punto di vista. Insomma, un “rockertuttodunpezzo” direbbe che sto diventando sempre di più una mezza sega.

Non appena vai in crisi c’è sempre qualcuno che verrà a dirti che non è il caso di abbattersi, che un giorno le tue pene farai fatica perfino a ricordarle… e tu sai che è vero ma sai anche che quella è l’ultima cosa che in quel momento vuoi sentirti dire.

Nonostante le mie contraddizioni sono profondamente convinto che si dovrebbe fare bene una sola cosa. La musica per me resta un punto fermo, uno strumento di espressione bellissimo.

Ognuno di noi ha i propri mostri, i propri fantasmi: si possono chiamare ossessioni, paure, condizionamenti, senso di inadeguatezza, aspettative e chissà in quali altri modi ancora. Sappiamo, però, che sono vivi e sono il filtro attraverso cui chiunque matura la propria, personale visione del mondo.

Credo di conoscere abbastanza bene i miei “mostri”, mi fanno compagnia da tanto tempo. Può darsi che sia anche per questa lunga frequentazione che ora, in questa fase della mia vita, mi sembrano meno “potenti” e “ingombranti”. Alcuni di loro li ho affrontati in questo album (“Arrivederci Mostro!”) ma era solamente per fargli sapere che li stavo salutando. Loro come tutti gli altri. So benissimo che sarebbe fin troppo bello che fosse un saluto definitivo. Infatti non mi sono permesso di dire: “Addio, mostro!” ma un più prudente e realistico: “Arrivederci, mostro!”.

Io penso che le persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore, chi ti faceva piangere per ore intere. Le persone non si dimenticano. Cambia il modo in cui noi le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita. Ci sono persone che hanno tirato fuori il meglio di me, eppure adesso tra noi, c’è solamente un semplice “ciao”. […] Ci sono persone che nonostante mi abbiano fatto versare lacrime, mi abbiano stravolto la vita… mi hanno insegnato a vivere. Mi hanno insegnato a diventare quello che sono. E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un semplice ciao, faranno per sempre parte della mia vita. Io non dimentico NESSUNO. Non dimentico chi ha toccato con mano, almeno per una volta la mia vita. Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti.

A volte, lo ammetto, mi piacerebbe essere un po’ più ironico. Mi capita che, per rispettare fino in fondo l’emozione che ho, non uso abbastanza ironia. Così rischio di prendermi un po’ troppo sul serio, che è una delle stronzate più grosse che si possa commettere.

Non mi sento rappresentato da una religione. Mi sento nella necessità di credere nell’esistenza di un dio, ma non ce la faccio più a riconoscermi in una religione che, l’ho detto più volte, in certi aspetti è macabra e ha tutta una scelta di rappresentazioni che sono lugubri.

Pensarlo possibile ti spinge a darti da fare. Se ti rassegni, se pensi che invece il meglio sia passato, allora ti metti nel tuo angolo, immobile, ad aspettare l’arrivo del peggio.