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Friedrich Dürrenmatt (nato a Stalden im Emmental il 5 gennaio 1921 e morto a Neuchâtel il 14 dicembre 1990), considerato il Franz Kafka svizzero, è stato scrittore, autore di testi teatrali e radiodrammi, nonché pittore e, occasionalmente, sceneggiatore e attore. Figura centrale nella letteratura di lingua tedesca, ha riletto la figura dell’uomo, adottando il “giallo filosofico”, in cui sovente la giustizia, asfissiata dalla logica, fa fatica a trovare la luce nel contraddittorio mondo degli uomini.
Presento una raccolta delle frasi più belle di Friedrich Dürrenmatt. Tra i temi correlati Le più belle frasi di Franz Kafka e Frasi, citazioni, aforismi e poesie di Bertolt Brecht.
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Le frasi più belle di Friedrich Dürrenmatt
Se la realtà potesse parlare non enuncerebbe formule di fisica ma canterebbe una canzone infantile.
Patria, si fa chiamare lo Stato ogniqualvolta si accinge a uccidere.
La nostra ragione getta una luce insufficiente sul mondo. Nella penombra dei suoi confini si insedia tutto ciò che è paradossale.
È sicuramente più facile confessare un omicidio davanti a una tazza di caffè che di fronte a una giuria.
Talvolta non è giusto che qualcuno possa svignarsela semplicemente morendo.
La metà di ciò che si scrive è dannosa, l’altra è inutile.
Einstein parlava di Dio così spesso che mi è venuto il sospetto che fosse un teologo clandestino.
Ogni tentativo del singolo di risolvere per conto suo ciò che riguarda tutti è destinato a fallire.
Spesso la vita si comporta come un cattivo romanziere.
Il fine dell’uomo consiste nel pensare, non nell’agire. Qualsiasi sciocco è in grado di agire.
Il mondo è cattivo ma non privo di speranza. È privo di speranza solo se lo si guarda da un punto di vista degli ideali.
Ci sono dei rischi che non bisogna correre, mai. E uno di questi è la distruzione dell’umanità.
La differenza tra gli esseri umani e gli animali selvatici è che gli esseri umani pregano prima di commettere un omicidio.
L’ozio rappresenterà il problema più pressante, perché è molto difficile che l’uomo rimproveri se stesso.
Uno scrittore non risolve i problemi. Lascia che emergano.
C’è un momento in cui nulla può più essere cancellato o lasciato indietro, in cui esiste solo la realtà, e la realtà è orribile.
Nella scienza niente è più ripugnante di un miracolo.
Il drammaturgo descrive gli uomini. Per farlo prende degli attori.
Tutti i dilettanti scrivono volentieri. Perciò alcuni di loro scrivono così bene.
Lo scrivere procede o infinitamente veloce o infinitamente lento.
I notiziari non cambiano il mondo. Solo i fatti lo cambiano, e questi sono già accaduti quando riceviamo le notizie.
Soltanto nell’amore e nell’omicidio restiamo sinceri.
Chi semina paura, raccoglie armi.
I selvaggi non hanno bombe atomiche.
Sii sempre sospettoso della tua patria. Nessuno è più incline a diventare un assassino di una patria.
Niente è più crudele di un genio che inciampa in qualcosa di idiota. Tuttavia in circostanze simili tutto dipende dal modo in cui il genio affronta il ridicolo in cui è caduto, dal fatto che lo possa accettare oppure no.
Non si tollera più di non essere stati eroi ma di essere stati ragionevoli.
Anche il peggiore dei casi si avvera di quando in quando. Siamo uomini, dobbiamo tenerne conto, armarci contro questa realtà.
Non siamo più cavernicoli, viviamo nell’era della tecnologia. Quando qualcuno ha bisogno di un’auto, non ha bisogno di costruirla. Può comprarla. Quando qualcuno ha bisogno di un omicidio, non ha bisogno di uccidere da solo. Può ordinarlo.
La nostra scienza è diventata terribile, la nostra ricerca pericolosa, le nostre scoperte mortali. Noi fisici dobbiamo fare pace con la realtà.
Le emozioni non hanno alcun posto negli affari, a meno che non si facciano affari con esse.
Ma voi scrittori ve ne infischiate. Voi non cercate di misurarvi con la realtà, che ci elude sempre, ma costruite un mondo in cui tutto è spiegabile. Un mondo simile può anche essere perfetto, d’accordo, però è una menzogna.
Io sono un uomo, e Dio si nasconde da noi umani. Non siamo in grado di vederlo, possiamo solo cercarlo.