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Le più belle frasi di Franz Kafka

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Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883 – Kierling, 3 giugno 1924) è stato uno scrittore praghese di lingua tedesca ed è ritenuto una delle maggiori figure della letteratura del XX secolo.

Presento una raccolta delle più belle frasi di Franz Kafka. Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle di Fernando Pessoa e Frasi, citazioni e aforismi di Marcel Proust.

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Le più belle frasi di Franz Kafka

Franz Kafka

Domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poco per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per guardarci negli occhi.
(Lettere a Milena)

Ciò di cui abbiamo bisogno sono quei libri che ci perturbano profondamente come la morte di qualcuno che amiamo. Un libro deve essere un’ascia per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi.
(Lettera a Oskar Pollak)

Amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.
(Lettere a Milena)

Forse esiste qualche altro modo di scrivere, ma io conosco soltanto questo: di notte, quando la paura non mi lascia dormire.

Il poeta è sempre più piccolo e più debole della media degli uomini. Per questo sente più intensamente, con più forza degli altri la pesantezza della sua presenza nel mondo.

Non si può esprimere ciò che si è proprio perché lo si è; non si può comunicare se non ciò che non siamo, la menzogna.
(Diari)

Non spaventarti se senti le mie labbra sul collo, non volevo baciarti, è soltanto amore impacciato.
(Lettere a Milena)

I baci scritti non arrivano a destinazione, ma vengono bevuti dai fantasmi lungo il tragitto.
(Lettere a Milena)

La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chi mantiene la capacità di vedere la bellezza non invecchia mai

Il male conosce il bene, ma il bene non conosce il male.
(Gustav Janouh, Colloqui con Kafka)

Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. L’amore non è un problema, come non lo è un veicolo; problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada
(Gustav Janouh, Colloqui con Kafka)

Non piegarla; non annacquarla; non cercare di farla sembrare logica; non cambiare la tua propria anima seguendo la moda. Piuttosto, segui spietatamente le tue più intense ossessioni.

Oggi voglio scrivere di altre cose, ma le cose non vogliono.
(Lettere a Milena)

Sporco sono, perciò faccio un tal strepito per la purezza. Nessuno canta così puramente come coloro che si trovano nel più profondo inferno. È il loro canto che scambiamo per il canto degli angeli.”
(Lettere a Milena)

Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te.
(Aforismi di Zürau)

È difficile dire la verità, perché ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole.

L’uomo torturato dai propri diavoli si vendica insensatamente contro il prossimo.
(Lettere a Milena)

I Sentieri si costruiscono viaggiando.

Quando io dico una cosa, essa perde subito e definitivamente la sua importanza; quando la scrivo la perde lo stesso, ma talvolta ne acquista una nuova.
(Diari)

Di fronte a te avevo perduto ogni fiducia in me stesso e conseguito in cambio uno sconfinato senso di colpa.
(Lettere al padre)

Tu eri avvolto per me dall’enigma di tutti i tiranni, il cui diritto è fondato sulla loro persona e non sul pensiero.
(Lettere al padre)

Ciò che mi turba ti tocca appena…
Ciò che per me è innocenza per te può essere colpa…
Ciò che per te non ha conseguenze può annientarmi…
(Lettere al padre)

[Alla domanda di Gustav Janouch: «E Cristo?». Kafka, chinando il capo, risponde:] È un abisso pieno di luce. Bisogna chiudere gli occhi per non precipitarvi.
(Gustav Janouh, Colloqui con Kafka)

Il primo segnale dell’inizio della comprensione si manifesta con il desiderio di morire.

Io vivo fra due mondi… è per questo che nella vita le cose mi restano un pochino difficili.

Non posso credere che una parola gentile, un tacito prendermi per mano, uno sguardo buono non avrebbero potuto ottenere da me tutto quel che si voleva.
(Lettere al padre)

Talvolta immagino di poter aprire davanti a me la carta terrestre e di stendertici sopra. Mi pare allora che per la mia vita si possano prendere in considerazione solo quei territori che né copri col tuo corpo né sono comunque alla tua portata. E data l’idea che mi son fatto della tua grandezza, questi territori non sono molti né molto confortanti.
(Lettere al padre)

La giornata è molto breve, con Lei e soltanto con qualche altra inezia è bell’e passata e terminata. E’ molto se rimane un po’ di tempo per scrivere alla vera Milena perché quella ancor più vera era qui tutto il giorno nella camera, sul balcone, nelle nuvole.
(Lettere a Milena)

E non so come abbracciare la felicità con parole, occhi, mani e col povero cuore, la felicità che tu sei qui e mi appartieni. E dire che in fondo non amo te, ma piuttosto la mia esistenza donatami da te.
(Lettere a Milena)

Gregorio Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo.
(La metamorfosi)

Riposava sulla schiena, dura come una corazza, e sollevando un poco il capo vedeva il suo ventre arcuato, bruno e diviso in tanti segmenti ricurvi, in cima a cui la coperta da letto, vicina a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica. Le gambe, numerose e sottili da far pietà, rispetto alla sua corporatura normale, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinanzi ai suoi occhi
(La metamorfosi)

La giusta comprensione di una cosa e la incomprensione della stessa cosa non si escludono.
(Il processo)

Visto dall’interno, quel sistema giudiziario era altrettanto ripugnante che visto da fuori.
(Il processo)

«Ma io non sono colpevole,» disse K., «è un errore. E poi, in generale, come può un uomo essere colpevole? E qui siamo pure tutti uomini, gli uni quanto gli altri.» «È giusto» disse il sacerdote, «ma è proprio così che parlano i colpevoli.»
(Il processo)

Le decisioni finali del tribunale non vengono rese pubbliche, neanche i giudici vi possono accedere, di conseguenza sui casi giudiziari del passato si conservano solo delle leggende.
(Il processo)

Per chi è sospetto il moto è migliore del riposo, perchè chi sta fermo può trovarsi sempre senza saperlo sul piatto di una bilancia e venir pesato con tutti i suoi peccati.
(Il processo)

La sentenza non viene ad un tratto, è il processo che poco a poco si trasforma in sentenza.
(Il processo)

Essere accusato è già una condanna.
(Il processo)

Spesso è più sicuro essere in catene che liberi.
(Il processo)

La sofferenza è l’elemento positivo di questo mondo, è anzi l’unico legame fra questo mondo e il positivo.
(Preparativi di nozze in campagna)

L’arte vola attorno alla verità, ma con una volontà ben precisa di non bruciarsi. Il suo talento consiste nel trovare nel vuoto oscuro un luogo in cui […] si possano potentemente intercettare i raggi luminosi.
(Preparativi di nozze in campagna)

Praga non ci lascia più andare. Questa piccola madre ha gli artigli. Non c’è altro da fare che cedere. Per potersene liberare bisognerebbe darle fuoco da due lati, il Vyšehrad e il Hradčany.
(Lettera a Oskar Pollak)

Gli uomini diventano cattivi e colpevoli perché parlano e agiscono senza figurarsi l’effetto delle loro parole e delle loro azioni. Sono sonnambuli, non malvagi.

La malvagità del mondo, dinanzi alla quale quella personale viene meno e perde ogni significato.
(Il castello)

Uno dei principi che regolano il lavoro dell’amministrazione è che non si deve mai contemplare la possibilità di uno sbaglio. […] Errori non se ne commettono e, anche se ciò per eccezione accade, come nel suo caso, chi può dire alla fin fine che sia davvero un errore?
(Il castello)

Nel Castello il telefono funziona in modo perfetto, si capisce; a quel che mi si dice lo usano di continuo, il che naturalmente accelera molto il lavoro. Queste comunicazioni ininterrotte noi le sentiamo al telefono come un canto e un brusìo, che lei certo ha già udito. Ma quel brusìo e quel canto sono l’unica cosa precisa e degna di fede che i nostri telefoni ci trasmettono, tutto il resto è un inganno.
(Il castello)

Il Castello ha molti ingressi. Ora è in voga l’uno, e tutti passano di lì, ora l’altro, e il primo è disertato. Secondo quali regole avvengano questi cambiamenti non s’è ancora potuto scoprire.
(Il castello)

Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.

Bisogna trarre dalla malattia, specialmente quando non è veramente tale, la maggior dolcezza possibile. Essa ne contiene molta.
(Lettere a Milena)

I genitori che si aspettano riconoscenza dai figli (e ce ne sono che addirittura la pretendono) sono come quegli usurai che rischiano volentieri il capitale per incassare gli interessi.
(Diari)

La maggior parte dei vecchi hanno qualcosa di malfido, di menzognero nel loro modo di comportarsi con le persone più giovani di loro.
(Diari)

Ogni conoscenza, la totalità di ogni domanda e di ogni risposta, è contenuta nel cane.

Il lavoro intellettuale strappa l’uomo alla comunità umana. Il lavoro materiale, invece, conduce l’uomo verso gli uomini.
(Gustav Janouh, Colloqui con Kafka)

Non esistono fiabe non cruente. Tutte le fiabe provengono dalla profondità del sangue e dell’angoscia.
(Gustav Janouh, Colloqui con Kafka)

Il mutismo è un attributo della perfezione.
(Quaderni in ottavo)

Chi cerca non trova, ma chi non cerca viene trovato.
(Quaderni in ottavo)

La via che arriva al prossimo è, per me, lunghissima
(Quaderni in ottavo)

Tu puoi tenerti lontano dai dolori del mondo, sei libero di farlo e risponde alla tua natura, ma forse proprio questa tua astensione è l’unico dolore che potresti evitare.
(Quaderni in ottavo)

Non tutti possono vedere la verità, ma possono esserla.
(Quaderni in ottavo)

Conosci te stesso non significa: Ossèrvati. Ossèrvati è la parola del serpente. Significa: Fàtti padrone delle tue azioni. Ma tu lo sei già, sei padrone delle tue azioni. Questa frase, pertanto, significa: Ignòrati! Distruggiti! Dunque una cosa cattiva. E solo chi si china profondamente ne ode anche il messaggio buono, che dice: “Per fare di te stesso quello che sei”.
(Quaderni in ottavo)

Nulla, lo sai, dà al corpo maggior soddisfazione che dare ordini alle persone, o almeno credere nella propria capacità di farlo.

La storia degli uomini è un attimo tra due passi di un viandante.
(Quaderni in ottavo)

Non esiste altro mondo fuorché il mondo spirituale. Quello che noi chiamiamo mondo sensibile è il Male del mondo spirituale.
(Diari)

Ci sono due peccati cardinali dai quali scaturiscono tutti gli altri: impazienza e pigrizia.

Lascia dormire il futuro come merita. Se lo si sveglia prima del tempo, si ottiene un presente assonnato.
(Diari)

Il sonno è l’essere più innocente che ci sia e l’uomo insonne il più colpevole.
(Lettere a Milena)

Da un certo punto in là non vi è più ritorno. Questo è il punto da raggiungere.”
(Aforismi di Zurau)

La vera via passa per una corda che non è tesa in alto, ma appena al di sopra del suolo. Sembra destinata a far inciampare più che a essere percorsa.
(Aforismi di Zürau)

Questa sensazione: «Qui non getto l’ancora» e subito sentirsi trascinati dai flutti ondeggianti.
(Aforismi di Zürau)

Una gabbia andò in cerca di un uccello.
(Aforismi di Zürau)

Per questo ci sono soltanto corrieri, scorrazzano per il mondo e, poiché di re non ce ne sono, gridano i messaggi ormai privi di senso l’uno all’altro. Volentieri porrebbero fine alla loro miserevole vita, ma non osano farlo per via del giuramento che hanno prestato.
(Aforismi di Zürau)

Due compiti per iniziare la vita: restringere il tuo cerchio sempre più e controllare continuamente se tu stesso non ti trovi nascosto da qualche parte al di fuori del tuo cerchio.
(Aforismi di Zürau)

Questa vita appare insopportabile, un’altra irraggiungibile. Non ci si vergogna più di voler morire; si chiede di essere portati dalla vecchia cella, che si odia, in una nuova, che presto si imparerà a odiare.
(Aforismi di Zürau)

C’è una meta ma non una via; ciò che chiamiamo via è un indugiare.
(Aforismi di Zürau)

Tu sei il compito. Nessun allievo in vista, da nessuna parte.
(Aforismi di Zürau)

Che cosa ti lega a questi corpi delimitati, parlanti, lampeggianti dagli occhi, più strettamente che a qualunque altra cosa, diciamo, al portapenne che hai in mano? Forse il fatto che sei della loro specie? Ma non sei della loro specie, perciò appunto hai formulato questa domanda.
(Diari)

Un’immagine della mia esistenza sarebbe una pertica inutile, incrostata di brina e neve, infilata obliquamente nel terreno, in un campo profondamente sconvolto, al margine di una grande pianura, in una buia notte invernale.
(Diari)

L’uomo non può vivere senza una fiducia permanente in qualcosa di indistruttibile dentro di sé, anche se entrambi hanno qualcosa di indistruttibile e la sua fiducia in esso può rimanere permanentemente nascosta da lui.
(Aforismi di Zürau)