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Presento la più ampia raccolta in lingua italiana di frasi, citazioni e aforismi sull’Abruzzo. Tra i temi correlati si veda I proverbi abruzzesi più belli e famosi e Frasi, citazioni e aforismi sulle Marche e i marchigiani.
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Frasi, citazioni e aforismi sull’Abruzzo
Abruzzo forte e gentile.
(Primo Levi)
Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
(Gabriele D’Annunzio)
Un’ora, meno di un’ora di macchina separa l’Abruzzo da Roma; e tuttavia il viaggiatore ha la sensazione acuta di qualcosa di distante, distaccato, anche estraneo.
(Giorgio Manganelli)
L’Abruzzo è un grande produttore di silenzio.
(Giorgio Manganelli)
In Abruzzo l’aria ha un sapore diverso. Nutrita di rupi e sassi, di radure e boschi, di laghi e ruscelli e torrenti e fiumi, l’aria ha uno scatto, un’elasticità di muscoli, una pungente, tagliente acredine che sa di spazi nordici, di scoscese dimore montane.
(Giorgio Manganelli)
L’Abruzzo è ancora una terra di sentieri, cavedagne, tratturi. Questa struttura frammentata e schiva rende difficile sondare tutti i luoghi in cui si acquattano i più segreti tesori d’Abruzzo.
(Giorgio Manganelli)
Tutto l’Abruzzo è intriso di tempo; è un luogo che lentamente si spoglia del proprio passato, che custodisce una storia difficile, scabra. Vi sono città antichissime, come Atri, città antiche, come Sulmona, città meno antiche, come L’Aquila, ma in tutte il tempo perdura con una pazienza, una lenta ostinazione che affascina.
(Giorgio Manganelli)
L’Abruzzo è fitto di luoghi senza nome, torri di cui si è dimenticato senso e costruttore, castelli diruti in cui sembra non siano mai stati abitanti degni di memoria.
(Giorgio Manganelli)
L’Abruzzo ha al suo centro non una città, ma una montagna, una grande, bellissima, terribile montagna, il Gran Sasso. Non badate ai metri dell’altezza; il Gran Sasso è di schiatta araldica, montagna di gran razza, di quelle che collochiamo con gli dei.
(Giorgio Manganelli)
L’Abruzzo è l’unica regione meridionale, o meglio premeridionale, nella quale la componente ellenica non si avverte. Vi giunse invece più tardi un soffio d’Oriente, e lo si coglie nei costumi, nei tappeti, negli ori, nei merletti. L’Abruzzo ha qualità insulari, e la regione più affine ad esso è la Sardegna; ma qualche somiglianza si può scorgere anche con la Dalmazia e l’Albania. Il fondo dell’Abruzzo è dunque bizantino, romanico, gotico, con riflessi d’Oriente.
(Guido Piovene)
L’Abruzzo ha carattere cantonale; deve essere veduto, ricercato di valle in valle, in cento piccole capitali dei monti.
(Guido Piovene)
La cucina abruzzese è certo di estrazione pastorale; sebbene l’Abruzzo abbia ampie spiagge, il pesce non è tipico nutrimento abruzzese.
(Giorgio Manganelli)
Adesso che mi ci fai pensare, mi domando anch’io che cosa ho conservato di abruzzese e debbo dire, ahimè, tutto; cioè l’orgoglio di esserlo che mi riviene in gola quando meno me l’aspetto.
(Ennio Flaiano)
Tra i dati positivi della mia eredità abruzzese metto la tolleranza, la pietà cristiana (nelle campagne un uomo è ancora nu cristiane), la benevolenza dell’umore, la semplicità, la franchezza nelle amicizie; e cioè quel sempre fermarmi alla prima impressione e non cambiare poi il giudizio sulle persone, accettandole come sono, riconoscendo i loro difetti come miei, anzi nei loro difetti i miei. Quel senso ospitale che è in noi, un po’ dovuto alla conformazione di una terra isolata, diciamo addirittura un’isola (nel Decamerone, Boccaccio cita una sola volta l’Abruzzo, come regione remota: «Gli è più lontano che Abruzzi»); un’isola schiacciata tra un mare esemplare e due montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere: se ci pensi bene, il Gran Sasso e la Majella son le nostre basiliche, che si fronteggiano in un dialogo molto riuscito e complementare.
(Ennio Flaiano)
“Più in là che Abruzzi”, faceva dire il Boccaccio a un suo personaggio per dare il senso del lontano, dell’appartato, del favoloso. E la sua può sicuramente essere assunta a espressione proverbiale per designare la condizione e la storia abruzzesi.
(Mario Pomilio)
Bisogna prenderci come siamo, gente rimasta di confine (a quale stato o nazione? O, forse, a quale tempo?), con una sola morale: il lavoro. E con le nostre Madonne vestite a lutto e le sette spade dei sette dolori ben confitte nel seno. Amico, dell’Abruzzo conosco poco, quel poco che ho nel sangue.
(Ennio Flaiano)
Pescara è splendida. È l’unico caso di città, di vera e propria città, che esista totalmente in quanto città balneare. I pescaresi ne sono fieri.
(Pier Paolo Pasolini)
Il lungomare di Pescara è un fiume di gente, elegante, bella, abbronzata, massiccia.
(Pier Paolo Pasolini)
Pescara è nuova, Pescara è geometrica, Pescara è rumorosamente estroversa, Pescara è danarosa, Pescara non guarda le montagne, Pescara non ha storia. Sembra aver cancellato i secoli che l’hanno preceduta.
(Giorgio Manganelli)
Per un lato Pescara si può dire la più abruzzese delle città abruzzesi, per un altro lato è l’opposto della regione, di cui assorbe la linfa.
(Guido Piovene)
Pescara ha la magia di farti sentire bene con il mondo, senza che ciò ti richieda sforzo alcuno.
(Tim Parks)
Una luce già di montagna splende nelle vie de L’Aquila, e penetrando anche nei vicoli più stretti dei quartieri vecchi, porta uno scintillio nell’ombra. Dovunque si sente lo spazio. Perciò L’Aquila è gaia. Posta ad oltre 700 metri, il più alto, se non erro, tra i capoluoghi di provincia italiani dopo Enna e Potenza, è una città che respira. Lo sguardo appena trova un varco, subito va lontano, fino al Gran Sasso ed al Sirente, dominanti la vasta conca.
(Guido Piovene)
La commistione delle varie età, tardo medioevo, rinascimento, barocco dà alla città di L’Aquila un movimento intenso, visivamente drammatico.
(Giorgio Manganelli)
Aquila era una bella città. D’estate la notte faceva fresco e la primavera degli Abruzzi era la più bella d’Italia. Ma quel che era bello era l’autunno per andare a caccia nei boschi di castagni.
(Ernest Hemingway)
Roma santa, Aquila bella, Napoli galante.
(Proverbio)
Teramo ha un che di appartato, di schivo, di più accanitamente remoto.
(Giorgio Manganelli)
La cattedrale di Atri è una mole di indimenticabile potenza geometrica – ed ora che ho scritto a caso questa parola, mi accorgo di quanta geometria abiti Atri.
(Giorgio Manganelli)
Quella distesa che vedi allargarsi giù in fondo è il Fùcino, una grande e ubertosa piana di origine lacustre. Sono accorsi secoli, dagli imperatori romani ai nobili del 1800, per riuscire a prosciugare quello che fu, per estensione, il terzo lago d’Italia.
(Laura Quieti)
Tutto intorno alla Maiella è la plaga abruzzese più bella, dominata da rocce grigiastre, o d’un grigio violaceo: con i dossi rotondi coperti di un’erba dorata lucida; solcata di montagne lunghe che hanno la forma di elefanti accosciati. Sopra il fondo, tendente al grigio, splende il fiore abruzzese, il cardo.
(Guido Piovene)
Sulmona è un condensato d’arte e di costume abruzzesi; si stupisce che non sia compresa in ogni itinerario italiano. Tra i suoi monumenti almeno uno è senza paragoni, il Palazzo dell’Annunziata, cui sorge accanto incorporatavi la chiesa dello stesso nome.
(Guido Piovene)
Sulmo mihi patria est, gelidis uberrimus undis – Sulmona è la mia patria, ricchissima di gelide acque.
(Ovidio)
L’Abruzzo detiene un record: il 30 per cento del suo territorio è protetto dalle leggi ambientali. Nessun’altra regione in Europa può vantare tanto.
(Enrico Massetti)
Porto la terra d’Abruzzi, porto il limo della mia foce alle suole delle mie scarpe, al tacco de’ miei stivali.
Quando mi ritrovo fra gente estranea dissociato, diverso, ostilmente selvatico, io mi seggo e, ponendo una coscia su l’altra accavallata, agito leggermente il piede ché mi sembra quasi appesantirsi di quella terra, di quel poco di gleba, di quell’umido sabbione ed è come il peso d’un pezzo d’armatura: dell’acciaio difensivo.
(Gabriele D’Annunzio)