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Frasi Belle

Frasi, citazioni e aforismi sull’Etna

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L’Etna è uno dei più importanti vulcani attivi del mondo ed il più grande d’Europa, con una altezza di 3.350 metri sul livello del mare ed un diametro medio di base di circa 40 km.

Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sull’Etna. Tra i temi correlati Frasi, citazioni e aforismi sulla Sicilia e Frasi, citazioni e aforismi sul vulcano.

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Frasi, citazioni e aforismi sull’Etna

Tutto ciò che la natura ha di grande, tutto ciò che ha di piacevole, tutto ciò che ha di terribile, si può paragonare all’Etna e l’Etna non si può paragonare a nulla.
(Dominique Vivand Denon, Viaggio in Sicilia, 1788)

Davanti a noi una spessa nuvola si leva lentamente come una cortina bianca che sale e che sorge dalla terra. Avanziamo ancora qualche passo, naso e bocca avvolti, per non essere soffocati dallo zolfo, ed all’improvviso, davanti ai nostri piedi, si apre un prodigioso, uno spaventevole abisso, di quasi cinque chilometri di circonferenza.
(Guy de Maupassant)

La bestia è calma, e dorme in fondo, tutt’in fondo,. Solo la pesante fumata sfugge dal prodigioso fumaiolo alto 3312 metri.
(Guy de Maupassant)

Se vedessi come è bello da vicino il nostro Etna! Dal Belvedere del convento si vedeva come un gran monte isolato, colla cima sempre coperta di neve; adesso io conto le vette di tutti codesti monticelli che gli fanno corona, scorgo le sue valli profonde, le sue pendici boschive, la sua vetta superba, su cui la neve, diramandosi per burroni, disegna immensi solchi bruni.
(Giovanni Verga, Storia di una capinera)

L’Etna è terribile, ma è amato dai Catanesi come il popolo ama ciò che associa a tutti i suoi ricordi e anche alle sue sventure.
(Guido Piovene)

Un dettaglio che forse non è chiaro guardandolo da lontano è che l’Etna è femminile. Cioè, tutti gli estranei, anche i siciliani non catanesi, lo chiamano al maschile: il vulcano, il monte, oppure il gigante. L’Etna, invece, per gli abitanti della zona, è femminile. Quando c’è un’eruzione in corso loro dicono: si è svegliata!
(Roberto Alajmo)

L’Etna dà e riceve. Da secoli minaccia flagelli, ma poi dona cenere e fertilità per i raccolti e riceve in cambio attenzione, sudditanza, ammirazione da parte dei siciliani.
(Fabrizio Caramagna)

Di qua lo sguardo percorre tutta quanta la lunga cresta dell’Etna, a sinistra, la spiaggia sino a Catania, anzi sino a Siracusa. L’enorme monte fumante chiude poi il quadro ampio e grandioso; non è però spaventoso perché l’atmosfera piena di vapori lo attenuano e lo rendono più dolce di quanto non sia.
(Johann Wolfgang von Goethe)

Stabilii di intraprendere l’ascensione di quella montagna [l’Etna]; passammo dalla regione delle vigne a quella della lava, poi della neve. Il fanciullo dalle gambe di danzatore correva su quelle ripide chine; i sapienti che mi accompagnavano salirono a dorso di muli. Sulla cima, era stato costruito un rifugio ove poter attendere l’alba. Questa alfine spuntò: un’immensa sciarpa d’Iride si distese da un orizzonte all’altro; strani fuochi brillarono sui ghiacci della vetta; la vastità terrestre e marina si dischiuse al nostro sguardo sino all’Africa, visibile, e alla Grecia che s’indovinava. Fu uno dei momenti supremi della mia vita.
(Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano)

L’Etna è in eruzione. Vediamo dai finestrini, sul fondo completamente nero della montagna, scendere srotolandosi un enorme serpente luminoso, un fiume spesso di lava rovente e bollente, vermiglia, gonfia, globosa nel suo procedere, e con volute e strie, più luminose ancora ma di colore arancione o addirittura giallo. E’ uno spettacolo affascinante.
(Mario Soldati)

Il mare aperto, il cielo, e sulla destra le cineree lontananze della Sicilia, la sfumata sagoma dell’Etna.
(Mario Soldati)

La casa del più rinomato notaio di Catania, Giorgio Puglisi, era situata in piazza Stesicoro, di fronte al vecchio tribunale, sul tetto del quale l’Etna, reso prossimo e quasi imminente dalla mancanza di oggetti che s’interpongano alla vista, spalanca le sue enormi ali, bianche come quelle di un cigno in inverno, color viola nelle altre stagioni.
(Vitaliano Brancati)

Più di tutto a me piace la Sicilia, ma solo dall’alto dell’Etna, nella luce, a patto di dominare l’isola e il mare.
(Albert Camus)

Oltre la penombra delle colline, oltre la prima luminescenza dei paesi, immensa, fosforica nel cielo viola, compare un’altra fantastica icona. L’Etna, il Dio Vulcano.
(Paolo Rumiz)

Ed ecco il re delle fucine, l’Etna, che si erge, sempre attivo, sulla meravigliosa piana di Catania. Luogo di leggende, l’Etna: i Ciclopi, fabbricanti delle folgori celesti, vi manovrano, nelle forge di Vulcano, i loro enormi mantici di pelle di toro; il filosofo Empedocle si sarebbe gettato nel suo cratere, che ne restituì, si dice, soltanto un sandalo.
(Ferdinand Braudel)

In basso la costa sicula sfuma verso Catania; lo Stretto splende d’azzurro e i monti di Sicilia si levano da ogni parte con inattesi profili. E su tutti grandeggia candido l’Etna, la Montagna per antonomasia, a ricordare la potenza del fuoco che, oltre le vicende degli uomini, è la vera, immortale anima dell’isola.
(Carlo Picchio)

Guardo a sinistra l’immenso cono schiacciato della Muntagna, come nonna Mara, nata a Zafferana, chiamava l’Etna: genio benefico degli abitanti della zona, la Muntagna è attenta a deviare la colata di lava dai paesi a lei devoti, premurosa nell’avvertire con i brontolii delle budella e prodiga di raccolti abbondanti.
(Simonetta Agnello Hornby)

Noi siamo di Catania. Là il Monte dà la vita con la neve e la morte con la lava.
(Goliarda Sapienza)

L’Etna è in eruzione. Vediamo, dai finestrini, sul fondo completamente nero della montagna, scendere srotolandosi un enorme serpente luminoso, un fiume spesso di lava rovente e bollente, vermiglia, gonfia, globosa nel suo procedere, e con volute e strie, più luminose ancora ma di colore arancione o addirittura giallo. È uno spettacolo affascinante.
(Mario Soldati)

L’Etna borbotta alle spalle minacciando il risveglio della sua rabbia di fuoco.
(Lucrezio, De Rerum Natura)

Tuona di orrende rovine
e vomita nel cielo una nube nera
fumante d’un turbine di pece e di ardenti faville.
(Virgilio, Eneide)

L’Etna nevoso, colonna del cielo
d’acuto gelo perenne nutrice;
mugghiano dai suoi recessi
fonti purissime d’orrido fuoco,
fiumi nel giorno riservano
corrente fulva di fumo
e nella notte rotola
rocce portando alla discesa
profonda del mare, con fragore.
(Pindaro, Ode Pitica)

Salito sul ponte io guardai al firmamento cristallino e vidi una bianca curva seguirlo fino a un punto che mi sembrò lo zenit. Allora chiesi che fosse mai quello che gli occhi scoprivano. Mi fu risposto: «È l’elevazione dell’Etna che s’inarca per adattarsi alla curva del cielo».
Illusione? Realtà? Posso solo dire che non ho più dimenticato questa straordinaria visione.
(Bernard Berenson)

Mi sono messo al balcone della mia stanza per vedere l’alba sull’Etna. Il suo colore era argento e viola sopra un delicato rossore, che sembrava vermiglio di dentro. In vetta un diadema di neve, e sotto, la collana delle nubi. La grande altezza della montagna non appariva tale per via dei suoi morbidi e lunghi fianchi.
(Bernard Berenson)

Era dunque là questo gigante della Sicilia verso il quale, fin dalla mia infanzia, il mio pensiero si era tante volte diretto. Io la contemplavo finalmente questa montagna che gli antichi avevano denominato chiodo della terra – e pilastro del cielo.
(Élisée Reclus)

Ci sono dei luoghi che senza dubbio si possono dire di più incantevoli della terra, e se l’Etna di dentro somiglia all’inferno, si può dire a ragione che di fuori somigli al paradiso.
È curioso pensare che questo monte riunisce in sé tutte le bellezze e tutti gli orrori, in una parola quanto di più opposto e dissimile esiste in natura. Qui si può osservare una voragine che un tempo ha eruttato torrenti di fuoco verdeggiare ora delle piante più belle, trasformata da oggetto di terrore in motivo di delizia. Qui si possono cogliere i frutti più squisiti nati su quella che fino a poco fa non era che roccia arida e nera. Qui il suolo è ricoperto di tutti i fiori immaginabili, e noi stessi ci aggiriamo in un mondo di meraviglia e contempliamo questo intrico di dolcezza senza pensare che sotto i nostri piedi c’è l’inferno con tutti i suoi terrori, e che soltanto poche iarde ci separano da laghi di fuoco liquido e di zolfo.
(Patrick Brydone)

L’Etna fa cono. Quanto diverso però dall’immaginato! Questo il tremendo Mongibello, l’infocato carcere di Tifone? Il monte più armonico di forme, più mite d’aspetto che io abbia mai veduto. Me lo sono fatto indicare da gente del posto, per assicurarmi che è veramente lui. Solo che tutte le nuvole del cielo, poche o molte che siano, se le raccoglie intorno lui, come chioccia i pulcini.
(Alberto Savinio)

Il monte Etna ha preso nome dal fuoco e dallo zolfo, come anche la Gehenna.
(Isidoro di Siviglia)

La mattina presto vidi la cresta dell’Etna brillare mentre il primo raggio di sole colpiva il suo crinale bianco; al tramonto, quando la cima era avvolta fra nubi pesanti e i raggi occidentali venivano di dietro il monte, quelle alture fredde e remote rilucevano debolmente in una tinta del più pallido smeraldo, e sembravano la visione di un paradiso al tramonto, diafano, sul punto di svanire.
(George Gissing)

L’Etna è un enorme fallo posto tra le cosce di Catania.
(Daniele Zito)

L’Etna ha l’aria della vecchiezza; il Fuji invece è l’immagine della gioventù, le sue linee suggeriscono il movimento, lo slancio. L’Etna è possente, ti fa pensare ad un gigante saggio, talvolta è terribile, ma anche allora sembra scuotere le sue catene con l’ineluttabilità misteriosa d’un destino notturno; il Fuji è agile, fiero come una spada, t’invita all’ardire. L’Etna è profondamente maschio, è patriarca di messi, di villaggi, dei popoli di tonni nelle acque profonde ai suoi piedi.
(Fosco Maraini)

Magnifica la vista che si godeva dallo Stretto. Davanti a noi era Messina col suo porto pieno di natanti, difeso dalla fortezza di San Salvatore; dietro di noi Reggio splendidamente illuminata dal sole pomeridiano e sullo sfondo le brulle montagne dell’interno, mentre a sinistra s’innalzava maestosamente l’Etna, con la cima coperta di neve scintillante. Il cratere vomitava un denso pennacchio di fumo.
(Arthur John Strutt)

Mi affascina molto il rapporto con il mito. E cosa c’è di più mitico dell’ Etna che tira fuori fiumi di fuoco? Credo che coloro che ci vivono sotto siano particolarmente siciliani perché se la giostrano col destino più di chiunque altro.
(Ferdinando Scianna)

Nessuno dubita che la Sicilia fosse unita un tempo al continente: l’Etna, continuazione delle catene degli Appennini, apparteneva alla terra ferma, ed un cataclisma ne lo avrà separata.
(Auguste Marmont)

Per vedere il cratere stesso e la lava, dobbiamo ancora salire fino a quel dorso di monte, sul quale nel 1883 i santi furono esposti contro la lava. Ancora pochi passi, e siamo arrivati sul piccolo rialto: davanti ai nostri occhi si stende, in tutto il suo terribile splendore, il campo dell’eruzione.
Ogni parola sarebbe vana per dipingere siffatto spettacolo, che supera ogni opinione e vince ogni descrizione. Avevo assistito, anni addietro, a una eruzione del Vesuvio; ma quale differenza tra quella e questa del monte siciliano. Il Vesuvio è un bambino in confronto a questo gigante!
(Augusto Schneegans)