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Sigmund Freud fu il primo a formulare una teoria dei sogni che potesse aiutare nell’interpretazione di questi. Capendo come si formavano i sogni era possibile decifrarne decriptarne il contenuto inconscio.
“L’interpretazione dei sogni“, edito in tedesco nel 1899, con il titolo “Die Traumdeutung“, è una delle opere di Sigmund Freud che tratta la teoria dei sogni.
Presento una raccolta di frasi e aforismi di Sigmund Freud sui sogni. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi di Sigmund Freud e Frasi, citazioni e aforismi sui sogni.
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Frasi e aforismi di Sigmund Freud sui sogni
Lo studio e l’interpretazione dei sogni può essere considerato come il metodo più sicuro per indagare sui processi psichici profondi.
Il sogno non si occupa mai di inezie; non permettiamo alle quisquilie di disturbarci nel sonno. I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli.
Astucci, scatole, casse, armadi, stufe corrispondono al grembo femminile, come del resto caverne, navi e tutti i tipi di recipienti. Le stanze nel sogno rappresentano generalmente donne e proprio la descrizione delle loro diverse entrate e uscite conferma quest’interpretazione.
Scale, scale a pioli, scalinate e rispettivamente il fare le scale, tanto in salita quanto in discesa, sono rappresentazioni simboliche dell’atto sessuale.
Tutti gli oggetti allungati: bastoni, tronchi, ombrelli (per il modo di aprirli, che può essere paragonato all’erezione!) intendono rappresentare il membro maschile, così come tutte le armi lunghe e acuminate: coltelli, pugnali, picche.
Ogni elemento del sogno può rappresentare, per l’interpretazione, sia se stesso sia il proprio contrario. Non si sa mai a priori se si debba supporre l’uno o l’altro; è soltanto il contesto a decidere.
Il sogno infantile è la reazione a un’esperienza diurna che ha lasciato dietro di sé un rammarico, una nostalgia, un desiderio irrisolto. Il sogno reca l’appagamento diretto, scoperto, di questo desiderio.
Rispetto alla temporalità, il sogno sembra godere di un altro privilegio, di essere anche in un altro senso indipendente dal fluire del tempo
C’è almeno un punto in ogni sogno, dove non si può toccare il fondo: un ombelico, in un certo senso, che è il suo punto di contatto con l’ignoto.
La convinzione spontanea della persona che si è appena svegliata è che i suoi sogni, anche se non sono venuti essi stessi da un altro mondo, lo hanno comunque trasportato in un altro mondo.
Qualsiasi impressione, anche la più insignificante, lascia una traccia inalterabile, che può rivivere.
Niente di ciò che abbiamo posseduto nella mente una volta può andare completamente perduto.
Non vi sono sogni assolutamente razionali e che non contengano qualche incoerenza, qualche anacronismo, qualche assurdità.
Se qualcuno sogna, con tutte le espressioni di dolore, che il padre o la madre o un fratello o una sorella muoiono, non impiegherei mai il sogno come prova che egli desidera la morte di quella persona in quel momento. La teoria dei sogni non richiede tanto; le basta la deduzione che questa morte è stata desiderata una volta o l’altra durante l’infanzia del sognatore.
I sogni di morte dei genitori si applicano con maggiore frequenza al genitore dello stesso sesso del sognatore: cioè, gli uomini sognano soprattutto la morte del padre, le donne quella della madre. Non posso pretendere che ciò sia universalmente vero, ma lo è nella maggioranza dei casi, in modo così evidente da richiedere una spiegazione basata su un elemento che abbia validità generale. Grosso modo, è come se si provasse nei primi anni una preferenza sessuale: come se i ragazzi considerassero i padri e le ragazze le madri dei rivali in amore, la cui eliminazione non potrebbe non avvantaggiarli.
Tutti i sogni sono sogni di comodità, ubbidiscono all’intento di continuare il sonno, anziché quello di svegliarsi. Il sogno è il custode, non il perturbatore, del sonno.
Nessun’altra pulsione è stata tanto repressa sin dall’infanzia quanto quella sessuale nelle sue numerose componenti, di nessun’altra rimangono desideri inconsci così numerosi e così forti, che ora agiscono durante il sonno provocando dei sogni.
I sogni molto frequentemente esprimono ricordi e conoscenze che il soggetto da sveglio è ignaro di possedere.
Si rimane colpiti, osservando come il sogno a volte riporti alla luce, in forma del tutto illesa e nella loro freschezza originaria, immagini di località, cose e persone rimaste profondamente sepolte sotto gli strati successivi che il tempo depone sulle nostre prime esperienze infantili.
I sogni ci rammentano continuamente cose a cui abbiamo cessato di pensare e che da lungo tempo hanno perso importanza per noi.
Non siamo in grado di interpretare i sogni di un’altra persona, a meno che essa non sia preparata a comunicare i pensieri inconsci che si celano dietro al suo contenuto.
Compiuto il lavoro di interpretazione, ci accorgiamo che il sogno è la soddisfazione di un desiderio.
È ovvio che il sogno sia l’appagamento di un desiderio, dato che nulla, all’infuori di un desiderio, è in grado di mettere in moto il nostro apparato psichico.
Se, nel raccontare un sogno, il narratore si sente portato a servirsi di un “o-o”, – per esempio, “era un giardino o un salotto” -, nei pensieri del sogno non c’era un’alternativa ma un “e”, una semplice aggiunta.
Quando io insisto con i miei pazienti sulla frequenza dei sogni edipici, in cui il sognatore ha un rapporto sessuale con la propria madre, essi rispondono spesso: “Non ricordo di aver mai fatto un sogno simile”. Subito dopo, tuttavia, verrà fuori un ricordo di qualche altro sogno poco chiaro e indifferente, che il paziente ha fatto ripetutamente. L’analisi mostra allora che questo è effettivamente un sogno con lo stesso contenuto, ancora una volta un sogno edipico. Posso affermare con certezza che i sogni mascherati di rapporti sessuali con la madre del sognatore sono molto più frequenti di quelli manifesti.
Credo che l’imperatore romano che fece uccidere uno dei suoi uomini perché aveva sognato di assassinare l’imperatore, avesse torto. Avrebbe dovuto cominciare con il cercare di scoprire il significato del sogno; molto probabilmente il suo significato era diverso da quello che sembrava. E anche se un sogno con un contenuto diverso contenesse un atto di lesa maestà come significato, non sarebbe forse giusto ricordare il detto di Platone, che l’uomo virtuoso si accontenta di sognare ciò che un uomo malvagio fa realmente? Credo che la cosa migliore sia lasciar liberi i sogni
Alla domanda se ogni sogno possa essere interpretato, si deve rispondere di no. Non bisogna dimenticare che nel lavoro d’interpretazione si hanno di fronte le forze psichiche che provocano la deformazione del sogno. Il fatto di riuscire a prevalere sulle resistenze interne col proprio interesse intellettuale, la propria capacità di autocontrollo, le proprie conoscenze culturali ed esperienze interpretative, diventa così una questione di rapporto di forze.
Un sogno che il giorno immediatamente successivo sembra refrattario all’analisi, rivela il suo contenuto misterioso una settimana o un mese dopo, quando un cambiamento reale, avvenuto nel frattempo, ha attenuato la forza dei fatti psichici in lotta fra loro.
Una nevrosi, come del resto un sogno, non dice mai assurdità.
Nei sogni la vita di tutti i giorni, con le sue fatiche ed i suoi piaceri, con le sue gioie ed i suoi dolori, non si ripete mai; al contrario, i sogni hanno lo scopo di liberarcene. Anche quando tutta la nostra mente è presa da qualcosa, quando siamo abbattuti da qualche profondo dispiacere, o quando tutto il nostro potenziale intellettivo è assorbito da qualche problema, il sogno non farà altro che entrare nella tonalità del nostro umore e rappresentare la realtà in simboli.
I sogni servono come una valvola di sicurezza per il cervello sovraccarico. Essi possiedono un potere terapeutico e ristoratore.
Le strutture oniriche sono quasi sollevate dal terreno della nostra vita psichica e vagano nello spazio psichico come nuvole in cielo, disperse dal primo soffio di vento.
I sogni cedono il posto davanti alle impressioni di un nuovo giorno come lo splendore delle stelle cede alla luce del sole.