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Frasi Belle

Frasi e citazioni sui Campi Flegrei e Pozzuoli

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I Campi Flegrei, dal greco phlegraios (ardente), sono una regione eminentemente vulcanica, costituita da crateri poco elevati, circa una trentina, taluni rotti dall’azione del mare o deformati dagli agenti atmosferici.

L’area dei Campi Flegrei è una grande caldera in stato di quiescenza, con un diametro di 15-18 km, i cui limiti sono dati dalla collina di Posillipo, dalla collina dei Camaldoli, dal monte di Cuma e dal monte di Procida. L’ultima eruzione definita di Monte Nuovo è avvenuta nel 1538, da allora la caldera è quiescente ma continuano i segnali di attività, in particolare i Campi Flegrei sono caratterizzati da vulcanismo secondario e sono noti per il fenomeno del bradisismo. Gas, magma e altri elementi continuano a fluire dal sottosuolo e, per scaricare la pressione, provocano deformazioni, eruzioni, terremoti e movimenti bradisismici.
Secondo gli antichi, i laghi e i crateri erano il risultato di una guerra tra titani che si erano lanciati pesanti massi.

Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sui Campi Flegrei e Pozzuoli. Tra i temi correlati Frasi, citazioni e aforismi sul vulcano, Frasi, citazioni e aforismi sul terremoto e Frasi, citazioni e aforismi su Napoli.

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Frasi, citazioni e aforismi sui Campi Flegrei e Pozzuoli

Dall’alto del lieve poggio che s’avanza sul mare formando il Capo Miseno, si vedono perfettamente il Vesuvio, il golfo di Napoli, le isole di cui è disseminato e la campagna che si distende da Napoli sino a Gaeta; insomma la regione dell’universo ove i vulcani, la storia, la poesia hanno lasciato più tracce.
(Madame de Staël)

I campi flegrei sono terre di fuoco. Qui i titani contesero a Giove l’impero del mondo, qui sulle rive di un lago morto si aprono le porte dell’Ade, qui – “ingens rupis in antrum” – la Sibilla profetava invasata da Dio.
(Hans Tuzzi)

Una gita per mare a Pozzuoli, un breve tratto di strada per terra, passeggiate piacevoli nella contrada la più amena del mondo. Il suolo il più infido, sotto il cielo il più limpido! Acque bollenti, grotte le quali sprigionano vapori zolforosi, monti calcari, decomposti, selvaggi, ostili alla vita delle piante, ed ad onta di ciò, vegetazione rigogliosa quanto si possa vedere dovunque; la vita che trionfa sulla morte; stagni, ruscelli, e per ultimo una foresta stupenda di querce, sulla pendice di un antico volcano.
Il pensiero ricorre ivi, ora alla natura, ora alla storia dei popoli scomparsi. Si vorrebbe riflettere, meditare, ma non vi si riesce.
(Johann Wolfgang von Goethe)

Una mattina Pozzuoli si è destata, ha guardato intorno e non si è riconosciuta. Dove, il giorno prima, aveva un lago, ritrovava una montagna; dove aveva lasciato una foresta, ritrovava ceneri; infine, dove aveva lasciato un villaggio, non ritrovava nulla di nulla. Una montagna alta una lega era sorta di notte, aveva spostato il lago Lucrino, che è lo Stige virgiliano. Oggi il Monte Nuovo (lo si è battezzato con questo nome, certo ben meritato) è coperto di alberi come una vera montagna e non presenta la minima differenza dalle altre colline che sono là dal principio del mondo.
(Alexandre Dumas, descrivendo l’ultima eruzione avvenuta nel 1538, con la formazione del Monte Nuovo)

La strana commistione tra acqua e fuoco, tra la bellezza prorompente di una natura forte e dolce e i fenomeni vulcanici, violenti ed improvvisi. Un terra dove la natura in una mano brandisce eruzioni e terremoti per togliere la vita e nell’altra stringe le sue miracolose acque termali che offre per lenire le sofferenze dell’uomo.
(Filiberto Passananti)

In queste terre li Poeti con le loro feconde idee immaginarono la discesa in Averno; i Campi Elisj; la Palude Stigia, ed Acherusia; il passaggio della barca di Caronte; li contrasti fra Cerere, e Bacco; ed i Campi Flegrei, in cui vinsero la guerra, che avevan mossa alli Dei i Giganti. Qui Virgilio vi modellò l’ammirabile sesto libro dell’Eneide.
(Lorenzo Paladino)

Si chiamano Campi Flegrei, cioè “ardenti”, ma noi sapiens lo abbiamo dimenticato e abbiamo colpevolmente cancellato la memoria di una trentina di vulcani attivi sul più pericoloso calderone di magma del Mediterraneo.
(Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico)

La preoccupazione è per lo stato di cose in cui si trovano i Campi Flegrei. È come se migliaia di persone fossero seduti su un supervulcano e invece di tenerlo sotto controllo e attenzionato, che fanno? Ci costruiscono sopra un ospedale, un ippodromo, una base militare, una città da 80mila abitanti. Qualsiasi cosa succede lì è un problema.
(Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico)

Gli amministratori locali hanno consentito l’inconsentibile. A un certo punto bisognava dire stop alle costruzioni e all’arrivo di altre famiglie, ricordandoci che sono posti pericolosi, e che nel 1538 è nato da sotto la zappa il Monte Nuovo. E invece continuiamo a far finta di nulla.
(Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico)

Solo la Solfatara e gli Astroni appaiono ancora come vulcani. Degli altri ogni traccia è stata cancellata da case, asfalto e cemento
(Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico)

I Campi Flegrei, il vulcano che non sembra un vulcano, ma è quello oggi seguito con maggiore attenzione dai geofisici e vulcanologi.
(Piero Angela)

Del panorama napoletano ho portato con me un’immagine giallognola, che conservo ancor oggi, di quel vulcano spento chiamato solfatara, nel cui cratere coperto ho camminato. Ci facevano venire i brividi le sonorità di vôlte che si sentivano sotto i nostri piedi, dove ogni passo faceva scaturire dai minuscoli crateri una sabbia ardente, simile ad un ribollire di acqua. Un odore di zolfo ci circondava, come se ci trovassimo in una immensa botte azzurra, preparata con una torcia di zolfo per accogliere il vino. Ed il Vesuvio, dalla parte opposta del Golfo, fumando, prestava un silenzio senza parole al panorama ed alla generale solennità.
(Lucian Blaga)

La zolfatara, campo di zolfo. Rumore delle fontane di acqua bollente: rumore del Tartaro per i poeti.
(François-René de Chateaubriand)

La zona flegrea, culminante in Cuma, vulcanica in tempi remoti, coperta di lave preistoriche e crateri spenti, era ai tempi di Roma un contrappunto di infernale e di ameno; infernale per acque e fanghi ribollenti e vapori del sottosuolo. Di fanghi, acqua e vapore, ci si giovò per cura fino al Seicento; le solfatare ne sono oggi l’unico segno. Nonostante i bollori del sottoterra, già nell’impero romano erano questi luoghi più elisii che infernali, e forse la vicinanza dei demoni serviva solo a conferire un rapimento maggiore alla loro dolcezza.
(Guido Piovene)

L’anfiteatro di Pozzuoli gareggia con il Colosseo, e nessuno può essergli comparato per i sotterranei.
(Guido Piovene)

Sono stato a Posillipo, a Pozzuoli, a Baja, a Sorrento, a Capri, per mare e per terra… Sono tornato a Napoli in barca, stasera, dal capo Miseno, costeggiando. E’stata una divina navigazione per un mare divino. Remigavo, come nelle acque di Anzio. Alla punta di Posillipo è caduta la sera; e tutta Napoli è sorta dal mare incoronata di lumi respirando come una creatura misteriosa, nel crepuscolo violetto.
(Gabriele D’Annunzio)

E pe’ leggeri intrichi pampinei l’isole e i golfi
s’intravedeano splendere: Puteoli
cerula su ’l lunato azzurro, ove l’Ibi migrante
agile tra le corna scese de’ bianchì buoi,
Baja voluttuosa, e il tumulo ingente che Enea
diede a Miseno, e l’alta Cuma che udì gli ambigui
carmi fatali, e il lido lacustre che l’orme sostenne
d’Ercole dietro il gregge pingue di Gerione.
(Gabriele D’Annunzio, Nella certosa di San Martino)

Vi è un luogo posto nel fondo di un abisso cavo, tra Partenope e i vasti campi di Dicearchia, bagnato dalle acque del Cocito; infatti il vapore che si sprigiona, si spande con calore mortifero. Non in autunno questa terra verdeggia, non fa crescere l’erba il fertile campo, né a primavera risuonano i teneri cespugli dell’armonia discordante del canto degli uccelli: ma il caos e i luoghi deserti coperti di nera lava gioiscono circondati dal funereo cipresso.
(Petronio, Satyricon)

Sgorgano copiosamente e senz’ordine in moltissimi luoghi, qua fredde, là calde, là miste… altrove tiepide e fresche. Facendo sperare rimedi contro le infermità e scaturendo soltanto a pro degli uomini fra tutti gli esseri viventi, accrescono il numero delle divinità con varie denominazioni e fanno sorgere delle città come Pozzuoli.
(Plinio, Naturalis Historiae)

Baia, il cui nome deriva da quello di un compagno di Ulisse, che qui morì e fu sepolto, è stata celebre per le sue sorgenti termali fina dall’antichità. I romani la predilessero e vi ebbero ville Cesare e Pompeo, Caio Mario e Cicerone. Da Augusto ad Alessandro Severo divenne residenza imperiale.
(Vittorio Gleijeses)

Lasciai quel luogo perché c’era il pericolo che se mi fossi affezionato troppo al soggiorno di Bauli, tutti gli altri luoghi che mi restano da vedere non mi sarebbero piaciuti.
(Simmaco, riferendosi a Bacoli)