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Le frasi più belle di J.R.R. Tolkien, da Il signore degli Anelli

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John Ronald Reuel Tolkien, comunemente conosciuto J.R.R. Tolkien (Bloemfontein, 3 gennaio 1892 – Bournemouth, 2 settembre 1973) è l’autore de Il Signore degli Anelli e di altre celebri opere riconosciute come pietre miliari del genere “Fantasy”, quali Lo Hobbit e Il Silmarillion.

Presento una raccolta delle frasi più belle di J.R.R. Tolkien, tratte da Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.

Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle di Harry Potter e Le frasi più belle di Alice nel paese delle meraviglie.

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Le frasi più belle di J.R.R. Tolkien, da Il signore degli Anelli e Lo Hobbit

Il Signore degli Anelli (La Compagnia dell’Anello)

Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell’affetto che meritate.
(Bilbo)

Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze
(Gandalf)

Non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato.
(Gandalf)

Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.
(La poesia dell’anello)

La Via prosegue senza fine
Lungi dall’uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con piedi alati
Sin all’incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.
(Frodo, Il canto della Strada)

Voltato l’angolo forse ancor si trova
Un ignoto portale o una strada nuova;
Spesso ho tirato oltre, ma chissà,
Finalmente il giorno giungerà,
E sarò condotto dalla fortuna,
A Est del Sole, a Ovest della Luna.
(Frodo, Il canto della Strada)

Dietro è la casa, davanti a noi il mondo,
E mille son le vie che attendon, sullo sfondo
Di ombre, vespri e notti, il brillar delle stelle.
Davanti allor la casa, e dietro a noi il mondo,
Tornar potremo a casa con passo infin giocondo.
Ombre e crepuscolo, nuvole e foschia
Sbiadiranno via! Sbiadiranno via!
Fuoco e luce, da bere e da mangiare,
Così tutti a letto poi potremo andare!
(Frodo, Il canto della Strada)

Questo è l’Anello Sovrano, quello che serve a dominarli tutti. È quell’Unico Anello che Sauron perse molto tempo fa, affievolendo di parecchio la propria potenza. Lo desidera più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non deve mai più riaverlo.
(Gandalf)

Sempre, dopo una disfatta ed una tregua, l’Ombra si trasforma e s’ingigantisce nuovamente.
(Gandalf)

Non tutto quel ch’è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch’è forte non s’aggrinza,
Le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L’ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quel ch’è senza corona.
(poesia composta da Bilbo riguardante Aragorn)

Ah! L’Anello!, e lo sguardo gli si illuminò. Non è forse uno strano destino, dover soffrire tanta paura e tante incertezze per un oggetto così minuto? Un oggetto così minuto!
(Boromir)

Colui che rompe un oggetto per scoprire cos’è, ha abbandonato il sentiero della saggezza.
(Gandalf)

Il nemico è molto saggio, e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l’unica misura che conosce è il desiderio, desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua.
(Gandalf)

Tale è il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo, che sono spesso le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove.
(Elrond)

Chi non ha visto il calar della notte non giuri d’inoltrarsi nelle tenebre.
(Elrond)

Poiché i consigli sono doni pericolosi, anche se scambiati fra saggi, e tutte le strade possono finire in un precipizio.
(Gildor)

Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l’amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte.
(Haldir)

È il lavoro mai incominciato che impieghi più tempo a finire.
(Samvise, riportando un detto del Gaffiere)

Non rivolgerti agli Elfi per un consiglio, perché ti diranno sia no che sì.
(Frodo a Gildor)

Rimasero per qualche minuto immobili come chi, sull’orlo del sonno ove l’incubo sta in agguato, cerca di difendersi, pur sapendo che si giunge al mattino soltanto attraverso le ombre.

Ma era consigliabile partire di buon’ora, poiché in quella regione il tempo era una cosa della quale neanche Tom poteva essere a lungo sicuro: a volte era più rapido a cambiare che non Tom a togliersi la giacca.

Seduto accanto al fuoco, rifletto
Su tutto quel che ho visto
Sulle farfalle ed i fiori dei campi
In estasi ormai da me distanti.
Penso a foglie gialle e a tele di ragno
In autunni che più non torneranno
Alle nebbiose mattine, e al sole d’argento,
E ai miei capelli agitati dal vento.
(Bilbo Baggins)

Seduto accanto al fuoco, rifletto
Sul mondo che sarà,
Quando l’inverno un giorno giungerà,
Ma della primavera io non vedrò l’aspetto.
Vi sono infatti tante e tante cose
Che io purtroppo ancora non conosco:
Diversi in ogni prato ed in ogni bosco
Il verde ed il profumo delle rose.
Seduto accanto al fuoco, rifletto
Ai popoli vissuti tanto tempo fa,
Ed a coloro che vedranno un mondo
Che a me per sempre ignoto resterà.
(Bilbo Baggins)

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Il Signore degli Anelli (Le due torri)

“Come può un uomo in tempi come questi decidere quel che deve fare?”. “Come ha sempre fatto”, disse Aragorn. “Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca a ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco d’Oro quanto nella propria dimora”.

Certe strade, è meglio intraprenderle che rifiutarle, anche se il loro esito è oscuro.
(Aragorn)

Dove sono cavallo e cavaliere? Dov’è il corno dal suono violento? Dove sono l’elmo e lo scudiero, e la fulgida capigliatura al vento? Dov’è la mano sull’arpa, e il rosso fuoco ardente? Dov’è la primavera e la messe, ed il biondo grano crescente? Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna; I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d’ombra bagna. Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente? Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?

“Pensandoci bene, apparteniamo anche noi alla medesima storia, che continua attraverso i secoli! Non hanno dunque una fine i grandi racconti?”. “No, non terminano mai i racconti”, disse Frodo. “Sono i personaggi che vengono e se ne vanno, quando è terminata la loro parte. La nostra finirà più tardi… o fra breve”.

La guerra è indispensabile per difendere la nostra vita da un distruttore che divorerebbe ogni cosa; ma io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo ciò che difendo: la città degli uomini di Nùmenor; e desidero che la si ami per tutto ciò che custodisce di ricordi, antichità, bellezza ed eredità di saggezza.
(Faramir)

Mi hai chiesto come mai so che il figlio di Denethor è morto. Le notizie di morte hanno molte ali.
(Faramir)

Chissà! Io lo ignoro. E così accade per ogni storia vera. Prendine una qualsiasi fra quelle che ami. Tu potresti sapere o indovinare di che genere di storia si tratta, se finisce bene o male, ma la gente che la vive non lo sa, e tu non vuoi che lo sappia
(Frodo)

Per un attimo fugace, se uno dei dormienti l’avesse potuto vedere, avrebbe avuto l’impressione di mirare un vecchio Hobbit stanco, logorato dagli anni che lo avevano trascinato assai oltre il suo tempo, lungi dagli amici e dai parenti, dai campi e dai fiumi della giovinezza, ormai nient’altro che un vecchio e pietoso relitto.

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Il Signore degli Anelli (Il ritorno del re)

Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare.
(Gandalf)

Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno galoppai,
E cantando al sole la spada sguainai,
Svanita ogni speme, lacero è il cuore:
Ci attende la collera, la rovina e il notturno bagliore!

“Mai” è una parola troppo lunga persino per me.
(Barbalbero)

Vecchio pazzo! Non riconosci la Morte quando la vedi?
(Re Stregone di Angmar)

E lì Sam, sbirciando fra i lembi di nuvole che sovrastavano un’alta vetta, vide una stella bianca scintillare all’improvviso. Lo splendore gli penetrò nell’anima, e la speranza nacque di nuovo in lui. Come un limpido e freddo baleno passò nella sua mente il pensiero che l’Ombra non era in fin dei conti che una piccola cosa passeggera: al di là di essa vi erano eterna luce e splendida bellezza.

Ebbene, cari amici, qui sulle rive del Mare finisce la nostra compagnia nella Terra di Mezzo. Andate in pace! Non dirò: “Non piangete”, perché non tutte le lacrime sono un male.
(Gandalf)

Fra noi non vi possono essere parole come dare o prendere, né ricompense, perché siamo fratelli.
(Aragorn)

Poi, come il vento di primavera spazza via la pioggia perché il sole brilli con maggiore intensità, le sue lacrime cessarono ed egli scoppiò a ridere, e balzò ridendo dal letto.

«Che cosa temi dunque, signora?», egli domandò.
«Una gabbia», ella rispose. «Rimanere chiusa dietro le sbarre finché il tempo e l’età ne avranno fatto un’abitudine, e ogni possibilità di compiere grandi azioni sarà per sempre scomparsa»
(Éowyn a Aragorn)

La Missione è compiuta, e tutto è passato. Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam.
(Frodo)

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Lo Hobbit

Senza fede è colui che dice addio quando la strada si fa buia.

Se fossero più numerosi tra noi coloro che preferiscono il mangiare, il ridere e il cantare all’accumulare oro, questo mondo sarebbe più lieto.

In un buco nel terreno viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.

Mi auguri un buon giorno, o vuoi dire che è un buon giorno che mi piaccia o no? O che quest’oggi ti senti buono, o che è un giorno in cui si deve essere buoni?

Quando il cuore di un nano, anche il più rispettabile, è risvegliato da oro e gioielli, si fa improvvisamente ardito e può diventare feroce.

I nani non sono eroi, bensì una razza calcolatrice con un gran concetto del valore del denaro.

Certo é una cosa strana, ma sta di fatto che a parlare delle cose belle e dei giorni lieti si fa in fretta, e non è che interessi molto ascoltare; invece da cose sgradevoli, palpitanti o addirittura spaventosi si può fare una buona storia, o comunque, un lungo racconto.

Che tu possa sempre apparire dove più c’è bisogno di te e meno ci si aspetta di vederti!

Mai burlarsi di un drago vivo!

Se volete trovare qualcosa, non c’è niente di meglio che cercare.

Sei una bravissima persona e io ti sono molto affezionato; ma in fondo sei solo una piccola creatura in un mondo molto vasto!

Le mie scaglie sono come scudi dieci volte più possenti, i miei denti sono spade, i miei artigli lance, lo schiocco della mia coda saetta, le mie ali uragano e il mio alito morte!

Da queste parti le spade hanno perso il filo, le asce vengono usate per gli alberi, e gli scudi come culle o coperchi; i draghi, poi, sono comodamente lontani.

La luna crescente si librò sempre più in alto, e il vento si fece più violento e freddo: attorcigliò la bianca nebbia, ne fece colonne oblique e nuvole frementi che trascinò verso ovest, per spargerle a brandelli sulle paludi.

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Varie

Solo un uomo molto saggio, arrivato al termine della sua vita, potrebbe esprimere un equo giudizio su quale persona, fra tutte, avrebbe fatto meglio a sposare! Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori: nel senso che quasi certamente (in un mondo migliore, o anche in questo, pur se imperfetto, ma con un po’ più di attenzione) entrambi i partner avrebbero potuto trovare compagni molto più adatti. Ma la vera anima gemella è quella che hai sposato. Di solito tu scegli ben poco: lo fanno la vita e le circostanze (benché, se c’è un Dio, queste non sono che i Suoi strumenti o la Sua manifestazione)
(Lettera di J.R.R. Tolkien al figlio Christopher John Reuel Tolkien)