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Quella di Alex Zanardi è la storia di un campione che, nel suo talento e perseveranza, ha imparato a vivere intensamente tutto ciò che avrebbe potuto far crollare altre persone.
Alex Zanardi è uno sportivo con la ‘s’ maiuscola, con una passione implacabile per la vita, nonostante i tanti ostacoli che il destino ha frapposto.
Ispirandosi alla sua capacità di non mollare mai, Roberto Vecchioni gli ha cucito addosso a una canzone su misura: “Se non posso correre né camminare, imparerò a volare”.
Presento qui di seguito una raccolta delle frasi più belle Alex Zanardi. Tra i temi correlati Le più belle frasi motivazionali, Frasi, citazioni e aforismi sullo sport, 90 frasi motivazionali per lo sport, Frasi, citazioni e aforismi sull’ottimismo e il pensiero positivo e Frasi, citazioni e aforismi sulla tenacia e la perseveranza.
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Le frasi più belle Alex Zanardi, le 35 più emozionanti e motivazionali
Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa.
E se non potrai correre
e nemmeno camminare
ti insegnerò a volare.
(Roberto Vecchioni, nella canzone “Ti insegnerò a volare” dedicata ad Alex Zanardi)
La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.
Ci si può drogare di cose buone e una di queste è certamente lo sport.
Non sono superman, ma solo un’ottimista.
Dio è la nostra capacità di far uscire la parte migliore di noi…
Quando in una gara ti accorgi di avere dato tutto, ma proprio tutto, tieni duro ancora cinque secondi, perché è lì che gli altri non ce la fanno più.
Quante volte m’è successo di voler mollare, sfinito, pensando di essere molto più stanco degli avversari contro i quali sto correndo. Poi ti dici, ‘ancora cinque secondi!’. Chiudi gli occhi per lo sforzo, quasi ti fai del male per continuare a spingere e poi cavolo… Non sempre eh, ma è successo che riaprendoli li ho visti indietro, avevano mollato loro! Ecco, di quei ‘cinque secondi’ più ne vivi e più ne cerchi. Non è facile trovarli, ma ce ne sono ovunque, nello sport, nel lavoro, negli affetti, in una parola: nella vita.
Mi sono ritrovato in ospedale a Berlino senza gambe. C’ero arrivato più di là che di qua, con un litro di sangue in corpo e dopo che padre Phil, il cappellano spirituale della Cart, mi aveva dato l’estrema unzione in pista con l’olio della mia macchina.
Avevo due possibilità: rinunciare o cercare di appassionarmi a un nuovo progetto… Oggi sono una persona molto felice, talmente felice da dire che l’incidente è stata la cosa più bella che mi potesse capitare.
Nella vita capita anche che, abbassando lo sguardo per cercare ciò che hai perso,
scorgi qualcos’altro che vale la pena raccogliere.
Invece di pensare a ciò che non puoi fare per colpa di ciò che non hai,
pensa cosa puoi fare grazie a quello che hai.
Quando ti capita qualcosa di imprevisto, devi girare la testa e vedere se si può trasformare il tutto in una opportunità.
Se tutti potessero volare, forse anche Bolt si sentirebbe disabile a poter solo correre.
La vita cambia in base alla nostra capacità di dare le giuste risposte alle nostre domande. Credo che il senso più profondo della vita sia quello di farsi domande, di rapportarci con gli altri utilizzando l’esempio che gli altri ci possono dare. Poi dobbiamo essere in grado di riorganizzare tutti questi ingredienti e cercare la nostra strada.
Dove prendo tutta questa forza? Tante persone credono di aver già dato tutto e ancora non hanno tirato fuori il loro potenziale.
Se mentre stai facendo fatica non provi anche gioia, significa che stai seguendo più la tua ambizione che la tua passione.
Credo che ognuno di noi tenda a guidare il proprio destino e decidere qual è l’orizzonte da inseguire. Poi ogni tanto capita che la vita si metta in testa di decidere per te… e anche con più fantasia! Per cui, se sai cavalcare ciò che accade, magari lo trasformi anche in una cosa bella. Come è accaduto a me: penso di essere riuscito a convertire il mio incidente in un’opportunità, perché tutte le cose che sto facendo oggi sono connesse alla mia condizione, è stato il biglietto di ingresso in un mondo nel quale mi sento molto comodo e ho avuto grandissime soddisfazioni. Se qualcuno mi avesse predetto, qualche anno fa, che sarei andato ai Giochi e avrei vinto un oro… gli avrei risposto: ma cosa ti sei fumato? Io faccio il pilota.
La vita è sempre degna di essere vissuta e lo sport dà possibilità incredibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioni.
Lo sport non costruisce la personalità. La rivela.
Ognuno di noi, ogni giorno, può compiere un piccolo grande gesto da sportivo. Perché non è vero che l’importante è partecipare, l’importante è provarci e dare sempre il massimo.
Non volevo dimostrare niente a nessuno, la sfida era solo con me stesso, ma se il mio esempio è servito a dare fiducia a qualcun altro, allora tanto meglio.
Così come oggi parliamo delle ingombranti macchine da scrivere, dei telefoni a disco o delle televisioni che oltre a non aver il telecomando erano in bianco e nero, forse tra vent’anni parleremo dei motori a scoppio con lo stesso stupore scambiandoci battute tipo: “Ma ti ricordi quando bruciavamo il petrolio per far funzionare le nostre auto?!”
Mi scalda il cuore che non mi sentano solo come uno sportivo, perché gli sportivi, anche quelli grandi, da Maradona, ad Alberto Tomba a Valentino Rossi, comunque un po’ dividono. Invece la gente vuole vedere in me qualcosa di diverso. E non me ne lamento, eh. Anzi: me ne compiaccio.
Le corse rappresentano una bella fetta della mia storia, ma non sono di certo la parte più importante. Le mie più grandi passioni sono mio figlio Nicolò, le tagliatelle al ragù di mia madre e mia moglie Daniela, non necessariamente in quest’ordine.
C’è un incrocio magico nella vita in cui la forza inizia a calare ma crescono l’esperienza, la capacità di analisi, il giudizio, la reazione, il mantenere la calma ignorando l’emotività ma alimentando comunque il desiderio.
Credo di essere l’unico pilota al mondo che ha perso entrambe le gambe in un incidente, visto che nel campo dell’automobilismo sportivo o resti vittima oppure ne esci illeso, e qui gli esempi non mancano. Tecnicamente, dunque, era estremamente improbabile che finisse così. Ma la vita non è solo tecnica e le cose possono accadere…
Mi sarei aspettato di reagire così? Eh no, assolutamente no. Quando avevo visto il film “Nato il quattro luglio” con Tom Cruise su una sedia a rotelle ricordo che pensai: “Se capita a me mi ammazzo”. Invece posso dire che di persone capaci di reagire a queste avversità ne ho conosciute tante altre.
Se a un colloquio di lavoro ti si presenta uno bello, ben vestito, abbronzato, sei subito ben disposto. Se viene uno su una sedia a rotelle, sei molto diffidente. La grande sfida è lavorare perché ci si concentri sulle persone e quello che hanno da offrire.
Una persona con disabilità ha mille e più ragioni per essere arrabbiata con la vita e quando accade nessuno ha il diritto di biasimarla. Però, posso dire con certezza che io senza le gambe ho scoperto di poter fare più cose di quante ne servono a riempire il tempo a disposizione e sono certo che sia così per tutti.
La disabilità è una barriera ma di carattere psicologico, ci si immagina di dover affrontare la vita in modo impossibile. Se accetti e invece ti chiedi: come posso fare? le alternative esistono. Io lo posso testimoniare. La vita che conduco ora non ha niente in meno di quella di un tempo. Il messaggio è che è necessario raccontare che un modo può essere trovato e lo possono fare tutti.
Che mi piacerebbe avere due piedi, non sorprenderà nessuno, ma tra due normali e uno solo di Hamilton boia se mi accontenterei!! Fortissimo!
Sono andato a fare dei controlli e ho trovato un padre che aveva accompagnato la figlia nata senza gambe a cui stavano per impiantare le protesi. Ed era felice. E sa perchè? Perché quel giorno, per la prima volta, aveva potuto comprarle un paio di scarpe. Capite di quale meraviglie può essere capace l’essere umano?
Non è mai troppo tardi, si dice. Ma non è vero: prima o poi il tempo finisce. E che sia nello sport o in qualunque altro campo c’è gente a cui la vita passa davanti senza che se ne renda conto.
Mi avete fatto emozionare così tanto che mi tremano le gambe.
(Alex Zanardi, davanti a una interminabile standing ovation)