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Frasi Belle

Scrittori di aforismi su Twitter, Arli3

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Nello studiare il fenomeno Twitter e la sua relazione con l’aforisma e le forme brevi, mi sto rendendo sempre più conto che ci sono delle clamorose “assimmetrie” nella ricezione degli autori che vi scrivono sopra. Così ci sono autori sopravvalutati con migliaia e migliaia di follower, personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport che scrivono “Buongiorno mondo” e hanno 100 e più retweet, e poi ci sono al contrario autori che coniano tweet di alta qualità e che vengono ingiustamente snobbati.

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter avevo già parlato di questo strano fenomeno nel mio articolo su @wzgore. Un altro autore (anzi autrice) che a mio parere meriterebbe maggiore visibilità è @Arli3 (A.) che – e questa è davvero una assurdità – ha soltanto 500 follower (535 per la precisione). @Arli3 usa pochissimo gli hashtag, non scrive sui fatti di cronaca contemporanea, non segue e non interagisce con gruppi e gruppettini di “influencer”, cita autori colti (“Nel cuore della notte mi svegliai di soprassalto per cercare il cappotto di Gogol”), scrive in greco e latino, e il risultato è questa clamorosa svista del mondo di Twitter.

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Nella nota biografica che mi ha inviato @Arli3 scrive di sé: “Sono laureata in economia, ma il primo amore rimangono le materie umanistiche studiate fra i banchi del liceo classico (e si sa, il primo amore è subdolo, non si fa scordare mai). Ho lavorato nel settore della moda e nel marketing ed ora frequento un master in International Management. Vivo fra l’ambizione di diventare il primo Presidente donna degli Stati Uniti d’America e il desiderio di una casa in campagna con l’orto, tre figli e un marito che mi suoni il pianoforte. Presumo che nella migliore delle ipotesi pianterò piantine di pomodoro alla Casa Bianca. Nella vita sono piuttosto riservata e selettiva, e non penso sia necessario dire tutto a tutti; a chi vuol sapere basterà chiedere, o anche leggere ciò che già c’è nei miei tweet”.

@Arli3 è su Twitter dal 2010, ma solo ad agosto scorso ha iniziato a farne uso effettivo. “I primi tempi avevo un profilo privato, lo utilizzavo solo per ‘buttar’ lì dei pensieri, per catarsi, come in un diario, in modo decisamente poco social” mi scrive l’autrice. “Poi ho iniziato a scoprire alcune persone di cui apprezzavo ciò che scrivevano ed esprimevano di sé. Continuo a non seguire molte persone, ma quelle che seguo le leggo con attenzione. Leggo bei pensieri, battute simpatiche, mi diverto a tracciare profili. Ma soprattutto colleziono tanti frammenti di umanità, il che, sia online che nella vita di tutti i giorni, è una fra le cose che più mi intriga. La mia parte più scettica­ e diffidente ancora rimane sorpresa di come a volte capiti che begli scambi fra persone – non profili- possano nascere anche su un social”.

Lo stile di @Arli3 è quello di una “graffite che scivola sul foglio e scrive una storia”. Al modo di Sherazade (personaggio citato più volte nei suoi tweet), @Arli3 – “suadente sibilla di storie e responsi” – racconta brevi storie d’amore (amore vissuto, desiderato, ma anche negato), storie di attese e appuntamenti e ascolti e presenze e anche perdite dell’Altro. I suoi tweet sono collezioni di di “frammenti di te” (“Alla fine che me ne farò di questi frammenti che colleziono di te?”) e la tematica amorosa è davvero un filo conduttore che percorre tutta la sua Timeline (a cui si accompagna – come è ovvio – una finissima introspezione psicologica).

Nei suoi tweet amorosi @Arli3 oscilla tra i pieni e i vuoti, i pieni dell’amore corrisposto (“Ho pensato fossi stato in troppi luoghi senza di me.Così hai sorriso, mi hai preso la mano e tutta quella vita l’abbiamo ripercorsa assieme”) e i vuoti dell’amore che non c’è (“E poi l’Amore divenne come il Natale. E uomini e donne più che altro impegnati a chiedersi se esista davvero San Valentino”). E Al modo del poeta inglese Auden, l’autrice si interroga ogni volta sull’amore senza mai trovare risposta: “Ci si avvicinò molto Auden, quando scrisse La verità, vi prego, sull’amore. È una richiesta inevasa, non ho ancora trovato la risposta”.

Degni di rilevo sono anche i tweet dell’autrice sull’elementare – ma misterioso – universo maschile (“Mi piace quella capacità tipicamente maschile di saperti condurre dal punto A al punto B senza infiniti e contorti giri di pensieri”) e i tweet dove, attraverso lo schermo della raffinata citazioni letteraria, racconta il mondo e i suoi pensieri:

Presento una selezione di tweet di @Arli3 apparsi nell’ultimo anno:

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Arli3, Tweet scelti

Non ho contatti con chi rimane in superficie. Felice di guardarli dal basso verso l’alto.

Chi è stanco di intuire alzi la mano

La meraviglia del pensarsi in contemporanea. E di saperlo anche senza saperlo.

Se non puoi essere insostituibile, renditi indimenticabile.

Se tutto è già stato scritto non c’è bisogno di riscriverlo, tanto meno di copiarlo. Potrebbe essere un bel momento per iniziare a leggerlo.

Se sono quì ci sarà un perTe

Sono confusa. Ma non sei io, sono tu.

Non c’è presa più salda della presa di coscienza

Sei tornato a mancarmi.
Non potevi tornare e basta?

La più importante qualità di una casa è la luce. Quanta luce fa entrare? Lo stesso vale con le persone.

“-Facciamo un gioco. Parliamo al telefono, usciamo insieme, ridiamo e scherziamo­…
-E poi?
-E poi niente, il primo che s’innamora, perde”

Le coppie di anziani che ancora camminano mano nella mano fanno parte di una lobby che mira a farci pesare ogni nostra disfatta sentimentale

Per timore di scrivergli qualcosa di stupido, alla fine non gli scrivi nulla. Il che è l’unica cosa davvero stupida che potessi fare.

Avere un oggetto in mano ma continuare a cercarlo per tutta la casa. Così a volte con alcune persone.

“Peccato” in ebraico significa mancare, fallire il bersaglio, sbagliare strada. Il peccato è non riuscire mai a trovarsi. Una vita dispersa.

L’italiano rimane ancora la lingua più bella, per sentirsi dire “sei bella”.

Troppo faticoso resistere ad una tentazione. Meglio farmela amica e capire che vuole.

Oggi parlo con le persone solo per mettere a tacere questo incessante parlarmi fra me e me. E te.

Una donna troppo svestita è come un giocattolo non impacchettato per un bambino. Sarà comunque contento, ma non ci sarà attesa nè sorpresa.

Amare, Accogliere, Abbracciare, Animare, Ascoltare, Aprire, Andare, Arrivare, Ascendere, Abbagliare, Accompagnare.. Bei verbi iniziano in A.

Uomini non usate il termine “nanna” con le vostre donne, o queste saranno costrette ad usare il termine “di nuovo single” per voi e per loro

La vendetta in amore è un vestitino rosso che metti distrattamente in lavatrice insieme alle sue camicie bianche.

Oggi non vado in palestra perché sono già molto bella dentro e non voglio esagerare anche col fuori.
[Scuse sì, ma originali]

La rassegnazione è una domanda che finisce con un punto.

Una bella storia sa anche quando deve finire

Mi chiedo solo come sia possibile che non abbiamo mai ballato insieme di notte, a piedi nudi sulla sabbia.

Negli occhi dell’uomo respinto nonostante la sua costosissima auto leggi tutto lo sconforto di chi deve rivedere il piano di ammortamento.

Narciso si invaghì dell’immagine di sè solo dopo aver rinnegato l’amore di Eco. Morì di languore per non esser stato capace di amare.

Spettacolo sconcertante e a tratti esilarante, osservare dall’esterno l’impegno di chi si affanna a rispettare confini del tutto immaginari.

È incredibile quel che può insegnarti un uomo libero. Porta sempre qualcosa, nelle sue mani vuote.

Va bene, ho capito. Se non ci sei manchi.
Ora però ritorna.

Chissà che belle sagome verrebbero fuori, se davvero si potesse ritagliare il tempo.

Mi piace quella capacità tipicamente maschile di saperti condurre dal punto A al punto B senza infiniti e contorti giri di pensieri.

Se una cosa esclude l’altra, ti sei già dato una risposta sull’altra. Ora puoi anche iniziare a farti domande sul cosa.

Che vanità artefatta quella della donna che si lamenta di chi la corteggia. C’è una parte attiva nelle attenzioni che scegliamo di ricevere.

Si può essere un po’ stanchi, un po’ disillusi, un po’ distratti, ma non si può essere “un po’ innamorati”.
L’amore è manicheo, è sì o è no.

Sto attenta a non creare nessun piccolo rito che mi ricordi di te, nulla di cui poi dovrò fare a meno qualora tu domani non ci fossi più.

Non prendetevela con le maschere; nascono per enfatizzare le peculiarità del personaggio, dare risonanza alla voce. Ce ne sono di splendide.

Un vestitino leggero, stretto in vita, mosso dal vento. I capelli raccolti, una ciocca che vola, tu che me la sistemi.
Dovrebbe essere così.

La più tenace fu Penelope, che però attendeva Nessuno. E in conclusione la morale è questa:

C’è quest’uomo che cade da un grattacielo. E ad ogni piano, precipitando, si ripete “fin qui tutto bene”.
È chiara la morale?

Dura sempre troppo poco l’attimo appena svegli in cui tutto sembra chiaro. Poi si perde contaminato dal giorno, come il ricordo di un sogno.

Ci si avvicinò molto Auden, quando scrisse “La verità, vi prego, sull’amore”.
È una richiesta inevasa, non ho ancora trovato la risposta.

Una voce profonda e un po’ roca.
Sospesa ad un passo da un pensiero. A due passi dal sentire. A tre passi dal confessare.
E che dire…

Sinergia. Quando 1+1=3.
Che poi diventa 6, poi 9, 18, 36… Finchè non diventa troppo complicato e alla sinergia si sostituisce l’entropia.

“Ci guida a vivere in modo bello, ci spinge ad ogni apprendimento, ci svuota dall’estraneità e ci riempie d’intimità”
Di chi parla Socrate?

Sì, un abbraccio è una cosa bellissima.
Ma ancora più bello è quando l’altra persona abbracciandoti esclama: “Wow, che vita stretta che hai”

“Se la scintilla non scocca, niente da fare: non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore” – Italo C.

E poi l’Amore divenne come il Natale.
E uomini e donne più che altro impegnati a chiedersi se esista davvero San Valentino.

Attratti. A tratti.

“Devo tagliarmi i capelli! Voglio farmi rossa!
Anzi no, mora! O magari un po’ più bionda?”
(fortuna che i parrucchieri non lavorano la sera)

Puoi impietrirlo e incantarlo anche solo per il modo in cui ti sposti una ciocca di capelli.
Medusa era una dilettante.

Face to face, vis à vis, tête à tête, occhi negli occhi.
Sottolineerò l’ovvio, ma pare che ogni lingua suggerisca la stessa identica cosa.

Ti guardi e la guardi con occhi nuovi, quella persona che ti ricorda chi vorrai essere. Non c’è peccato più mortale che fuggirne lo sguardo.

Pensarci in un’altra vita non ha niente a che fare con pazienza, fede o speranza.
Si chiama resa. E bisognerebbe viversi, non rimandarsi.

Del letto matrimoniale mi è sempre piaciuto tutto lo spazio che rimane per tenerci i libri che leggo la sera. Sono uno spirito libro.

Ci sono versi splendidi che non significano niente, sono puro suono. Perchè li tormenti invocandone il senso?

Con una bugia travestita da promessa puoi renderti amabile per una notte, ma prova a ripassare il giorno dopo, e guarda che ne rimane.

Belle donne ma brutte mani. Che nota stonata.

Tutte queste parole, sino a perderne il conto.
Catullo scrisse qualcosa di simile a proposito dei baci.
Continuiamo a parlarne?

Ha detto lui che l’amicizia fa luce, mentre l’amore È luce. L’amica più lucente che ho illumina la notte rendendola giorno. Oltre il fuso.

Leggevo ieri: “L’Io è una nevrosi intermittente, e l’uomo è ancora lontano dall’esserne guarito”. Difficile darti torto

La differenza fra “volere di più” e “volere più di…(X)”. La prima è ambizione, la seconda invidia. Liberi di intendere e di volere.

Romeo e Giulietta morirono di asincronia. Tempismo sbagliato, altro che veleno.

SceglierSì.

In genere sono una persona di grande tatto, giuro. Ma sono anche una persona di polso. Sempre. Ogni stretta di mano è un mix delle due cose.

L’immensità.
Con alcune persone scattano certi clic inspiegabili, che devo rivedere la mia posizione su quella storia delle vite precedenti

Relazioni come la sveglia la mattina. Un rimandarsi continuamente di cinque minuti in cinque minuti. Senza mai darsi. Senza mai svegliarsi.

La domanda alla domanda che dà senso alla risposta. Siamo equazioni ancora da risolvere, finché non torniamo.

Mi scivoli fra le dita.
Smettila, fai male.

E la goccia che scava la pietra incontrò l’acqua che smuove i ponti…
Fine della storia. Il finale non lo so.
Si accettano suggerimenti.

Io dico basta.
Le mie dita dicono ancora.

Ormai sei ovunque.
Puoi per favore essere meno ovunque?
Puoi per favore… (Avvicinati, te lo dico sotto voce)

L’autostrada di notte si percorre da sola. Si svela piano. Oltrepasso gli spazi, cancello le distanze, supero chiunque, supero persino me.

Uomini, niente scuse. Persino Napoleone trovava il tempo di scrivere lettere romantiche e appassionate alla sua amata

Le tue parole le ho prese, allineate, sparpagliate e messe in musica, con voce roca. E che importa se non mi parli? Io ti ascolto lo stesso.

Alcune fra le più grandi storie d’amore hanno un protagonista soltanto; fermamente convinto che il suo amore possa bastare per entrambi.

Fra il Volente e il Nolente… ecco arrivare l’Essente. Si abbassano le luci, l’opera va in scena. Stringimi la mano, sarà uno spettacolo.

Le parole del cuore sono sempre musicali. Non stonano mai.

Respons-abilità: abilità di dare risposte.
Rapporti in cui uno si assume le responsabilità di entrambi diventano monologhi, e addio dialogo.

Incontriamoci in un trait d’union.
Tu-io, io-te, tu contro di me, io sopra di te. Il finale è nelle mani.
(Le mie)

Se una donna si fa troppo bella per uscire, due sono i motivi: conquista o vendetta.

Ad un tavolo fra donne si parla di uomini.
Gli uomini del tavolo accanto brindano “ai soldi”.
Niente, è solo un quadro. Forse.

Il vento in pieno volto.
Una donna dalle dita bianche e affilate tiene in mano un ventaglio di possibilità.
La senti questa (eb)brezza.

I nuovo dannati girano in tondo affaccendati,blackberry in una mano e iphone nell’altra. In testa solo numeri,niente poesia. Virgilio dov’è?

Sono giornate da Oltre.
Oltre il consentito,oltre il più che desiderato,oltre il fatto di non volerne parlare.
Sono giornate che c’è il sole

Fra il nolente e il volente c’è l’Amante.
Chi ama nonostante, perchè costretto, perchè trova impossibile non volere di volere. E lui vuole.

Fra le parti più sensuali del corpo femminile: i polsi.
Polsi sottili, che muovono mani e disegnano storie. Dove altro l’afferri, una donna?

Vite governate dalla consecutio temporum. Diciamo addio alle regole della grammatica, e presentiamoci ad un tempo che sia solo nostro. Vuoi?

Che si perdono, gli inglesi, coi loro “I love you” multiuso.
Ma con le due parole house e Home hanno azzeccato una gran bella distinzione.

[Sei interessante. E passi.
Sei intelligente. E ben venga.
Cultura e poesia? Hai voglia.
Ma se poi sei pure bello, giochi sporco…] Sssh!

Ehi youtube, ma almeno su Beethoven puoi evitare di mettere videopromo di l’Oréal sull’arginina? Sei come i nordeuropei con pasta e ketchup.

In italiano si dice tempismo, in inglese timing. Ma più di tutti i greci e il loro kairós. Il momento più giusto, il tempo del noi.
Quando?

Io cedo.
Concediti.
(Com’era la storia della damnatio memoriae?)

Voglio ricordarmi che una casa dev’essere piena d’Amore, risa di bambini, libri, e due persone che ne creino indimenticabili colonne sonore.

Non con una borsa, dovrei girare con una valigia. E un treno immaginario da dover prendere d’urgenza per quando le cose si fanno noiose.

Insisti.
Resisti.
Restiamo.
Tiamo.

-È morta a causa di un pianoforte
-Le è caduto addosso?
-Lo ha ascoltato troppo.
(Questa fine mi descriverebbe benissimo, giuro)

Peggio dei libri che presti e non ti restituiscono, ci sono quelli che presti e che gli altri non leggono. Fanno lo stesso con le persone.

La mia parte preferita di Vanilla Sky è quando lei urla “Se fai l’amore con una persona il tuo corpo fa una promessa, che tu lo voglia o no”

Se ti piace tutto non preferisci niente.
E se non preferisci niente, ma ti piace tutto…

(Ho pensato fossi stato in troppi luoghi senza di me.Così hai sorriso,mi hai preso la mano e tutta quella vita l’abbiamo ripercorsa assieme)

Le onde le puoi ascoltare, non disegnare…
Se solo cominci vanno già via.

Oggi parlo con le persone solo per mettere a tacere questo incessante parlarmi fra me e me. E te.

-Ehi, giochiamo a Romeo e Giulietta. Tu chi vuoi essere?
-Quello che muore prima.

Quando sento la frase “ti trovo in forma”, mi viene sempre spontaneo chiedermi a quale forma di preciso si riferisca chi lo dice.

Mi addormenterò ascoltandoti.
Alzeresti un po’ la voce, ora che sei lontano?

La risposta giusta non la dai se non lo sei.

Ci si innamora senza accorgersene. Come un pomeriggio volato a scambiarsi parole, e all’improvviso noti che è sera. A quell’ora è già tardi.

Si scandalizzano tutti quando dico che sto scegliendo una frase per il mio epitaffio. Figurarsi se su ciò mi privo di avere l’ultima parola.

Il ritardo è un rimescolare le carte del destino.
Trenitalia lo sa, è diventata un croupier.

Il manicomio è stare dentro e ascoltare i pazzi che sono fuori.

La goccia che fa traboccare il vaso. Mi convincerò sia acqua fresca con cui lavare via lo sporco.