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Presento una raccolta dei proverbi veneti più belli e famosi. Sono modi di dire, detti e proverbi che esprimono una sapienza millenaria e che riescono a descrivere, con poche parole, gli ambiti più diversi dell’esperienza e saggezza veneta. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi su Venezia, Frasi, citazioni e aforismi su Verona, I Proverbi lombardi più belli e famosi e Proverbi romani e detti romaneschi.
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I proverbi veneti più belli e famosi
Se l’invidia fusse freve, tutto el mondo scotaria.
Se l’invidia fosse febbre, tutto il mondo scotterebbe.
Magna e bevi che la vita xe un lampo.
Mangia e bevi che la vita è breve.
I mona se conosse da due robe: dal parlare, quando che i dovaria tasére e dal tesére quando che i dovarìa parlare
Lo stupido si riconosce da due cose: dal parlare, quando dovrebbe tacere e dal tacere quando dovrebbe parlare.
El cafè l’è bon con tre S: sentà scotando e scrocando.
Il caffè è buono con tre S: seduti, scottante e scroccato.
Chi ga inventà el vin, se nol xe in Paradiso, el xe vissìn.
Chi ha inventato il vino, se non è in Paradiso, è lì vicino.
Mai mañar tut cuel que se á; mai créder tut cuel que se dis; mai dir tut cuel que se sa.
Mai mangiare tutto ciò che si ha; mai credere a tutto ciò che si dice; mai dire tutto ciò che si sa.
El cuor de le done xe fato a melon.
Il cuore delle donne è fatto a spicchi come un melone.
Dona se lagna, dona se dol, dona se amala, quando la vol.
La donna si lagna, si duole e si ammala quando le pare.
Pecato confessà, l’è mezzo perdonà.
Peccato confessato, mezzo perdonato.
Per conosser furbo, ghe vol un furbo e mezo.
Per fregare un furbo ci vuole un furbo e mezzo.
Val depí an ora de alegría que zhento de malinconía.
Vale più un’ora di allegria che cento di malinconia.
Amor sensa barufa fa la mufa.
Amore senza litigi fa la muffa.
L’amor fa pasare el tempo e el tempo fa pasare l’amor
L’amore fa passare il tempo e il tempo fa passare l’amore.
Da quando i xè ‘ndà soa luna le stajon no le xè pì quee de ‘na volta.
Da quando si è andati sulla luna le stagioni non sono più come una volta.
Amar e no vegnir amà, xe come forbirse ‘l cul senza aver cagà.
Amare senza essere riamati è come pulirsi il sedere senza aver cagato
La lontanansa l’è fiola de la dimenticansa
La lontananza è figlia della dimenticanza.
Padovani gran dotori,
Venesiani gran signori,
Visentini magna gati,
Veronesi tuti mati.
Cuel que bíu ben, al dorm ben; e cuel que dorm ben, no l fá pecá; ma cuel que no fá pecá, al nda in paradixo: elora beón fin que crepòn.
Chi ben beve, ben dorme; chi ben dorme non fa del male; chi non fa del male va in paradiso: allora beviamo bene finché moriamo
A robar poco se va in galera, a robar tanto se fa cariera.
Rubando poco si va in galera, rubando tanto si fa carriera.
Chi tropo se inchina, mostra el culo.
Chi si inchina troppo, mostra il sedere.
Tosse, amor e panzeta, no le se sconde in qualunque sito che se le meta.
Tosse, amore e pancia non si possono nascondere in nessun posto.
Dopo i confeti se vede i difeti.
Dopo i confetti si vedono i difetti [cioè i difetti si vedono dopo il matrimonio]
Le femene xe: sante in casa, anzoli in strada, diavoli in casa, al balcon civete e su la porta le xe gazete.
Le donne sono: sante in casa, angeli in strada, diavoli in casa, civette sul balcone e sulla porta di casa sono pettegole.
Co poco se vive e co gnente se more.
Con poco si vive e con niente si muore.
Tuti quanti semo mati, per quel buso que semo nati.
Tutti andiamo pazzi per quel buco da cui siamo nati.
I faxúi e la polenta i é la carne de la dente poareta.
I fagioli e la polenta sono la carne dei poveri.
A la sera ciochi, a la matina bisi.
Alla sera ubriachi, alla mattina storditi.
Un baso e ‘na forbìa, el baso sè andà via.
Un bacio e una pulita ed il bacio è sparito
A pagar e a morir, gh’è sempre tempo.
Per pagare e per morire c’è sempre tempo.
Le disgrazie xe sempre pronte, come le tole dele osterie.
Le disgrazie sono sempre pronte, come i tavoli delle osterie.
Co uno xe sfortunà, anca s’el se senta, ghe piove sul da drio.
Quando uno è perseguitato dalla sfortuna, anche se sta seduto gli piove sul sedere.
Quando che l’omo xe stimà el pole pissare in leto e dire che’l ga suà.
Quando un uomo è stimato, può pisciare a letto e dire che ha sudato.
Perché tre done vada d’acordo, ghe vol una viva, una morta, e una piturada su la porta.
Tre donne vanno d’accordo soltanto se una è viva, un’altra è morta, e una terza è dipinta sulla porta.
Le bone parole onze e le cative ponze.
Le buone parole ungono e le cattive pungono.
Co le ciàcole no se ‘mpasta frìtole.
Con le chiacchiere non si impastano frittelle.
Co no guen é pi polenta, le é bone anca le cróstole.
Quando non c’è più polenta son buone anche le croste.
Co la barba la tra al bianquín, asa la zhémena e trate a al vin.
Quando la barba imbianca lascia la femmina e buttati nel vino.
Da putèi tuti bèi, da morti tuti santi.
Da bambini tutti belli, da morti tutti santi.
Se tuti i bechi portasse un lampion, che gran iluminazion.
Se tutti i cornuti portassero un lampione, che grande illuminazione.
Uno solo no sta ben gnanca in paradiso.
Da soli non si sta bene neanche in paradiso.
Vardete da quei che te loda: o chi i t’ha imbroià o che i sta per imbroiarte.
Guardati da quelli che ti lodano: o ti hanno imbrogliato o stanno per farlo.
El naso dei gati, el zenocio dei omeni, e’l culo de le done xe sempre fredi.
Il naso dei gatti, il ginocchio degli uomini, il sedere delle donne sono sempre freddi.
Sasso trato e parola dita no torna più indrìo.
Sasso lanciato e parola detta non tornano indietro.
Prima i me dent e dopo i me parént.
Prima i miei denti e poi i miei parenti.
Amor de fradei, amor de cortei.
Amore tra fratelli è amore di coltelli.
La roba che se buta via coi pie, vien el zorno che la se rancura con le man.
Le cose che si gettano via con i piedi, viene il giorno che si raccolgono con le mani.
Mejo ceo e ben compio che grando insemenio.
Meglio basso ma sano che alto e stupido.
Le tose lo desidera, le maridae lo prova, le vedove lo ricorda.
Le ragazze lo desiderano, le mogli lo provano, le vedove lo ricordano.
De siuri ghe n’è de tre sorte: siorsì, siornò e sior mona.
Di signori ce ne sono di tre tipi: signorsì, signornò e signor stupido.
A dir la verità basta un cojon, ma a dir busie ghe vol un bricon.
A dire la verità basta un coglione, ma a dire bugie ci vuole un briccone.
Pan padovan, vini visentini, tripe trevisane e done veneziane.
Pane padovano, vini vicentini, trippe trevigiane e donne veneziane.
A tuti gue pias véder al choc in piazha, ma que no l sía de la so razha.
A tutti piace vedere l’ubriaco in piazza ma che non sia della sua famiglia.
Ogni can mena la coa, ogni mona vol dire la soa.
Ogni cane mena la coda ed ogni stupido vuole dire la sua.
Co ‘l cavelo tira el bianchin, lassa la dona e tiente al vin.
Quando i capelli cominciano a imbiancare, lascia la donna e datti al vino.
Quando che la merda monta in scagno, o che la spuzza o che la fa dano.
Quando la merda (intesa come ambizione) sale sullo scranno (ovvero sale al potere), se non puzza fa danno.
Da una dona a un molin no gh’è gran diferenza.
Non c’è molta differenza tra una donna e un mulino [cioè La donna ha molte necessità, così come il mulino richiede molto lavoro prima di essere funzionante]
Amor xe orbo.
L’amore è cieco.
Te si furbo come un gato de prìa.
Sei furbo come un gatto di pietra.
Val depí un a far que zhento a comandar.
Vale più uno che fa che cento che comandano.
La dona deve aver quatro m: matrona in strada, modesta in ciesa, massera in casa, e matrona in leto.
La donna deve aver quattro m: matrona per strada, modesta in chiesa, massaia in casa, e matrona a letto.
El tempo xe restà da maridare par no assarse comandare.
Il tempo è rimasto scapolo per non lasciarsi comandare.
Amor che nasse in malatia, quando se guarisse el passa via.
L’amore che nasce durante una malattia, finisce con la guarigione.
Pare che guadagna, fioi che magna.
Padre che guadagna, figli che mangiano.
Libri, done e cavai no se impresta mai.
Libri, donne e cavalli non si prestano mai.
Robar a un poareto l’è come robar in ciesa.
Rubare a un povero è come rubare in chiesa.
La dona ga più caprici che rici.
La donna ha più capricci che ricci.
La dona va sogèta a quatro malatie a l’anno, e ognuna dura tre mesi.
La donna ha quattro malattie all’anno e ognuna dura tre mesi.
La dona xe come la balanza, che la pende da quela parte che più la riceve.
La donna è come la bilancia, pende dalla parte dove riceve di più.
La dona xe volubile per natura.
La donna è volubile per natura.
Lagrime di donna, fontana di malizia.
Lacrime di donna, fontana di malizia.
Le done ghe ne sa una carta più del diavolo.
Le donne ne sanno una più del diavolo.
Chi che zerca cavalo e fémena senza difeto, no’l gavarà mai cavalo in stala e fémena in leto.
Chi cerca il cavallo e la donna senza difetti, non avrà mai un cavallo nella stalla e una donna nel letto.
Done e guai, no manca mai.
Donne e guai non mancano mai.
La lengua de le done la xe come la forbese, o la tagia o la ponze.
La lingua delle donne è come una forbice, o taglia, o punge.
Viagiar descanta. Ma se ti parti mona ti torni mona
Viaggiare apre la mente, ma chi parte stupido torna stupido
Prima de parlar, tasi.
Prima di parlare taci.
Xe pèso el tacòn del buso
E’ peggio la toppa del buco [ovvero, il rimedio è peggiore del danno]
Co i nasse i xé tuti bei, co i se sposa i xé tutti siori, co i more i xé tuti santi.
Quando nascono sono tutti belli, quando si sposano sono tutti ricchi, e quando muoiono sono tutti santi.
Aprile, non ti scoprire; maggio, va adagio; giugno, cavite el codegugno ma non starlo impegnato, per tuto quee che pol capitar!
Aprire, non ti scoprire; maggio va adagio; giugno, togliti il cappitto ma non impegnarlo, per tutto quello che può ancora capitare!
Toni ga lavora, sior Antonio fa fato i schei c el signor Antonio i ga magna.
Toni ha lavorato, il sior Antonio si è fatti i soldi e il signor Antonio li ha mangiati.
Pitosto che pèrdare ‘na tradhsion, xe mèjo brusare un paese
Piuttosto che perdere una tradizione, è meglio bruciare il paese.
Se te taxi, ea xente no capise che te sì on ebete.
Se taci, la gente non capisce che sei un ebete.
Chi non ga el gato, mantien i sorzi; e chi ga el gato, mantien gato e sorzi.
Chi non ha il gatto mantiene i topi; e chi ha il gatto, mantiene il gatto e i topi.
Non ha Vinegia tanti gondolieri quanti Vicenza conti e cavalieri.
Non ha Venezia tanti gondolieri quanti Vicenza conti e cavalieri.
Chi xe al coverto quando pive, l’è ben mato se’ l se move!
Chi è al coperto quando piove, è ben matto se si muove!
Co’l galo canta da galina, la casa va i ruina.
Quando il gallo canta da gallina, la casa va in rovina.
Chi sta sotto la napa del camin, spuzza de fumo.
Chi sta sotto la cappa del camino, puzza di fumo (è un avvertimento a chi non esce mai dal proprio guscio e diventa superbo e intollerante)
Butar l’è parente de pianzar.
Buttare è parente del piangere.
I schéi dei poareti e le bale dei can le xè le robe pì in vista.
I soldi dei poveracci e le palle dei cani sono le cose più in vista.
Le ciese le xe fate: co le ciacole dei siöri, co le besteme dei murari e co i schei dei poareti
Le chiese sono fatte: con le chiacchiere dei ricchi, con le bestemmie dei muratori e con i soldi dei poveri.
Stà mejo on sorxe in boca al gato, che on cristian in man de n’avocato.
Stà meglio un topo in bocca al gatto, che un cristiano in mano ad un avvocato.
La tosse xe ‘l tamburo de la morte.
La tosse è il tamburo della morte.
Bisogna aver i oci anca de drio.
Bisogna avere gli occhi anche di dietro.
A caminare a stravento se fa senpre fatiga.
A camminare controvento si fa sempre fatica.
Na lavà e na sugà e no ea pare gnan doparà.
Lavata ed asciugata non sembra neanche usata.
De Nadal un freddo coral; de la vecia un freddo che secrepa.
Da Natale un freddo tremendo, dalla Befana un freddo che si crepa.
Vardate da le sfrese, da l’omo che parla sotovose, de la xente che no beve vin e da la femena che no ghe piase … el codessin
Guardatevi dalle fessure, dall’uomo che parla sottovoce, dalla gente che non beve vino e dalla donna a cui non piace .. il cotechino
Chi no se contenta de l’onesto, perde ‘l manego e anca ‘l cesto.
Chi non si accontenta del giusto perde il manico e anche il cesto.
Chi xe al suto quando piove el xe mona se’l se move, se’l se move e’l se bagna xe un cogion se po’l se lagna.
Chi è all’asciutto quando piove è uno stupido se si muove, se si muove e si bagna è poi un cretino se si lagna.
In una dona val più la sinpatìa, che la belessa.
In una donna vale di più la simpatia che la bellezza.
Chi tropo se tira indrio finisse col culo in rio
Chi si tira troppo indietro finisce col culo a mollo
El vin fa bon sangue
Il vino fa bene al sangue
Chi dise sposa dise spesa.
Chi dice sposa dice spesa.
Do comare le fa marcà da soe.
Due donne chiacchierone fanno il mercato da sole.
Per saver la verità, bisogna sentir do busiari.
Per sapere la verità, bisogna sentire due bugiardi.
A le volte ‘na busia salva’na verità.
Talvolta una bugia salva una verità.
La galina vecia vole un galéto zovane.
La gallina vecchia desidera un galletto giovane.
Far e desfar xe tuto on laorar.
Fare e disfare è tutto un lavorare
hi desfa bosco e desfa pra’, se fa dano e non lo sa.
Chi rovina il bosco o il prato, fa il danno a se stesso e non lo sa
Amor veccio non fa ruzene.
Amor vecchio non fa ruggine.
Chi va per el mondo tuto vede, e chi sta a casa no lo crede.
Chi va per il mondo tutto vede, e chi resta a casa non lo crede.
L’odio xe el marìo e la vendeta xe so mugier.
L’odio è il marito e la vendetta è sua moglie.
Chi spua sempre miel, ga sconto ‘l fiel.
Chi sputa sempre miele, tiene nascosto il fiele.
L’amor passa sette muri.
L’amore passa attraverso sette muri.
Dio lassa far, ma no strafar.
Dio ti lascia fare ma non strafare.
Senza spie no se ciapa i ladri.
Senza spie non si prendono i ladri.
L’è più dì che luganeghe.
Ci sono più giorni che salsicce.
D’amor el gusto e ‘l fogo de paglia, xe de l’istessa tagia.
Il gusto dell’amore e il fuoco di paglia sono della stessa taglia.
Chi vive sperando, more cagando.
Chi vive nella speranza muore “nella merda”.
La dona la xe come l’onda, la te soleva o la te fonda.
La donna è come l’onda, ti solleva o ti manda a fondo.
Chi maltrata le bestie, maltrata anca i cristiani.
Chi maltratta le bestie, maltratta anche i cristiani.
Amor me fa portare le calze mole.
L’amore mi fa portare le calze flosce [cioè L’amore fa dimagrire]
I proverbi i xe la sapienza de l’omo.
I proverbi sono la sapienza dell’uomo.
Amor no porta rispeto a nesun.
L’amore non porta rispetto a nessuno.
La morte non sparagna re di Francia né di Spagna.
La morte non risparmia re di Francia né di Spagna.
Ancuo val più i schei de la virtù.
Oggi valgono più i soldi che la virtù.
Fate un nome e po’ despoia ciese.
Fatti un nome e poi spoglia pure le chiese.
I popoli se mazza e i re se abraza.
I popoli si ammazzano e i re si abbracciano.
El segreto de le femene no lo sa nessun, altro che mi è vu e tuto ‘l comun
Il segreto delle donne non lo sa nessuno eccetto me, voi e tutto il comune
No tor mai consegi da zent andada in malora.
Non prender mai consigli da gente andata in malora.
La boca l’è picola, ma l’è bona de magnar campi e velada.
La bocca è piccola ma è capace di mangiare campi e vestito.
La dona fa l’omo.
La donna fa l’uomo.
I bei perde i cavéi, e i bruti se li tien tuti.
I giovani belli perdono i capelli, e quelli brutti se li tengono tutti.
Fin che ‘na bela xe vardà, ‘na bruta xe sposà.
Mentre una bella viene guardata, una brutta viene sposata.
L’ira d’incöi lasla par dmön.
L’ira di oggi lasciala per domani.
Fin che ghe xe pan in convento, frati no manca.
Fin che c’è pane in convento, i frati non mancano.
A chi nasse sfortunai, ghe piove sul cul a star sentai.
Chi è sfortunato, gli piove sul culo anche da seduto.
A lavar la testa a l’aseno, se perde lissia e saon.
A lavar la testa all’asino si perde acqua e sapone
El morir l’è l’ultimo sbaglio che se fa
Morire è l’ultimo sbaglio che si fa.
Co’ piove e co’ scravassa bàcaro pien e voda la piassa.
Quando piove e c’è bufera è vuota la piazza e piena l’osteria.