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Paolo di Tarso, nato con il nome di Saulo e noto come San Paolo (Tarso, 5-10 d.C – Roma, 64-67), è stato il principale missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Viaggiatore instancabile, la sua opera di proselita non conosce uguali, tanto che alcuni lo hanno definito “il tredicesimo apostolo”.
Presento una raccolta delle frasi più celebri di San Paolo di Tarso. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sulla Chiesa, Frasi, citazioni e aforismi sul Cristianesimo, Frasi, citazioni e aforismi sui santi e Frasi, citazioni e aforismi di San Francesco.
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Le frasi più celebri di San Paolo di Tarso
Se parlo le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli, ma non ho amore, sono un metallo che rimbomba, uno strumento che suona a vuoto.
(Prima lettera ai Corinzi 13,1)
Se ho il dono d’essere profeta e di conoscere tutti i misteri, se possiedo tutta la scienza e anche una fede da smuovere i monti, ma non ho amore, io non sono niente.
(Prima lettera ai Corinzi 13,1)
Se do ai poveri tutti i miei averi, se offro il mio corpo alle fiamme, ma non ho amore, non mi serve a nulla.
(Prima lettera ai Corinzi 13,1)
Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio.
Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti.
Chi ama non gode dell’ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama è sempre comprensivo, sempre fiducioso, sempre paziente, sempre aperto alla speranza.
(Prima lettera ai Corinzi 13,1)
L’amore non tramonta mai: cesserà il dono delle lingue, la profezia passerà, finirà il dono della scienza. La scienza è imperfetta, la profezia è limitata, ma quando verrà ciò che è perfetto, esse svaniranno.
(Prima lettera ai Corinzi 13,1)
Quando ero bambino parlavo da bambino, come un bambino pensavo e ragionavo. Da quando sono un uomo ho smesso di agire così.
Ora la nostra visione è confusa, come in un antico specchio; ma un giorno saremo a faccia a faccia dinanzi a Dio. Ora lo conosco solo in parte, ma un giorno lo conoscerò come lui mi conosce.
Ora ci sono tre cose che non svaniranno: fede, speranza, amore. Ma più grande di tutte è l’amore.
(Prima lettera ai Corinzi 13,1)
Ora la nostra visione è confusa, come in un antico specchio; ma un giorno saremo a faccia a faccia dinanzi a Dio. Ora lo conosco solo in parte, ma un giorno lo conoscerò come lui mi conosce.
[Videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem; nunc cognosco ex parte, tunc autem cognoscam sicut et cognitus sum]
(Prima lettera ai Corinzi 13,1)
Non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.
(Seconda lettera ai Corinzi)
Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza.
[Omnia munda mundis; coinquinatis autem et infidelibus nihil mundum, sed inquinatae sunt eorum et mens et conscientia].
(Lettera a Tito)
La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.
(Lettera agli ebrei)
Dio illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati.
(Lettera agli Efesini)
La lettera uccide, lo spirito, al contrario, vivifica.
(Seconda lettera ai Corinzi)
L’amore di Cristo ci spinge, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro
(Seconda lettera ai Corinzi)
Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
(Seconda lettera ai Corinzi)
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia
(Seconda lettera ai Corinzi)
Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore.
(Lettera ai Romani)
Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio.
(Prima lettera ai Corinzi)
Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
(Lettera ai Romani)
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito
(Lettera ai Romani)
Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.
(Lettera ai Romani)
Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.
(Lettera ai Romani)
Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; chi l’esortazione, all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
(Lettera ai Romani)
La parola della croce è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio.
(Prima lettera ai Corinzi)
Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio
(Prima Lettera ai Corinzi)
Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti; ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che si credono forti. Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono.
(Prima Lettera ai Corinzi)
La brama di ricchezze è la radice di tutti i mali.
(Prima epistola a Timoteo)
Il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna.
(Lettera ai Romani)
O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
(Prima Lettera ai Corinzi)
Se qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele.
(Prima epistola a Timoteo)
Le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.
(Lettera ai Galati)
Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
(Lettera ai Galati)
Dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.
(Lettera agli Efesini)
I mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.
(Lettera agli Efesini)
Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.
(Atti degli apostoli)
Rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità.
(Lettera ai Colossesi)
Se i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
(Prima lettera ai Corinzi)
Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità
(Prima lettera ai Corinzi)
Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
(Seconda epistola a Timoteo)
Intanto Saulo, pieno di rabbia e tutto teso a perseguitare i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote di Gerusalemme, per chiedergli delle lettere per le sinagoghe di Damasco. Erano lettere che lo autorizzavano ad arrestare tutti i credenti, che avesse trovato a Damasco, uomini e donne, per portarli in catene a Gerusalemme.
Durante il viaggio, quando era già vicino a Damasco, improvvisamente una luce dal cielo gli sfolgorò davanti. Saulo cadde a terra e udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»
«Chi sei, Signore?» chiese Saulo. E la voce rispose: «Sono Gesù, quello che stai perseguitando! ra àlzati e vai in città; là cʼè qualcuno che ti dirà ciò che devi fare».
(Atti degli Apostoli)
Gli uomini che erano con Saulo rimasero senza parole per la sorpresa, perché sentivano bene la voce, ma non vedevano nessuno. Saulo si alzò da terra, e, quando aprì gli occhi sʼaccorse dʼessere cieco. Allora fu portato per mano a Damasco, dove rimase tre giorni, completamente cieco, senza mangiare né bere
(Atti degli Apostoli)
Ma il Signore disse: «Vai a fare ciò che tʼho detto. Perché Saulo è lo strumento che ho scelto, per portare il messaggio agli stranieri, ai re e al popolo dʼIsraele. Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per amor mio!»
Così Ananìa andò, e trovò Saulo su cui pose le mani, dicendo: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso per strada, mi ha mandato da te, perché tu sia pieno di Spirito Santo e recuperi la vista!»
In quel momento fu come se delle scaglie cadessero dagli occhi di Saulo, che allʼistante recuperò la vista. Egli si fece subito battezzare e, dopo aver mangiato, riacquistò le forze
(Atti degli Apostoli)
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Frasi e citazioni su San Paolo
Paolo brilla come stella di prima grandezza nella storia della Chiesa, e non solo di quella delle origini. San Giovanni Crisostomo lo esalta come personaggio superiore addirittura a molti angeli e arcangeli (cfr Panegirico 7,3). Dante Alighieri nella Divina Commedia, ispirandosi al racconto di Luca negli Atti (cfr 9,15), lo definisce semplicemente «vaso di elezione» (Inf. 2,28), che significa: strumento prescelto da Dio. Altri lo hanno chiamato il “tredicesimo Apostolo” – e realmente egli insiste molto di essere un vero Apostolo, essendo stato chiamato dal Risorto -, o addirittura “il primo dopo l’Unico”
(Benedetto XVI)
Quando è chiamato a predicare e ad annunziare Gesù Cristo, è una passione la sua! Paolo non è seduto davanti alla sua scrivania: no. Lui sempre, sempre è in moto.
(Papa Francesco)
Paolo è l’uomo che ha incontrato il Signore, e non si dimentica di quello, e si lascia incontrare dal Signore e cerca il Signore per incontrarlo.
(Papa Francesco)
Cristiani siamo soltanto se incontriamo Cristo. Certamente Egli non si mostra a noi in questo modo irresistibile, luminoso, come ha fatto con Paolo per farne l’apostolo di tutte le genti. Ma anche noi possiamo incontrare Cristo, nella lettura della Sacra Scrittura, nella preghiera, nella vita liturgica della Chiesa
(Papa Benedetto XVI)
Dopo Gesù, Paolo è il personaggio delle origini su cui siamo maggiormente informati. Infatti, possediamo non solo il racconto che ne fa Luca negli Atti degli Apostoli, ma anche un gruppo di Lettere che provengono direttamente dalla sua mano e che senza intermediari ce ne rivelano la personalità e il pensiero. Luca ci informa che il suo nome originario era Saulo (cfr At 7,58; 8,1 ecc.), anzi in ebraico Saul.
(Papa Benedetto XVI)
Sentendo acuto il problema dell’accesso dei Gentili, cioè dei pagani, a Dio, che in Gesù Cristo crocifisso e risorto offre la salvezza a tutti gli uomini senza eccezioni, Paolo dedicò se stesso a rendere noto questo Vangelo, letteralmente «buona notizia», cioè annuncio di grazia destinato a riconciliare l’uomo con Dio, con se stesso e con gli altri. Dal primo momento egli aveva capito che questa è una realtà che non concerneva solo i giudei o un certo gruppo di uomini, ma che aveva un valore universale e concerneva tutti, perché Dio è il Dio di tutti
(Papa Benedetto XVI)
Punto di partenza per i suoi viaggi fu la Chiesa di Antiochia di Siria, dove per la prima volta il Vangelo venne annunciato ai Greci e dove venne anche coniato il nome di «cristiani» (cfr At 11, 20.26), cioè di credenti Cristo. Di là egli puntò prima su Cipro e poi a più riprese sulle regioni dell’Asia Minore (Pisidia, Licaonia, Galazia), poi su quelle dell’Europa (Macedonia, Grecia). Più rilevanti furono le città di Efeso, Filippi, Tessalonica, Corinto, senza tuttavia dimenticare Beréa, Atene e Mileto.
(Papa Benedetto XVI)
Paolo ha capito più profondamente e più velocemente degli altri apostoli che Cristo andava annunziato in tutto il mondo e che il padre di Gesù è il Dio dell’Antico Testamento. Ha testimoniato che attraverso Cristo tutti gli uomini possono arrivare al Dio d’Israele, l’unico vero Dio: anche i non ebrei; da qui le sue dispute con i Giudei.
(Rainer Riesner)
Paolo non fu il primo cristiano. Infatti, Paolo non usa mai il termine “cristiano”. Anzi, si dichiara chiaramente come un pio giudeo chiamato da Dio, attraverso Gesù, alla missione di portare il suo messaggio ai non ebrei. Quindi la visione di sé di Paolo rimane sempre ebraica, anche quando discute con Pietro, Giacomo (il fratello di Gesù), o altri più fedeli giudei tra i seguaci di Gesù. Paolo, quindi, deve essere visto come parte di quella diversità presente tra questi seguaci che diede vitalità e aprì nuovi orizzonti al movimento.
(L. Michael White)
In piedi, rivolto verso Oriente, Paolo pregò a lungo. Dopo aver protratta la preghiera intrattenendosi in ebraico con i padri, tese il collo senza proferire parola. Quando il carnefice gli spiccò la testa, sugli abiti del soldato sprizzò del latte. Il soldato e tutti i presenti, a questa vista, rimasero stupiti e glorificarono Dio che aveva concesso a Paolo tanta gloria; e al ritorno annunziarono a Nerone quanto era accaduto. Anch’egli ne rimase stupito e imbarazzato.
(Martirio di San Apostolo)
La frase finale della Lettera rivolta a Timoteo è il suggello perfetto dell’adempimento di una missione. Nella corsa per essere fedele alla propria vocazione di apostolo di Cristo, Paolo ha sempre tenuto alta la fiaccola della fede: «Ho terminato la corsa, ho conservato la fede». In greco, se il lettore prova a ripeterla, questa frase è in rima: “Tòn drómon tetéleka, tèn pístin tetéreka”. Lo sguardo ormai è proteso oltre la storia, quando sorgerà l’aurora dell’epifania del Signore.
(Gianfranco Ravasi)