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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sul gabbiano. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sul mare, Frasi, citazioni e aforismi sul volo e il volare, Frasi, citazioni e aforismi sulla libertà e Frasi, citazioni e aforismi sull’infinito.
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Frasi, citazioni e aforismi sul gabbiano
Un gabbiano è fatto a immagine del Grande Gabbiano, è un’infinita idea di libertà, senza limite alcuno, e il vostro corpo, da una punta dell’ala a quell’altra, altro non è che un grumo di pensiero
(Richard Bach)
L’uomo è anche un gabbiano, misterioso e bianco, in cerca di se stesso, che disegna nel vento inediti sentieri, inventati, trasparenti.
(Juan Baladán Gadea)
Oggi, se mi cercate, sto provando a trovare un po’ di leggerezza travestito da gabbiano, tra una scogliera a picco e un azzurro che sa di mondi lontani.
(Fabrizio Caramagna)
I gabbiani, lo sapete anche voi, non vacillano, non stallano mai. Stallare, scomporsi in volo, per loro è una vergogna, è un disonore
(Richard Bach)
Il gabbiano.
Le sue ali sono impastate di cielo e di mare.
Il suo cuore è libero.
Il suo volo disegna nel cielo le infinite possibilità del vento.
(Fabrizio Caramagna)
I gabbiani nascono dai fazzoletti che si agitano alla partenza della nave.
(Ramón Gómez de la Serna)
Gabbiani: àncore delle navi che percorrono i cieli.
(Ramón Gómez de la Serna)
La leggerezza, la faccia piena di vento e sole, l’agitazione lontana dei gabbiani e il tuo viso che mi guarda felice. E ho pensato che in fondo dipende da che parte ti metti, se sei prima o dopo il punto interrogativo.
(Fabrizio Caramagna)
La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo
(Richard Bach)
Jonathan assentì, obbediente. Nei giorni successivi cercò quindi di comportarsi come gli altri gabbiani. Ci si mise di buona volontà. E, gettando strida, giostrava, torneava anche lui con lo Stormo intorno ai moli, intorno ai pescherecci, tuffandosi a gara per acchiappare un pezzo di pane, un pesciolino, qualche avanzo. Ma a un certo punto non ne poté più. Tutto questo non ha senso, si disse: e lasciò cadere, apposta, un’acciuga duramente conquistata, se la pappasse quel vecchio gabbiano affamato che lo seguiva. Qui perdo tempo, quando potrei impiegarlo invece a esercitarmi! Ci sono tante cose da imparare!
Non andò molto, infatti, che Jonathan piantò lo Stormo e tornò solo, sull’alto mare, a esercitarsi, affamato e felice. Adesso studiava velocità e, in capo a una settimana di allenamenti, ne sapeva di più, su questa materia, del più veloce gabbiano che c’era al mondo
(Richard Bach)
E il gabbiano Jonathan visse il resto dei suoi giorni esule e solo. Volò oltre le Scogliere Remote, ben oltre. Il suo maggior dolore non era la solitudine, era che gli altri gabbiani si rifiutassero di credere e aspirare alla gloria del volo. Si rifiutavano di aprire gli occhi per vedere. Ogni giorno, lui apprendeva nuove cose. Imparò che, venendo giù in picchiata a tutta birra, puoi infilarti sott’acqua e acchiappare pesci più prelibati, quelli che nuotano in branchi tre metri sotto la superficie: non aveva più bisogno di battelli da pesca e di pane raffermo, lui, per sopravvivere. Imparò a dormire sospeso a mezz’aria, dopo aver stabilito alla sera la sua rotta, nel letto della corrente d’un vento fuoricosta, e coprire così un centinaio di miglia dal tramonto all’alba. Con uguale padronanza ora volava attraverso fitti banchi di nebbia sull’oceano, o sennò si portava al di sopra di essi, dove il cielo era limpido e il sole abbagliava… mentre gli altri gabbiani, con quel tempo, se ne stanno appollaiati in terraferma, mugugnando per la pioggia e la foschia. Imparò a sfruttare i venti d’alta quota, e portarsi nell’entroterra, per un bel tratto, e far pranzo con insetti saporiti
(Richard Bach)
Raggiungerai il paradiso, allora, quando avrai raggiunto la velocità perfetta. Il che non significa mille miglia all’ora, né un milione di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce. Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser là.
(Richard Bach)
Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli invece che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque, e in un baleno.
(Richard Bach)
Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano.
(Richard Bach)
Il tuo cuore è un gabbiano che vola libero nei cieli della vita. Lascialo andare senza paura, ti saprà condurre alla felicità.
(Sergio Bambarén)
Penso che per avvertire la nostra voce interiore si debba fare come i gabbiani che volano su spiagge solitarie e si nascondono fra i cespugli di erbe e di canne.
(Romano Battaglia)
La felicità a cui si anela può soltanto essere sfiorata come i gabbiani fanno con l’acqua.
(Romano Battaglia)
All’alba sul mare un volo di gabbiani.
Recano con sé la chiave con cui aprire il giorno.
(Fabrizio Caramagna)
Il gabbiano vola sospeso nell’aria.
Le sue ali sono due fogli bianchi.
Qualcosa c’è scritto, ma solo il mare lo sa.
(Fabrizio Caramagna)
I gabbiani sono capaci di gesti sublimi, di comportamenti che ci lasciano stupefatti. Si affezionano all’uomo e lo seguono ovunque, anche in capo al mondo. Si innamorano e rimangono fedeli al compagno o alla compagna per tutto il tempo della loro vita. Quando avvertono l’approssimarsi della loro fine, volano su spiagge solitarie, si nascondono dietro ai rovi e muoiono vicini l’uno all’altro.
(Romano Battaglia)
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
(Vincenzo Cardarelli)
Percorre il suo cammino
Il grande gabbiano dal dorso nero,
Timoniere del sole.
Sotto di lui, l’acqua.
(Tomas Tranströmer)
Quaderno bianco del mare,
il gabbiano o un messaggio
si spiega nel volo
in due fogli di viaggio.
La sua sorella marittima,
la solitudine, lo guarda
e, in una speranza vana,
sulla costa sospira.
(Jorge Carrera Andrade)
Al mare si sta fermi; movenze del gabbiano che affronta il vento. Vita sospesa.
(Antonio Castronuovo)
Un bubbolìo lontano…
Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.
(Giovanni Pascoli)
Il gabbiano non ha possessi materiali come noi.
I suoi beni sono tutti riposti in cielo
e sono fatti di azzurro, pace e volo.
(Fabrizio Caramagna)