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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sulla rapina. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sui ladri e i furti, Frasi, citazioni e aforismi sulla legge, Frasi, citazioni e aforismi sulla legalità e l’illegalità e Frasi, citazioni e aforismi sul crimine e i criminali.
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Frasi, citazioni e aforismi sulla rapina
Che cos’è rapinare una banca, in confronto al fondarla?
(Bertolt Brecht)
Furti e rapine cambiano natura se cambiano le proporzioni: quelli piccoli rovinano e mandano gli autori alla forca o al supplizio; quelli grandi invece restano sicuramente impuniti e, alla fine, recano la gloria.
(Jean-Jacques Rousseau)
Oggi uno che fa una rapina prende quindici anni. Chi manda sul lastrico qualche decina di migliaia di famiglie succhiandosi i loro risparmi, va bene se fa un mese ai domiciliari. Il senso della comunità è andato a farsi fottere.
(Renato Vallanzasca)
I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori.
(Catone)
Il vecchio Jimmy McCann mi ricordo che diceva: “Se vuoi fare il lavoro del rapinatore non devi avere affetti o fare entrare nella tua vita niente da cui non possa sganciarti in 30 secondi netti se senti puzza di sbirri dietro l’angolo”.
(Dal film Heat – La sfida)
L’uomo che non ha musica dentro di sé,
ed è insensibile agli accordi delle dolci melodie,
è pronto per tradimenti, stratagemmi e rapine.
(William Shakespeare, Il mercante di Venezia)
Faccio magia con qualsiasi oggetto: l’altr’anno ho messo in testa un collant di nylon e in una banca sono apparsi 100 milioni!
(Raul Cremona)
Il vero pittore deve essere capace di copiare una pera, anche nel mezzo della rapina e della rivolta.
(Salvador Dalí)
Sono entrato alla posta gridando “È UNA RAPINA!”. Minchia sono scappati tutti, nemmeno il tempo di impugnare la mia bolletta da 400 euro
(igorunigor, Twitter)
Che voglia di entrare da un negozio di frutta e verdura, cercare una rapa piccola e poi urlare soddisfatto
QUESTA è UNA RAPINA
(mr_takki, Twitter)
Rapina al supermercato vegano.
Liberati gli ortaggi.
(ilmarziano1, Twitter)
I crostacei avevano organizzato una rapina, ma il gambero non si è presentato.
All’ultimo momento ha fatto un passo indietro.
(egyzia, Twitter)
I rapinatori professionisti amano il loro lavoro e non riescono a fare a meno dell’adrenalina che ne deriva. In un certo senso sono come quelli cui piace andare in moto a duecentocinquanta all’ora, lanciarsi col paracadute, discendere le rapide di un fiume.
(Gianrico Carofiglio)
Era un rapinatore avaro. Rapinava solo i ciechi per risparmiare sul passamontagna.
(Boris Makaresko)
Il mio primo giorno a New York un tizio mi ha chiesto se sapevo dove fosse Central Park. Quando gli ho detto che non lo sapevo mi ha risposto, ‘ti dispiace se ti rapino qui?’.
(Paul Merton)
– Hey Gigi, sei pronto per la rapina?
– Senti Peppe, non so come dirtelo, ma io mi chiamo fuori.
– Hey Fuori, sei pronto per la rapina?
(Pupitto, Twitter)
Non è vero che in America tutto volge al peggio: le rapine alle diligenze, per esempio, sono quasi scomparse.
(Anonimo)
Il mio nome è Dalton Russel. Fate attenzione a quello che dico perché scelgo le parole con cura e non mi ripeto mai. Vi ho detto il mio nome, e questo è il Chi. Il Dove lo potremmo anche descrivere come la cella di una prigione, ma c’è una bella differenza fra trovarsi chiusi dentro una cella e trovarsi in prigione. Il Cosa è facile: ho realizzato un piano in questi giorni allo scopo di eseguire la rapina perfetta ad una banca. Che è anche il Quando. Riguardo al Perché: a parte le ovvie motivazioni economiche, è estremamente semplice… perché lo so fare. Ci resta solo il Come da svelare. Ed è qui – il grande Bardo direbbe – che c’è l’intoppo.
(Dal film Inside Man)
In quello stesso istante, la porta della banca si aprì e due uomini, uno alto e uno piccolo, vestiti con tute scure identiche, entrarono rapidamente nel locale. Stine Grette alzò gli occhi. Harry guardò il suo orologio da polso e iniziò a contare. Gli uomini si diressero verso l’angolo dove Stine era seduta. L’uomo alto si muoveva come se stesse camminando fra pozze d’acqua, mentre quello più piccolo aveva l’andatura barcollante di uno che ha i muscoli più grandi di quello che il suo corpo riesce a sopportare (…)
«Salve» disse l’uomo più alto a Stine. Fece un passo in avanti e appoggiò una borsa nera sul bancone con un colpo. Il suo collega si tolse gli occhiali da sole, avanzò e mise una borsa identica vicino all’altra. «I soldi!» disse con una voce leggera. «Apri la porta!»
Era come se qualcuno avesse schiacciato il tasto della pausa: tutti i movimenti si interruppero, come raggelati. L’unica cosa che indicava che il tempo non si era fermato era il traffico fuori dalla finestra. E la lancetta dell’orologio di Harry, che ora indicava che dieci secondi erano passati.
(Jo Nesbø)
«Questi due signori vogliono che tu apra il Bancomat» disse Stine.
Helge Klementsen fissò con uno sguardo vuoto i due uomini con le tute che ora erano al di là del bancone. Quello più alto guardava nervosamente l’uscita mentre l’altro teneva lo sguardo fisso sul direttore della filiale.
«Ah, sì, naturalmente» disse Helge Klementsen ansimando, come se si fosse improvvisamente ricordato di un appuntamento importante e poi emise una breve risata sonora.
(Jo Nesbø)
Erano trascorsi trenta secondi dall’inizio della rapina. August Schultz era quasi arrivato alla porta di uscita. Il direttore della filiale si inginocchiò davanti al Bancomat e guardò il mazzo di chiavi. Ce n’erano quattro.
«Rimangono venti secondi» disse Stine Grette.
I poliziotti di Majorstua, pensò Harry. Stanno arrivando con le loro auto. Otto isolati. L’ora di punta del venerdì.
Con dita tremanti, Helge Klementsen scelse una chiave e la infilò nella serratura. A metà strada, la chiave si bloccò. Helge Klementsen spinse più forte.
«Diciassette.»
«Ma…» iniziò Helge.
«Quindici.»
(Jo Nesbø)
Dietro un bancone nero scintillante erano seduti i cassieri – senza alcuno schermo o protezione, poiché in caso di rapina entra in azione una sorta di saracinesca che taglia in due la sala e intrappola i rapinatori all’interno. Alcune palme in vaso erano dislocate qui e là, apparentemente a casaccio.
(Bruce Chatwin)
“Rapina finita male”.
Quali sono le rapine che finiscono bene?
(ida_bauer, Twitter)
Non credo sia molto contento di noi, ha organizzato una rapina e si trova tra le mani una strage.
(Mr. Pink nel film Le iene)
Dopo quattro anni [come fattorino in banca] capii che non faceva per me. Lì appresi che i principali rapinatori di banche sono i banchieri stessi ma nessun allarme suona mai per loro.
(Eduardo Galeano)
Se hai una pistola puoi rapinare una banca, ma se hai una banca puoi rapinare tanti pistola.
(LaPausaCaffè, Twitter)
Questo pomeriggio c’è stata una rapina. Hanno rapinato una corriera di turisti giapponesi. Ma, grazie a Dio, sono disponibili oltre due milioni di fotografie dei rapinatori.
(Jan Murray)
A memoria d’uomo non si ricorda una rapina in banca con i rapinatori vestiti da palombari.
(Gene Gnocchi)
Persona cara diede questa definizione dell’amore: “È compiere una rapina, l’amore è una rapina, e spartirsi il bottino in parti diseguali”.
(la_peau_douce, Twitter)
Si ricordò come qualsiasi incantesimo sia fragile oltre ogni dire, e velocissima la vita nel suo rapinare.
(Alessandro Baricco)
L’uomo nasce dal cuore trafitto del suo Creatore. E capisce che la vita non è possesso o rapina, ma dono di sé; che Dio e la vita sono dono reciproco di sé. Allora la croce è davvero la gloria di Dio, l’ora gloriosa della vita.
(Ermes Maria Ronchi)
Anatolij Karol, era ucraino ed è morto a 38 anni mentre in un supermercato di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, ha voluto sventare una rapina. Non è stato un caso, l’ha proprio voluto perché era con sua figlia di un anno e mezzo e aveva già finito di fare la spesa. Stava andando via quando si accorge che due uomini arrivati a bordo di una motocicletta avevano fatto irruzione. Anatolij ha messo in salvo sua figlia ed è tornato indietro. Ha immobilizzato un rapinatore ma l’altro gli ha sparato.
(Roberto Saviano)
Fino a che i quotidiani sbatteranno in prima pagina il mostro straniero, magari sospettato e non ancora condannato, non ci sarà spazio per altro e saremo destinati a vivere nella paura del diverso, piuttosto che crederci arricchiti da quanti con noi creano ormai una comunità e più di noi muoiono per difenderla.
(Roberto Saviano)