Skip to main content
Frasi BellePersonaggiSport

Le frasi più belle di Jasmine Paolini

Annunci

Jasmine Paolini è nata a Castelnuovo di Garfagnana il 4 gennaio 1996.

La tennista toscana sta scrivendo una pagina importante di storia del tennis italiano. Una scalata fenomenale quella di Jasmine Paolini che il 6 giugno 2024 è approdata alla sua prima finale in un grande Slam nel Roland Garros, ripetendosi il mese successivo dove ha raggiunto la finale di Wimbledon. Dopo Wimbledon Jasmine Paolini raggiungerà la posizione numero 5 del ranking ATP (il suo livello massimo). In carriera ha vinto due tornei del circuito maggiore in singolare, tra cui il WTA 1000 di Dubai.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Jasmine Paolini. Tra i temi correlati Le frasi più belle di Jannik Sinner e Frasi, citazioni e aforismi sul tennis.

**

Le frasi più belle di Jasmine Paolini

Continuerò a sorridere nonostante la sconfitta.
(Jasmine Paolini, dopo aver perso la finale di Wimbledon contro la ceca Barbora Krejcikova)

Sognare è la cosa più importante nella vita e nello sport. Non so cosa dire in questo momento. Grazie a tutti. È stata una partita difficile, Mirra ha 17 anni ma è una giocatrice già molto completa. Un mese fa mi ha battuto a Madrid, mi son detta: devi fare meglio. All’inizio ero tesa, poi mi sono sciolta palla dopo palla. Sono davvero felicissima
(Jasmine Paolini, dopo aver vinto contro Mirra Andreeva al Roland Garros, centrando la prima finale della sua vita in un grande Slam)

Mats Wilander (ex tennista e intervistatore del Roland Garros): Hai un cuore così grande che non so nemmeno come fa a stare in un corpo così piccolo.
Jasmine Paolini: Proprio perché sono piccola, il cuore deve essere grande.

Ognuno ha i suoi tempi: ora entro in campo con una mentalità diversa, convinta di potermela giocare con chiunque.

La chiave fondamentale è scendere in campo e credere più in se stessi, partita dopo partita: la fiducia ha davvero fatto la differenza.

Corro su ogni palla, sfrutto la mia velocità. Anche quando sono sotto nel punteggio, penso: io questo match posso ribaltarlo, se voglio.

Sono piccolina, ma do sempre il massimo.

Il lavoro con il mio coach Furlan mi ha portato tantissimo a migliorarmi.

Sono cresciuta guardando le partite di Federer, è sempre stato il mio idolo. Ma devo confessare che oggi, con il mio allenatore, guardiamo molto a come gioca e come si muove Sinner.

Dietro la mia vittoria Dubai c’è un lavoro che va avanti da anni, ma anche l’onda collettiva di questi mesi pazzeschi. La sinnermania ci ha fatto svoltare. Jannik ha portato il tennis al Tg1 e luce anche su noi ragazze.

[A proposito della sua famiglia Jasmine racconta]: Mia madre si chiama Jacqueline, arrivò dalla Polonia a Bagni di Lucca con mia cugina e si fermò lì dove incontrò mio padre.

[A proposito del suo nome Jasmine] Mia mamma si chiama Jacqueline, mio fratello William, a mamma piacciono i nomi così.

Ho iniziato a giocare a tennis a Bagni di Lucca, quando ero molto piccola. Non essendo una grande località non avevo una vasta scelta degli sport da praticare, anche se sono presenti in zona un ottimo circolo del tennis e le piscine. Io alla fine ho optato per frequentare il primo, infatti il nuoto non mi ha mai attirato, mentre spinta da mio padre e da mio zio, ma in special modo da quest’ultimo che ha sempre giocato e che è stato il primo a farmi iscrivere, ho provato a giocare a tennis e mi sono divertita fin da subito. Si potrebbe dire che è nata un po’ per caso, ma sono stata fortunata.

Da piccola non pensavo al futuro. Ho iniziato a giocare perché mi divertiva, poi qualche risultato è arrivato, la svolta è stata la convocazione al centro Fitp di Tirrenia. Lì ho visto la mia strada, prima era tutto un po’ astratto.

Non riuscire a qualificarmi per gli Slam mi ha fatto stare davvero male. Finalmente al Roland Garros, nel 2019, ho superato il tabellone cadetto dopo 9 tentativi falliti nei vari Major, senza perdere alcun set e mi sono sbloccata. Adesso comincio a vincere i match nel tabellone principale ed è tutta un’altra storia, ma quegli anni non sono stati semplici. Arrivavo poco convinta, spesso senza coach, e non riuscivo a esprimermi al meglio. Nel 2018 in Australia racimolai tre game al primo turno delle qualificazioni e fu devastante.

Per me l’altezza non è un deficit enorme. Ok, fossi stata 5 centimetri più alta, forse servirei un po’ meglio… ma magari sarei meno agile. Come ogni cosa, ha i suoi pro e i suoi contro.

Più gioco partite importanti e più capisco questo sport. Non ci sono formule magiche. Esistono il lavoro, la perseveranza e la determinazione.

[Su Iga Świątek] È impressionante la semplicità con cui gioca. Nelle donne non è cosi scontato giocare contro una che fa tutto molto bene e fa sempre la scelta giusta.

Il nostro sport resta uno fra i più paritari, ma credo che il problema sia soprattutto culturale: ha fatto più rumore una Davis vinta che le 4 Fed Cup conquistate da Errani, Vinci & Co. Ma se serve che vincano i maschi per far conoscere il tennis ai più ben venga.

Il doppio mi sta aiutando tanto. Renzo Furlan mi ripeteva sempre che giocandolo sarei migliorata nella risposta e nella volée. Lo gioco con più continuità da quando Sara mi ha chiesto se volevo fare coppia con lei, ho accettato anche in vista delle Olimpiadi e mi trovo benissimo. Sara mi sta insegnando tanto, specie nella visione del gioco.