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Frasi, citazioni e aforismi sulla Fenice

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Simbolo di rinascita, la Fenice è una delle figure più utilizzate nei tatuaggi. Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sulla Fenice. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sull’inizio e il cominciare, Frasi, citazioni e aforismi sulla rinascita, Frasi, citazioni e aforismi sul cambiamento e il cambiare vita e Frasi, citazioni e aforismi sulla speranza.

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Frasi, citazioni e aforismi sulla Fenice

Fenice

Nella vita ogni fine è solo un nuovo inizio.
(Anonimo)

Post fata resurgo – Dopo la morte torno ad alzarmi.
(Motto della Fenice)

Ci sono animali d’aria, d’acqua e di terra.
La Fenice è un animale di fuoco, l’unico al mondo.
(Fabrizio Caramagna)

Quando la porta delle felicità si chiude un’altra se ne apre, ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa da non vedere quella che si è aperta per noi.
(Paulo Coelho)

Ciò che diciamo principio
spesso è la fine, e finire
è cominciare.
(Thomas Stearns Eliot)

Come una fenice risorgerò dalle mie ceneri,
tutto ciò che mi colpisce un giorno mi fortificherà.
(Anonimo)

C’è un’araba fenice in ognuno di noi.
Ogni fine porta a una rinascita.
(Anonimo)

Un’antica canzone mi disse che le Fenici nascono anche dalle lacrime.
(Fabrizio Caramagna)

Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L’ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quel ch’è senza corona.
(J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli)

Le nostre passioni sono vere e proprie fenici. Come la vecchia è bruciata, subito la nuova esce dalle ceneri.
(Goethe)

E guidi la vostra passione con la ragione, affinché la passione possa vivere ogni giorno la sua resurrezione e come la fenice risorgere dalle sue ceneri.
(Khalil Gibran)

Secondo la leggenda, la Fenice può volare nell’aria, trovare oasi e sorgenti d’acqua, rinascere dalle ceneri.
E’ il simbolo di chi, nonostante gli ostacoli, trova la forza per andare avanti.
(Fabrizio Caramagna)

La speranza risorge come una fenice dalle ceneri dei sogni infranti.
(SA Sachs)

L’amore è quella cosa
che vive di speranza e qual fenice
risorge dalle ceneri gloriosa.
(Anonimo)

Vedi, Harry, Fanny è una fenice. E le fenici, quando è arrivato il momento di morire, prendono fuoco… e poi rinascono dalle loro stesse ceneri..Creature affascinanti le fenici. Possono trasportare carichi molto pesantissimi, le loro lacrime hanno poteri curativi e, come animali domestici, sono fedelissimi.
(JK Rowling, Herry Potter e la camera dei segreti)

C’era un buffissimo uccello, chiamato Fenice, nel più remoto passato, prima di Cristo, e questo uccello ogni quattro o cinquecento anni si costruiva una pira e ci si immolava sopra. Ma ogni volta che vi si bruciava, rinasceva subito poi dalle sue stesse ceneri, per ricominciare. E a quanto sembra, noi esseri umani non sappiamo fare altro che la stessa cosa, infinite volte.
(Ray Bradbury)

Apparve un uccello vermiglio delle dimensioni di un cigno, che riempiva la stanza del suo canto arcano, fino alle volte del soffitto. Aveva una coda d’oro scintillante lunga quanto quella di un pavone e due artigli, anche quelli d’oro lucente, tra cui stringeva un fagotto cencioso.
Un attimo dopo volò in direzione di Harry. Lasciò cadere ai suoi piedi l’involto stracciato, poi atterrò pesantemente sulla sua spalla, ripiegando le grandi ali. Sollevando lo sguardo, Harry vide che aveva un lungo becco aguzzo, anch’esso dorato, e piccoli occhi neri.
L’uccello smise di cantare. Immobile e tiepido, sfiorava la guancia di Harry, fissando Riddle.
“È una fenice…” commentò Riddle restituendo all’uccello uno sguardo scaltro.
(JK Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti)

Un altro uccello sacro era la Fenice. Non l’ho mai vista coi miei occhi, se non in un dipinto, poiché è molto rara e visita questo paese (così dicono ad Eliopoli) soltanto a intervalli di 500 anni: accompagnata da un volo di tortore, giunge dall’Arabia in occasione della morte del suo genitore, portando con sé i resti del corpo del padre imbalsamati in un uovo di mirra per depositarlo sull’altare del dio del Sole e bruciarli.
(Erodoto)

Parte del suo piumaggio è color oro brillante e parte rosso-regale (il cremisi: un rosso acceso). E per forma e dimensioni assomiglia più o meno ad un’aquila.
(Erodoto)

Si ciba non di frutta o di fiori, ma di incenso e resine odorose. Dopo aver vissuto 500 anni, con le fronde di una quercia si costruisce un nido sulla sommità di una palma, ci ammonticchia cannella, spigonardo e mirra, e ci s’abbandona sopra morendo, esalando il suo ultimo respiro fra gli aromi. Dal corpo del genitore esce una giovane Fenice destinata a vivere tanto a lungo quanto il suo predecessore
(Ovidio)

C’è un altro volatile che è detto fenice.
Nostro Signore Gesù Cristo ha la sua figura, e dice nel Vangelo:
«Posso deporre la mia anima, per poi riprenderla una seconda volta».
(Il Fisiologo, opera gnostica del IV sec. D.c.)

C’è dunque un uccello, che vive in alcune zone dell’India, detto fenice. Di lui il Fisiologo ha detto che, trascorsi cinquecento anni della sua vita, si dirige verso gli alberi del Libano e si profuma nuovamente entrambe le ali con diversi aromi
(Il Fisiologo, opera gnostica del IV sec. D.c.)

La più straordinaria tra le abilità della Fenice è la sua capacità di rigenerarsi. Esplode in fiamme periodicamente quando il suo corpo invecchia e dalle fiamme nasce nella forma di un pulcino appena nato. Questo evento è chiamato “Burning Day” (Letteralmente “Giorno Ardente”) e conferisce a questi uccelli un ampio temporale amplissimo.
(Anonimo)

La fenice può anche sparire e riapparire a piacimento in esplosioni di fiamme, come se si materializzasse, e vanta lacrime e canti magici. Le lacrime hanno potenti capacità curative. Per esempio, le lacrime di fenice sono l’unico antidoto noto al veleno di Basilisco. Le lacrime possono anche di recuperare una persona perfino in punto di morte, mentre il canto della fenice accresce il coraggio dei buoni e accende la paura nel cuore dei malvagi.
(Potterpedia)

Le fenici sono capaci di sollevare grandi pesi con la propri coda, come volare per una lunga distanza senza sforzo con quattro persone attaccate alla coda. Possono anche lasciare messaggi esplodendo in fiamme per riapparire da qualche altra parte e lasciandosi dietro un’unica piuma d’oro della propria coda.
(Potterpedia)

Un uccello mitologico, che non muore mai, la fenice vola lontano, avanti a noi, osservando con occhi acuti il paesaggio circostante e lo spazio distante. Rappresenta la nostra capacità visiva, di raccogliere informazioni sensorie sull’ambiente che ci circonda e sugli eventi che si dipanano al suo interno. La fenice, con la sua bellezza assoluta, crea un’incredibile esaltazione unita al sogno dell’immortalità.
(Il libro del Feng Shui)

Subito il becco del corvo si spalancò, ma invece del verso di un uccello, una dolce voce musicale domandò: «Chi viene prima, la fenice o la fiamma?»
«Mmm… tu cosa dici, Harry?» chiese Luna, pensierosa.
«Cosa? Non c’È una parola d’ordine e basta?»
«Oh, no, bisogna rispondere a una domanda» spiegò Luna.
«E se sbagli?»
«Be’, bisogna aspettare che qualcuno risponda giusto. Così s’impara, no?»
«Sì… il problema è che non possiamo permetterci di aspettare qualcun altro, Luna».
«No, capisco» replicò Luna seria. «Be’, penso che la risposta sia che un cerchio non ha inizio».
«Ottimo ragionamento» dichiarò la voce, e la porta si aprì.
(JK Rowling , Harry Potter e i doni della morte)

L’albero.
Viene
l’autunno, e come
la Fenice s’accende
nel rosso del suo rogo.
Viene
primavera, e splende
d’altro suo verde…
(Giorgio Caproni)

Ti farò asciugare al sole
Dei tuoi capelli dove cade in trappola la fenice.
(André Breton)

Le vere eminenze non sono molte: la fenice è unica in tutto il mondo; un gran capitano, un perfetto oratore, un vero sapiente sono unici in un intero secolo.
(Baltasar Gracián)

L’arte: una fenice che rinasce da una tragedia.
(Carlos Saavedra Weise)

È la fede degli amanti
come l’Araba Fenice
che vi sia ciascun lo dice
ove sia nessun lo sa.
(Pietro Metastasio)

È più rar della fenice, uom che in tutto sia felice.
(Proverbio)

Che la fenice more e poi rinasce,
quando al cinquecentesimo appressa
erba né biada in sua vita non pasce,
ma sol d’incenso lacrima e d’amomo,
e nardo e mirra son l’ultime fasce.
(Dante Alighieri, Inferno XXIV, 107-111)

Di uomini virtuosi in senso assoluto, forse, come la Fenice, ne nasce uno ogni cinquecento anni.
(Lucio Anneo Seneca)