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Le frasi più belle di Cime tempestose di Emily Brontë

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Emily Brontë (Thornton, 30 luglio 1818 – Haworth, 19 dicembre 1848), la più celebre delle tre sorelle Brontë, è stata una scrittrice britannica dell’età vittoriana, famosa per il suo unico romanzo “Cime tempestose” (in inglese “Wuthering Heights”) del 1847.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Cime tempestose di Emily Brontë. Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle di Jane Austen, Le frasi e poesie più belle di Emily Dickinson e Le più belle frasi e citazioni di Frida Kahlo.

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Le frasi più belle di Cime tempestose di Emily Brontë

Lui è più me stessa di quanto non lo sia io. Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la sua sono la medesima cosa.
[He’s more myself than I am. Whatever our souls are made of, his and mine are the same.]

Sii sempre con me, prendi qualsiasi forma, portami alla follia. Solo non lasciarmi in quest’abisso, nel quale non riesco a trovarti.

Il mio pensiero principale nella vita è lui. Se tutto il resto morisse, e lui rimanesse, io continuerei ad esistere; e se tutto il resto continuasse ad esistere e lui fosse annientato, l’universo si trasformerebbe in un completo estraneo: non ne farei parte.

Solo gli inquieti sanno com’è difficile sopravvivere alla tempesta e non poter vivere senza.

Io non “mi dichiarai” mai a voce: ma, se gli sguardi hanno un linguaggio, anche il più autentico imbecille avrebbe potuto accorgersi che ne ero innamorato cotto.

Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile.

Gli ho dato il mio cuore e lui l’ha preso, l’ha schiacciato fino a farlo morire, poi me l’ha restituito. E’ col cuore che sentiamo, e poiché il mio egli l’ha devastato, non ho più modo di sentire alcunché per lui, neanche se piangesse da ora al giorno della sua morte.

Lui è sempre – sempre – nella mia mente; non come un piacere, così come neanche io sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere.

Amo la terra su cui cammina e l’aria che respira e tutto ciò che tocca e ogni parola che pronuncia; amo tutti i suoi sguardi e i suoi gesti, lo amo in tutto e per tutto, completamente.

Un buon cuore ti aiuterà ad avere un bel viso.

Gli orgogliosi si procurano da sé tristezza e rammarico.

Il tradimento e la violenza sono lance appuntite a entrambe le estremità; feriscono quelli che se ne servono ancor più gravemente dei nemici.

Tutto era molto, molto triste, e leggendo mi capitava di sospirare, perchè sembrava che la felicità fosse sparita del tutto dal mondo, per non farvi mai più ritorno.

Se anche lui l’amasse con tutte le capacità della sua meschina persona, non potrebbe amarla in ottant’anni quanto l’amerei io in un sol giorno.

Ci deve essere, fuori di noi, un’esistenza che è ancora la nostra. A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa?

Lui voleva starsene immobile, in un’estasi di tranquillità, io al contrario, volevo che tutto danzasse e scintillasse con gioiosa e sfrenata allegria.

Manca poco che debba ricordare a me stesso di respirare e al mio cuore di battere! È come cercare di srotolare una molla indurita.

Non disse parola e non rallentò la stretta per cinque minuti buoni, durante i quali le diede più baci di quanto, potrei giurarlo, non ne avesse mai dati in tutto il resto della sua vita.

L’amore è come una spinosa rosa selvatica; l’amicizia come l’albero di agrifoglio. L’agrifoglio è scuro quando la rosa selvatica fiorisce, ma quale dei due fiorisce più costantemente?

Io gli ho dato il mio cuore, e lui lo ha preso e lo ha stretto crudelmente fino a ucciderlo.

Riesco quasi a concepire come un amore possa durare tutta una vita: mentre finora ero assolutamente convinto che nessun amore potesse resistere un anno.

Qualunque ricordo di quelli che abbiamo amati in vita, ci diventa prezioso quand’essi sono morti.

Lui si incupì, si accigliò come una nuvola temporalesca e tenne risolutamente chiusa la mano, lo sguardo fisso a terra.
D’istinto, Catherine dovette indovinare che l’ostinazione, non l’antipatia per lei, era la causa di quella condotta; dopo essere rimasta incerta per un istante, si chinò e lo baciò con dolcezza sulla guancia.

Vorrei tornare a essere una ragazza, quasi una selvaggia, e aspra e libera, che ride delle offese e non ne impazzisce! Perché sono tanto mutata? perché il mio sangue si agita tumultuosamente per poche parole?

Tu mi amavi; che diritto avevi di lasciarmi? Che diritto? Rispondimi. Lasciarmi per quel misero capriccio che ti prese per Linton? Giacché né la miseria, né la degradazione, o la morte, né qualunque pena che Dio o Satana potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di tua volontà. Non ho infranto il tuo cuore, tu l’hai infranto; e nell’infrangerlo, hai spezzato il mio.

Heathcliff, se io ora ti sfidassi a farlo, ne avresti il coraggio? Se lo avrai ti terrò con me. Non giacerò là da sola. Possono seppellirmi dodici piedi sotto terra, e gettarmi sopra la chiesa intera; ma non riposerò fino a quando tu non starai con me. Mai!

Tutto è rovinato dalla sciocca ansia di sentir dire male di sé che perseguita certa gente come un demone.

Ho sognato nella mia vita, sogni che son rimasti sempre con me, e che hanno cambiato le mie idee; son passati attraverso il tempo e attraverso di me, come il vino attraverso l’acqua, ed hanno alterato il colore della mia mente.

Qui riesco quasi a concepire come un amore possa durare tutta una vita: mentre finora ero assolutamente convinto che nessun amore potesse resistere un anno.

Ti dico che ho quasi raggiunto il mio paradiso; quello degli altri è assolutamente senza valore e non è bramato da me.

È duro perdonare, e guardare codesti occhi, e toccare codeste mani consunte. Baciami ancora; e non farmi vedere i tuoi occhi! Ti perdono per quello che mi hai fatto. Io amo la mia assassina; ma il tuo assassino, come potrei perdonarlo?

Prego Dio ogni sera di concedermi di non morire prima di lui; perchè preferisco essere io a soffrire invece di farlo soffrire con la mia morte…questo dimostra che lo amo più di me stessa.

C’è forse qualcosa che non sia collegato a lei? Che non me la ricordi? È in ogni nuvola, in ogni albero; riempie l’aria la notte e balugina di giorno in ogni oggetto; sempre sono circondato dalla sua immagine! I volti più comuni di uomini e donne, i miei stessi lineamenti, mi irridono, mostrandomi tale somiglianza. Il mondo intero è un’immensa e spaventosa raccolta di testimonianze che ella è esistita e che l’ho perduta!

Di rado non mi sento in preda a una sensazione quasi di felicità quando mi trovo a vegliare nella camera di un defunto, purchè non condivida la veglia con qualcuno che si abbandona a manifestazioni incontrollate o si disperi. Scorgo, infatti, un riposo che non può essere turbato nè su questa Terra nè all’inferno; e sento la certezza dell’aldilà senza tempo e senza turbamenti…dell’eternità in cui entrano I defunti…nella quale la vita non ha più limiti di durata, l’amore è sempre corrisposto e la felicità raggiunge la pienezza.