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Le frasi e i versi più celebri di Virgilio, con traduzione

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Publio Virgilio Marone, noto semplicemente come Virgilio (in latino: Publius Vergilius Maro (Mantova, 15 ottobre 70 a.C. – Brindisi, 21 settembre 19 a.C.), è il più importante poeta dell’antichità, autore di tre opere, tra le più famose della letteratura latina: le Bucoliche, le Georgiche e l’Eneide.

Presento una raccolta delle frasi e i versi più celebri di Virgilio con traduzione in italiano.
La bellezza delle frasi di Virgilio e i tanti modi di dire, che sono ancora oggi famosi, ne fanno una lingua perfetta per un tatuaggio. La frase virgiliana “Omnia vincit Amor” è forse una delle frasi più tatuate in assoluto.

Tra i temi correlati si veda Frasi belle e famose di Seneca, Frasi, citazioni e massime di Marco Tullio Cicerone, Frasi, detti e proverbi latini e Le 90 frasi più belle in latino sull’amore (con traduzione)

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Le frasi e i versi più celebri di Virgilio

L’amore vince tutto: e noi cediamo all’amore.
Omnia vincit Amor: et nos cedamus Amori.

Così si sale alle stelle.
Sic itur ad astra.

Tutto porta via il tempo, anche la memoria.
Omnia fert aetas, animum quoque.

Da uno capisci come son tutti.
Ab uno disce omnis.

La fortuna aiuta gli audaci.
Audentes fortuna iuvat.

A cosa non spingi i cuori degli uomini,
o esecrabile fame dell’oro!
Quid non mortalia pectora cogis,
Auri sacra fames!

Il successo li incoraggia: essi possono poiché pensano di potere.
Hos successus alit: possunt, quia posse videntur.

La storia è lacrime, e l’umano soffrire commuove la mente.
Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt.

I fati troveranno la via.
Fata viam invenient.

Conosco i segni dell’antica fiamma.
Adgnosco veteris vestigia flammae.

E’ noto dove può giungere una donna che odia.
Notumque furens quid femina possit.

Smetti di sperare che i decreti degli dei possano esser piegati con le preghiere.
Desine fata deum flecti sperare precando.

Ogni difficoltà è vinta dal pesante lavoro, e dal bisogno che preme nelle dure vicende.
Labor omnia vicit improbus, et duris urgens in rebus egestas.

Non tutti possiamo ogni cosa.
Non omnia possumus omnes.

Crudele Amore, a che cosa non forzi i cuori degli uomini!
Improbe Amor, quid non mortalia pectora cogis!

Non ignara della sventura, ho appreso a soccorrere gli sventurati.
Non ignara mali, miseris succurrere disco.

Si rinnova il gran giro dei secoli.
Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo.

Gli innamorati si creano i sogni da sé.
Qui amant ipsi sibi somnia fingunt.

Ciascuno ha fissato il suo giorno; breve è la vita per tutti e irrevocabile,
ma estendere la fama con le imprese, questo è il premio del valore.
Stat suas cuique dies, breve et inreparabile tempus
omnibus est vitae; sed famam extendere factis, hoc virtutis opus.

Ma fugge intanto, fugge e non ritorna
il tempo, mentre d’amor presi, andiamo di cosa in cosa.
Sed fugit interea, fugit inreparabile tempus,
singula dum capti circumvectamur amore.

La notte buia ci circonda con la sua ombra.
Nox atra cava circunvolat umbra.

Credete a chi ha provato.
Experto credite.

Qualunque cosa accada, la pazienza vinca la fortuna.
Quidquid erit, superanda omnis fortuna ferendo est.

Ognuno sia speranza a se stesso.
Spes sibi quisque.

Rari nuotatori nell’ampio gorgo.
Rari nantes in gurgite vasto.

Temo i greci anche quando portano i doni.
Timeo Danaos et dona ferentes.

La ferita vive silenziosa sotto il petto.
Tacitum vivit sub pectore vulnus.

Se è lecito confrontare le grandi cose con le piccole.
Si parva licet componere magnis.

Sotto il raggio silenzioso e amichevole della luna.
Tacitae per amica silentia lunae.

Lavoro di modesto contenuto, ma non di modesta gloria.
In tenui labor, at tenuis non gloria.

Così filarono le Parche.
Sic volvere Parchas.

La paura aggiunse ali ai piedi.
Pedibus timor addidit alas.

Risparmia il sepolto.
Parce sepulto.

Felice colui che può arrivare a conoscere la causa ultima delle cose.
Felix qui potuit rerum cognoscere causam.

Anche qui i tristi casi del mondo hanno le loro lacrime, e muovono gli animi a compassione.
Sunt lacrimae rerum, et mentem mortalia tangunt.

La donna è sempre cosa varia e mutevole.
Varium et mutabile semper Femina.

Indecisi tra la speranza e la paura.
Spemque metumque inter dubii.

Fugge verso i salici, ma prima desidera essere vista.
Fugit ad salices et se cupit ante videri.

Risparmiare i sottomessi ed abbattere i superbi.
Parcere subiectis et debellare superbos.

Le armi sono al servizio del furore.
Furor arma ministrat.

Forse un giorno ci allieterà ricordare tutto questo.
Forsan et haec olim meminisse iuvabit.

Non ti fidar troppo del colore delle cose.
Nimium ne crede colori.

Ognuno è attratto da ciò che gli piace.
Trahit sua quemque voluptas.

un bimbo a cui i genitori non hanno sorriso
un dio non lo degnò della sua mensa e una dea non lo degnò del suo letto.
Qui non risere parenti,
nec deus hunc mensa, dea nec dignata cubili est.

Se non potrò muovere le potenze del cielo, solleverò quelle degli inferi.
Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo.

Ad ogni uomo diviene un Dio il suo desiderio che fieramente lo governa.
Sua cuique deus fit dira cupido.

Quale regione ha il mondo che non sia piena dei nostri affanni?
Quae regio in terris nostri non plena laboris?

Inizia il cammino e porta a buon fine l’opera intrapresa
Carpe viam et susceptum perfice munus.

Quanto mutato da quello.
Quantum mutatus ab illo.

La fiducia non è sicura in nessun luogo.
Nusquam tuta fides.

Un’intelligenza muove tutta quella massa.
Mens agitat molem.

Attraverso varie avventure, e tante vicende di cose.
Per varios casus, per tot discrimina rerum.

Forse un giorno ci farà piacere ricordare anche queste cose.
Forsan et haec olim meminisse invabit.

Ché non hanno in cuore tal violenza né superbia i vinti.
Non ea vis animo nec tanta superbia victis.

Tu, o romano, ricordati di governare i popoli con il tuo dominio.
Tu regere imperio populos, Romane, memento.

Ora una nuova stirpe è inviata dall’alto del cielo.
Iam nova progenies caelo demittitur alto.

Secondo il volere del fato.
Ut fata trahunt.

La fama, male di cui nessun altro è più veloce.
Fama, malum qua non aliud velocius ullum.

La fama, andando, diventa più grande,
e acquista vigore nell’andare.
Fama crescit eundo
Viresque acquirit eundo.

Noto per fama fino alle stelle.
Fama super aethera notus.

Qui è la fatica, qui è la difficoltà.
Hic opus, hic labor.

Tante guerre pel mondo, tante facce scellerate.
Tot bella per orbem, tam multae scelerum facies.

Demenza atroce della guerra
Scelerata insania belli.

Vincitori e vinti uccidevan, cadevano del pari.
Caedebant pariter pariterque ruebant victores victique.

Il serpente si nasconde nell’erba.
Latet anguis in herba.

Raddoppiano gli affanni e risorgendo di nuovo infuria l’amore e ribolle in grandi tempeste di ire.
Ingeminant curae rursusque resurgens saevit amor magnoque irarum fluctuat aestu.

Incamminati e porta a buon fine ciò che hai cominciato.
Carpe viam et susceptum perfice munus.

La sola speranza per i vinti è non sperare in alcuna salvezza.
Una salus victis nullam sperare salutem.Tu mi comandi, o regina, di rinnovare un inenarrabile dolore.

Tu mi costringi, o regina, a rinnovare un indicibile dolore.
Infandum, regina, iubes renovare dolorem.

Al loro dominio non pongo né limiti di spazio né di tempo:
ho promesso un impero infinito.
His ego nec metas rerum nec tempora pono:
imperium sine fine dedi.

Non c’è salvezza nella guerra: o pace, tutti ti invochiamo.
Nulla salus bello: pacem te poscimus omnes.

Mantova mi generò, il Salento mi rapì, mi tiene oggi Napoli: cantai i pascoli, le campagne, i condottieri.
Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope: cecini pascua, rura, duces.
(Iscrizione funebre sulla tomba, Napoli)