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Le frasi più belle di Joseph Conrad

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Joseph Conrad, (Berdyčiv, 3 dicembre 1857 – Bishopsbourne, 3 agosto 1924), è stato uno scrittore polacco naturalizzato britannico.

Mentre l’Impero britannico raggiungeva il suo apice, Joseph Conrad sfruttò la sua esperienza prima nella marina francese e, successivamente, in quella britannica per scrivere romanzi e racconti che riflettono aspetti di un impero “globale” e, allo stesso tempo, esplorano gli abissi della mente umana. Considerato uno dei più importanti scrittori moderni in lingua inglese, Joseph Conrad è principalmente ricordato per la sua grande opera “Cuore di tenebra“ da cui è stato tratto il film “Apocalypse Now” diretto da Francis Ford Coppola.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Joseph Conrad. Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle di Ernest Hemingway e Le frasi più belle di Francis Scott Fitzgerald.

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Le frasi più belle di Joseph Conrad

Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più è stato complice della sua irrequietezza – The sea has never been friendly to man. At most it has been the accomplice of human restlessness.

La vera pace di Dio comincia in qualunque punto a mille miglia dalla terra più vicina.

Metti a nudo il tuo cuore, e la gente starà ad ascoltarti per quello – e solo quello è interessante.

Ricchi o poveri, forti o deboli, chi di noi non ha implorato Dio per una seconda possibilità?

Si scrive soltanto una metà del libro, dell’altra metà si deve occupare il lettore.

Un’opera che aspiri, per quanto umilmente, alla condizione di arte, dovrebbe portare in ogni riga la propria giustificazione.

Come faccio a far capire a mia moglie che anche quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?

La vita non ci conosce e noi non conosciamo la vita, non conosciamo nemmeno i nostri stessi pensieri. Metà delle parole che usiamo non hanno alcun significato, e dell’altra metà ognuno comprende ogni parola secondo il suggerimento della propria follia e presunzione.

L’ultima cosa che una donna accetterà di scoprire nell’uomo che ama, o dal quale soltanto dipende, è la mancanza di coraggio.

Guai all’uomo il cui cuore da giovane non ha appreso a sperare, ad amare e a riporre fiducia nella vita!

I baci sono ciò che resta della lingua del Paradiso.

Seguire il sogno e ancora seguire il sogno e così in eterno – usque ad finem.

Forse la vita è solo… un sogno e una paura – Perhaps life is just that… a dream and a fear.

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Cuore di tenebra (Heart of Darkness, 1899-1902)

La mente umana è capace di qualsiasi cosa – poiché racchiude in sé ogni cosa, tutto il passato e tutto il futuro – The mind of man is capable of anything–because everything is in it, all the past as well as all the future.

Mi sento come se cercassi di raccontarvi un sogno, e sarebbe un tentativo inutile perché nessun resoconto di un sogno può trasmettere la sensazione che nel sogno di prova, quella mescolanza di assurdità, di sorpresa e di smarrimento, in un fremito di spasmodica rivolta, quell’impressione di essere prigionieri dell’incredibile che è l’essenza stessa dei sogni.

Il lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi piace quello che c’è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi. La propria realtà – per se stessi, non per gli altri – ciò che nessun altro potrà mai conoscere.

La forza è solamente un evento fortuito che deriva dalla debolezza altrui.

Un improvviso fremito di impazienza ansiosa mi corse nelle vene e mi diede una tale sensazione dell’intensità della vita come non avevo mai sentito prima, né ho sentito dopo.

Osservare una costa mentre scivola via da bordo di una nave è come riflettere sopra un enigma. È là dinanzi a te — sorridente, accigliata, invitante, imponente, insignificante, insipida, o selvaggia, e sempre muta con l’aria di sussurrare: Vieni a scoprire.

Quella quiete animata non somigliava in nulla e per nulla a una pace. Era la quiete di una forza implacabile che covava un proposito imperscrutabile. Ti guardava con un aspetto vendicativo.

Non c’è niente di misterioso per un marinaio se non il mare stesso, che è padrone della sua esistenza e imperscrutabile come il destino.

Le storie dei marinai sono di una semplicità assoluta, e il loro significato può stare tutto intero nel guscio di una noce.

La madre delle invenzioni è la necessità, ma anche la paura non è priva di ingegnosi sotterfugi.

Voi sapete quanto io odii, detesti, ripugni la menzogna, non perché io sia piú schietto del resto dei mortali ma semplicemente perché la menzogna m’atterrisce. C’è in essa un lezzo di morte, un alito di corruzione, che è proprio quel che io più odio e detesto al mondo, quel che vorrei dimenticare. Mi avvilisce e mi nausea, come quando capita di mordere qualcosa di marcio.

Fu amore come lo concepivano gli antichi: un impulso irresistibile e fatale — una possessione!

Che bizzarra cosa la vita – questo misterioso congegnarsi di implacabile logica in vista di uno scopo tanto futile. Il più che se ne possa sperare è una certa qual conoscenza di se stessi – che giunge troppo tardi – e una messe di inestinguibili rimpianti.

Ho lottato con la morte. È la contesa meno eccitante che immaginar si possa. Ha luogo in un grigiore impalpabile dove non s’ha più nulla sotto i piedi, nulla tutt’attorno; senza spettatori, senza clamori, senza glorie; senza un gran desiderio di vincere e senza gran paura della sconfitta, in un’atmosfera malaticcia di scetticismo tepido, senza una gran fede nel proprio diritto, e ancor meno in quello dell’avversario.

Nessun uomo si aprirà con il proprio padrone; ma a un amico di passaggio, a chi non viene per insegnare o per comandare, a chi non chiede niente e accetta tutto, si fanno confessioni intorno ai fuochi del bivacco, nella condivisa solitudine del mare, nei villaggi sulle sponde del fiume, negli accampamenti circondati dalle foreste — si fanno confessioni che non tengono conto di razza o di colore. Un cuore parla — un altro ascolta; e la terra, il mare, il cielo, il vento che passa e la foglia che si agita, ascoltano anche loro il vano racconto del peso della vita.

È privilegio della prima giovinezza vivere in anticipo sui propri giorni, in tutta la bella continuità di speranze che non conosce pause o introspezioni. Si chiude dietro di noi il cancelletto della pura fanciullezza – e ci si addentra in un giardino incantato. Persino le ombre vi risplendono promettenti. Ogni svolta del sentiero è piena di seduzioni.

Risalire quel fiume era come compiere un viaggio indietro nel tempo, ai primordi del mondo, quando la vegetazione spadroneggiava sulla terra e i grandi alberi erano sovrani. Un corso d’acqua vuoto, un silenzio assoluto, una foresta impenetrabile; l’aria calda, spessa, greve, immota. Non c’era gioia nello splendere del sole. Deserte, le lunghe distese d’acqua si perdevano nell’oscurità di adombrate distanze.

Si trattava del fatto che, fra tutte le doti di cui Kurtz era tanto dotato, quella che emergeva in modo preponderante, che dava il senso di una presenza reale, era la capacità di parlare, il dono della parola: questa dote che sconcerta o illumina, la più nobile e la più spregevole, vivificante flusso di luce o torrente ingannatore scaturito dal cuore di una tenebra impenetrabile.

Non tradii il signor Kurtz – era nell’ordine delle cose che non l’avrei mai tradito – era scritto che sarei rimasto fedele all’incubo che mi ero scelto.

Dal momento che ho sbirciato anch’io oltre la soglia, capisco meglio il significato del suo sguardo fisso, che non poteva vedere la fiamma della candela, ma era abbastanza vasto da abbracciare l’universo intero, abbastanza acuto per penetrare in tutti i cuori che battono nella tenebra. Aveva tirato le somme e aveva giudicato. “Che orrore!”

Lo guardai, pieno di stupore. Se ne stava lì davanti a me, entusiasta, favoloso, nel suo abito variopinto, con l’aria di essere scappato da una compagnia di mimi. Persino la sua esistenza era improbabile, inspiegabile, sconcertante. Era un problema insolubile. Era inconcepibile come avesse vissuto, come fosse riuscito ad arrivare sin lì e continuare a rimanerci – perché non svanisse all’istante.

Era però pazza la sua anima. Sola in quella foresta, aveva guardato dentro di sé e, per il cielo! credetemi, era impazzita.

Come se fosse stato strappato un velo, scorgevo su quel viso d’avorio l’espressione di un orgoglio tenebroso, di un potere spietato, di un terrore vile – di un’intensa e avvilita disperazione.

Alzai il capo. L’orizzonte era sbarrato da un nero banco di nubi e la tranquilla via d’acqua che conduceva agli estremi confini della terra scorreva cupa sotto un cielo coperto – sembrava condurre nel cuore di un’immensa tenebra.

Viviamo come sogniamo, soli – We live as we dream – alone.

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La linea d’ombra (The Shadow Line, 1917)

È il privilegio della prima giovinezza di vivere in anticipo sui propri giorni, in quella bella continuità di una speranza che non conosce né pause né introspezione. Ci si chiude alle spalle il piccolo cancello della fanciullezza e si entra in un giardino incantato, dove anche le ombre splendono di promesse e ogni svolta del sentiero ha una sua seduzione.

Si va avanti. E il tempo, anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una linea d’ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro. Questo è il periodo della vita in cui è probabile che arrivino i momenti di cui ho parlato. Quali momenti? Momenti di noia, ecco, di stanchezza, di insoddisfazione. Momenti precipitosi.

La gente ha una grande opinione sui vantaggi dell’esperienza. Ma sotto un certo profilo, esperienza significa sempre qualcosa di spiacevole, in contrasto con il fascino e l’innocenza delle illusioni.

Parliamo con indignazione o entusiasmo; parliamo di oppressione, crudeltà, crimine, devozione, sacrificio di sé, virtù, e non conosciamo nulla di concreto dietro le parole. Nessuno sa che cosa significhi la sofferenza e il sacrificio — eccetto, forse, le vittime dello scopo misterioso di queste illusioni.

La strada sarebbe stata lunga. Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama.

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Lord Jim, 1900

Non vi è niente di più seducente, di più deludente e di più avvincente della vita sul mare.

Il mare è un luogo metafisico: spazio isolato, astorico, di pienezza e di solitudine, in cui i conflitti spirituali raggiungono con facilità le posizioni estreme e radicali ed in cui gli uomini vengono a trovarsi, drammaticamente, alle prese con l’Assoluto.

La gioventù è insolente; lo è di diritto, di necessità. Deve affermarsi.

Fa male scoprire che è impossibile realizzare il proprio sogno, perché non si è abbastanza forti, o non abbastanza intelligenti. E, per di più, intanto ci si continua a credere un individuo straordinario!

Se ne va, dimenticato, senza perdono, oppresso dalla sua nube, imperscrutabile nel cuore, esageratamente romantico.

Difficilmente si incontrano uomini il cui animo, reso acciaio dall’armatura impenetrabile della risolutezza, è pronto a combattere fino in fondo una battaglia perduta.

Alcuni grandi uomini devono la loro grandezza in massima parte all’abilità di riconoscere in coloro di cui intendono servirsi l’esatta qualità di forza occorrente al loro lavoro.

La verità di ogni passione ha bisogno di un po’ di finzione per sopravvivere.

La vanità gioca dei brutti scherzi alla memoria.

Questa estrema stanchezza delle emozioni, la vanità dello sforzo, l’anelito al riposo, quelli che lottano contro forze irragionevoli lo conoscono bene, i naufraghi abbandonati nelle scialuppe, i viaggiatori sperduti in un deserto, gli uomini che combattono contro la cieca potenza della natura, o la stupida brutalità delle masse.

Il veleno della stupidità che attende in agguato i discorsi degli uomini era caduto sulla nostra conversazione, trasformandola in un vaniloquio.

Le idee sono fannulloni, vagabondi che bussano alla porta di servizio della nostra mente, e ognuna di esse ci toglie un poco della nostra essenza, ognuna ci ruba una briciola della fiducia in quelle poche, semplici nozioni, alle quali dobbiamo attenerci, se vogliamo vivere decentemente e morire senza rimpianti!

Giudicherete un uomo dai suoi nemici oltre che dai suoi amici – You shall judge of a man by his foes as well as by his friends.

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Il caso (Chance: A Tale in Two Parts, 1913)

Essere una donna è una professione tremendamente difficile, perché consiste principalmente nell’avere a che fare con gli uomini – Being a woman is a terribly difficult trade since it consists principally of dealings with men.

Era una di quelle notti di rugiada, limpide e piene di stelle, che ci opprimono lo spirito e soggiogano la nostra superbia con la luminosa evidenza della tremenda solitudine, della irrimediabile, oscura insignificanza del nostro pianeta, perso nella splendida rivelazione di uno sfavillante universo senz’anima.

Un’intelligenza ben fornita indebolisce l’impulso all’azione; una satura porta dolcemente all’idiozia.

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Agente segreto (The Secret Agent: A Simple Tale, 1907 )

La vita non sopporta che ci si guardi troppo dentro.

La maggioranza dei rivoluzionari sono per lo più nemici della disciplina e della fatica.

La verità può essere più crudele della caricatura.

Non sai a cosa serve la polizia, Stevie? Sono là per impedire a quelli che non hanno niente di portar via qualcosa a quelli che hanno.

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Tifone (Typhoon, 1902)

Il capitano Mac Whirr aveva navigato sulla superficie degli oceani come certi uomini sfiorano gli anni della vita per poi calare dolcemente in una placida tomba, ignorando la vita stessa fino all’ultimo, senza essere mai stati costretti a constatare tutto quel che può contenere in fatto di perfidia, di violenza e di terrore. Esistono, sul mare e sulla terra, uomini così fortunati… o così disdegnati dal destino o dagli oceani.

La lunga, eterna tensione di una tempesta produce questo effetto: l’attesa interminabile della catastrofe culminante. Ed è fisicamente spossante il semplice avvinghiarsi alla vita in quel tumulto eccessivo

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Sotto gli occhi dell’Occidente (Under Western Eyes, 1911)

Nella vita, capite, non c’è gran scelta. O marcire o ardere..

Quanto più una persona è intelligente, tanto meno diffida dell’assurdo.

Non è necessario credere in una fonte sovrannaturale del male: gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità.

Tradire. Parola grossa. Che significa tradimento? Di un uomo si dice che ha tradito il paese, gli amici, l’innamorata. In realtà l’unica cosa che l’uomo può tradire è la sua coscienza.